il progetto ergocub

Inail: “La robotica al servizio della prevenzione degli infortuni sul lavoro”



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Sfruttare la robotica per rafforzare la prevenzione e ridurre il rischio psicofisico dei lavoratori: è l’obiettivo dei nuovi umanoidi e delle tecnologie indossabili pensate da Inail e IIT nel nuovo progetto ergoCub. Ecco di cosa si tratta

Pubblicato il 5 ott 2023

Anna Palermo

Ufficio di Presidenza Inail e Giornalista



Robot,Hand,Making,Contact,With,Human,Hand.,3d,Rendering.

L’Oms e l’Organizzazione internazionale del lavoro, nell’analizzare le stime congiunte del carico di malattie e infortuni sul lavoro, hanno rilevato la necessità di definire un indicatore in grado di monitorare il tasso di mortalità da malattie professionali.

Il nuovo progetto ergoCub di Inail e Istituto Italiano di Tecnologia ha l’obiettivo di intervenire proprio in questa direzione, inserendo nell’interazione uomo-robot un nuovo sistema di monitoraggio e risposta a favore della salute del lavoratore.

L’indicatore per di monitorare il tasso di mortalità da malattie professionali

Con il supporto dei Centri di collaborazione di Cina, Iran, Italia e Sud Africa, l’Organizzazione mondiale della salute ha definito l’indicatore: “tasso di mortalità per 100.000 abitanti in età lavorativa da malattie attribuibili a selezionati fattori di rischio professionale, per malattia, fattore di rischio, sesso e gruppo di età”

Inail, in qualità di Centro di collaborazione dell’Oms per la salute dei lavoratori, ha partecipato allo studio e alla costruzione dell’indicatore, sia per quanto riguarda lo sviluppo metodologico dell’indicatore, sia fornendo le informazioni relative all’attuale sistema nazionale di monitoraggio delle malattie professionali. La comparazione, fra i sistemi dei diversi paesi che hanno contribuito allo studio, ha dimostrato che il sistema italiano è pronto all’integrazione del nuovo indicatore. Attraverso confronti sistematici tra dati assicurativi e dati provenienti dai sistemi di sorveglianza epidemiologica, si può rinforzare il sistema assicurativo nazionale e aumentare la capacità di stimare la frazione occupazionale del carico di malattia.

Il nuovo indicatore – destinato appunto a migliorare i sistemi di monitoraggio della salute dei lavoratori, incrementando l’attenzione sull’impatto delle malattie professionali e contribuendo a promuovere la ricerca su misure e interventi di prevenzione – è stato presentato in un articolo scientifico pubblicato il 1° giugno sul Bulletin of the World health organization ed è disponibile anche attraverso l’applicazione dell’Oms sul carico delle malattie occupazionali.

Cobot e intelligenza artificiale

Negli ultimi anni si assiste con sempre maggiore frequenza all’impiego di nuove tecnologie per migliorare le condizioni di lavoro, aumentare la produttività e migliorare la qualità produttiva degli impianti.

Secondo un recente studio condotto da Eu-osha, i sistemi di monitoraggio digitale intelligente per la sicurezza e la salute sul lavoro, come ad esempio i dispositivi indossabili e le app telefoniche, possono fornire un supporto su misura, volto a soddisfare le esigenze di gruppi specifici di lavoratori, tra cui persone con disabilità, anziani, migranti, donne incinte, personale con neurodiversità o con problemi di salute.

L’utilizzo di cobot (robot collaborativi), di sistemi di automazione e dell’intelligenza artificiale mitiga le situazioni di rischio in ambienti pericolosi, al contempo queste innovazioni tecnologiche possono comportare rischi nuovi ed emergenti ed esercitare un impatto inedito sulla salute e la sicurezza dei lavoratori.

A tal proposito, l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu-Osha) ha recentemente pubblicato otto casi studio, nei quali viene analizzato l’uso della robotica e dell’intelligenza artificiale per l’automatizzazione delle attività nei luoghi di lavoro. Le ricerche, che analizzano casi specifici di aziende europee che operano in diversi settori economici, hanno dimostrato che l’introduzione di un sistema basato sull’intelligenza artificiale o l’utilizzo di cobot esercita impatti considerevoli sulla sicurezza e salute negli ambienti di lavoro. Dalle esperienze analizzate emerge che l’automazione di compiti ripetitivi, di routine e potenzialmente pericolosi limita considerevolmente l’esposizione ai rischi connessi all’attività lavorativa per il personale coinvolto, sia dal punto di vista fisico che cognitivo. Il ricorso alla robotica avanzata e all’intelligenza artificiale, pertanto facilita l’individuazione di soluzioni altamente personalizzate per un’azienda

ErgoCub il Robot avatar per la Sicurezza sul lavoro

In occasione dell’Icra (International Conference on Robotics and Automation) 2023 di Londra, 40esima edizione della più importante conferenza mondiale sulla robotica e l’automazione, il progetto ergoCub di Inail e Istituto Italiano di Tecnologia, sviluppato sin dal 2021 per assistere i lavoratori nelle fabbriche del futuro, ha riscontrato un grande successo e catturato persino l’attenzione di Reuters e CNN per originalità e funzionalità del prodotto. L’obiettivo dei nuovi umanoidi e tecnologie indossabili pensata da Inail e IIT nel nuovo progetto ergoCub è quello di sfruttare la robotica per rafforzare la prevenzione e ridurre il rischio psicofisico dei lavoratori.

ErgoCub, nonostante sia alto solo un metro e mezzo per un peso di circa 57 chilogrammi, è in grado di contribuire alla prevenzione degli infortuni sostituendosi al lavoratore nello svolgimento dei compiti più pericolosi o impegnativi dal punto di vista fisico. Le luci Oled installate nel volto, inoltre, consentono a ergoCub di esprimere le proprie emozioni, che sono fondamentali per agevolare il suo inserimento nelle fabbriche del futuro e favorirne l’accettabilità da parte dei lavoratori umani.

Agevolare l’accettazione dei sistemi basati sull’intelligenza artificiale sui luoghi di lavoro per ridurre al minimo l’impatto sull’organizzazione è uno dei temi molto dibattuti tanto da essere materia su cui l’Agenzia europea per la sicurezza e salute sul lavoro ha investito energie; l’Agenzia Europea infatti ha pubblicato un documento strategico che esamina i vantaggi dell’ingegneria della resilienza a cui le aziende possono farvi ricorso per aiutare i lavoratori ad accettare e utilizzare correttamente i nuovi sistemi robotici e le applicazioni basate sull’intelligenza artificiale.

Nonostante le crescenti preoccupazioni legate all’impatto dell’intelligenza artificiale, i robot di ultima generazione possono fornire un aiuto prezioso in diversi scenari di utilizzo. Nel caso di ergoCub, la sfida è anche quella di introdurre negli ecosistemi industriali avanzati robot umanoidi collaborativi che possano interagire come dei veri compagni di lavoro, in grado di rilevare in anticipo eventuali situazioni anomale, attraverso sistemi di percezione dello stato fisico dell’essere umano, e intervenire a supporto, anticipando il rischio di errore e gli infortuni dovuti a movimenti continui e ripetitivi.

Le società moderne chiedono sempre più di avere a disposizione dei collaboratori robotici che percepiscano gli esseri umani e correggano le interazioni non ergonomiche al fine di ridurre al massimo l’insorgere di malattie muscoloscheletriche. I robot devono soddisfare il bisogno umano di assistenza fisica in un sistema di collaborazione che richiede l’azione congiunta robot-uomo in uno spazio di lavoro condiviso, questo il segreto per una sana accettazione e massima efficienza.  Nell’industria 5.0, alla quale siamo protesi, il robot collaborativo deve superare le abilità di interazione fisica e acquisire abilità collaborative.

La robotica al servizio della prevenzione

Portare le tecnologie robotiche nell’industria 5.0, mettendo al centro dell’interazione tra uomo e robot l’accettabilità e il benessere psicofisico dei lavoratori, a ciò punta il nuovo progetto di ricerca di durata triennale ergoCub, promosso dall’Istituto italiano di tecnologia (IIT) e dall’Inail, un investimento di circa cinque milioni di euro per la progettazione e realizzazione di nuovi umanoidi e tecnologie indossabili, in grado di valutare, gestire, ridurre e prevenire il rischio fisico dei lavoratori nei contesti industriali e ospedalieri. Non si tratta di un punto di partenza ma della continuità del percorso di collaborazione avviato anni fa con IIT nel segno dell’innovazione tecnologica e che ha portato a importanti risultati nel settore della prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, nonché nella riabilitazione degli infortunati.

ErgoCub è infatti, l’evoluzione del progetto europeo AnDy (Advancing Anticipatory Behaviors in Dynamic Human-Robot Collaboration) già realizzato all’interno del Programma per la Ricerca e l’Innovazione dell’Unione Europea HORIZON 2020. Mentre in AnDy tre erano stati gli scenari considerati: cobots: robot industriali certificati per lavorare a stretto contatto con l’uomo; exoskeleton: atti a rafforzare e guidare il corpo delle persone nelle attività lavorative; humanoid: robot in grado di eseguire compiti che anticipano il comportamento umano. Con ergoCub, si punta a trasferire i risultati tecnologici ottenuti in precedenza. Mediante una tuta indossabile in grado di registrare il movimento del corpo umano e leggerne gli sforzi, si possono identificare i possibili rischi per la salute del lavoratore e facilitare l’attività lavorativa migliorando l’interazione tra lavoratori e robot.

Lo scopo del progetto ergoCub

Lo scopo del progetto ergoCub è applicare la robotica collaborativa e l’intelligenza ambientale per massimizzare l’ergonomia e l’accettazione tecnologica nei futuri ambienti industriali e sanitari e ridurre il rischio psicofisico dei lavoratori. In particolare: nell’ambito dell’assistenza sanitaria si punta a monitorare da remoto la salute delle persone in tempo reale e a migliorare i processi riabilitativi nonché assistere gli operatori sanitari; in ambiente industriale si vogliono migliorare i processi industriali, riducendo al minimo il rischio di lesioni da disturbi muscoloscheletrici ed individuare compiti collaborativi con i lavoratori.

Nel progetto ergoCub i ricercatori di Inail e IIT puntano a progettare e realizzare due nuovi robot umanoidi collaborativi, ispirati alla tecnologia del robot umanoide iCub, che rispondano a requisiti di accettabilità e usabilità da parte dei lavoratori e delle lavoratrici, oltre a quelli di sicurezza fisica e di ergonomia. Attraverso questa nuovo progetto supportato da INAIL si mettono in rete le eccellenze del nostro Paese, con il fine comune di fare mettere la robotica nelle condizioni di diventare un’opportunità per migliorare la sicurezza nell’ambiente di lavoro.

Il progetto ergoCub – dove “ergo” indica l’ergonomia e “Cub” richiama il nome dell’umanoide bambino iCub di IIT – prende forma grazie alla digitalizzazione, all’Internet of Things e agli elementi robotici introdotti nei processi produttivi dell’industria 4.0. In questi ecosistemi industriali avanzati, l’interazione tra operatori umani e robot avviene con l’obiettivo di facilitare l’attività lavorativa, ciò determina sistemi di percezione in grado di leggere il movimento dei lavoratori e analizzare i dati relativi alle sollecitazioni fisiche in grado di evitare l’insorgenza di infortuni e malattie muscolo-scheletriche.

Il nuovo progetto tra IIT e Inail ha l’obiettivo di intervenire proprio in questa direzione, inserendo nell’interazione uomo-robot un nuovo sistema di monitoraggio e risposta a favore della salute del lavoratore. L’ introduzione di robot umanoidi collaborativi avranno il compito di interagire come dei veri compagni di lavoro, dei ‘robot workmates’ in grado di avvertire situazioni anomale. L’intento è quindi quello di sviluppare una tecnologia robotica che favorisca il benessere del lavoratore, coniugando gli aspetti connessi al rischio biomeccanico e ai rischi psicosociali

Attraverso una pelle artificiale, in grado di conferire ai robot ergoCub il senso del tatto, i nuovi umanoidi potranno misurare le interazioni con l’ambiente e quindi capire come intervenire nel modo più adeguato e sicuro per la persona. L’utilizzatore potrà indossare un sistema di sensori non invasivo, in modo che il robot riceva le informazioni sul suo stato di salute psicofisica, come il battito cardiaco, la frequenza respiratoria e la temperatura, così da potere scegliere i movimenti più appropriati da eseguire.

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