SICUREZZA DIGITALE

Intelligence impreparata al Covid-19: nuovi rischi per gli asset strategici nazionali

La “strigliata” del Copasir al Presidente del Consiglio mette in luce gli ostacoli a una corretta gestione dei flussi informativi. Ecco gli impatti sulla sicurezza nazionale nel gioco di equilibri fra politica e Servizi

Pubblicato il 21 Apr 2020

Marco Santarelli

Chairman of the Research Committee IC2 Lab - Intelligence and Complexity Adjunct Professor Security by Design Expert in Network Analysis and Intelligence Chair Critical Infrastructures Conference

cybersecurity data breach

Dalle fake news agli attacchi cyber fino agli allarmi di ipotesi di take over di asset strategici. Il Sistema Paese rischia di essere messo alla prova nel corso delle turbolenze politico-economiche provocate dal Covid-19. Le strutture di intelligence e servizi informativi giocano una partita fondamentale per la sicurezza nazionale, ma spesso sottovalutata.

La struttura dell’intelligence

Il punto di partenza: in Italia oggi, in merito alla struttura dell’Intelligence e dei servizi informativi, vige la legge 3 agosto 2007 n. 124, che tecnicamente disciplina il sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e la sua segretezza. Affidatari del compito il DIS (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza) e Aisi e AISE, agenzie operative che si occupano della dimensione interna ed esterna della sicurezza nazionale.

Queste agenzie sono impegnate nel trovare, attraverso una fitta rete di intelligence (in cui intelligence equivale a dire economica, personale, privata, militare e delle forze dell’ordine), avvisaglie in ambito terroristico, attività criminose, ambito criminologico e, in generale, tutte le informazioni che possono portare a sgominare chiunque abbia come obiettivo ledere lo Stato, i cittadini e le imprese.

Secondo questo aspetto, per forza dei grandi numeri di omertà diffusa e mancanza di collaborazione, le agenzie fanno fatica a reperire sempre tutte le informazioni che riguardano sia Stato che cittadini. Pensiamo agli ultimi impatti causati da fake news e attacchi cyber che aziende e Stato hanno subito. Proprio per questi aspetti e per gli asset strategici il Presidente del Copasir Raffaele Volpi ha richiamato il Governo ad una stretta collaborazione per evitare che vi siano, in questo momento così drammatico per il mondo intero e per la nostra Nazione, tempi troppo lunghi di comunicazione.

Gestione dei flussi informativi

Il flusso di informazioni tra lo Stato e i servizi deve essere costante secondo Volpi, perché per la tutela degli asset e una parte di aspetti strategici, i vari Ministeri, in fase di crisi, ricevono “n” mila e-mail e messaggi che, per effetto della legge sulla sicurezza nazionale, le Agenzie non possono intercettare, ma le devono processare attraverso segnalazioni esplicite da parte dello Stato. Quindi lo Stato si fa da garante e da informatore nello stesso momento.

Maggior impegno in questo chiede il Copasir e le Agenzie. In particolare queste ultime, dotate di alte professionalità interne, lavorano i dati e mettono in piedi attività di controllo e monitoraggio. Per fare questo, anche il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini e il Vice Presidente del Copasir Adolfo Urso richiamano l’attenzione del Premier ad un controllo e affidamento di comunicazioni rilevanti verso argomenti sensibili, come la tecnologia al tempo della digitalizzazione, per far sì che poi le stesse Agenzie prevedano degli alert e dispongano dei controlli adeguati attraverso le reti del territorio anche su questo aspetto.

David Steele, famoso esperto americano, sulla scia di Niccolò Machiavelli, dice che l’attività di intelligence è definibile come “l’arte di conoscere le intenzioni dell’avversario” (“Intelligence e Gestione delle Informazioni. Attività preventiva contro i traffici Illeciti”, Stefano Izzi). Va rafforzato proprio questo: lo Stato deve ottenere, capire e inviare le informazioni in tempi rapidi, poi sarà necessario valutarle, catalogarle, analizzarle ed interpretarle per migliorare la strategia preventiva, mitigare, ridurre e minimizzare i potenziali rischi e possibili minacce.

Copasir e informazioni per la sicurezza

Il DIS, che appunto come detto sopra si occupa di gestire l’attività di informazione per la sicurezza, deve avere tra le mani le informazioni per poi dare la possibilità di difendersi da aspetti nocivi. Come sostiene Adriano Soi, a proposito del fatto che è importante unire pubblico e privato e conoscere le dinamiche sociali, “il Copasir richiama il presidente del Consiglio all’esercizio concreto dei suoi poteri di massimo responsabile del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica”.

Ideale in tale panorama sarebbe coinvolgere il CISR, Organo istituzionale di raccordo politico-strategico sul tema della sicurezza nazionale, che già per il Golden Power e perimetro cibernetico svolge compiti di supporto al Presidente del Consiglio in caso di situazioni di crisi, anche per la sicurezza cibernetica. Tutto questo per evitare ciò che è successo ad ottobre in occasione del Russiagate, in cui il Premier dovette ogni giorno smentire numerosi articoli che generavano disinformazione e totale discordanza.

In questo momento non possiamo permetterci una coperta bucata, ma abbracciare una tendenza alla compattezza e alla solidità. La stessa che il Premier in occasione della prima tappa di “Asset – L’intelligence per le Imprese” a novembre ha ribadito con forza e serietà. Ovvero il ruolo che ha e il rapporto che deve esserci tra Stato e Intelligence.

L’intelligence deve avere coscienza e spirito di missione e dovere. Ahinoi le insidie, ribadiva qui Conte, vengono fuori anche da quelle straordinarie opportunità di sviluppo e crescita economica. L’intelligence studia e analizza i fattori di rischio anche inediti. Non dimentichiamo in tale discorso che le Agenzie sono fondamentali e punti chiave per l’attività di controspionaggio.

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