L'analisi

L’Intelligenza artificiale generativa in azienda: ecco le aree di utilizzo

Dalla produttività personale alla comunicazione aziendale, dal marketing allo sviluppo informatico: sono molte le aree in cui l’IA generativa apre scenari inediti e interessanti. Ecco con quali implicazioni

Pubblicato il 09 Mar 2023

Andrea Boscaro

Partner The Vortex

chatgpt open ai

L’avvento di ChatGPT e degli strumenti equivalenti ha incontrato fin da subito tanto una buona dose di sorpresa quanto un certo, progressivo disincanto: la consapevolezza dei limiti dei modelli linguistici che ne sono alla base non deve però esimere dal riconoscerne le potenzialità e comprenderne i possibili ambiti di adozione nelle sfere della produttività personale, della comunicazione aziendale e dello sviluppo informatico. Così come è necessario sottolineare anche i rischi legati a un uso illecito o spregiudicato di tali strumenti.

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Le aree di utilizzo dell’Intelligenza Artificiale generativa

La sperimentazione ed un successivo impiego maturo dei tool può in particolare riguardare le seguenti attività:

  • l’accesso alle informazioni;
  • l’efficienza nell’elaborazione di dati;
  • la comunicazione aziendale;
  • il marketing digitale e l’e-commerce;
  • lo sviluppo informatico.

La AI per la produttività personale

In procinto, dopo la fase di test ristretta ad un numero limitato di utenti, di assistere all’integrazione dell’Intelligenza Artificiale in Bing come servizio “co-pilota” della ricerca sul Web e ancor più in attesa di capire la risposta costituita dal lancio di Google Bard, Chat GPT ha dimostrato di essere molto efficace nel permettere un accesso più veloce e immediato alle informazioni costituendo una sorta di parafrasi delle risorse che la Rete è in grado di mettere a disposizione. i 75 Terabyte di libri, pagine web e pagine Wikipedia, in inglese e in altre lingue, che costituiscono il suo patrimonio informativo non solo offrono una inesauribile biblioteca a cui attingere, ma hanno anche il pregio di avere addestrato una tecnologia capace di permettere a qualunque utente di fare domande in linguaggio umano ed approfondire il reperimento delle informazioni grazie a domande successive. Da notare in particolare il fatto che tali richieste possono essere formulate in modo da:

  • ottenere risultati in formato tabellare;
  • differenziare il livello di familiarità con l’argomento che deve essere considerato nella risposta;
  • differenziare il tipo di risposta a seconda di aspetti quali la tipologia di destinatario che il bot deve considerare e il tono da adottare;
  • ottenere risultati più pertinenti grazie all’utilizzo di schemi di istruzioni codificati (“prompt”).

Chi ha provato la versione a pagamento di ChatGPT non ha potuto poi solo verificare la possibilità di servirsene anche in momenti di “capacity” del sistema, ma ha anche potuto apprezzare la maggior velocità e la più puntuale granularità delle risposte.

Attivare Chat GPT all’interno di servizi esistenti

Come se non bastasse, la disponibilità di estensioni con cui è possibile attivare ChatGPT all’interno di servizi esistenti abilita ad usi ancora più immediati e, ad esempio, consente:

  • in Google Sheet – e, a tendere, in Excel, di compilare in modo automatico tabelle attingendo ad informazioni presenti nel suo database e di pulire dataset da celle sporche, che includono segni di interpunzione e altri elementi non rilevanti ai fini dell’elaborazione dei dati;
  • con tool come Akkio di interrogare in linguaggio umano set di dati e foglio di calcolo estraendone significati e ottenendone rielaborazioni;
  • in Google Docs di tradurre, riassumere e ottenere versioni alternative di testi;
  • in Gmail di confezionare risposte in modo rapido e di avere un aiuto nella predisposizione di mail e comunicazioni;
  • in YouTube di avere un’immediata trascrizione di video ed un successivo riassunto della stessa;
  • grazie a Whisper, la funzionalità speech-to-text di OpenAI, di sbobinare audio;
  • con tool come Synthesia di sperimentare la validità della sua tecnologia text-to-speech in ciò preludendo alla maggior raffinatezza di cui daranno prova i prossimi chatbot.

Tanti sono gli impieghi di AI nell’ambito della produttività personale che la conoscenza delle funzionalità e dei prompt più efficaci può permettere un accesso più immediato alle informazioni e una maggiore produttività del lavoro laddove, al contrario, una superficiale conoscenza degli strumenti rischia di banalizzarne la comprensione ed offre un limitato impatto sul lavoro quotidiano.

L’AI per la comunicazione aziendale

Se ChatGPT, grazie alla capacità di fornire versioni differenti di un testo, risulta immediatamente utilizzabile da chi deve creare cataloghi, blog, siti web e newsletter, la conoscenza di editor come Copy.ai o Rytr.me permette di impostare in modo più attento il formato di comunicazione coinvolto (e-mail, blog, sito, social media …) e il tono da adottare per generare un semi-lavorato da sottoporre al successivo intervento di un professionista.

In più, le funzionalità basate su AI che consentono di ritoccare, migliorare e differenziare immagini come Dall E, Midjourney e Stable Diffusion risultano molto utili per l’ampliamento e l’ottimizzazione delle immagini in siti, cataloghi, marketplace e social media ma forse è con Flair che emerge la qualità con cui un’azienda può ad esempio modificare la narrazione di un prodotto attraverso, il cambiamento dello sfondo su cui un oggetto può essere riprodotto. Point E infine consente di ottenere modelli 3D e supporta le attività di rendering di progetti e prototipi.

Di fronte a strumenti che permettono di massimizzare la creazione di testi e immagini, è opportuno però tenere in considerare la risposta che Google ha dato quanto al valore che il suo standard di qualità attribuisce ai contenuti generati in tale modo e al loro impatto in termini di presenza sui risultati della ricerca. Di fronte all’avvento di Chat GPT, Google, forse a sorpresa, ha precisato che la sua interpretazione del contenuto rimane invariata: il suo obiettivo è premiare i contenuti di alta qualità, indipendentemente da come vengono prodotti. Non è dunque vietato integrare testi e immagini generati dall’intelligenza artificiale e le pagine web che le contengono possono essere indicizzate e rese oggetto di un’attività di posizionamento. Al contempo, Google consiglia però di fare riferimento alle sue comunicazioni sulla qualità dei contenuti, in particolare sul suo concetto “EEAT”: competenza, esperienza, autorevolezza e affidabilità che rimangono i criteri da soddisfare nella produzione di testi per l’informazione e la comunicazione. Tale approccio meriterà in ogni caso di essere verificato alla luce dell’evoluzione dei metodi con cui identificare i contenuti creati con Ai così da trasmetterne con trasparenza l’origine agli utenti finali.

Del resto, Google si avvale da anni dell’intelligenza artificiale nel comprendere le ricerche che vengono fatte e nel vagliare i risultati da mettere a disposizione e dichiara che “l’intelligenza artificiale ha la capacità […] di fungere da strumento essenziale per aiutare le persone a creare contenuti di qualità per il Web” e continuerà “ad adottare un approccio responsabile, mantenendo standard elevati per la qualità delle informazioni e l’utilità dei contenuti“. In questa comunicazione il motore di ricerca ha poi ricordato che “Google ha molti anni di esperienza nel campo dell’automazione utilizzata per cercare di vanificare i risultati delle ricerche. I nostri sforzi anti-spam, compreso lo sviluppo del nostro sistema SpamBrain, continueranno, indipendentemente da come viene prodotto lo spam”.

La AI per il marketing digitale e l’e-commerce

La differenziazione dei contenuti e dei testi permessa da strumenti come quelli elencati precedentemente coniugata con l’automazione permessa da tecnologie già esistenti e accresciuta da ChatGPT stessa si prestano infine ad aiutare le imprese in molte aree che attengono al marketing digitale e all’e-commerce. Ad esempio, le funzionalità basate su AI permettono di:

  • produrre delle bozze di schede prodotto da perfezionare manualmente così da pubblicarle su siti web, negozi online e ulteriori canali di comunicazione digitali;
  • creare variazioni e perfezionamenti di immagini per poi servirsene sul sito e nella sottoposizione ai motori di ricerca per immagini;
  • differenziare le informazioni da distribuire sui marketplace e sui siti online dei partner commerciali;
  • accrescere la granularità con cui generare copy e landing page da sottoporre ad iniziative di A/B testing nelle campagne pubblicitarie online;
  • produrre bozze di contenuti da utilizzare per la comunicazione sui social media e nelle newsletter;
  • massimizzare le risposte che, in formato testuale, possono arricchire le aree di customer service e costituire la base per realizzare chabot di assistenza al cliente.

Anche prima dell’avvento di ChatGPT, notevoli erano gli impieghi di AI nel marketing digitale e nell’e-commerce, sia nel supportare la generazione di contenuti sulla base di database di schede informative sia nel rendere efficienti le attività di performance marketing, ma di certo risulta oggi più ampia la possibilità anche per aziende meno strutturate di accedere a tecniche e strumenti utili per gestire professionalmente la presenza online.

L’AI per lo sviluppo informatico

Il filosofo Cosimo Accoto sostiene che viviamo già nell’Era della Simulazione dove oggetti come sedie, gioielli e macchinari sono progettati come file digitali prima di essere oggetti “reali” e non vi è dunque alcun dubbio che l’Intelligenza Artificiale possa intervenire nel migliorare le funzionalità che i software di progettazione offrono. La dimensione codificata, standardizzata, senza sfumature dei linguaggi di programmazione si presta poi nella misura più convincente a servirsi di ChatGPT per assistere i programmatori nelle attività più routinarie ed a minor valore aggiunto.

Allo stesso modo, è grazie all’Intelligenza Artificiale che stanno prendendo piede le cosiddette applicazioni “no-code”, strumenti di sviluppo software che consentono agli utenti di creare applicazioni informatiche senza dover scrivere codice. Questi strumenti utilizzano interfacce visive e modalità di istruzione drag-and-drop per creare componenti e definire i servizi offerti, eliminando la necessità di conoscenze di programmazione avanzate. Le applicazioni no-code possono essere utilizzate per creare siti web, app mobile e software aziendali.

Conclusioni

Ancor più su questo fronte dunque Chat GPT e gli altri strumenti basati su IA possono estendere la possibilità, per i singoli individui, per le imprese e per le organizzazioni, di accedere ad opportunità che finora, per ragioni di tempi e costi, non sono state contemplate. Sul fronte della ricerca, della comunicazione, della programmazione, dell’assistenza al cliente si tratta dunque di un orizzonte nuovo e affascinante. Se verrà vissuto come un modo per ridurre i costi del personale, anziché come un’occasione per averne una produttività più elevata, allora non sarà una tecnologia sostenibile tanto più che inevitabilmente essa sarà impiegata, e con grande professionalità, anche da chi opera in attività illegali come la contraffazione, gli attacchi informatici, il phishing e la produzione di recensioni false.

Dopo anni in cui si è pensato che l’automazione avrebbe avuto un impatto solo sul lavoro manuale, oggi si capisce che anche il lavoro intellettuale non può esserne esente. Tale lavoro ne sarà vittima se non sarà dunque formato per avvalersene con perizia, per verificarne l’apporto, per subordinarlo ad obiettivi concreti ed efficaci.

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