cultura digitale

Biblioteche digitali, un patrimonio in crescita: cosa sono e quali sono le più utili

Una biblioteca digitale è un luogo virtuale che fornisce accesso a una serie di materiali di cui ricercatori e studiosi (ma anche studenti e utenti occasionali) hanno bisogno per fare il loro lavoro, e consente inoltre nuove forme di ricerca, difficili o impossibili da effettuare prima del loro avvento. Ecco le principali

Pubblicato il 01 Apr 2022

Carmelina Maurizio

Università degli Studi di Torino

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È nata da poco in Italia MediaLibraryOnLineMLOL, la prima rete italiana di biblioteche pubbliche, accademiche e scolastiche per il prestito digitale: le biblioteche che vi aderiscono sono oltre 6.000, in 20 regioni italiane, tra cui campeggia la Lombardia, e 10 paesi stranieri, tra questi Argentina, Australia, ma anche Brasile, Chile, Cina e Israele.

MLOL e altre iniziative analoghe, che aprono un inimmaginabile universo, che solo qualche decennio fa sarebbe apparso pura fantascienza, dimostrano la crescita del patrimonio italiano di biblioteche digitali. Esploriamone la ricchezza, seppure in modo non esaustivo, cercando prima di comprendere cos’è una digital library, senza dimenticare di dare uno sguardo anche ad alcune realtà internazionali.

Le biblioteche digitali conquistano gli italiani durante il lockdown: cosa offrono e cosa manca ancora

Cos’è una biblioteca digitale?

Una biblioteca digitale è un luogo virtuale che fornisce accesso a una serie di materiali di cui i ricercatori e gli studiosi (ma anche studenti e utenti occasionali) hanno bisogno per fare il loro lavoro, e consente inoltre nuove forme di ricerca, difficili o impossibili da effettuare prima del loro avvento.

La banca dati è potenzialmente infinita e non solo, ma è possibile anche accedere a strumenti per poter operare ricerche, fare classificazioni e altro, che erano quasi impossibili da effettuare manualmente. Il termine più antico per definire una biblioteca che usa le tecnologie è stato quello di “biblioteca elettronica” (Electronic Library), che indica una biblioteca automatizzata che usa ogni tipo di strumentazione elettronica necessaria al suo funzionamento: grossi calcolatori, PC, terminali[1].

La prima definizione di biblioteca digitale risale al 1999, quando Christine Borgman[2] la definisce come “un servizio, un’architettura di rete, un insieme di risorse informative, incluse banche dati testuali, dati numerici, immagini, documenti sonori e video, etc. e un insieme di strumenti per localizzare, recuperare e utilizzare l’informazione recuperata”. Una seconda definizione è stata fornita da William Y. Arms[3] nel 2000, che pose l’accento sulla necessità di organizzare e gestire sia le collezioni digitali, e i servizi connessi, definendola come collezione di informazioni in formato digitale i cui servizi sono accessibili attraverso la rete.

Negli Stati Uniti esiste una grande comunità di librerie digitali la Digital Library Federation[4] che è un potente punto di riferimento globale per la ricerca e lo studio. Nella homepage della DFL si legge le biblioteche digitali sono organizzazioni che forniscono le risorse, compreso il personale specializzato, per selezionare, organizzare, dare l’accesso intellettuale, interpretare, distribuire, preservare l’integrità e assicurare la persistenza nel tempo delle collezioni digitali così che queste possano essere accessibili prontamente ed economicamente per una comunità definita o per un insieme di comunità[5]. Rispetto ad una tradizionale, la biblioteca digitale offre molti più servizi, che riguardano l’accesso ai dati, come la consultazione e la gestione dei cataloghi, per esempio, ma anche offre modalità di ricerca più veloci e ultimo, ma non ultimo, è accessibile da ogni luogo e in ogni momento. Inoltre, consente l’integrazione di collezioni che sono già presenti in rete e quindi il suo ampliamento è potenzialmente infinito. E ancora, l’utente della biblioteca digitale è un attore attivo, che contribuisce con diverse funzioni al miglioramento della ricerca, e può in tempo rapido prendere note, trasferire materiali e molto altro ancora.

I metadati

I metadati sono alla base della gestione delle informazioni all’interno delle biblioteche digitali e possono essere associati a documenti HTML, immagini, libri, siti, luoghi, database, oggetti presenti in un museo, ma anche persone, istituzioni, concetti e possono contenere vari tipi di informazioni. Sono di tre tipi, descrittivi, strutturali e amministrativi, e ciascuno di essi può svolgere numerose funzioni, tra cui per esempio la gestione delle risorse e dei diritti di proprietà intellettuale, l’autenticazione e l’autorizzazione, la personalizzazione e la localizzazione dei servizi.

Per fare un esempio, un gruppo di metadati è costituito dalla scheda del catalogo di una biblioteca, che a sua volta contiene informazioni sul contenuto e la posizione di un libro, oppure può essere la fonte o l’autore.

Biblioteca digitale italiana

La Biblioteca digitale italiana (BDI) rappresentata sul portale Internet Culturale, è un aggregatore di repository digitali sparsi sul territorio italiano appartenenti a biblioteche di varia provenienza e specializzazione, tra cui il Ministero per i beni e le attività culturali (MiBAC), il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR), oltre ad enti locali, fondazioni e istituti culturali italiani.

Le raccolte possono fare riferimento ad una sola istituzione o essere a loro volta aggregatori, come il l’ICCU – Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane e per le Informazioni Bibliografiche che, per esempio, gestisce il patrimonio digitalizzato di cento istituzioni o come la Biblioteca digitale ligure, che rappresenta tutto il proprio territorio, o come il Sistema Bibliotecario di Firenze.

Nell’indice della BDI si trova qualsiasi tipologia di documento rappresentato e di formato digitale, da manoscritti (dal codice medievale alle lettere), testi a stampa, musica manoscritta, musica a stampa, libretti per musica, carte geografiche, materiale grafico, registrazioni sonore di vario tipo. Anche l’arco temporale è molto ampio: sono presenti documenti che vanno dall’ 8°/9°. secolo fino alla metà del 20°, con l’unica eccezione dell’esclusione delle opere dell’ingegno sottoposte alle leggi sul diritto d’autore. A volte alcune collezioni digitali non possono essere mostrate online, perché mancano i diritti alla visualizzazione. Le opere consultabili sono documenti rielaborati in digitale: immagini (JPEG), trascrizioni di testi (txt TEI), le tracce sonore riversate in file (MP3), gli stampati decodificati in OCR per la lettura dei testi nelle immagini.

Fonti Storiche: risorse per umanisti digitali

Fonti storiche è una raccolta di link ad archivi, biblioteche digitali, manoscritti, mappe storiche, progetti, database aperti e riviste scientifiche. È impossibile rendere conto di tutte le risorse accessibili da Fonti Storiche: dalla Biblioteca Digitale delle Donne alla British Library, da HathiTrust, un consorzio di istituti accademici e di ricerca che offre una raccolta di milioni di titoli digitalizzati da biblioteche di tutto il mondo. E non manca la Harvard Digital Collections che offre accesso pubblico gratuito a oltre 6 milioni di oggetti digitalizzati: dall’arte antica ai manoscritti moderni e ai materiali audiovisivi.

Il progetto Liber Liber

Nell’ambito delle tante attività svolte da Liber Liber si trova anche una pagina del sito dedicata interamente alle biblioteche digitali, che attraverso i link forniti sono facilmente rintracciabili. Dalla Biblioteca della letteratura italiana a DigitaMi, un fondo dedicato alla cultura e alla storia di Milano, a quelle specializzate su Dante, Goldoni, Leopardi e i libretti d’opera.

MLOL

Mlol una piattaforma per accedere alla quale è necessario essere iscritti in una delle biblioteche aderenti. Attraverso il portale, l’utente può consultare gratuitamente la collezione digitale della biblioteca a cui è interessato, e vi troverà e-book, musica, film, giornali, banche dati, corsi di formazione online (e-learning), archivi di immagini e molto altro. Inoltre, alcune tipologie, come audio e e-book, comprendono anche risorse in download, da scaricare sui propri dispositivi mobili. MediaLibraryOnLine consente al lettore, allo studioso e a chiunque voglia accedere al prestito, di utilizzare il servizio dalle postazioni della biblioteca di zona o dalla propria casa, biblioteca, dall’ufficio, dalla scuola, senza presentarsi fisicamente in biblioteca per vedere un film o ascoltare musica.

La piattaforma MLOL ha una sua pagina riservata alla lettura dei giornali, un’altra dedicata al cinema e agli audio libri e un’altra ancora alle risorse OPEN, una collezione di risorse gratuite, aggiornata, da fonti validate. Ciascuna funzione di MLOL è presentata da tutorial, che aiutano chi è ai primi passi nel mondo delle biblioteche digitali.

readER

La realtà delle biblioteche digitali in Emilia-Romagna riguarda quelle scolastiche: sono già 468 le scuole che hanno aderito a readER , un progetto unico nel suo genere a livello nazionale, attuato dal Servizio Patrimonio Culturale con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna. Nella regione il dato generale conferma l’incremento dei servizi forniti dalle biblioteche digitali, pubbliche e private, di oltre il 100% nel 2020 rispetto al 2019, e nel 2021 con un +90% rispetto sempre al 2019. Le consultazioni di tutti i media sono passate da 2.561.330 nel 2019 a 5.248.992 nel 2021 (+105%); i prestiti di e-book da 192.055 a 318.406 nello stesso periodo (+65,79%), mentre il totale degli utenti è passato da 31.891 a 51.334 (+61%).

Le scuole sono presenti in tutte le province dell’Emilia-Romagna dal primo ciclo (312 istituti) alla secondaria (156 istituti).

Note

  1. Longo S., Seminario di cultura digitale, Università degli Studi di Pisa, 2014
  2. Borgman C. What are digital libraries? UCLA, 1999 
  3. Arms W.Y, Digital Libraries, MIT Press, 2001
  4. https://www.diglib.org/
  5. idem

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