STRATEGIE DIGITALI

Italia Login, Barberis:”Andiamo verso la Casa del Cittadino”

L’obiettivo è di costruire un ambiente di facile accesso per i cittadini e al tempo stesso un ecosistema aperto e di sviluppo diffuso, semplice anche per i fornitori di servizi. Per un cambiamento radicale che ha un risultato da raggiungere, insieme: l’utilizzo sempre più alto di servizi pubblici totalmente digitali. Lo spiega Paolo Barberis, padre di questa prossima rivoluzione

Pubblicato il 20 Lug 2015

Italia Login, Barberis:”Andiamo verso la Casa del Cittadino”

Le app che ciascuno di noi ha sul proprio smartphone, e che davvero utilizza e riesce a gestire, non vanno oltre la decina, anche se ne proviamo o usiamo raramente molte di più.

Questa è anche l’articolazione massima che possiamo pensare per i servizi pubblici online, secondo una logica che parte dall’utente finale e non dal fornitore di servizi.

Oggi abbiamo una frammentazione altissima, che i numeri commentano da soli: oltre 100,000 servizi pubblici online con svariate modalità di accesso, spesso non facili da usare dallo smartphone.

Il cambiamento radicale di Italia Login parte da qui: il programma prevede un unico punto di accesso, Italia.it, per tutti i servizi pubblici, aggregati secondo una logica che segue i momenti della vita dei cittadini (Scuola, Salute, ..) e realizzati seguendo alcuni principi fondamentali:

  • Uniformità, basata su un approccio di Design Thinking, con l’obiettivo della massima facilità d’uso;
  • Mobile first, perché è sempre più lo smartphone il dispositivo di accesso più semplice e più utilizzato;
  • Accessibilità piena, rispettando le diverse esigenze dei cittadini;
  • Esperienza utente appagante, poiché la facilità d’uso e la soddisfazione nell’utilizzo sono la principale via per abbassare la soglia d’ingresso e raggiungere tutti i segmenti della popolazione.

La conversione di Italia.it ad accesso unico per i servizi pubblici consentirà anche di connotare i siti web gov.it come siti informativi per le amministrazioni pubbliche e quindi dare una chiara indicazione ai cittadini sul come rapportarsi efficacemente con la PA.

Quattro sono i pilastri principali della nuova “casa del cittadino” Italia.it:

  • Un login unico, con SPID;
  • L’Anagrafe Unica (ANPR);
  • Le notifiche dirette al cittadino sui “fatti” che lo interessano (scadenze, adempimenti, opportunità, proposte);
  • I pagamenti elettronici per tutti i servizi (es. fisco, università, autobus, …).

L’obiettivo è costruire un ambiente di facile accesso per i cittadini e al tempo stesso aperto e di sviluppo diffuso, semplice quindi anche per i fornitori di servizi, con alcuni elementi caratterizzanti, come la semplicità (grazie all’identificazione di un unico punto di accesso), la comodità (in quanto i servizi sono del tutto cross-device), la sicurezza (poiché si utilizza un’unica credenziale con alti e certificati livelli di security), l’estendibilità (in quanto la sua evoluzione si basa su un ecosistema aperto e non su un portale, con una conduzione unica e centrale).

Un ecosistema per lo sviluppo di cui gli attori principali sono l’Agid, come coordinatore, gli Identity provider, i Service provider, gli Application Provider, i Developer, i Designer e naturalmente i fruitori stessi, che saranno coinvolti con pratiche di living lab.

Un ecosistema aperto e diffuso che quindi si basa sulla co-progettazione, sul crowdsourcing, dove la comunità di sviluppo opera sulla base di modelli e linee guida comuni, ma con la consapevolezza che il risultato da raggiungere, insieme, è l’utilizzo sempre più alto di servizi pubblici totalmente digitali.

La transizione verso questo scenario richiede naturalmente un progetto di gestione del cambiamento che tenga conto della complessità anche organizzativa della situazione di partenza, oltre che delle resistenze culturali, utilizzando appieno le risorse che vengono dal PON Governance coordinato dall’Agenzia per la Coesione.

Dal punto di vista tecnico, alle amministrazioni si richiederanno alcuni passaggi:

  • sui servizi già realizzati, di utilizzare il sistema di identificazione di Italia.it e di modificare il front-end rispetto alle linee guida che saranno definite;
  • sui servizi da realizzare, di avviare la progettazione nella logica del programma Italia Login, con applicazioni cross-device modulari

A breve, con la definizione del piano di programma e la sua condivisione con i principali stakeholder, partirà l’attività di definizione dei modelli e delle linee guida. Consapevoli che la semplicità di accesso misurerà la nostra capacità di cambiamento.

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clamsy
clamsy
10 anni fa

Interessanti e appassionanti prospettive. Ma come si tiene questo programma con il messaggio che ho ricevuto da “postacertificata.gov” che il mio indirizzo sarà disattivato?
Non poteva farsi carico il portale istituzionale della transizione/migrazione, mantenendo attivi gli indirizzi di posta elettronica certificata già registrati?

@innovandiamo
@innovandiamo
10 anni fa

My 2 cents:
I principi e la direzione sembra giusta.
Credo che il problema resti nella governance frammentata in una pluralità di enti che disperdono e ritardano l’execution di qualsivoglia riforma verso l’adozione generalizzata del digitale nella p.a.
Non essendo attori, broker, virtuosi come avviene in UK per esempio, tutti i buoni propositi e principi identificati in questo post rischiano di risultare improduttivi di qualsivoglia effetto se non viene ripensata la governance di questi enti – includendo la rimozione di alcuni di loro.

Giogori
Giogori
10 anni fa

Se italia Login garantirà elevati gradi di sicurezza poiché fornisce un unica credenziale con elevati e certificati livelli di sicurezza, domando:
1. Unica Credenziale: non sarà SPID, in quanto da quello che si evince dal Decreto già pubblicato garantirà più credenziali e a più livelli (una password, una smart card, un OTP, una applicazione, ecc.).
2. Si parla di certificazione: ma le certificazioni richiedono standard. Di quali standard si sta parlando?
3. Non è riduttivo pensare che la sicurezza della PA sia data dal sistema di autenticazione? ISO 27001 prevede 14 controlli su accesso e identità su un totale di 114. E gli altri 100?

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