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Pon Metro, Falcomatà: “Ecco le richieste dei Comuni in vista del ciclo 2020-2027”

I fondi Pon Metro sono una risorsa importante per lo sviluppo del territorio e la crescita sociale e culturale della collettività. Ecco cosa chiedono i Comuni e cosa sta realizzando la città di Reggio Calabria in ambito digitale

Pubblicato il 07 Mar 2019

Giuseppe Falcomatà

Sindaco di Reggio Calabria e delegato ANCI al Mezzogiorno e alle Politiche per la coesione territoriale

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Maggiore supporto e coinvolgimento delle amministrazioni locali nella fase iniziale di programmazione dei Pon Metro; rafforzamento delle misure finanziarie dirette a favore delle città; designazione, da parte della Commissione di un coordinatore speciale sulle questioni urbane. Sono queste le principali questioni che da delegato ANCI al Mezzogiorno e alle Politiche per la coesione territoriale sento di dover portare all’attenzione del Governo e della Commissione europea in vista del nuovo ciclo di programmazione 2020-2027.

Le risorse Pon Metro

Quella del PON Metro è una esperienza straordinaria, che ha consentito ai Comuni e alle Città metropolitane italiane di raggiungere eccellenti risultati nell’utilizzo di risorse per programmare e pianificare il futuro.

Grazie ai 125 milioni di euro spesi nel 2018, il PON 2014-2020 ha superato i target di spesa fissati dalla Ue, distribuendo 90 milioni di euro alle Città metropolitane del Sud e 40 milioni di euro a quelle del Centro Nord.

Cosa stiamo realizzando a Reggio Calabria

Reggio Calabria, la città di cui sono Sindaco, in particolare, dispone di 91.895.333,67 euro e ha avviato una serie di progetti volti a rispondere alle necessità del territorio e a soddisfare i diritti di cittadinanza, a migliorare la qualità della vita e a sostenere la crescita sociale e culturale della collettività. In ambito digitale, in particolare, sono in corso di realizzazione :

  • Una piattaforma Smart City per monitorare e processare la gran quantità di dati della rete di sensori installata nell’ambito della città metropolitana basandosi su un approccio Big Data, cloud, open source e multi-protocollo.
  • Amministrazione digitale un sistema per la realizzazione di un Ecosistema Digitale a supporto dei procedimenti Amministrativi della Smart City Metropolitana e consentire così ai cittadini di svolgere online qualsiasi adempimento burocratico da PC, dispositivi mobili e postazioni digitali pubbliche dislocate sul territorio.
  • Open sit 2.0: una piattaforma costituita da un ecosistema di tecnologie, metodologie, infrastrutture e moduli software volte a incrementare la competitività delle Aziende e migliorare la qualità dei servizi erogati.
  • Smart Tourism: una piattaforma multicanale per la fruizione di contenuti digitali georeferiti associati a licenze d’uso del contenuto e offerti “as a service” in logica open data e usufruibili anche tramite API/interfacce e REST/Web Services. L’obiettivo è quello di promuovere una rete di servizi turistici organizzati secondo criteri e standard qualitativi condivisi.
  • RC cittadinanza attiva, per la realizzazione di una piattaforma flessibile e personalizzabile che metta in relazione i cittadini e gli amministratori per processi partecipativi sulle politiche pubbliche
  • H2O online, per la gestione di tutti gli ambiti legati al servizio idrico da parte dell’Ente conformemente alle disposizioni normative.

Continuare a sfruttare le enormi potenzialità del programma

Ora dobbiamo guardare al futuro e agli ultimi anni della programmazione 2014-2020 per continuare a sfruttare le enormi potenzialità del programma, che riguardano la mobilità urbana, l’agenda digitale e l’inclusione sociale.

Da delegato ANCI al Mezzogiorno e alle Politiche per la coesione territoriale faccio mia la voce di tanti colleghi amministratori. Auspichiamo infatti che il Governo supporti, valorizzi e rinnovi l’esperienza dei PON, rilanciando in sede europea il nuovo ciclo di programmazione 2020-2027.

Coinvolgere le amministrazioni locali

Chiediamo che le amministrazioni locali vengano coinvolte anche nella fase iniziale della programmazione e non soltanto “a valle” come beneficiari di misure già preventivamente decise. È necessario rafforzare le misure finanziarie dirette a favore delle città, ampliando anche ad altre aree urbane, semplificando i processi di assegnazione ed eliminando le intermediazioni, per garantire interventi più rapidi e idonei.

Anche in vista della riforma della politica di coesione, tra le criticità da superare rilevo l’esigenza di una più efficiente scansione dei tempi di attuazione dei programmi. L’approvazione dei regolamenti sui PON nel 2013 con l’attuazione dei programmi operativi nella seconda metà del 2014 ha provocato problemi a cascata, primo fra quello della sovrapposizione dei vari cicli di programmazione: con la rendicontazione dei programmi 2007-2013 ancora in corso, ci siamo ritrovati a “rincorrere” la programmazione 2014-2020. Per questo ritengo opportuno che vengano definiti al più presto gli obiettivi 2020-2027.

Maggiore coordinamento degli interventi

Auspico inoltre che, ad ogni livello di governo, si attui un più efficace coordinamento tra gli interventi, coinvolgendo in modo più efficiente le autorità urbane e le loro rappresentanze nella definizione degli obiettivi strategici della programmazione. Oggi rileviamo una difficile coesistenza del PON Metro con gli altri strumenti di programmazione degli Enti Locali: occorre una migliore integrazione con il Documento Unico di Programmazione, con il Bilancio, con il Piano triennale delle opere pubbliche e con i piani strategici di sviluppo delle città.

Il nodo della formazione dei funzionari

Ulteriore difficoltà da non sottovalutare è quello della formazione dei funzionari degli enti locali per l’accesso al sistema di rendicontazione SIGECO. Ad oggi, purtroppo, non tutto il personale è ancora abilitato e adeguatamente formato all’utilizzo.

Quanto alla UE, auspico infine che la Commissione designi al più presto un coordinatore speciale sulle questioni urbane, allo scopo di monitorarne e valutarne l’attuazione pratica negli ambiti strategici oltre che a livello di governo. È indispensabile che gli Stati membri coinvolgano in modo vincolante le città e le aree urbane nell’elaborazione e programmazione delle politiche nazionali rafforzando lo scambio di esperienze sui programmi nazionali e regionali per lo sviluppo urbano.

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