Elezioni Torino e Milano: innovazione digitale al ballottaggio

Cosa pensano i candidati al ballottaggio su innovazione e trasformazione digitale? Prosegue l’analisi a partire dai programmi e dalle dichiarazioni ufficiali. Ecco i candidati per Torino e Milano

Pubblicato il 17 Giu 2016

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Proseguiamo con l’analisi delle posizioni dei candidati sulle tematiche della trasformazione digitale ci permette qualche valutazione anche di tipo generale.

Dopo l’analisi condotta in una logica di panoramica complessiva, e l’analisi dei programmi (e delle dichiarazioni) dei candidati ai ballottaggi di Bologna e Roma, passiamo ai candidati di Torino e Milano, sempre con l’obiettivo di sollecitare il dibattito sui temi dell’innovazione e della trasformazione digitale. Temi che anche per questi candidati sono molto presenti, tra l’altro in programmi descritti con buon dettaglio (più a Milano che a Torino), anche se non sempre in formato semplice da leggere e analizzare (meno bene Torino).

Lo schema di analisi che ho adottato, come per i candidati di Bologna e Roma, fa riferimento alle seguenti aree:

  • Open Government, e quindi trasparenza, supportata dai dati aperti, partecipazione e collaborazione, accountability;
  • Competenze digitali, uno degli elementi cruciali e di solito poco curato;
  • Sviluppo e integrazione digitale nei settori economici;
  • Servizi Digitali, nella logica definita dalla strategia nazionale per la Crescita Digitale;
  • Banda Ultralarga
  • Smart City, nella sua definizione più ampia e che quindi include i temi della mobilità, dell’ambiente, del governo del territorio, dello sviluppo delle pratiche di condivisione.

Gli spunti per l’analisi[i] sono anche legati ad alcune iniziative in corso, di spinta alla strategia digitale nei territori, come Digitale in Comune. Sono stati analizzati programmi e dichiarazioni dei candidati al ballottaggio per Torino (Chiara Appendino e Piero Fassino) e Milano (Stefano Parisi e Beppe Sala).

Candidati al ballottaggio per Torino

Open Government

  • Appendino: con la visione di “una città che ascolti i cittadini attraverso percorsi partecipativi reali e strutturati”, il programma dedica tutta la sezione “Partecipazione e Trasparenza” a questo tema, con proposte che vanno dalla semplificazione dell’accesso a documenti e dati pubblici (in formato aperto) a diverse iniziative specifiche per la partecipazione (es. assessorato alla partecipazione, piattaforma telematica per le petizioni, previsione del debate publique su opere pubbliche di grande rilievo, estensione del regolamento dei beni comuni e del bilancio partecipativo, presente in alcune circoscrizioni, a tutta la città). Il tema della trasparenza e dell’accountability è toccato anche su altre sezioni del programma(es. sui fondi e i progetti per l’integrazione e l’immigrazione). Appendino ha aderito alla campagna per la trasparenza “Sai chi voti”;
  • Fassino: Viene evidenziato l’obiettivo del facile accesso ai servizi digitali per una “piena cittadinanza digitale”. Il tema dei “beni comuni urbani”, rispetto a edifici e spazi pubblici da riqualificare, viene correlato con l’attivazione della partecipazione dei cittadini e viene prevista l’estensione a tutta la città del regolamento dei beni comuni, con “patti di collaborazione” con i cittadini. Sul tema della trasparenza e dell’accountability si prevedono azioni per semplificare la comprensione dei dati pubblicati (es. Bilancio trasparente) oltre che forme di partecipazione all’azione amministrativa (es. Bilancio deliberativo) e indicazione del debate publique come modello di confronto su opere pubbliche di grande rilievo. Fassino aderisce alla campagna “Sai chi voti” promossa da Riparte il Futuro.

Competenze digitali

  • Appendino: sono previste azioni di formazione e assistenza per i cittadini, per metterli in condizione di essere attivi nelle azioni di partecipazione previste, oltre che per l’utilizzo dei servizi digitali, anche con la costituzione di punti di accesso pubblici assistiti e il rafforzamento degli Urp;
  • Fassino: è prevista la diffusione di “Case del Quartiere” per lo sviluppo della partecipazione e della cittadinanza attiva.

Sviluppo e integrazione digitale

  • Appendino: la visione è di una crescita di Torino come polo di innovazione anche attraverso gli incubatori di imprese, i centri di ricerca e i parchi tecnologici, ma anche favorendo l’insediamento di nuove imprese, “perché Torino diventi una città di opportunità per le start up”. Si prevedono inoltre progetti di trasferimento tecnologico con raccordo università-PMI e patti per lo sviluppo (di cui uno specifico per le start-up);
  • Fassino: il legame tra innovazione e imprese è presente nel quadro generale e poi in diverse parti del programma, anche con iniziative specifiche, come “il miglio dell’innovazione”, un parco urbano per l’innovazione, facilitazioni e incentivi vari per giovani imprese e previsione di un “kit” di servizi di supporto (incubatori, co-working, affitti agevolati, ..). Anche qui è posto in evidenza il tema del raccordo tra Politecnico (da rafforzare), università e imprese.

Servizi Digitali

  • Appendino: uno dei focus “riorganizzazione della macchina amministrativa” dà molto rilievo all’evoluzione dell’attuale sistema informativo (Torino Facile) con la definizione dettagliata di un percorso per il rilascio entro il 2018 della nuova versione, che dovrebbe recepire i requisiti richiesti dalla strategia nazionale (interoperabilità, profilo unico, …), anche se questa correlazione non viene mai esplicitata. Nella sezione “Accessibilità” c’è invece una previsione di spinta verso l’identità digitale e lo sviluppo di servizi digitali accessibili;
  • Fassino: viene fatto riferimento all’Agenda digitale metropolitana, per lo sviluppo dei servizi digitali e si punta al consolidamento/evoluzione di TorinoFacile.

Banda Ultralarga

  • Appendino: in più sezioni si fa cenno al tema della diffusione del wifi negli spazi pubblici (anche per lo sviluppo del turismo). Non vengono riportate indicazioni di interventi o considerazioni sullo sviluppo della rete BUL;
  • Fassino: viene fatto riferimento all’Agenda digitale metropolitana dove è incluso il piano per la BUL per il cablaggio di tutta la città.

Smart City

  • Appendino: non viene riportata una visione complessiva. Sull’area mobilità si preve di “disincentivare la mobilità privata e promuovere e rendere più competitivo il trasporto pubblico, anche nelle nuove forme della sharing economy”. E il concetto di sharing viene declinato anche in ambito sociale (banca del tempo, baratto amministrativo). Si prevedono sistemi di videosorveglianza per la sicurezza.
  • Fassino: il tema della Smart City è presentato in una visione organica ed ha un rilievo specifico, sia per l’obiettivo che viene dato (passare dal secondo al primo posto nelle classifiche europee), sia per alcune iniziative previste, come quella del quartiere Ecodigitale del Campidoglio. Torino dovrebbe anche diventare “piattaforma di innovazione sociale” favorendo lo sviluppo di imprese su questo ambito. È previsto anche l’utilizzo gratuito dei fablab ed è presente un’indicazione di indirizzo per la realizzazione di una piena “economia circolare” (con azioni sul riuso, sui rifiuti, sull’edilizia basati sull’uso delle tecnologie). Si prevedono anche qui sistemi di videosorveglianza per la sicurezza. La logica del lavoro agile è presente sulla sezione dedicata alla PA come spinta alla valorizzazione del personale, e anche nella sezione “Torino città delle donne, per le donne”, ma qui solo come “telelavoro” per conciliare i tempi vita-lavoro.

Candidati al ballottaggio per Milano

Open Government

  • Parisi: non vengono mai citati esplicitamente gli open data, ma si prevede chei dati devono anche essere accessibili in modo immediato e chiaro a tutti i cittadini interessati, a cominciare dai dati di bilancio”. Si vuole incentivare la partecipazione attiva dei cittadini e delle aziende nella gestione del verde urbano, e spingere verso un “modello di governo diffuso del territorio che coinvolga associazioni e comitati in modo stabile”. Non ha aderito alla campagna per la trasparenza “Sai chi voti”;
  • Sala: qui come nel resto del programma si parte dalla valorizzazione delle iniziative già avviate dalla giunta Pisapia. Si prevede di promuovere “un confronto strutturato, informato ed efficace, che promuova monitoraggio, disclosure e rendicontazione, che metta in relazione competenze, professionalità e disponibilità all’impegno, affinché ogni componente della società milanese possa giocare un ruolo attivo a vantaggio dell’intera comunità”, costruendo così un sistema collettivo di promozione dei diritti di cittadinanza delle persone, “condizione necessaria per lo sviluppo economico e sociale”. In questo quadro è la previsione della Casa dei diritti, di sportelli tematici diffusi. Si prevede anche l’approntamento di un bilancio di genere per un’ analisi degli impatti delle azioni dell’Amministrazione sulle politiche di genere, oltre che proseguire con il bilancio partecipativo (attivo dal 2015). Interessante la volontà di istituire un apposito ufficio per mettere a sistema le iniziative di partecipazione e “seguire con adeguate risorse e professionalità i processi di ascolto e partecipazione”. Sul fronte dell’accountability si prevede che vengano pubblicati on line gli obiettivi generali, con “un indicatore di performance aggiornato semestralmente in relazione al grado di conseguimento degli stessi”, mentre gli obiettivi di ciascun assessorato verranno discussi in public review. Infine, si prevede l’attuazione di disposizioni mirate a rendere effettivo il principio della trasparenza totale (full disclosure) secondo i principi del FOIA. Sala aderisce alla campagna “Sai chi voti”.

Competenze digitali

  • Parisi: il tema non è affrontato rispetto ai cittadini, ma sviluppato in relazione alla formazione e all’alfabetizzazione digitale del personale comunale, a supporto dei nuovi servizi, e alla “valorizzazione dei talenti” in particolare nel settore informatico e digitale;
  • Sala: il tema non è affrontato in modo specifico rispetto ai cittadini. Si prevedono interventi per le competenze manageriali e digitali per favorire lo sviluppo del nuovo artigianato digitale (e di altri ambiti come cultura e welfare), per la diffusione della cultura scientifica (con progetti come “La Notte dei Ricercatori”), anche legati a politiche di valorizzazione dei talenti creativi e imprenditoriali di origine straniera, mentre per tutti i giovani si punta alle iniziative di “Co-progettazione dei servizi pubblici e valorizzazione delle competenze” sul modello di Berlino. Un capitolo specifico è rivolto a “Milano città educativa” con un focus sulle Scuole civiche, con cui “promuovere e diffondere l’innovazione nel sistema di istruzione milanese”.

Sviluppo e integrazione digitale

  • Parisi: tante le iniziative dedicate allo sviluppo del digitale nell’economia del territorio. Tra queste: l’utilizzo degli immobili dismessi del Comune (anche nell’area Expo) per la creazione di incubatori/acceleratori di start up e spazi di co-working, la realizzazione di spazi di lavoro per l’inserimento e il reinserimento professionale delle donne, la promozione della creazione di un Istituto per il Trasferimento Tecnologico (per valorizzare il rapporto ricerca-imprese), Per le start-up, anche interventi di semplificazione amministrativa e attivazione di una “quota start up” nel totale degli acquisti ICT. Previsti anche interventi sul turismo (es. unificazione del portale dell’informazione turistica di Milano e di quello dell’amministrazione civica);
  • Sala: anche qui sono numerose le iniziative per lo sviluppo, e diffuse su più settori. Ad esempio, si prevede la “promozione di nuovi cluster strategici (manifattura digitale e green economy), favorendo la sinergia con il sistema delle università, dei centri ricerca milanesi e delle imprese di specifiche filiere produttive”, così come si indirizza come obiettivo strategico quello del “proiettare Milano tra i migliori 20 ecosistemi locali dell’innovazione al mondo”, con il Comune come “broker” per mettere in rete e incentivare la collaborazione “tra le forze attive già presenti in città” (imprese, università, startup, associazioni, incubatori, spazi di coworking, corpi intermedi). Si prevedono interventi per sostenere le diverse tipologie di impresa nascente, incluse le imprese di innovazione sociale. Tra le priorità è poi individuate lo sviluppo del progetto Human Technopole.

Servizi Digitali

  • Parisi: la visione è di fare di Milano una best practice di e-government a livello internazionale”. Per questo gli interventi sono indirizzati a una “riorganizzazione digitale della macchina comunale che abbia come obiettivo una rivoluzione copernicana all’insegna della trasparenza”, con servizi digitali fruibili, pagamenti online e sistemi di notifica per i cittadini. Uno dei capisaldi è il “Piano strategico IT”, che preveda la piena interoperabilità di tutti i sistemi operativi del Comune e il completamento della “Service Delivery Platform” per abilitare la realizzazione di app e servizi a valore aggiunto per i cittadini valorizzando l’ecosistema e015.
  • Sala: anche qui una delle azioni principali è la riorganizzazione del Comune istituendo e rafforzando figure di coordinamento trasversale tra i settori. In particolare si indica la costituzione di un “Dipartimento innovazione” e l’affiancamento di “innovation fellowship”, “per consentire a giovani ricercatori, dirigenti d’azienda, startupper ed innovatori di collaborare con il Comune per un tempo limitato”. Si prevede di continuare nell’opera di digitalizzazione del processo amministrativo e autorizzativo, per fornire anche al cittadino la possibilità di conoscere online lo stato del proprio procedimento amministrativo. Tra I pochi, c’è una indicazione esplicita sulla diffusione dei servizi basati sul Sistema Pubblico per la Gestione dell’Identità Digitale – SPID.

Banda Ultralarga

  • Parisi: si prevede la promozione dell’estensione della copertura della rete in fibra ottica alle aree extraurbane, e in generale investimenti sulla banda ultra larga;
  • Sala: anche qui si considera strategica “la pianificazione e l’integrazione delle reti di banda larga”, con l’estensione su tutto il territorio della Città Metropolitana.

Smart City

  • Parisi: la visione è di “una città efficiente, che utilizza le nuove tecnologie per rendere la fruizione dei propri servizi diffusa e immediata”. C’è un’indicazione specifica sul modello smart city, attraverso più iniziative, come mettere ‘in rete’ tutte le telecamere pubbliche e private, l’offerta di infrastrutture di trasporto ‘intelligenti’ e sistemi di mobilità sostenibile (con “monitoraggio in tempo reale dei flussi di traffico cittadino, tramite l’adozione di un esteso sistema di sensori di rilevazione”). Si prevedono iniziative specifiche per la logistica (piattaforme dedicate anche con integrazione dei dati delle flotte), politiche di promozione dell’economia circolare e di promozione del lavoro “agile” e di modalità innovative di organizzazione del lavoro (anche attraverso l’incentivazione delle aziende che offrono opzioni di lavoro flessibile e a distanza);
  • Sala: la visione della smart city è indirizzata come strategica, per “moltiplicare le economie e le nuove imprenditorialità. La tecnologia deve essere sempre più strumento per migliorare la vita: mapping più efficiente, biglietti per tutti i servizi, servizi in palmo di mano”, dando forza alla neonata associazione Milano Smart City. Numerose le iniziative specifiche, dalle telecamere di videosorveglianza ad una strategia di resilienza basata sulla diffusione dei tetti verdi. La strategia complessiva è in continuità, con l’accento sull’economia circolare quale “volano di innovazione e occupazione” (sviluppando “l’impiantistica e l’economia attorno al bene riciclato”), e il rilievo dato al Piano urbano della mobilità sostenibile e il Piano d’azione dell’energia sostenibile. Si prevedono iniziative sull’accessibilità (MilanoforAll) anche dal punto di vista delle informazioni, con il portale milanofacile.it, e con il consolidamento del portale “WeMi” (“vetrina sui servizi alla persona” e implementarlo con app).

Brevi considerazioni finali

Nei programmi per Torino e Milano c’è tanto su innovazione, open government e trasformazione digitale: strategie, iniziative, modelli concreti da seguire o esperienze attive da consolidare.

Non i tutti i casi le iniziative sembrano al livello di dettaglio adeguato, in alcuni casi sembrano tra loro non del tutto correlate, e non sempre si ha la percezione che la conoscenza sulla strategia digitale nazionale sia approfondita a sufficienza. Ma sono ancora programmi e ciò che si vuole trovare è, soprattutto, la consapevolezza della strategicità dell’innovazione e del digitale. L’averla trovata fa ben sperare. Da lunedì si inizierà a verificare la capacità di trasformarla in programmi operativi, a partire dalle scelte organizzative.

La scomparsa di questi temi dal confronto mediatico, invece, preoccupa, perché per raggiungere una consapevolezza digitale diffusa (in un Paese che ha il 57% della popolazione con competenze digitali basse o nulle) la “narrazione” dei media è fondamentale (ma non sufficiente). E in queste elezioni, per scelta o incompetenza del mondo giornalistico, il vuoto è stato assordante.

[i] Naturalmente nella sintesi potrebbero non essere state considerate tutte le dichiarazioni effettuate dai candidati. Se ci sono degli elementi importanti non considerati, sono benvenuti commenti per suggerire integrazioni.

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