La digital compliance è diventata un elemento imprescindibile per professionisti e aziende che operano nell’ecosistema digitale. Con l’evoluzione tecnologica e l’introduzione di normative come l’AI Act, comprendere e applicare correttamente i principi di conformità digitale rappresenta non solo un obbligo legale, ma anche un vantaggio competitivo strategico.
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Cos’è la digital compliance: definizione e ambito di applicazione
Secondo le fonti accreditate europee e italiane, il termine “digital compliance” fa riferimento all’insieme delle attività, processi e strumenti finalizzati ad assicurare che prodotti, servizi, processi e documenti digitali rispettino le normative vigenti nel settore digitale. In particolare, comprende l’applicazione coordinata di regole in materia di protezione dei dati (GDPR), cybersecurity, mercati digitali (Digital Markets Act), servizi digitali (Digital Services Act), economia dei dati (Data Act) e intelligenza artificiale (AI Act).
La compliance digitale è pertanto strettamente legata all’idea di digital trust, ovvero la fiducia nella capacità di un’organizzazione di gestire correttamente i dati e le informazioni in modo sicuro, trasparente e conforme alla legge. Per uno studio professionale o un’azienda, la mancanza di questo “assetto deontologico” può comportare sanzioni, perdita di reputazione e invalidità dei procedimenti digitali. In sintesi, la digital compliance rappresenta, per le fonti istituzionali, il pilastro della legalità digitale in Europa e in Italia.
Le quattro aree della conformità digitale per professionisti e aziende
Per facilitare la comprensione delle attività da mettere in campo, possiamo provare a disegnare un quadrante, dove posizionare le diverse aree chiamate in causa per la gestione di un adeguato assetto di compliance digitale. Al primo posto inseriamo la Protezione dei Dati senza la quale non è possibile garantire le basi di conformità nella gestione di qualunque tipo di dato o informazione; al secondo posto citiamo la Sicurezza, dei sistemi informativi per la tutela da attacchi informatici o dai rischi connessi alla cybersicurezza; al terzo posto inseriamo la comprensione della Normativa, intesa non solo singolarmente ma anche intese nella correlazione reciproca tra leggi nazionali ed europee. Nell’ultima area collochiamo la Conformità intesa come rispetto dell’insieme delle normative.

Il quadro normativo europeo: regolamenti e direttive per la compliance
Ma quali sono le normative europee ufficiali che regolano la Digital Compliance? Ogni regolamento, direttiva o standard europeo contribuisce a delineare la cornice normativa della digital compliance nel panorama europeo, garantendo processi digitali conformi e tutelando diritti fondamentali, sicurezza e trasparenza.
Nella tabella qui di seguito riportiamo l’elenco delle regolamentazioni europee da seguire.

Gli organismi UE che guidano l’applicazione della digital compliance
- Commissione Europea: Pubblica linee guida operative e interpretative sui principali regolamenti digitali, tra cui GDPR, Digital Services Act, AI Act, eIDAS e Data Act, e promuove codici di condotta, toolkit tecnici e raccomandazioni applicative rivolte agli Stati membri e agli operatori economici.
- EDPB (European Data Protection Board): Comitato europeo per la protezione dei dati; emette linee guida vincolanti sull’applicazione del GDPR e fornisce indicazioni specifiche per la compliance digitale soprattutto in merito ai dati personali, nuove tecnologie e gestione dei rischi.
- European Artificial Intelligence Office (EAIO): Coordinamento del monitoraggio e dell’enforcement dell’AI Act, con la pubblicazione di standard tecnici, procedure di audit e codici di conformità per sistemi IA.
- ENISA (Agenzia dell’Unione Europea per la Cybersecurity): Elabora linee guida in materia di sicurezza informatica, resilienza operativa digitale e gestione dei rischi ICT.
- Digital Services Coordinators: Autorità nazionali designate dagli Stati membri, coordinate dalla Commissione Europea, per applicare, monitorare e fornire linee guida, pareri e enforcement sui servizi digitali secondo il DSA.
- Gruppi di lavoro europei e reti tematiche: Ad esempio, i gruppi di esperti sull’economia dei dati, gli European Digital Innovation Hub e altre task force della UE che producono raccomandazioni, linee guida tecniche e best practice sulla digital compliance.
Questi organismi operano in sinergia per garantire chiarezza regolatoria e uniformità applicativa, fornendo supporti e strumenti alle aziende, ai professionisti e ai cittadini per una corretta conformità digitale nell’Unione Europea.
L’impatto dell’intelligenza artificiale sulla conformità digitale
L’adozione dell’intelligenza artificiale sta trasformando radicalmente il panorama della digital compliance. Dal 2025, con l’entrata in vigore della Legge 132/2025 in Italia e dell’AI Act europeo, aziende, professionisti e operatori pubblici devono affrontare una vera rivoluzione regolamentare, tecnologica e culturale.
Il Regolamento UE 2024/1689 (AI Act) – stabilisce obblighi stringenti per tutti i soggetti che sviluppano, implementano o utilizzano sistemi di intelligenza artificiale, includendo regole speciali per i modelli General Purpose AI (GPAI) e requisiti tecnici, di documentazione, valutazione del rischio, supervisione umana e trasparenza.
In Italia, la Legge 132/2025 integra queste regole, introducendo governance rafforzata, audit obbligatori, registri e notifiche agli enti di controllo, con sanzioni che arrivano fino al 7% del fatturato globale annuo. I dati sensibili e la sicurezza sono al centro delle prescrizioni, così come il rispetto del GDPR e la protezione dei diritti fondamentali.
Guida operativa: implementare la digital compliance negli studi professionali
Per implementare la Digital Compliance in uno studio professionale italiano, occorre seguire linee guida pratiche che bilancino innovazione, tutela e rispetto delle nuove norme su intelligenza artificiale. Questi passaggi operativi si fondano su regolamenti come la Legge 132/2025 e l’AI Act europeo, e sono indispensabili per commercialisti, notai e avvocati.
Audit e mappatura dei sistemi AI
- Identificare tutti gli strumenti di IA in uso (es. software per document review, contabilità predittiva, ricerca giuridica).
- Classificare i sistemi secondo il livello di rischio secondo le categorie dell’AI Act (alto, limitato, inaccettabile).
Policy interne e documentazione tecnica
- Redigere policy su privacy, antiriciclaggio e supervisione umana, integrate con le procedure operative.
- Documentare finalità, algoritmi e dataset utilizzati, per garantire auditabilità.
Formazione del team
- Formare soci, dipendenti e collaboratori su uso responsabile dell’IA e gestione dei dati.
- Aggiornare periodicamente la formazione in base alle evoluzioni normative.
Contrattualistica e trasparenza verso i clienti
- Inserire clausole specifiche sull’uso di IA nei contratti e nelle lettere d’incarico.
- Informare i clienti sul tipo di strumenti usati e sui loro diritti (ex art. 13 Legge 132/2025).
Procedure di data protection e controllo continuo
- Rafforzare le misure GDPR di sicurezza, minimizzazione e finalità dei dati.
- Monitorare e aggiornare periodicamente i sistemi AI per evitare rischi di non conformità.
Supervisione umana e governance dell’AI
- Garantire sempre un controllo umano sulle decisioni automatizzate.
- Nominare un referente interno per la governance dell’AI, analogo al DPO per il GDPR.
Queste linee operative, integrate con una cultura digitale, pongono lo studio nelle condizioni ottimali per cogliere le opportunità dell’AI, limitare i rischi e rispettare le responsabilità imposte dalla nuova Digital Compliance.
Strumenti AI per l’automazione della compliance e prospettive future
Le nuove frontiere della compliance sono legate all’adozione di strumenti automatizzati basati su AI, che consentono di:
- Audit digitali automatizzati e monitoraggio in tempo reale dei rischi normativi;
- Riduzione dei costi e dei tempi grazie a workflow e alert automatici;
- Gestione tracciata dei documenti e delle decisioni, in linea con i principi europei di trasparenza e accountability.
L’evoluzione della digital compliance richiede competenze multidisciplinari, processi adattabili e strumenti tecnologici innovativi. La normativa non si limita a richiedere conformità: impone anche trasparenza, auditabilità e accountability, segnalando che l’epoca del “black box” per la AI è ormai finita.
La digital compliance del futuro sarà “aumentata” dall’intelligenza artificiale, ma anche regolata da nuovi confini etici e giuridici.
Per i professionisti (dottori commercialisti), questo significa trasformare la compliance da obbligo a valore competitivo, integrando competenze legali, tecnologiche e organizzative in una gestione moderna dello studio professionale.













