l'obbligo

A scuola col green pass: ancora troppi nodi irrisolti

A una manciata di giorni dal suono della prima campanella in tutta Italia – al momento ha iniziato solo la provincia autonoma di Bolzano – restano alcuni interrogativi e problematiche al momento ancora irrisolti riguardo l’esibizione del green pass da parte del personale scolastico e i relativi controlli. Facciamo il punto

Pubblicato il 09 Set 2021

Antonio Guadagno

Ingegnere, consulente informatico, docente, formatore

revoca green pass

L’obbligo, per il personale scolastico, di esibire il green pass per accedere agli istituti di appartenenza pone una serie di problematiche, alcune delle quali legate alle peculiarità di un contesto lavorativo che ha caratteristiche uniche rispetto agli altri.

Esso infatti si contraddistingue, fin dall’inizio anno scolastico, per un turn over tra i lavoratori non indifferente, che spesso riguarda personale al primo incarico.

Inoltre, una volta risolta la modalità di controllo della certificazione (procedura semplificata o automatizzata), rimane in piedi il problema dei cosiddetti esterni, genitori compresi, al momento esentati dalla presentazione del green pass e che si sta gestendo in maniera sparsa.

Ecco le principali criticità.

Green Pass a scuola, è tutto sbagliato: ecco i problemi

Green pass obbligatorio: le problematiche peculiari della scuola

Dal 1° settembre e fino al 31 dicembre il personale docente, il personale Ata e i dirigenti scolastici devono essere in possesso del green pass ed esibirlo all’occorrenza; l’obbligo di certificazione non riguarda gli studenti, nemmeno dai 12 anni in su, cioè quelli in età vaccinabile. Rimane obbligatorio l’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie, fatta eccezione per i bambini che frequentino la scuola dell’infanzia.

Prima dell’inizio delle attività didattiche, previsto quasi per tutti dal 13 settembre, gli oltre 8.500 istituti scolastici hanno a disposizione quasi due settimane di rodaggio per ottimizzare l’accesso in sicurezza alle strutture da parte di docenti, ATA, studenti e anche personale esterno.
Non poche sono state le voci di critica e di preoccupazione rispetto alle misure e alle indicazioni della compagine governativa: oltre ai disagi atavici, quali scarsità di organico e carenza di aule, ci mancava pure il green pass con le sue incognite.

È vero che più del 90% dei dipendenti risulta vaccinato con almeno una dose, ma la scuola ha caratteristiche uniche rispetto agli altri contesti lavorativi. Infatti, le cattedre vacanti dall’inizio dell’anno scolastico e quelle scoperte in itinere, a volte per pochi giorni, determinano in ogni istituto un turn over non indifferente: le nuove nomine devono essere di conseguenza censite anche per quanto riguarda la certificazione verde.

Controllo del possesso della certificazione: i nodi al pettine

Innanzitutto, chi deve occuparsi della verifica?
L’articolo 9-ter del Decreto Legge numero 52 del 22 aprile 2021 prevede che la verifica della certificazione spetta ai dirigenti scolastici.

E come avviene?
Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 giugno 2021 prevede che la verifica delle certificazioni verdi sia realizzata inizialmente attraverso una procedura di verifica denominata odinaria attraverso l’utilizzo, nel pieno rispetto della privacy e senza la necessità di una connessione Internet, di un’apposita applicazione denominata VerificaC19.
La semplicità della procedura e il rispetto della riservatezza determinano però dei limiti concreti di utilizzo nel momento in cui suonerà la campanella: dovendo verificare giornalmente ciascun singolo QRCode del personale dell’istituzione scolastica potrebbero crearsi, soprattutto a inizio delle lezioni, dei rallentamenti nelle operazioni materiali della validità della certificazione.

Per rendere più fluide le operazioni, il Ministero consiglia di ricorrere all’opera contestuale di più soggetti “verificatori”, ciascuno delegato all’utilizzo dell’app “Verifica C19”, così come, ove opportuno e possibile, potranno individuarsi ingressi diversi, per evitare assembramenti del personale. Potrà altresì risultare utile svolgere le operazioni di verifica all’interno dell’istituzione scolastica, in spazi di dimensioni adeguate alla compresenza ipotizzata di personale.

Qualcuno aveva pensato a tale proposito alla possibilità di consegnare al Dirigente scolastico il proprio attestato (evitando code e la ripetizione giornaliera del controllo), ma la normativa vigente prevede che esso sia posseduto ed esibito all’occorrenza.

Tutte le limitazioni evidenziate hanno portato a considerare valida la verifica tramite app solo fino all’inizio delle attività didattiche, quando la presenza nei locali del singolo istituto è ancora facilmente gestibile.

La procedura automatizzata di verifica

Tale procedura prevede il “colloquio” tra le due piattaforme SIDI e DGS: il SIDI (Sistema Informativo Dell’Istruzione) è un’area riservata in cui le segreterie scolastiche e gli uffici dell’Amministrazione centrale e periferica gestiscono i dati di funzionamento, organizzativi e finanziari della rete scolastica; il DGC (Digital Green Certificate) è il Sistema informativo nazionale per l’emissione, il rilascio e la verifica di Certificazioni verdi.

Grazie a questa procedura le segreterie delle scuole potranno verificare i green pass (attivi e non attivi) senza la necessità di controllarli manualmente; il personale senza documentazione valida, per essere ammesso, dovrà presentare il referto di un tampone negativo, altrimenti scatterà l’assenza e al quinto giorno la sospensione.

Le perplessità relative al rispetto della privacy sono state fugate dal Garante per la protezione dei dati personali che “ha espresso parere favorevole sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che introduce modalità semplificate di verifica delle certificazioni verdi del personale scolastico”. Occorre però la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di un Decreto ad hoc.

Chi controllerà i Dirigenti Scolastici?
Il Green Pass dei presidi sarà verificato dall’Ufficio scolastico regionale di competenza; anche per loro ci sarà un semaforo che segnerà rosso o verde.

Conclusioni

La gestione dei controlli finora non è stata gravosa, dato che ha essenzialmente riguardato solo i “nuovi” che dovevano prendere servizio, visto che gran parte delle scuole sta svolgendo le attività collegiali e i dipartimenti a distanza.

A una manciata di giorni dal suono della prima campanella restano alcuni interrogativi e problematiche al momento ancora irrisolti.

Oltre ai dubbi relativi alla consistente volatilità nella sostituzione del personale in corso di anno scolastico, rimane in piedi il problema dei cosiddetti esterni, genitori compresi, al momento esentati dalla presentazione del green pass: consulenti e collaboratori, addetti al servizio mensa, imprese di pulizia, etc.

Il Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione, Stefano Versari, sollecitato in tal senso durante la recente conferenza di servizio per i dirigenti scolastici, ha dichiarato che “… È pensabile che si possano fare valutazioni del rischio che suggeriscano comunque di chiedere il QR code a coloro che all’interno della istituzione scolastica devono accedere e operare”.

Il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca ha firmato al riguardo un chiarimento contenente precise indicazioni: “Sono tenuti a esibire la certificazione verde, oltre al personale dipendente dal Ministero dell’Istruzione, anche i collaboratori, gli operatori, i professionisti ed esperti esterni che prestino attività lavorativa all’interno degli istituti, a prescindere dalla sussistenza di un rapporto organico o di servizio diretto con la singola Amministrazione scolastica”.

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