il quadro

Pagamenti elettronici, così l’Italia insegue (zoppicando) l’Europa

L’Italia è solo all’inizio del percorso di trasformazione che porterà sempre più a eliminare il contante in favore dei pagamenti elettronici. Vediamo i trend, con quest’analisi del Politecnico di Milano

Pubblicato il 03 Ott 2017

Valeria Portale

Direttore dell’Osservatorio Innovative Payments e dell’Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano

Matteo Risi

Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano

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Lo scorso 15 settembre sono stati pubblicati dalla BCE i dati sullo stato di benessere dei sistemi finanziari europei nel 2016. Focalizzando la nostra attenzione sui pagamenti elettronici con carta, siamo andati a vedere dove si posiziona l’Italia rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea.

Il numero delle transazioni con carta. In termini di numero di transazioni pro-capite, l’Italia nel 2016 cresce del 17% (8^ miglior crescita in Europa), raggiungendo quota di 50 transazioni pro-capite (erano 43 nel 2015) e recuperando una posizione (ai danni della Germania) nella classifica degli EU28. Nonostante questo, l’Italia rimane nella parte bassa della classifica col 24°posto su 28, davanti a Germania (49,6 transazioni pro-capite), Grecia (29,4), Romania (17,8) e Bulgaria (13,5). La media EU28 si attesta a 117,8 transazioni pro-capite e scende a 98,8 transazioni pro-capite considerando la sola Area Euro. In cima alla classifica rimangono Danimarca (al 1° posto con 328,3 transazioni pro-capite), Svezia (al 2° posto con 317,4) e Finlandia (al 3° posto con 279,1 transazioni pro capite). La medaglia di legno, un soffio fuori dal podio, se la aggiudica il Regno Unito con 248,8 transazioni pro-capite.  Da notare che un cittadino italiano transa circa la metà della media europea e meno di un sesto di un cittadino danese.

La crescita italiana del 17% è ben al di sopra della media europea (+12%). Anche la Spagna (17°) cresce bene (+16%). In assoluto la crescita percentuale più alta è registrata dalla Grecia (26°) che raddoppia le proprie transazioni pro-capite (+108%); insieme a lei crescono bene anche Romania e Bulgaria rispettivamente +28% e +21%. Polonia (13°) e Irlanda (9°) sono i Paesi che hanno scalato più posizioni (3 e 2 rispettivamente) con una crescita del +27% e +19%. Germania (25°) e Slovenia (15°) perdono invece 2 posizioni con una crescita del +9%. È interessante notare come i Paesi sul podio crescano ad un tasso relativamente “basso” (+9%), ma che, in termini assoluti, vale praticamente il quadruplo rispetto alla crescita italiana (circa 25 transazioni pro-capite all’anno in più).

Il valore del transato con carta. La situazione dell’Italia migliora se si guarda al valore del transato pro-capite. Tuttavia, va ricordato che tale indicatore è meno significativo rispetto al precedente poiché distorto dal fatto che la capacità di spesa dei cittadini europei è sicuramente più alta in quei paesi dove vi è un PIL pro-capite elevato. In Italia il valore del transato pro-capite cresce del 14% (9^ miglior crescita) e raggiunge i 3.275€ (era di 2.870€ nel 2015). L’Italia recupera nel 2016 una posizione (sempre ai danni della Germania), passando dal 16° a 15° posto. La crescita dell’Italia è di poco superiore alla media Europea (+13%).

Come per le transazioni pro-capite, anche in questo caso la Spagna (16°) con una crescita del 13% si rivela pressoché allineata con il nostro Paese. Il Paese che fa segnare la crescita maggiore è, invece, ancora una volta, la Grecia (24°) con un +75% che le permette di scalare ben 2 posizioni nei confronti degli altri Paesi dell’EU28. Cresce anche la Gran Bretagna che, nonostante, fosse già la prima della classe con 13.900€ di transato pro-capite nel 2015, fa registrare un +20% che la porta a più di 16.600€ nel 2016.

Cosa fare? Questi dati mostrano che l’Italia è solo all’inizio del percorso di trasformazione che porterà sempre più a eliminare il contante in favore dei pagamenti elettronici.

Analizzando le evoluzioni che hanno caratterizzato il 2016 dei pagamenti elettronici in Italia possiamo identificare due fattori che stanno nella sostanza contribuendo a questa trasformazione. In primis la componente più innovativa dei pagamenti digitali, come il pagamento contactless o quello di servizi di mobilità (parcheggi, trasporti pubblici, car-sharing, etc.), ha il merito di avvicinare i consumatori ai pagamenti elettronici anche per importi più limitati rispetto a quelli per cui si era soliti utilizzare la carta. Il secondo fattore è, invece, legato all’accettazione dei pagamenti elettronici lato Pubblica Amministrazione grazie a PagoPA, la piattaforma online promossa da Agid che consentirà ai cittadini di pagare con carta i servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione.

Tuttavia riteniamo che queste due componenti non siano sufficienti. I pagamenti elettronici rivestono, infatti, un ruolo fondamentale per l’economia del Paese: permettono la lotta all’evasione, abilitano e preparano culturalmente la popolazione all’utilizzo di molti altri servizi innovativi. La loro importanza dovrebbe quindi meritare azioni di incentivo più convinte e continuative da parte del Governo insieme a tutti gli attori della filiera dei pagamenti.

Saprà l’Italia raccogliere e ben interpretare questa sfida? Attendiamo la prossima Legge di Stabilità!

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