ai e salute

L’intelligenza artificiale in aiuto alla Sanità regionale: il progetto AIEHEM

Migliorare la capacità di programmazione dei servizi sociosanitari, approcciandone le complessità e il volume dei dati disponibili con un modello di IA che semplifichi i problemi e aiuti a individuare i principali stakeholder che dovrebbero essere chiamati a risolverlo. Ecco il progetto AIEHM

Pubblicato il 20 Set 2022

Luigi Lella

ISEM - Institute for Scientific Methodology, Palermo

Ignazio Licata

ISEM - Institute for Scientific Methodology, Palermo

Christian Pristipino

Unità di cardiologia interventistica e di emergenza - S.Filippo Neri - ASL Roma 1

Sanità digitale: l'importanza dell'anonimizzazione

La recente crisi pandemica ha messo in luce i problemi che possono derivare da una cattiva gestione o da una gestione non ottimizzata delle risorse del sistema sanitario. Tutti questi problemi derivano essenzialmente da una insufficiente integrazione dei servizi territoriali, ospedalieri e dei servizi sociali, ma soprattutto dalla mancanza di adeguate strategie di cooperazione tra i vari stakeholder regionali per conseguire quelle sinergie virtuose atte a risolvere i problemi e le criticità che il sistema sociosanitario regionale si trova ad affrontare.

Il progetto AIEHEM si pone l’obiettivo di fornire supporto alla direzione sanitaria regionale nell’individuare gli stakeholder da coinvolgere, gli ambiti di intervento e le risorse da ottimizzare per raggiungere determinati outcome che pertengono principalmente all’ambito economico, ambientale, organizzativo e sociale.

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Gli obiettivi del progetto AIEHEM

Il progetto AIEHEM si pone l’obiettivo di analizzare, ricorrendo a uno specifico modello di intelligenza artificiale (IA), i dati messi a disposizione dal sistema sanitario regionale allo scopo di individuare i principali fattori correlati a determinati outcome che l’organizzazione sanitaria intende raggiungere. Gli outcome possono essere di varia natura. Economici (es.: ottimizzare il consumo delle risorse di sistema nelle cronicità etc.), organizzativi (es.: ridurre le liste di attesa, aumentare la qualità dei servizi erogati etc.), sociali (es.: evidenziare le condizioni di rischio per un risk management proattivo etc.), ambientali (es.: ridurre l’impatto ambientale delle strutture sanitarie etc.).

Le risultanze del modello di IA servono non solo per individuare le principali variabili di studio da prendere in considerazione, ma anche per definire gli ambiti di intervento e conseguentemente anche gli stakeholder da coinvolgere nel progetto di cambiamento organizzativo da avviare per raggiungere gli outcome stabiliti. Il carattere innovativo di questo progetto non è solo legato alle tecnologie informatiche ed alle metodologie di studio utilizzate, ma anche all’approccio globale che viene seguito. Per la prima volta infatti è un modello di IA ad aiutare a individuare gli attori, i mezzi, le attività, le conoscenze, le opportunità da cogliere, ovvero l’ecosistema più adatto da coinvolgere per risolvere le criticità riscontrate, a cominciare dalle tipologie di utenti finali interessate.

Il progetto AIEHEM risulta perfettamente in linea con l’approccio “One Health” descritto dalla Missione 6 del PNRR italiano, in quanto teso a favorire la collaborazione tra diverse discipline e professionisti attraverso la valorizzazione dei dati e delle informazioni che il sistema sanitario mette a disposizione. Lo scopo ultimo è quello di migliorare la capacità di programmazione dei servizi sociosanitari, approcciando la complessità delle criticità analizzate in ambito sociosanitario ed il volume dei dati disponibili (non solo quelli afferenti ai principali flussi ministeriali, ma anche quelli regionali ed organizzativi) mediante l’utilizzo di un modello di IA che semplifichi i problemi oggetto di studio e che aiuti ad individuare i principali stakeholder che dovrebbero essere chiamati a risolverlo. La raccolta, il raffinamento e la successiva elaborazione dei dati disponibili vengono effettuati nel rispetto del codice per la protezione dei dati personali ed anche (e soprattutto) dei valori etici e dei principi fondamentali che sono alla base della pratica della promozione della salute e della sanità pubblica, mediante il coinvolgimento del data protection officer e del comitato etico aziendali.

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Descrizione progetto AIEHEM

Viene presentato, solo a titolo di esempio, l’utilizzo della metodologia AIEHEM per risolvere un problema di ottimizzazione della gestione delle risorse di sistema nell’assistenza di tipologie di pazienti a rischio di decesso. In particolare, viene considerato il problema di ridurre il consumo inappropriato di risorse nell’ultimo trimestre di vita degli assistiti. Lo scopo è essenzialmente quello di intensificare le cure palliative evitando di svolgere indagini cliniche che non possono fornire informazioni per cambiare l’atteggiamento terapeutico e quindi per migliorare il quadro clinico di tali tipologie di pazienti, che conducono inevitabilmente anche ad un ingiustificato aumento del consumo di risorse e delle liste di attesa dei servizi diagnostici coinvolti.

In questo caso il modello di IA analizza i dati messi a disposizione dal flusso ministeriale A delle schede di dimissione ospedaliera del 2019 per individuare i fattori correlati con un consumo di risorse superiore alla media in casi di ricovero di persone nell’ultimo trimestre di vita. Si sono volutamente esclusi i dati relativi al periodo pandemico in quanto l’allocazione delle risorse per la gestione della pandemia poteva influenzare l’esito dell’analisi.

Per individuare le variabili di analisi maggiormente correlate con il problema o la criticità che si intende indagare si è scelto di utilizzare un modello di tipo A a stato singolo di Unorganized Turing Machine (UTM) (Turing, 1948), costituito da una rete combinatoria di porte NAND la cui configurazione ottimale viene selezionata mediante l’evoluzione di una popolazione di individui ciascuno dei quali rappresenta la codifica di una configurazione di UTM. In questo modo la UTM viene generata “in modo non sistematico e casuale” da un insieme di porte NAND a due ingressi. Turing ha scelto una porta NAND perché ogni altra operazione logica può essere eseguita da un insieme di unità NAND. Una macchina non organizzata di tipo A di Turing può essere considerata “una specie di rete neurale booleana senza una struttura a strati, poiché le connessioni ricorrenti sono consentite senza vincoli” (Teuscher e Sanchez, 2000).

Ogni possibile configurazione delle porte NAND che costituiscono la UTM è stata codificata con un vettore binario e per individuare la configurazione ottimale, ovvero il vettore che permettesse di massimizzare l’accuratezza predittiva del modello, è stato utilizzato un algoritmo ibrido swarm-evolutivo, che abbiamo chiamato Evolutionary Bait Balls Model (EBBM), in cui i vettori di configurazione delle porte NAND sono considerati come individui membri di uno sciame. Ciascuno di essi è in grado di compiere solo tre operazioni elementari (repulsione dal prossimo, attrazione verso un altro individuo particolarmente performante, orientamento rispetto al prossimo). L’evoluzione di questa popolazione porta alla comparsa di comportamenti emergenti (lo stato in cui si forma una sorta di bolla in cui la maggior parte degli individui tende ad orientarsi rispetto al prossimo), manifestando una sorta di intelligenza collettiva (Lella et al., 2022).

Il modello evolutivo originale della bait ball, che ha ispirato il nostro EBBM, è stato sviluppato da alcuni ricercatori che hanno scoperto che all’interno del gruppo di pesci che cercano di sfuggire ai predatori un nucleo generato spontaneamente costituisce quello che chiamavano “mandria egoista” (Roberts, 2021) (Yang, 2018). Questa denominazione deriva dalla teoria egoistica del branco secondo cui gli individui all’interno della popolazione tentano di ridurre il rischio di predazione ponendo altri conspecifici tra loro e i predatori. Tornando al modello bait ball, è proprio questo comportamento “egoistico” adottato dagli individui che porta alla formazione della configurazione collettiva ottimale.

Con tale algoritmo ibrido swarm-evolutivo si ottengono risultati migliori in termini di accuratezza predittiva rispetto ad altri modelli evolutivi classici come l’algoritmo genetico, come dimostrato in (Lella et al., 2022) dove il modello EBBM è stato utilizzato per implementare un sistema esperto in grado di diagnosticare con un discreto livello di accuratezza il rischio di incorrere nel diabete mellito di tipo II.

Rispetto agli altri modelli di machine learning e IA utilizzati per implementare un DSS destinato ai dirigenti e ai manager dei sistemi e delle organizzazioni sanitarie, l’EBBM UTM permette di creare un modello predittivo caratterizzato da un numero di nodi contenuto che prende in considerazione solo un sottoinsieme delle variabili non di classe nell’effettuare le sue previsioni. Tale modello permette agli esperti umani di comprendere appieno i criteri di valutazione utilizzati dal modello, esplicitando possibili bias che potrebbero aver portato ad una cattiva selezione dei dati utilizzati per il suo addestramento. Il modello ricavato attraverso l’ EBBM UTM, se validato da un team di esperti umani, potrebbe anche essere utilizzato proprio per la sua semplicità per implementare delle linee guida decisionali adottabili dalla dirigenza o dai primari (figura 1).

Figura 1- modello previsionale di UTM selezionato attraverso l’algoritmo EBBM

Da una prima analisi effettuata su una parte di dati presenti sul flusso SDO del 2019, il modello EBBM UTM è stato già in grado di stabilire che le variabili sesso e distretto di appartenenza non sono da considerare. Questo permette di escludere come stakeholder da coinvolgere i referenti dei distretti territoriali. Non si riscontrano inoltre disuguaglianze di genere e non è necessario coinvolgere le associazioni di assistiti che se ne occupano. Lo stesso modello di IA in questa prima analisi sembrerebbe invece suggerire il coinvolgimento dei servizi psichiatrici e di quelli ospedalieri relativamente alla gestione di determinate tipologie di ricoveri programmati.

La scelta di utilizzare il superamento della soglia regionale di spesa sanitaria pro capite come variabile di classe potrebbe aver introdotto un bias cognitivo. Si cercherà di ripetere l’analisi del modello EBBM UTM utilizzando differenti proxy per valutare l’adeguatezza dell’assistenza che è stata erogata agli assistiti prossimi al decesso. Proxy alternativi potrebbero essere dati dal numero di accessi al pronto soccorso o dal costo delle terapie farmacologiche che sono state somministrate ai pazienti prossimi al decesso. Le nuove simulazioni permetteranno di validare o meno il modello predittivo che è stato definito.

Conclusioni

Il principale fruitore dei benefici derivanti dall’adozione della metodologia AIEHEM è l’assistito regionale. Nel caso del problema dell’ottimizzazione della gestione delle risorse di sistema nell’assistenza di tipologie di pazienti a rischio di decesso, che si porta come esempio, i vantaggi a medio-lungo termine di cui questi trae beneficio sono principalmente quello di migliorare la qualità delle cure palliative e di ridurre le lista di attesa relative a tutte le tipologie di visita specialistica e di esame strumentale correlate con il problema che si intende affrontare. Anche nel caso esaminato sembrerebbero infatti venire effettuati degli approfondimenti specialistici non necessari, forse derivanti da pratiche di medicina difensiva.

Con le informazioni ricavate attraverso la metodologia AIEHEM anche il personale operante nelle strutture territoriali ed ospedaliere viene messo in grado di coordinare al meglio le proprie attività e ad ottimizzare l’utilizzo delle proprie risorse. L’aumento della qualità dei servizi erogati si ripercuote poi non solo sugli assistiti, ma anche sui loro familiari e caregiver a cui possono essere date istruzioni più precise su come gestire tali tipologie di pazienti.

Nel caso considerato, il modello EBBM UTM ha suggerito di coinvolgere come stakeholders nel progetto di ottimizzazione della gestione delle risorse di sistema nell’assistenza di tipologie di pazienti a rischio di decesso, in primis referenti di associazioni di determinate tipologie di assistiti e caregiver, assieme ai referenti delle strutture sanitarie regionali che erogano i servizi corrispondenti ai MDC individuati dal modello di IA.

Il modello di IA preso in considerazione deve però servire ad estendere, non a sostituire le capacità analitiche degli esperti umani che devono in ogni caso intervenire per predisporre le linee di intervento migliori per approcciare il problema che viene affrontato. Una volta individuati, grazie al modello EBBM UTM, gli stakeholders e le attività critiche, verrà adottata la metodologia di progetto denominata “Theory of Change”, utilizzata anche dall’UNICEF e da altre organizzazioni afferenti all’ONU, che si è dimostrata particolarmente efficace nel trovare soluzioni a problemi contingenti che richiedessero interventi di natura politica, amministrativa ed organizzativa (ToC Center, 2021).

Considerato il problema specifico della ottimizzazione della gestione delle risorse di sistema nell’assistenza di tipologie di pazienti a rischio di decesso, che viene preso come esempio di utilizzo della metodologia AIEHEM, si stima un risparmio potenziale annuale di risorse del SSR pari a circa 16 mln di euro.

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