L’eccezione diventa regola

App anti-Covid, sorveglianza di massa permanente? Il caso Cina

Health Code, l’app usata nella città di Hangzhou in Cina per il contenimento del covid-19, potrebbe diventare occasione per upgrade permanente della sorveglianza di massa. Di fatto un autentico passaporto digitale per le faccende della vita quotidiana. Altre città sarebbero pronte a seguire l’esempio. Tra le proteste

Pubblicato il 11 Giu 2020

Barbara Calderini

Legal Specialist - Data Protection Officer

Fonte Immagine: http://www.xinhuanet.com/english/2020-03/31/c_138935645_9.htm

L’app di monitoraggio dei contagi Health Code (Codice sanitario), lanciata dalla città cinese di Hangzhou potrebbe non esaurire la sua funzione con la fine della pandemia ma diventare un autentico “passaporto digitale” dei cittadini in pianta stabile. Anche in altre città. E quindi contribuire a un upgrade permanente della sorveglianza di massa che grava sui cittadini in Cina.

Una conferma, semmai ce ne fosse stato bisogno, che l’equazione tra gestione dell’emergenza ed eccezione ai principi dello stato di diritto si rivela da sempre insidiosa. Particolarmente pericolosa, poiché le “relazioni emergenziali” spesso manifestano, appunto, la brutta abitudine di integrarsi in modo stabile nel vissuto e nel modo di pensare comuni, favorendo lo sviluppo o il consolidamento di temibili percorsi autoritari.

Tanto più quando le persone sono meno riluttanti e più obbedienti e il regime è già un sistema di sorveglianza totalitaria e di supervisione tecnologica centralizzata.

E mentre le piattaforme proprietarie della app tentano di placare i timori dei cittadini, sono molte le città cinesi che si mettono in scia, tentate da progetti di monitoraggio invasivi basati sulle app nate per il contenimento del Covid-19.

Vediamo come funziona l’app Health Code e quali sono gli obiettivi – quelli ufficiali e quelli sottesi – e come sta reagendo la popolazione.

Come funziona Health Code

Hangzhou ha dato prova di essere un perfetto esempio di controllo e contenimento dell’epidemia di Covid-19 nel contesto specifico di una vasta area metropolitana.

Per molti, in modo particolare, grazie al sistema di empowerment digitale messo in atto.

Health Code, il “Codice sanitario” integrato con Alipay (il sistema di pagamenti di Alibaba) e WeChat (il whatsapp cinese) è stato lanciato a Hangzhou l’11 febbraio 2020.

Da lì a divenire una sorta di “skynet” digitale anti-contagio incidente su oltre 200 città cinesi con diversi milioni di codici generati, il passaggio è stato breve.

Allo stesso modo sono emerse le corrispondenti mire di Pechino sulle potenzialità sottese al sistema di tracciamento e localizzazione.

“Ogni persona ha una specie di sistema di semaforo”, afferma il membro della missione Gabriel Leung, decano della facoltà di medicina Li Ka Shing dell’Università di Hong Kong.

L’applicazione funziona grazie ad un software che, installato nello smartphone, opera una vera e propria classificazione degli individui discendente dall’analisi inferenziale dei dati trasmessi dal dispositivo dell’individuo.

Tra questi, il nome reale ed effettivo dell’utente, il genere, il numero di cellulare, l’identificativo ID, l’indirizzo dettagliato, la geolocalizzazione delle attività svolte, le informazioni sanitarie con tanto di autocontrollo dei dati di temperatura corporea che vengono registrati due volte al giorno, la cronologia dei contatti con soggetti risultati positivi al virus o potenzialmente tali e altre informazioni dichiarate in modo autonomo dall’utente.

Informazioni che vengono inferite con quelle derivanti dall’esame dei dati estratti dai molteplici database governativi; dall’aviazione civile, alle ferrovie e alle autostrade; dai dati di guida autonoma a quelli sul traffico degli autobus; dalle risultanze rese dagli operatori di telecomunicazioni, ai dati di pagamento degli istituti finanziari bancari. Dai resoconti della videosorveglianza, alle telecamere di riconoscimento facciale anche emozionale, fino all’esame delle transazioni commerciali eseguite tramite carta di credito.

Il risultato dell’esame incrociato è un codice – QR-code – generato dall’app e destinato ad essere esibito ad ogni controllo e necessario per poter fruire di determinati servizi tra cui quelli di mobilità e trasporto pubblico o tassativo per l’ingresso in Centri Commerciali e determinati quartieri.

Lo stesso riporta un colore diverso, rosso, giallo o verde, a seconda del coefficiente del grado di rischio assegnato dallo specifico algoritmo.

Il QR-Code rosso vincola all’isolamento fisico più assoluto con obbligo a restare al proprio domicilio per almeno 14 giorni; quello giallo consente mobilità limitata e possibile isolamento fino a 7 giorni; quello verde garantisce libertà di movimento compatibilmente con le misure precauzionali di distanziamento fisico.

I piani per il mantenimento permanente di Health Code

Durante la recente riunione annuale del parlamento cinese, l’Assemblea nazionale del popolo ha annunciato l’ambiziosa introduzione di un vasto pacchetto di leggi in materia di protezione e tutela i dati personali dei cittadini, con ciò tentando una sorta di compromesso nei confronti dei vivaci contestarori di Hong Kong e non solo, messi a tacere dalla travolgente crisi sanitaria.

Allo stesso tempo, Zhou Jiangyong, segretario del comitato municipale CPC di Hangzhou, una città del sud della Cina che ospita giganti della tecnologia come Alibaba, non ha fatto mistero delle sue intenzioni volte a “normalizzare” l’uso di Health Code, con l’intento di renderla una sorta di “firewall” dedicato alla salvaguardia della salute e dell’immunità delle persone. Di fatto un autentico passaporto digitale dedicato alla faccende della vita quotidiana.

“L’applicazione diventerà un custode della salute per i residenti. Il nostro sistema è così amato e apprezzato che non puoi sopportare di separartene” ha riferito Jiangyong in un discorso pubblico presso il Centro tecnologico della capitale della provincia di Zhejiang.

Dichiarazioni che vengono ribadite anche durante l’incontro ufficiale al quale hanno partecipato i responsabili dell’Ufficio municipale per le risorse di dati di Hangzhou, della Commissione municipale per la salute, dell’Ufficio comunale per lo sport e dell’Ufficio di vigilanza del mercato municipale, e dove Jiangyong ha reso note le sue intenzioni in merito al possibile proseguimento stabile del piano Health Code, presumibilmente integrato da un ulteriore Indicatore digitale di salute personale generale.

Un indice che, stando a quanto riferito da Sun Yongrong, direttore della commissione per la salute di Hangzhou, combinando dati rilevanti estrapolati dalle cartelle cliniche elettroniche, dagli esami sanitari effettuati e dalle performance di test fisici e livelli di attività sportiva, piuttosto che attinenti ad aspetti relativi allo specifico stile di vita , attribuirebbe agli utenti un punteggio da 0 a 100, a sua volta associato ad una scala di colori indicativi di quella che diverrebbe una “Classifica dinamica dell’indice di salute”.

Fonte Immagine

Va da sé che ad ogni punteggio corrispondono determinati benefici e concessioni piuttosto che ferree restrizioni o inibizioni.

Dunque, una sorta di tracking sanitario altamente invasivo, non più emergenziale bensì permanente in continuità sia con il progetto City Brain di Hangzhou, lanciato nel 2016 per aiutare la città a elaborare piani di risposta in aree tra cui la pubblica sicurezza, i trasporti e l’assistenza sanitaria grazie all’uso di big data, cloud computing e intelligenza artificiale; sia con gli auspici del segretario generale Xi Jinping affiorati durante la sua ultima visita-ispezione a Zhejiang e Hangzhou oltre che con il disegno di “difesa della sovranità e di una nuova e prospera rinascita della società cinese” risaltati nella strategia discussa in seno alla 13esima Assemblea nazionale del popolo.

Non altrettanto, però, appare coerente con le istanze di tutela e protezione dei dati personali espresse dalla società ed il conseguente via libera all’adozione del nuovo codice civile cinese (che potrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio 2021), paventato nel corso delle “lianghui”, traduzione di “due sessioni”: quella del Comitato nazionale della Conferenza politica consultiva del popolo cinese (Cppcc) e la plenaria del Parlamento.

I dubbi e le proteste

La “generosa” (per quanto imposta) concessione di dati da parte dei cittadini all’app Health Code non è stata ricambiata da altrettanta disponibilità e trasparenza circa le indicazioni riguardanti le complesse procedure sottese alla raccolta.

Archiviazione, elaborazione, conservazione, analisi e inferenze, fino alla possibile comunicazione delle informazioni personali tra le piattaforme tecnologiche e tra queste e le autorità di polizia e quelle istituzionali del Partito comunista: tutto è risultato piuttosto opaco, fumoso.

Stando all’analisi riportata dal New York Times, nel momento in cui l’utente concede l’accesso ai dati personali, una porzione di codice nominata “reportInfoAndLocationToPolice” invia il nome della città, la geolocalizzazione e un codice identificativo univoco a un server non meglio specificato.

La stessa agenzia di stampa statale Xinhua conferma il ruolo non marginale rivestito dalle forze dell’ordine nello sviluppo dell’applicazione e il relativo resoconto è estremamente interessante quanto dettagliato. Merita senza dubbio di essere letto.

Tanta opacità di informazioni ha contribuito a far sì che dubbi e perplessità, legati al timore dell’incremento indiscriminato della sorveglianza e del controllo sociale, favorito dall’intreccio tra i sistemi di profilazione e rintracciabilità digitale e la rete di sicurezza, non tardassero a manifestarsi.

Senza contare le titubanze derivanti dalla mancanza di effettiva interoperabilità tra le diverse applicazioni di contact tracing, al momento non centralizzate ma ormai in uso in tutta la Cina e, certo, causa di sovrapposizioni, malfunzionamenti ed elaborazioni fallaci tali da ripercuotersi nella validità dei pertinenti codici e, perciò stesso, foriere di restrizioni ingiustificate per gli individui a cui ineriscono.

Uno scetticismo che, già importante, ha potuto consolidarsi a maggior ragione dopo le dichiarazioni di Jiangyong relative all’ambizioso piano per il mantenimento permanente del “Codice sanitario di Hangzhou” con tanto di “Classifica dell’indice di salute”.

Dalle vivaci discussioni sul social network Weibo o sul forum Zhihu, che hanno coinvolto semplici cittadini, sostenitori dei diritti umani al di fuori della Cina, scrittori e ricercatori, fino alle dichiarazioni rese dall’amministratore delegato di Baidu, nonché membro del Comitato nazionale della Conferenza consultiva politica del popolo cinese, Robin Li – che ha proposto, nel corso della plenaria del Parlamento, l’introduzione di una specifica regolamentazione volta a disciplinare l’esercizio da parte dei cittadini del diritto di cancellazione delle informazioni raccolte durante l’epidemia e di stabilire linee guida precise in merito alle modalità e tempistiche di archiviazione e conservazione dei relativi dati – in tanti hanno potuto dire la propria e rendere evidente il proprio malcontento.

“Dopo l’implementazione del sistema di codici sanitari a gradiente a Hangzhou, i locali avranno un codice di appuntamento al buio, basta scansionarlo e imparerai le risposte a tutte le domande scomode che avevi paura di porre: stipendio, storia del matrimonio, proprietà della casa. Ci sarà anche un codice QR per ordinare il cibo, sarà come scegliere le canzoni del karaoke, i piatti che ti sono piaciuti prima saranno in primo piano. Per la morte, ci sarà anche un codice funerario, le persone che sono state in contatto con il malato entro un anno prima della sua morte riceveranno automaticamente un avviso di elogio. Stai chiedendo informazioni sulla privacy? Che cos’è la privacy? ” ha scritto l’utente di Weibo Kongshiyun in una risposta sarcastica alla notizia.

Qualcosa di pericolosamente simile al tipo di sorveglianza dello Xinjiang, dove milioni di musulmani uiguri sono ancora oggi monitorati e quindi discriminati dal governo cinese.

E certo non mancano, ai cittadini cinesi, precedenti, anche recenti, tali da suffragarne i timori, accentuandone la rilevanza: dalla battaglia di Lhasa del 1959, i cui effetti si ripercuotono ancora oggi, alle forme di sorveglianza legate alle olimpiadi di Pechino nel 2008 e all’Expo del 2010 a Shanghai, fino alle attuali proteste di Hong Kong.

Intanto altre città, tra cui Shanghai e Xining, non nascondono velleità analoghe a quelle presupposte nel percorso digitale promosso da Hangzhou.

Le numerose irresolutezze non vengono placate dai timidi segnali di rassicurazione forniti dalle piattaforme tecnologiche Ant Financial per Alipay e Tencent per WeChat.

“Ant Financial richiede che tutti gli sviluppatori di terze parti, compresi quelli che offrono servizi di codice sanitario utilizzando la nostra piattaforma tecnologica, aderiscano rigorosamente ai nostri requisiti di sicurezza e privacy dei dati, tra cui ottenere il consenso dell’utente prima di fornire servizi.”

Dichiarazioni velate che suonano più come un malcelato tentativo di “eludere accostamenti troppo affini ed amichevoli” dei giganti tecnologici con il regime comunista cinese, certamente non vantaggiosi per le note mire espansionistiche d’oltreoceano.

E non hanno convinto neppure le ulteriori asserzioni che le autorità pubbliche si sono affrettate a diffondere, per contrastare il pericoloso contraccolpo mediatico dell’annuncio di Zhou Jiangyong e Sun Yongrong, miranti ad evidenziare come il progetto per un uso stabile del “Codice Sanitario di Hangzhou” fosse solo un’idea accattivante quanto eticamente sostenibile volta alla promozione di uno stile di vita sano e non un piano ufficiale in fase di approvazione.

Se anche il dissenso sui social media cinesi è stato rapidamente rimosso dalle avanguardie del partito, i forum di discussione e protesta in lingua cinese ospitati dai siti internazionali rimangono e sono piuttosto espliciti.

Conclusioni

“La Cina ha lanciato forse lo sforzo di contenimento delle malattie più ambizioso, agile e aggressivo della storia”, osserva il rapporto OMS del febbraio scorso.

Avrebbe anche potuto aggiungere il termine invasivo: sarebbe stato senz’altro pertinente.

Quali saranno le conseguenze a lungo termine di una tale energica risposta alla crisi sanitaria?

Il caso del “Codice Sanitario di Hangzhou” e della corrispondente “Classifica dinamica dell’indice di salute”, sostenuti da Zhou Jiangyong e Sun Yongrong, in tal senso sono già esemplari.

In Cina, il complesso dibattito suscitato dalle preoccupazioni insite nella particolare gestione dell’emergenza Covid-19, vista come una grave minaccia alla sicurezza e agli interessi dell’intero Paese, non può ragionevolmente astrarsi dallo specifico contesto, e tantomeno porsi nei soli termini di legittimo ricorso al principio della necessità come fonte ultima del diritto, di liceità delle restrizioni adottate o di violazioni dei diritti costituzionalmente sanciti.

Piuttosto lo stesso va compreso e ponderato alla stregua del rischio, enorme, che l’adattamento dimostrato dalla società cinese alle misure emergenziali adottate, legato alle esigenze della situazione attraversata, possa effettivamente giustificarne il mantenimento oltre il termine di eccezionalità previsto.

E per ovvie ragioni.

Prima fra tutte per la particolare forma di Stato e di governo cinese e per l’incidenza che queste esercitano nella risposta alle esigenze e agli interessi di sicurezza nazionale e salute pubblica.

Un Paese tanto vasto (per superficie e per entità demografica) quanto etnicamente differenziato, eppure fortemente ancorato al principio generale dell’unità del potere statale.

La Repubblica Popolare Cinese è oggi il più importante esempio di Stato socialista ancora esistente, sebbene con alcune evidenti peculiarità che ne caratterizzato il discostamento rispetto alla concezione tradizionale: prima fra tutte la capacità della classe dirigente cinese di interpretare le dinamiche dell’attuale fase storica della globalizzazione e di volgerle a proprio favore consentendole di emergere sulla scena economica internazionale.

E certo, il fatto che la Cina, in tale contesto, si ponga anche come un sistema a “diritti affievoliti” non stupisce.

Tanto è connaturato alla sua stessa storia e tradizione.

È altresì sancito espressamente nella Carta costituzionale cinese dove, a fronte di un elenco di diritti e doveri fondamentali, è infatti previsto che “i cittadini nell’esercizio dei loro diritti e libertà, non possano violare gli interessi dello Stato, della società o della collettività” (art.li 51, 53 e 54).

Il fatto poi che tali interessi siano unilateralmente e imperativamente stabiliti dal Partito Unico non giova alle istanze di maggiore libertà e alla vocazione democratica ambita da alcuni esponenti della società.

La Costituzione cinese non fornisce infatti indicazioni sui limiti del potere di restrizione dei diritti costituzionali dei cittadini.

E tale imperio si conforma alle direttive del Partito, interprete unico dell’uniformità di intenti che deve contraddistinguere l’azione statale a tutti i livelli.

Le assemblee popolari, dal parlamento a quelle dei diversi enti locali, province regioni autonome, prefetture e contee, si rivelano sempre e comunque “organi e strumenti del potere statale”.

Le città cinesi sono, inoltre, le più monitorate al mondo. Da tempo i cittadini cinesi si sono adattati alla forzosa convivenza.

Xue Liang”, ovvero “Occhio di falco” è il nome del programma di videosorveglianza a tappeto del presidente Xi Jinping e di Pechino.

Sniffer WiFi (software utili a localizzare rapidamente un segnale WiFi attivo) e tracker di targhe sono costantemente puntati su persone, auto e telefoni; il riconoscimento facciale si è spinto fino ai complessi abitativi e all’interno delle metropolitane.

Un panopticon che ben si adegua alla complessa gamma di tecnologie di sorveglianza emergenziale introdotte dal governo centrale, specie dopo la creazione del Central Leadership Group for Epidemic Response, presieduto dal Primo Ministro Li Keqiang (riunitosi per la prima volta il 26 gennaio) e del Joint Prevention and Control Mechanism, e altrettanto favorite dallo stesso Ministero della Pubblica Sicurezza Cinese.

Allo stesso modo, con la stessa attitudine, una siffatta sorveglianza si presta a ricoprire un ruolo cruciale nella vigorosa risposta digitale alla crisi sanitaria, condotta con misure straordinarie adottate senza che le stesse fossero precedute dalla benché minima procedura di serio confronto, ma affidate ad un mix di strumenti di hard law, peraltro presidiati da sanzioni penali, compresa la pena capitale, e di soft law con finalità propagandistica ed educativa, finalizzati al convincimento dei cittadini cinesi.

Una regia perfetta allestita da selezionati partner tecnologici in cui dati di localizzazione mobile, app di tracciamento collegate all’ID degli individui e sistemi di identificazione e riconoscimento interagiscono alla perfezione, sotto l’attenta direzione delle autorità.

Più che uno stato di polizia, una vera e propria forma di ingegneria sociale.

Il “Codice della salute” è, dunque, soltanto uno dei tanti potenziali aspetti “discriminatori e distopici” che si accompagnano ai piani di ingegnerizzazione sociale della Cina, dove la forte connotazione tecnologica assunta dalle smart city delle province cinesi, Hanhzhou in primis, asservite alle analisi predittive di Pechino, contribuisce non poco.

L’ultimo esempio di sorveglianza e controllo, in ordine di tempo, a risaltare sotto l’egida dell’ambito ritorno al xiaokang shehui, cioè a quella che viene definita una società sostenibilmente prospera, convintamente promesso dal presidente Xi Jinping e dal suo ministro Li.

Non a caso proprio il presidente Xi, durante il recente convegno con esperti e studiosi tenutosi il 2 giugno scorso, non ha omesso di ribadire quanto la costruzione di un forte sistema sanitario pubblico rappresenti una priorità per la sicurezza del Paese e come la stessa vada perseguita “perfezionando un meccanismo di allerta precoce e di risposta, migliorando diffusamente le capacità di prevenzione, controllo e trattamento, creando fitte reti di protezione e costruendo solide mura che delimitino i compiti, sarà possibile fornire una forte garanzia per la salute dei cittadini.”

Fiat iustitia ne pereat mundus: sia fatta giustizia affinché non perisca il mondo, in tal modo Hegel corresse la frase “Fiat iustitia et pereat mundus: sia fatta giustizia e perisca pure il mondo” impiegata da Immanuel Kant nel suo Progetto per la pace perpetua.

Trovo che ancora oggi, nello scenario attuale, in Cina come altrove, un tale motto, pur nella sua duplice versione, suoni piuttosto sibillino quanto illuminante.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati