Lo scenario

Scuola digitale, limiti e opportunità della rete nell’emergenza coronavirus

La scuola ha dovuto reagire in fretta all’emergenza coronavirus, per garantire il diritto allo studio: attraverso strumenti e infrastrutture digitali, è stato possibile portare le lezioni a casa di bambini e ragazzi. Ecco la situazione

Pubblicato il 18 Mag 2020

Francesco Sacco

docente di management consulting all'Università Bocconi di Milano

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L’emergenza coronavirus ha obbligato la pubblica amministrazione a un salto in avanti nel suo percorso di trasformazione digitale. La necessità di disporre il distanziamento sociale ha portato gli enti pubblici a ricorrere a strumenti telematici per continuare a offrire i propri servizi alla cittadinanza e non rischiare un’interruzione delle proprie preziose attività di interesse sociale. Nonostante anni di ritardi sul fronte degli investimenti in ICT e la mancanza di omogeneità nella distribuzione delle infrastrutture di rete nei vari angoli d’Italia, la scuola è tra le realtà pubbliche che con maggiore resilienza è stata capace di far fronte alla situazione, garantendo il diritto allo studio. Una circostanza che induce a prevedere uno scenario futuro roseo per la digitalizzazione delle attività scolastiche. La priorità è non fare passi indietro una volta che il pericolo legato all’epidemia sarà passato.

Scuola digitale, le sfide tecnologiche dell’attualità

Dalla reazione positiva della scuola alla digitalizzazione forzata causa coronavirus, emergono due riflessioni. La prima, è di natura tecnologica. La situazione infatti è utile da una parte per valutare la qualità della connettività negli istituti scolastici e in che modo questo aspetto può essere utile a studenti, docenti e personale amministrativo. Il piano di rivoluzione digitale delle scuole ha come termine previsto il 2023 e, secondo il progetto, porterà ad avere tutti gli istituti collegati in fibra. L’analisi della situazione d’emergenza tuttavia potrebbe portare a revisioni di questo piano, rivedendo anche le attrezzature a disposizione delle scuole e le modalità di funzionamento.

Ora le scuole sono state in grado di affrontare degnamente l’emergenza: il sistema ha retto, considerando l’impetuosità con cui la situazione si è presentata all’improvviso. Per il futuro tuttavia ci sarà sempre più bisogno di una connettività capace di essere il più possibile simmetrica, permettendo di includere molti studenti e docenti contemporaneamente collegati allo stesso sistema. Sarà quindi necessario, ovviamente, un potenziamento dell’infrastruttura di rete, per permettere di beneficiare appieno dei vantaggi della scuola digitale. Tale potenziamento è già stato avviato da Open Fiber, anche all’interno dell’ultimo piano banda larga nazionale, che sta portando a casa di milioni di italiani, nelle sedi della pubblica amministrazione e quindi anche nelle scuole, una rete interamente in fibra ottica che è l’unica a poter garantire alte prestazioni e tempi di latenza infinitesimali.

E-learning e fattore umano

La seconda riflessione che trae spunto dall’attualità è legata alla resilienza dimostrata da maestri, professori e studenti nell’emergenza. Il fattore umano è un importantissimo driver del successo della trasformazione digitale. La tecnologia è al servizio delle persone, è importante valutare come queste reagiscono nell’utilizzare strumenti diversi dal solito. Anche in questo caso, il sistema scolastico si è dimostrato all’altezza della situazione. I ragazzi si sono presto abituati alle nuove modalità di e-learning, i docenti da subito hanno lavorato per implementare adeguati sistemi per le lezioni virtuali.

Per il post coronavirus, dobbiamo lavorare sulla pedagogia per dare pienamente nuova forma alla scuola digitale. Non dobbiamo concentrarsi solo sugli strumenti informatici, dobbiamo sfruttare la digitalizzazione per sviluppare formule che consentano all’istituzione scolastica di fare il salto definitivo verso una quotidianità più smart. Genitori e docenti devono essere più consapevoli dei vantaggi che l’informatizzazione può portare alle vite dei ragazzi e all’apprendimento stesso. In questo senso, la pubblica amministrazione deve aiutare il docente ad evolvere verso nuove forme di insegnamento. La reazione dei docenti nel pieno della pandemia è stata esemplare: si sono mostrati molto coraggiosi, in alcune condizioni addirittura eroici. Hanno cercato gli strumenti adatti all’e-learning, li hanno sfruttati. Il mondo delle aziende digitali in questo si è molto mobilitato per dare supporto, con altruismo, dando nuove possibilità senza la compromissione di risorse pubbliche.

Conclusione

Bisogna essere pronti per il dopo emergenza: il rischio è tornare dietro, ma non possiamo permettercelo. Dobbiamo andare avanti e continuare a spingere la scuola digitale. Tutti erano timorosi, il coronavirus ci ha costretti a guadare un fiume tutto d’un colpo. Dobbiamo ora consolidare i ponti e rendere più solido l’approdo a un domani più digitale. L’aspetto fondamentale è capire che la scuola rappresenta un avamposto per la digitalizzazione del Paese. Supportarla con i giusti investimenti e i progetti relativi a un’infrastruttura di rete solida ed efficiente, è il lasciapassare per garantire ai nostri ragazzi servizi all’altezza del futuro che li attende.

L’articolo è parte di un progetto di comunicazione editoriale che Agendadigitale.eu sta sviluppando con il partner Open Fiber.

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