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Spid a pagamento? Cosa cambia tra convenzioni Agid e wallet digitale



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L’evoluzione di SPID e CIE verso il wallet digitale europeo ridisegna il quadro delle identità digitali: le nuove convenzioni garantiscono continuità, ma aprono interrogativi su canoni, sostenibilità del modello e adozione da parte di cittadini e operatori pubblici e privati

Pubblicato il 25 nov 2025

Patrizia Saggini

avvocata, esperta di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione



identità digitale e diritti digitali validità carta identità cartacea; Intesa CIE

L’Italia entra nella fase decisiva di evoluzione dell’identità digitale, con SPID e CIE che preparano il terreno al wallet digitale europeo. Le nuove convenzioni siglate da AgID con i gestori SPID garantiscono continuità al sistema, mentre norme, investimenti e nuovi casi d’uso iniziano a delineare la prossima generazione di servizi digitali per cittadini e imprese.

Le nuove convenzioni AGID-SPID: durata e obiettivi strategici

Le nuove convenzioni stipulate da AGID con i gestori SPID sanciscono un prolungamento della gestione del Sistema Pubblico di Identità Digitale per i prossimi quattro anni, con possibilità di estensione fino a 36 mesi, garantendo continuità e sostenibilità economica del servizio.

Queste convenzioni ribadiscono il ruolo strategico di SPID, che nel 2024 ha raggiunto oltre 41 milioni di utenti (di cui circa 35 milioni realmente attivi) e con più di 1,2 miliardi di autenticazioni previste per fine 2025, confermando un aumento costante nell’adozione di identità digitali.

Cosa prevedono gli accordi: sicurezza e sostenibilità economica

Le nuove convenzioni, firmate da AGID, Dipartimento per la Trasformazione Digitale e i gestori rappresentati da Assocertificatori, sono nate per garantire la sicurezza, l’innovazione e la sostenibilità operativa del sistema SPID. Si prevede che gli investimenti e i costi sostenuti dai gestori vengano riconosciuti per mantenere elevati standard di affidabilità e assistenza ai cittadini e alle pubbliche amministrazioni.

Gli accordi assicurano continuità nel servizio e un quadro stabile per la gestione delle identità digitali, permettendo di superare momenti di incertezza e di comparsa di identità concorrenti.

Inoltre, “AGID si impegna a individuare la fonte di finanziamento, per tutta la durata della Convenzione, legata ai costi che i gestori sostengono per gestire le autenticazioni sui fornitori dei servizi di natura pubblica.”

I vantaggi delle convenzioni e le criticità da monitorare

  • Continuità e stabilità: La durata pluriennale delle convenzioni elimina l’incertezza sulle future piattaforme SPID.
  • Sostenibilità economica: Viene rimarcata la necessità di riconoscere e supportare economicamente i gestori, tenendo conto dei grandi investimenti in infrastrutture e assistenza.
  • Affidabilità e sicurezza: Si sottolinea l’importanza di un sistema sicuro e assistito, fondamentale per la fiducia di cittadini e imprese nelle identità digitali.

Difetti e criticità

  • Possibile aumento dei costi indiretti: Nonostante l’assenza di costi per gli utenti, il modello di sostenibilità potrebbe indurre i gestori a modificare tariffe o condizioni commerciali ai servizi privati collegati a SPID; ad esempio alcuni gestori hanno già definito il canone annuale (Infocert, Aruba), altri hanno deciso che l’identità sarà per sempre gratuita (Lepida), e altri ancora non hanno ancora preso una decisione definitiva (Poste)
  • Rischio di conflitti tra gestori: La convivenza di più provider, se non regolamentata, potrebbe dare origine a difficoltà nella gestione dell’interoperabilità e nell’esperienza utente.
  • Vincoli di innovazione: Le convenzioni tradizionali potrebbero limitare la rapidità con cui nuove tecnologie e protocolli possono essere integrati nel sistema.

Il dibattito sui costi: canone annuale o gratuità permanente

Alcuni gestori (Infocert, Aruba) hanno già previsto un canone annuo per i propri utenti SPID, il gestore più diffuso – Poste Italiane, con più del 70% del mercato – non ha ancora preso una decisione; invece Lepida – società in house della Regione Emilia-Romagna – ha dichiarato fin dall’inizio che l’identità SPID rilasciata sarebbe stata per sempre gratuita.

  • Anche un canone modesto può però essere percepito come un cambiamento significativo dal punto di vista dell’utente, specialmente se fino ad oggi il servizio era completamente gratuito: questo può generare resistenza, abbandono o il passaggio a gestori che rimangono gratuiti.
  • Se solo alcuni provider introducono il canone, mentre altri restano gratuiti, può venir meno l’equità fra utenti (chi sceglie un provider gratuito ha costi zero, chi sceglie uno a pagamento ha un onere) — questo può creare dinamiche di mercato in forte oscillazione.
  • Vi è il rischio che il canone venga percepito come “monetizzazione” di un servizio che è parte dell’infrastruttura nazionale di identità, con riflessi reputazionali, specialmente considerando che lo Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) raccomanda che l’identità digitale debba essere accessibile e non discriminante.
  • Se il canone viene introdotto senza miglioramenti percepibili nell’esperienza utente o nel servizio (es. livelli di sicurezza avanzata, funzionalità premium), si rischia di generare insoddisfazione o abbandono.

Canone SPID e transizione verso il wallet: opportunità e rischi

Implicazioni per la transizione verso il wallet

  • L’introduzione di un canone rappresenta una forma di “preparazione economica” al fatto che il modello di identità digitale sta evolvendo: se si anticipa che lo IT‑Wallet sarà il futuro, la fase intermedia – tra SPID “storico” e wallet – richiede che la filiera sia economicamente sostenibile.
  • Tuttavia, se lo SPID diventa a pagamento per molti utenti, aumenterà la pressione perché il wallet arrivi quanto prima: gli utenti potranno ritenere “ingiusto” dover pagare per SPID mentre un futuro wallet (potenzialmente gratuito) è annunciato. Ciò potrebbe accelerare la domanda e l’adozione del wallet stesso.
  • Per gli Identity Provider, introdurre un canone può essere visto come un modo per sopravvivere fino al passaggio al wallet, ma anche come un rischio: se il wallet dovesse arrivare più rapidamente del previsto (es. entro il 2026 più che la previsione), i provider che hanno appena introdotto un canone rischiano di perdere utenti verso soluzioni “wallet-first“.

Il wallet digitale europeo: caratteristiche e roadmap 2026

Il Wallet, basato sul regolamento eIDAS2, punta a creare un sistema di identità digitale più evoluto e interoperabile, in cui l’utente possa gestire autonomamente informazioni e credenziali digitali anche da dispositivi mobili.

Questo nuovo paradigma potrebbe:

  • Sostituire o integrare SPID, offrendo modalità di accesso più rapide e sicure, ad esempio utilizzando la CIE per l’accesso – e su questo molto deciderà l’esperienza utente;
  • Facilitare l’interoperabilità europea delle identità digitali, come appunto previsto dai Regolamenti Europei;
  • Rallentare la crescita di SPID nell’uso quotidiano per i servizi pubblici, a condizione però che nel wallet siano già disponibili tutti i servizi che ora sono online e a cui si accede tipicamente tramite un sito web;
  • Introdurre nuove sfide in termini di sicurezza, privacy e gestione degli standard.

Implementazione e casi d’uso del wallet: tempistiche e credenziali

L’avvento del Wallet digitale, attualmente in fase di test e previsto per l’implementazione nazionale entro fine 2026, rappresenta il futuro dell’identità digitale in Italia ed Europa; in estate sono stati pubblicati i provvedimenti tecnici di attuazione (ARF), e alla fine del 2026 è prevista la certificazione dei wallet europei, al fine di verificare che tutti i sistemi predisposti dai Paesi Europei rispettino le specifiche tecniche (ARF) e garantiscano gli stessi livelli di servizio.

I partner – pubblici e privati – dovranno accettare EUDI Wallet come strumento di “transazione” entro il 31/12/2027.

L’ultimo step sarà quello di individuare dei casi d’uso che possano permettere in tempi brevi la diffusione del wallet nel pubblico, in modo da diffonderne l’utilizzo.

Il focus è sui pagamenti digitali, viaggi e mobilità, immatricolazione dell’auto e altri casi che riguardano il settore privato.

È in corso l’Integrazione di credenziali a disposizione sul wallet:

  • carta dello studente
  • carta di circolazione
  • certificato di disoccupazione
  • certificati professionali

Il Garante Privacy ha già dato parere positivo per la sperimentazione dei nuovi dati da mettere a disposizione degli utenti.

Partecipano al progetto anche altri Stati che non fanno parte dell’Unione Europea, ma ugualmente ne utilizzano già gli standard (ES: Ucraina, Georgia).

Il ruolo di SPID nell’evoluzione verso il wallet nazionale

SPID è inserito a pieno titolo nell’utilizzo del wallet: nell’atto aggiuntivo alla Convenzione sottoscritto di recente, agli Identity Provider è riconosciuto un ruolo “nel consolidamento del sistema SPID e nella sua progressiva evoluzione verso soluzioni di wallet nazionale ed europeo, garantendo che le stesse siano aperte ad operatori di mercato, con pari valore legale delle soluzioni pubbliche e senza limitazioni rispetto a queste ultime, anche con riferimento agli attributi di natura pubblica che potranno contenere (tra i quali i documenti di identità e la patente di guida) e che i Gestori possano evolvere progressivamente il proprio ruolo, anche per valorizzare pienamente il contributo fornito allo sviluppo dello SPID”

Le future linee guida AgID – attese entro la fine del 2025 – forniranno regole precise per garantire la sicurezza, l’interoperabilità e la conformità normativa dell’intero sistema, definendo i requisiti tecnici per i fornitori pubblici e privati che desiderano offrire i loro wallet accreditati.

L’Italia è pronta: percezione e adozione del wallet digitale

Secondo un’indagine dell’Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano, il 97% del campione intervistato possiede già un’identità digitale (Italia), percentuale maggiore rispetto a Spagna, Francia e Germania.

Si può quindi dire che l’Italia appartenga al cluster “Livello avanzato – Wallet ready“.

Si parte già da una base consolidata di servizi online, occorre accompagnare la transizione dai servizi digitali al wallet; occorre lavorare sull’interoperabilità dei dati e sulla verifica immediata, portando un reale miglioramento all’esperienza d’uso degli utenti.

Quindi la sfida è migliorare l’esperienza utente, risolvendo dei problemi concreti, e trovare i casi d’uso che possano trainare l’utilizzo del nuovo “borsellino elettronico“.

L’arrivo del Wallet richiederà una transizione graduale, supportata dalle nuove convenzioni AGID, che dovranno adattarsi alla normativa e alle nuove tecnologie.

Gestori e pubblica amministrazione saranno chiamati a una stretta collaborazione per integrare questi strumenti, mantenendo l’efficienza e la facile accessibilità alle identità digitali per tutti i cittadini.

In sintesi, la firma delle nuove convenzioni SPID da parte di AGID rappresenta una tappa fondamentale per la solidità e la continuità del sistema di identità digitale italiano nel breve e medio termine, mentre il Wallet digitale apre le porte a una rivoluzione attesa entro il 2026, con un potenziale impatto profondo sui servizi digitali e sulla vita quotidiana degli utenti.

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