L'ANALISI

Come applicare l’approccio STEAM nella scuola dei “cassetti orari”

L’approccio STEAM si differenzia dallo STEM proponendo una dimensione umanistica delle discipline scientifiche. Ma come si applica realmente questo approccio interdisciplinare? Non è facile, ma ecco qualche suggerimento

Pubblicato il 19 Apr 2023

Maria Cristina Bevilacqua

Ambasciatrce eTwinning. Aggiornatrice-Formatrice.Traduttrice della Padagogy Wheel

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Ancora troppi insegnanti confondono STEM e STEAM, o pensano che basti rappresentare graficamente un esperimento scientifico con un cartellone, un disegno, un’infografica, per aver applicato l’approccio STEAM. L’approccio STEAM presuppone che:

  • tutte le discipline in esso coinvolte abbiano la stessa dignità e non che una (di solito l’Arte) sia ancillare all’altra;
  • che tutte vengano valutate;
  • che tutte vengano insegnate, ovviamente considerando tutto l’arco della vita, non certo contemporaneamente.

Pensare che la “A” di STEAM rappresenti solo l’Arte è riduttivo, e rischia di limitare il campo di applicazione dell’approccio a poche attività. In questo articolo rifletteremo sulle differenze tra i due acronimi, le difficoltà di applicare effettivamente e concretamente l’approccio STEAM e una possibile soluzione, prontamente praticabile.

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Da STEM a STEAM: non solo Arte

Come è noto, l’acronimo STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica) nasce all’inizio degli anni 2000, negli Stati Uniti, e la sua sempre crescente importanza, in campo educativo, ha alla base la necessità di rafforzare le conoscenze e le competenze degli alunni in tali discipline, favorendo ed incentivando il loro studio, per colmare il gap che divide, da una parte, l’America e l’Europa, in cui gli studenti prediligono gli studi umanistici, dall’altra l’Asia, che prepara maggiormente i suoi allievi ad affrontare le sfide del futuro.

Pensiero critico, ricerca e confronto sono le parole chiave dell’approccio STEM, che deve essere inteso come interdisciplinare, capace di sviluppare competenze trasversali, arricchendo le conoscenze in modo armonico e completo.

Nel 2007 la ricercatrice Geogette Yakman propone, con la sua Piramide STEAM un approccio ancora più completo, proponendo una dimensione umanistica delle discipline scientifiche, integrando alle STEAM la “A” che troppi intendono limitata all’Arte, ma che vuole comprendere tutte le scienze umane, l’etica, le diverse espressioni artistiche, in poche parole, tutto ciò che non è strettamente STEM.

L’idea principale è che questo approccio accompagni gli studenti per tutto l’arco della vita, non solo in un determinato grado o in una specifica tipologia di scuola, e che, anzi, si superi l’idea di scuola tecnica, professionale, liceale, per raggiungere l’ideale di una scuola completa e inclusiva, che educhi ad esperienze scientifiche, estetiche, emotive, sociali, culturali tutti gli alunni, di tutte le età, qualsiasi sia il loro background di partenza.

La struttura dell’Approccio STEAM

Quello STEAM è un approccio che si propone di essere olistico, interdisciplinare e che, in realtà, segue uno schema comune a molte di quelle che chiamiamo “Didattiche Innovative”, presupponendo un lavoro cooperativo in piccoli gruppi, intervallato da momenti di riflessione e confronto in plenaria, che consiste in:

  • Domanda essenziale, che inneschi la necessità di attivare la ricerca, attraverso un vuoto di informazione che deve essere colmato e che motiva nella scoperta. Perché sia veramente significativa, la domanda dovrebbe scaturire da riflessioni generate dal contesto degli alunni o dai loro interessi, dalle loro esperienze dentro e fuori della scuola. Rappresenta l’aspetto motivazionale del processo;
  • Osservazione: dei vari aspetti della situazione problematica e delle varie prospettive che essa propone. Viene potenziata dalla riflessione collaborativa e partecipata, dal confronto e dalla messa in campo del pensiero divergente.
  • Scoperta di soluzioni già attuate nelle stesse situazioni problema o in altre simili, di risorse, umane e materiali, a cui attingere per portare avanti la ricerca: role model da intervistare, documenti da consultare, luoghi da visitare e così via;
  • Applicazione della soluzione scelta, che deve essere efficace, sostenibile, effettivamente realizzabile, riproducibile in altri contesti;
  • Comunicazione della soluzione attraverso un prototipo, una presentazione, un’infografica, uno storytelling, etc. Ogni gruppo presenta la propria soluzione agli altri, secondo regole e tempistiche prestabilite, che permettono di sviluppare non solo competenze comunicative, ma anche organizzative, gestionali, relazionali;
  • Riflessione dei vari gruppi sui lavori dei compagni. I feedback generati aiuteranno i gruppi a migliorare ed implementare i lavori proposti. Andrebbe dato spazio anche alla riflessione individuale sui percorsi seguiti e sui processi attuati , per individuare punti di forza, di debolezza, minacce e opportunità, ma anche ad un ripensamento circa gli stati d’animo e le sensazioni che tali percorsi hanno generato.

Un approccio olistico, tanti nodi cruciali

Prendendo in considerazione il sistema scolastico italiano, verrebbe da pensare che l’unico grado in cui sarebbe effettivamente attuabile un simile approccio sia la scuola dell’infanzia, veramente olistica, non scandita, come le altre, da rigidi orari per discipline che, spesso, trovano poco spazio per parlarsi ed interagire in un percorso comune. Perché l’approccio STEAM sia veramente efficace, ci sono alcuni nodi critici che vanno affrontati a livello sistemico, ed è questa la strada verso cui il Ministero si è incamminato da qualche tempo, attraverso le azioni del Piano Scuola 4.0 e l’ingente offerta formativa sulle STEAM presente su Scuola Futura. Ma è anche la strada sulla quale si dovrebbero incamminare le scuole, per far sì che le scelte siano finalmente veramente collegiali, veramente condivise, da tutto il personale, e non solo da piccoli gruppi che, spesso, non riescono a dare un’impronta decisa all’istituzione di cui fanno parte. L’approccio STEAM ci pone di fronte alla necessità di fare finalmente di un gruppo di docenti un Collegio, coeso, solidale, cooperativo, agendo su:

  • Infrastrutture: un ripensamento degli spazi, non solo quelli nuovi, ma soprattutto quelli già esistenti, da riprogettare in funzione dell’approccio STEAM; una nuova idea di laboratorio diffuso, pluridisciplinare, che moltiplichi, anche al di fuori dell’aula, le occasioni educative e che sia flessibile e modulare, non solo grazie agli arredi, ma soprattutto grazie all’idea che la scuola ha di sé.
  • Ambiente scolastico: inteso come l’ ambiente umano, come la missione che la scuola si dà, come la visione che il Collegio ha della propria impronta formativa, come i veri obiettivi che la comunità educante si prefigge. L’approccio STEAM dovrebbe essere, come già detto, una scelta sistemica, non solo di pochi docenti volenterosi, ma di tutto l’Istituto, per scelta e convinzione.
  • Formazione: capire finalmente che la sola formazione “tecnica” non basta, e che gli aspetti pedagogico-didattici sono propedeuticamente fondamentali per tutte le discipline, scientifiche ed umanistiche, e che l’apprendimento socioemotivo non deve essere considerato e praticato episodicamente, ma in modo sistematico da tutti i docenti.
  • Valutazione: agli inizi degli anni ’80, nella preparazione ai concorsi per l’insegnamento la parola d’ordine era “Valutazione Formativa”; nel 2023 ancora ne parliamo, segno che è ancora poco praticata nella realtà. Considerare la valutazione il primo step della progettazione, che si ristruttura e si ridefinisce sulla base dei feedback, vuol dire ripensarla perché sia efficacemente formativa per tutti. La nuova Valutazione nella Scuola Primaria potrebbe essere un interessante spunto di riflessione per gli altri gradi di scuola.
  • Alleanze e sostenibilità: la scuola dovrebbe essere ormai abituata a fare rete, non solo con altre scuole, ma anche con gli Enti locali, le associazioni, le realtà formative non formali e informali locali; dovrebbe aprirsi al territorio, in un processo di dare-avere reciproco, per costituire un sistema formativo veramente integrato e integrante, in cui costruire alleanze virtuose di crescita per gli alunni, il personale, le famiglie, la società.
  • Curricolo: il ripensamento del curricolo in chiave STEAM è difficile, con i lacciuoli che la struttura oraria impone alle scuole. Ma è possibile, con lo sforzo e il lavoro di tutti. Certo, sarebbe auspicabile un’iniziativa centralizzata, sull’argomento, ma intanto le scuole possono iniziare già ad organizzarsi, per attuare l’approccio STEAM all’interno del curricolo esistente.

Come si può iniziare ad attuare veramente l’approccio STEAM?

La scuola dei “cassetti orari”  vede l’orario settimanale come una grande cassettiera, in cui inserire le discipline secondo il loro monte orario e senza che, spesso, possano interagire tra loro in modo veramente interdisciplinare, così come l’approccio STEAM vorrebbe. Allora dobbiamo pensare che sia inapplicabile? O dobbiamo rassegnarci a pensare che si possa agire solo nei Progetti extracurricolari, sapendo però che l’approccio STEAM nasce come un approccio eminentemente curricolare?

Si potrebbe trovare un semplice compromesso iniziando ad applicare l’approccio STEAM a qualcosa che è già interdisciplinare: le Unità di Apprendimento. Basterebbe, per cominciare, prevedere di inserire due o tre di quelle discipline STEAM non già contemplate dal piano di studi della scuola (per esempio arte e filosofia nei tecnici e professionali, discipline tecniche o giuridiche nei licei ecc.) per iniziare gli alunni ad una Educazione a…qualcosa a cui non sono abituati, che però li potrebbe stimolare ad approfondire, incuriosire e che, sicuramente, completerebbe la loro preparazione umana e culturale.

Certo, è difficile, ma non impossibile. Presuppone uno sforzo comune, da parte di tutti. Ma si può fare, anzi, si deve, per il bene dei nostri ragazzi e delle nostre ragazzi.

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