Il tema della sostenibilità ha guadagnato negli ultimi anni un’attenzione crescente da parte dei responsabili politici, degli investitori e dei consumatori. In generale, è cresciuta a livello globale la consapevolezza dell’impatto esercitato dalle attività umane e dai modelli sociali ed economici sulla qualità della vita e delle relazioni umane.
In modo più particolare, con riferimento al mondo delle imprese, sulla spinta di movimenti di opinione, del lavoro delle organizzazioni Internazionali e della continua ricerca di competitività, si è ampliata la schiera di quante riconoscono un valore nel partecipare attivamente a limitare questo impatto, improntando la propria attività a principi di sostenibilità riconosciuti. La chiave per favorire l’incontro tra istituzioni e investitori con le imprese risiede in modo determinante nella capacità di quest’ultime di presentarsi in modo coerente come organizzazioni orientate alla sostenibilità, rendendo il proprio impegno riconoscibile prima ancora che misurabile.
I framework della sostenibilità
I riferimenti per la definizione e misurazione della sostenibilità nel mondo imprenditoriale sono molteplici, con diversi framework interpretativi che cercano di dare un quadro preciso di che cosa sia la sostenibilità e come la si possa perseguire. Tra questi, un riferimento a livello internazionale è dato dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite che, attraverso la definizione di diciassette Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals o SDG), intende dare un quadro a tutto tondo del fenomeno[1].
Gli obiettivi descritti all’interno di questo framework mirano ad essere di ampio respiro. Gli attuali sforzi nella misurazione di tali obiettivi tendono a focalizzarsi verso metriche che sono più facilmente monitorabili se riferite a grandi organizzazioni[2]. I recenti interventi legislativi a livello di Commissione Europea – con la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che trova le proprie fondamenta negli SDG – sono tutti mirati in primis ad una più dettagliata e armonizzata reportistica di sostenibilità[3].
Questi recenti sviluppi, sicuramente centrali nel lungo cammino verso la sostenibilità, tralasciano però di considerare il contributo che può venire dalle piccole imprese innovative. Un ruolo che può rivelarsi importante per due motivazioni essenziali: anzitutto perché queste imprese – disruptive per vocazione – possono dare un forte contributo innovativo alle modalità di approcciare il tema della sostenibilità.
Secondo, perché tali imprese si inseriscono spesso e volentieri in una logica di filiera o di rapporto cliente-fornitore verso le imprese più grandi: sia perché rientrano, potenzialmente, all’interno del perimetro della reportistica di filiera, sia perché devono comunque dimostrare la propria capacità di essere sostenibili per continuare a giocare un ruolo nei processi di open innovation[4].
Mappare le imprese SDG: un’analisi sperimentale
Muovendo da queste premesse, proviamo a dare una risposta ad un semplice quesito: quali sono le imprese che hanno inserito nella propria mission il raggiungimento di uno o più degli obiettivi di sviluppo sostenibile?
Per rispondere a questa domanda InfoCamere, la società IT delle Camere di Commercio Italiane, in collaborazione con Values 20 ha realizzato un’attività sperimentale per l’identificazione delle imprese che fanno della sostenibilità la propria raison d’être.
L’analisi è stata realizzata su di un campione di circa 53 mila imprese, composte da circa 14mila startup innovative, 2,5mila PMI innovative e circa 36,5mila entità no-profit iscritte nel Registro delle imprese italiano. L’assunto alla base è che queste imprese (potendo presentare dei modelli di business ben distanti da quelli delle più tradizionali imprese for-profit), possano rappresentano un punto di partenza per identificare un gruppo imprenditoriale relativamente piccolo come classe dimensionale, ma potenzialmente molto focalizzato nel raggiungimento dei propri obiettivi aziendali in maniera innovativa.
Il Natural Language Processing come strumento per capire la sostenibilità
L’analisi si è sostanziata in una mappatura testuale tra l’oggetto sociale delle imprese (un testo amministrativo che delinea le finalità statutaria di un’impresa), e i singoli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), realizzata tramite l’applicazione di metodi di machine learning, così da garantire una soluzione scalabile e riproducibile.
Nello specifico, Values 20 ha fornito un essenziale contributo nella finalizzazione di brevi testi descrittivi associati ai singoli obiettivi di sviluppo sostenibile[5].
Ottenuti i testi descrittivi, il team InfoCamere ha poi sviluppato un algoritmo di somiglianza tra le descrizioni dei singoli SDG e l’oggetto sociale delle singole imprese. Il risultato di questo algoritmo è quindi una misura di somiglianza tra l’oggetto sociale dell’impresa ed ogni singolo SDG. Per completare l’esercizio, è stata poi applicata una componente di classificazione secondo cui ogni impresa è stata definita come fortemente associata al singolo SDG se quest’ultima presentava un valore di somiglianza elevato[6][7].
Per la verifica dei risultati si è poi affiancato un ulteriore confronto con i contenuti dei siti web delle aziende stesse.
Lo studio ha rivelato che la parità di genere, la lotta alla povertà ed il lavoro dignitoso sono tra gli SDG più rappresentati all’interno delle aziende analizzate. Al contrario, la pace e le istituzioni, la vita sott’acqua e la lotta contro il cambiamento climatico sono gli SDG meno rappresentati. Tra le criticità principali dell’esperimento, sono emersi l’uso diffuso di un gergo aziendale e la tendenza ad evidenziare i propositi piuttosto che le azioni intraprese.
I risultati sopra indicati non significano che le start-up innovative italiane, ad esempio, non abbiano introdotto azioni mirate verso la lotta contro il cambiamento climatico. Altri studi mostrano infatti una forte attenzione di queste imprese verso la sostenibilità anche climatica[8]. Ciò che questo studio sperimentale sottolinea è che sono poche le imprese innovative o no-profit che fanno della lotta contro il cambiamento climatico la propria mission aziendale.
In questa prospettiva, l’uso del machine learning – in particolare l’utilizzo di tecniche di Natural Language Processing (NLP) – può rivelarsi utile a fare luce sull’esplorazione degli obiettivi ed in futuro delle azioni intraprese dalle imprese in ambito della sostenibilità, creando approcci di analisi condivisi e scalabili.
In due recenti appuntamenti – a fine maggio a Parigi nell’ambito della Conferenza annuale dell’EBRA (l’Associazione Europea dei Registri delle imprese) e a inizio luglio a New Delhi, in occasione del Values 20 India Summit (evento dedicato all’ingaggio dei decision-maker del G20 per promuovere uno sviluppo sostenibile basato sui valori) – il Team di analisi evoluta del dato di InfoCamere ha presentato i risultati di questo lavoro riscontrando il forte interesse di diversi attori internazionali verso questo tipo di analisi.
Possibili sviluppi
Se da un lato la conferenza EBRA ha evidenziato le opportunità per i registri delle imprese nel affinare la capacità di lettura di un fenomeno degli SDGs in chiave di miglioramento del reporting di sostenibilità, l’incontro di New Delhi ha fatto emergere i numeri impressionanti sul fenomeno delle imprese innovative nel sub-continente (circa 100mila start-up!) insieme alla grande determinazione delle imprese indiane a continuare a crescere e a mantenere una posizione di leadership nell’ambito dell’innovazione. Gli scambi avuti in tale incontro con il gruppo startup20 incontrano una convergenza nell’attenzione a creare una comunità dell’innovazione interconnessa e attenta alla sostenibilità[9].
Considerando la rilevanza che le economie dei paesi emergenti – come il gruppo dei BRICs – possono avere sul fronte della sostenibilità in termini di rallentamento e inversione dell’impatto dell’economia sugli equilibri del pianeta, le evidenze dello studio di InfoCamere e Values 20 suggeriscono un percorso per cogliere, valorizzare e diffondere le best practice SDGs ad una platea globale di attori e ribadiscono il ruolo centrale che ricopre lo sviluppo delle attività di analisi avanzata dei dati pubblici, attraverso l’uso delle nuove metodologie, per una comprensione più puntuale e approfondita dei fenomeni economici e sociali.
Nello specifico, come dimostrato anche da altri studi[10], l’utilizzo dell’analisi di linguaggio naturale può rivelarsi un utile strumento per comprendere cosa sia incluso nei dati testuali della sostenibilità. Man mano che verranno sviluppati requisiti di reporting dedicati per le organizzazioni più grandi, l’analisi testuale emerge come un approccio chiave per l’estrazione di informazioni approfondite e affidabili sull’evoluzione di questo fenomeno. In questa prospettiva, l’esperienza fatta sul Registro delle Imprese italiano ha evidenziato il ruolo fondamentale delle imprese innovative e delle entità no-profit, lette attraverso il dato amministrativo del Registro delle Imprese italiano, nel perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Conclusioni
Il fenomeno della sostenibilità è complesso e molto si può fare per aiutare le imprese a dimostrare il proprio commitment verso la sostenibilità, soprattutto attraverso la collaborazione di enti specializzati.
Attività di analisi del linguaggio naturale potranno diventare molto utili nell’estrazione di insight contenuti nelle future regolamentazioni in ambito ESG (Environmental, Social e Governance) data dalla CSRD dell’Unione Europea, così come la realizzazione di nuove ed evolute versioni della mappatura proposta potranno essere scalate a livello internazionale per identificare chi sono gli attori chiave della sostenibilità.
Qualunque siano le tecniche analitiche che si affermeranno come standard, alle imprese che si affacceranno al tema della sostenibilità, alcuni fattori saranno di sicura utilità:
- educazione: per comprendere come fornire evidenze concrete a favore delle proprie azioni in ambito di sostenibilità, il rischio è altrimenti quello di non essere adeguatamente considerati dal proprio contesto competitivo di riferimento;
- tool di benchmarking adeguati: non tutte le imprese avranno a disposizione un sustainability manager all’interno del proprio organico. L’identificazione di azioni concrete e applicabili in più contesti e che permettano ai singoli di identificare in fretta le azioni implementabili dai propri pari diventeranno uno strumento competitivo importante[11];
- Infine, l’affermarsi del tema della sostenibilità potrà essere favorito da tool integrati che permettano di essere compliant con le necessità di reporting dei propri stakeholders in ottica di filiera.
Su quest’ultima partita il Sistema Camerale, attraverso il ruolo di hub informativo del Registro delle Imprese potrà giocare un ruolo di rilievo nel supportare le aziende italiane nel proprio percorso verso la sostenibilità.
L’analisi di mappatura è stata possibile grazie al contributo svolto dal team di analisi evoluta del dato guidato da Domenico Tarantino. Hanno lavorato all’analisi, oltre all’autore, Giuseppe Lovino, Vincenzo Verzino, Serafino Pitingaro e Diego Lazzarini.
[1] Per approfondimenti si veda: https://unric.org/it/agenda-2030/.
[2] Si pensi, ad esempio, alle metriche relative alla composizione dei consigli di amministrazione, come ad esempio la metrica numero 5.5.2 dell’obiettivo 5 sulla parità di genere menzionato dal rapporto SDGs dell’ISTAT https://www.istat.it/storage/rapporti-tematici/sdgs/2023/Rapporto-SDGs-2023.pdf
[3] Si veda https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX:32022L2464
[4] Si veda https://www.assolombarda.it/centro-studi/osservatorio-opern-innovation-e-corporate-venture-capital-2022-1
[5] A titolo di esempio, questo il testo dell’obiettivo di sviluppo sostenibile numero 5 sulla parità di genere: “L’obiettivo mira a promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne e delle ragazze, eliminando ogni forma di discriminazione e violenza di genere. Ciò implica la promozione dei diritti delle donne e delle ragazze, la loro partecipazione attiva alla vita politica, economica e sociale, l’accesso all’istruzione e ai servizi sanitari e la promozione della parità salariale”.
[6] Nello specifico, abbiamo considerato come fortemente somigliante quelle osservazioni che riportavano un valore di somiglianza pari alla media della distribuzione di somiglianza più due volte la sua standard deviation.
[7] Attenzione: la metodologia descritta sopra non intende essere esaustiva nella misurazione del fenomeno, bensì mira a dare una prima intuizione di come poter creare tale mappatura delle imprese SDG.
[8] Si veda https://www.cariplofactory.it/wp-content/uploads/2023/05/CF_ReportSostenibilita_DEF_0405-1.pdf
[9] Si veda, a titolo di esempio, la raccomandazione numero 5.1 del communiqué di startup20 https://global-uploads.webflow.com/639ecca066f41623b6090b98/64a174f12d4f8e4d8e313c65_Startup20_Communique_2023_India.pdf.
[10] Si veda https://www.confindustria.venezia.it/comunicato/sostenibilita-piu-di-meta-569-delle-imprese-di-nord-estlombardia-ed-emilia-romagna-la-comunica-la-nuova-frontierae-la-sostenibilita-sociale-anche-per-attrarrenuovi-lavoratori/
[11] Si veda, a titolo di esempio l’SDG action manager dell’UN Global Compact https://unglobalcompact.org/take-action/sdg-action-manager