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Sanità in Lombardia, “con i big data miglioriamo prevenzione e cura”

In Lombardia oltre 6 milioni di cittadini hanno un FSE e possono consultare la loro storia clinica, unitamente agli operatori che li hanno in carico. La gestione dei dati permette inoltre di ripensare in senso pro attivo il sistema della prevenzione al fine di anticipare la domanda di salute con azioni personalizzate

Pubblicato il 04 Dic 2017

Giovanni Daverio

Direttore Generale Welfare, Regione Lombardia

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La riforma della Sanità in Lombardia ha determinato l’avvio di un lavoro continuo e costante su una gran mole di dati sanitari non in possesso della Regione. Dati che saranno ancor di più progressivamente strutturati nel fascicolo sanitario elettronico, già oggi disponibile in Lombardia per oltre 6 milioni di cittadini che possono consultare la loro storia clinica, unitamente agli operatori che li hanno in carico.

Nel fascicolo sanitario elettronico sono contenuti tutti i dati relativi ai Lea erogati per il soggetto; il FSE, opportunamente arricchito con informazioni codificate in modo univoco e quindi facilmente elaborabili e confrontabili, assicura la piena accessibilità (e certificazione) delle informazioni sulla storia clinica e sulla diagnostica effettuata, la loro integrità e sicurezza.

Articolare la rete sulla base dei bisogni di salute dei cittadini, ma anche sulla diversa intensità del livello di cura e di accompagnamento, significa strutturare risposte che siano costantemente guidate dalle informazioni sullo stato delle persone durante tutto il percorso di presa in carico.

La stratificazione della domanda consente altresì di ripensare in senso pro attivo il sistema regionale della prevenzione al fine di anticipare la domanda di salute con idonee azioni personalizzate verso quella fascia di persone che oggi sono qualificabili come “non consumatori” ovvero “consumatori occasionali”.

Sotto questo profilo la sanità digitale, sulla base delle informazioni raccolte e delle conseguenti correlazioni, offre una pluralità di soluzioni che consentono di agire tempestivamente per promuovere la salute, prevenire le malattie e incoraggiare ambienti favorevoli a stili di vita sani tenendo conto del principio comunitario “la salute in tutte le politiche”. L’attivazione di percorsi preventivi personalizzati, sulla base della segmentazione della domanda, è al centro dell’obiettivo primario del “prendersi cura” e permette altresì di monitorare gli interventi in tempo reale ed individuare in anticipo le anomalie per porre in essere le conseguenti azioni correttive.

Nel momento in cui la persona accede al “sistema”, sia ospedaliero che territoriale, la presa in carico consente di seguire tutto il percorso di cura indipendentemente dalla struttura e/o servizio che ha fatto da punto di accesso.

Ciò su cui si fonda la continuità di cura e il percorso di presa in carico è l’informazione sulla domanda di salute della persona. Il percorso di presa in carico si conclude dunque solo nel momento in cui giunge alla struttura e/o servizio da cui è stato effettuato l’accesso al sistema, il follow up sullo stato della domanda e sull’appropriatezza della risposta ottenuta. Esemplificando immaginiamo che la persona che accede ai servizi in acuzie (struttura ospedaliera) in continuità con i servizi ivi fruiti in sede di dimissione ottiene certezza dell’attivazione di tutti i servizi territoriali, che saranno preventivamente allertati e prenotati laddove necessario (diagnostica e ambulatoriale).

La “responsabilità” della presa in carico è “unica” e si integra in tutti i punti di accesso al servizio che deve assicurare in continuità con l’intera rete d’offerta il percorso di cura in funzione del tipo di domanda di salute espressa.

Al contempo, la stratificazione della domanda come delineata consentirà di declinare in modo appropriato i livelli di intervento e di responsabilità commisurati alla intensità dell’intervento assistenziale e alla specificità clinica e organizzativa.

La stratificazione della domanda e dei bisogni permetterà un accesso al sistema personalizzato, attraverso la cartella clinica digitale, secondo classi di priorità e in modo che possano automaticamente, anche attraverso le cd. “agende aperte”, rilevarsi le anomalie e definire conseguentemente le soglie di accesso in base all’appropriatezza della domanda e della risposta.

Il modello si fonda su un sistema di individuazione delle anomalie (anomaly detection) che permetterà di intervenire in tempo reale rispetto al verificarsi di alert nella programmazione delle prestazioni (agende) e nell’accesso al “sistema” per classi di priorità. Le persone potranno in tempo reale avere un aggiornamento delle disponibilità di servizi e prestazioni sulla base del loro bisogno, la rete degli erogatori sarà favorita dalla stratificazione e previsione della domanda nell’attività di allocazione delle risorse (umane, organizzative e finanziarie) saturando tutta la disponibilità in agenda.

Questo nuovo approccio all’accesso, possibile grazie al progressivo impiego di tecnologie esponenziali e basato sul concetto di stratificazione della domanda, consentirà di rivedere i criteri sulla base dell’effettiva domanda, potendo così tendere a modelli basati su classi di priorità anche per le visite, le prestazioni ambulatoriali, le azioni di prevenzione e per la cronicità su una piattaforma dedicata, favorendo la riduzione tempi d’attesa e il ricorso alla medicina difensiva ed ottimizzando le risorse.

Questo è il primo passo di un percorso nuovo, di un differente modo di lavorare in cui la persona presa in carico è al centro del sistema di cura organizzato attraverso una rete.

All’interno di tale contesto, influiscono diversificati fattori ed eventi, non solo di pertinenza dell’ambito sociosanitario, su cui già oggi vale la pena di ragionare, identificando nuove dimensioni di analisi basate sui dati.

Le suggestioni per il futuro sono legate all’influenza sulla salute della persona dei corretti stili di vita e dei fattori ambientali, sociali ed economici quali l’inquinamento, il benessere sul luogo di lavoro, il reddito individuale o familiare, la storia familiare.

La raccolta organizzata di queste informazioni e la loro possibile correlazione aumenta in modo significativo il potenziale predittivo delle analisi sanitarie fin qui svolte, aprendo nuovi scenari e modelli di cura.

Un ulteriore elemento di innovazione, abilitato dalle nuove tecnologie digitali “wearable”, è dato dalla possibilità di raccogliere le informazioni “in continuum”, adattando dinamicamente il profilo di cura sul singolo soggetto grazie alla rete ed al contributo degli specialisti in ascolto.

Questo futuro non è così lontano come si potrebbe immaginare, ma è un presente che avanza sulle solide basi di cambiamento fin qui costruite.

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