informazione e disinformazione

Russia contro Occidente, come la Rete diventa campo di battaglia

L’attacco russo all’Ucraina ci ha dimostrato ancora una volta che la rete è un campo di battaglia, non un’arma per la vittoria delle forze progressiste e della democrazia, anche se non ci può essere democrazia senza rete, come non c’è stata democrazia senza carta stampata

Pubblicato il 09 Mar 2022

Mario Dal Co

Economista e manager, già direttore dell’Agenzia per l’innovazione

547114-cyber-attack-cyber-war

Possiamo chiedere ai social network di difendere la democrazia: entro certi limiti ciò è possibile e sensato, ma chiedere ai social network e alle piattaforme di ritirarsi dal mercato del nemico, credendo che in tal modo il “popolo della rete” apra gli occhi e prenda coscienza dell’oppressore, non è una visione fin troppo visione ingenua?

Guerra in Ucraina, Big tech Usa in prima fila nel conflitto ibrido: strategie e incognite

Informazione/disinformazione

“Una alluvione di video su Facebook, Telegram, TikTok e Twitter ha indebolito la propaganda del Cremlino e spinto il mondo ad affiancare l’Ucraina nel difendere la sua democrazia dal colosso militare” scrive il Washington Post sottolineando l’importanza della guerra della comunicazione combattuta sulla rete ed il ruolo attivo dell’informazione diffusa dagli ucraini per cercare vie di fuga, documentare la brutalità dell’attacco, mobilitare la resistenza. “Si è detto che la Russia era la volpe più astuta su internet…ma ora l’Ucraina ha cominciato a superare la Russia sul suo terreno”[1]

La Russia è considerata, infatti, una protagonista della disinformazione su internet, condotta spesso da agenzie nascoste, ed è dotata di un supporto governativo totale da parte dei media di stato con una propaganda che prescinde da ogni dato di realtà per indebolire i nemici.

La risposta dell’Ucraina su questo terreno, secondo il New York Times, ha aperto una dimensione nuova della guerra: “Quando i carri armati cominciano a muoversi, è il momento in cui devono intervenire le Nazioni Unite, i capi delle banche centrali e gli amministratori delegati di Google, Facebook, Apple e Microsoft”[2].

Naturalmente, non sarà quella cyber la dimensione risolutiva, anche se quella dimensione sopravviverà alla conclusione della guerra e lascerà tracce, insegnamenti, memorie, cronache. Sarà utile a ricostruire la vicenda e forse anche a determinare le responsabilità di delitti contro l’umanità commessi sul campo.

Questa lettura della guerra Ucraina ha, tuttavia, un sapore fortemente californiano sospinta da un vento che spira dalla Silicon Valley: vi è del vero in quanto dicono i grandi media democratici, ma sul terreno la storia è ben più articolata, come vediamo dai reportage. La visione “progressiva” della rete, come strumento di emancipazione e di libertà, cara ai liberal americani, è una visione semplificata. Ed è diversa anche la vicenda cyber: anche qui è tutto vero quello che dicono New York Times e Washington Post, ma lo spaccato di realtà aperto al nostro sguardo disabituato alla guerra così vicina è fatto anche di grandi impedimenti, di violazioni, di serrate e di oggettive difficoltà che la rete incontra nel raggiungere l’opinione pubblica russa più ampia, come vedremo nelle conclusioni di questa nota.

La reazione delle Big Tech

Le Big Tech si trovano in una situazione di richieste contrastanti che provengono dalle diverse parti in campo.

Venerdì 25 febbraio, il giorno successivo all’avvio dell’attacco russo, la leadership ucraina chiede ad Apple, Meta e Google di tagliare i servizi in Russia. A seguito di questa richiesta Google e Meta bloccano la pubblicità dei media di stato russi sulle piattaforme social. Il Ceo di Google discute anche con i rappresentanti dell’Unione europea sui modi per contrastare la disinformazione russa.

Telegram, app utilizzata anche in Russia e in Ucraina per la messaggistica, minaccia di chiudere i canali connessi alla guerra a causa della disinformazione russa.

Twitter, la settimana successiva, annuncia che segnalerà i link legati ai siti dei media di stato russi per mettere in guardia il lettore, mentre Meta e YouTube intendono ridurre in ambito europeo l’accesso a quei siti per ridurre lo spazio della propaganda russa.

Da un lato, gli ucraini utilizzano i social network e chiedono di impedirne l’uso ai russi.

Dall’altro, l’Unione europea provvede a limitare l’accesso ai media ufficiali russi sui canali di comunicazione occidentali.

Infine, anche l’amministrazione americana sostiene la richiesta ucraina di bloccare l’accesso ai social network da parte della disinformazione russa e invita a sospendere i servizi in Russia, in analogia con quanto avviene per altri settori, dalle linee aeree, ai semiconduttori, ai servizi finanziari.

Il dilemma delle Big Tech

Come sottolinea il New York Times, queste aziende si trovano di fronte a un dilemma. La scelta di aderire alle sanzioni, chiudendo i servizi o ritirandoli dal paese nemico, può essere utile a dimostrare che i social network hanno a cuore la democrazia, come accadde con le primavere arabe e può aiutare a rimuovere la memoria delle accuse di favorire la diffusione di fake news, come accadde in diverse occasioni durante la presidenza Trump. L’altra opzione è di continuare ad operare in Russia, dando voce alle posizioni indipendenti diverse da quelle ufficiali, assumendo un ruolo profilato, ma importante nel momento in cui vengono meno le altre fonti di informazione indipendenti.

La risposta russa

Il problema, tuttavia, sembra ormai risolto dalle decisioni russe.

Il regolatore russo delle comunicazioni, Roskomnadzor, ha bloccato Facebook il giorno 5 marzo, motivandolo con le restrizioni che Meta aveva adottato contro i media di stato impedendo ai media di stato di acquistare pubblicità sulle piattaforme, e così hanno fatto anche Google e Snap. Questo è avvenuto dopo che le autorità russe avevano rallentato le connessioni per impedire l’accesso ai social network occidentali, da Twitter a Facebook, da Google a Telegram, a cui avevano richiesto di eliminare le segnalazioni di inattendibilità che le piattaforme applicavano alle notizie false della propaganda russa[3].

Putin chiude i rubinetti dell’informazione indipendente

Il Cremlino, allora, ha deciso di imporre l’isolamento ai propri cittadini rispetto dalle fonti di informazione indipendenti, che non siano quelle ufficiali, ha dapprima rallentato l’accesso a Facebook, a Twitter, a Google e ha proibito ai giornalisti la citazione di fonti diverse da quelle ufficiali e l’uso di parole chiare come “invasione” e “guerra”. Poi il 4 marzo Putin ha firmato un decreto che sanziona con 15 anni di reclusione la diffusione di notizie false; come ha detto il presidente della Camera bassa del Parlamento Russo “da domani questa legge punirà in modo molto duro coloro che mentono o discreditano le nostre forze armate”[4].

La legge liberticida ha costretto emittenti di stato come BBC, RAI, e quelle tedesche ARD e ZDF Canadian Broadcasting Company, e compagnie private come Bloomberg News a rinunciare alla copertura dalla Russia.

“La misura si rende necessaria al fine di tutelare la sicurezza dei giornalisti sul posto e la massima libertà nell’informazione relativa al Paese. Le notizie su quanto accade nella Federazione Russa verranno per il momento fornite sulla base di una pluralità di fonti da giornalisti dell’Azienda in servizio in Paesi vicini e nelle redazioni centrali in Italia” ha annunciato la RAI.

Ma la BBC ha fatto un passo in più, ha risuscitato le trasmissioni in onda corta (quelle a lunghissima distanza) per raggiungere gli ascoltatori russi. Ha detto il direttore generale di BBC: “Spesso si dice che la verità è la prima vittima della guerra. In un momento in cui la disinformazione e la propaganda dilagano, c’è bisogno di una chiara informazione fattuale e indipendente di cui la popolazione possa fidarsi…altri milioni di russi stanno aggiungendosi all’audience della BBC”[5].

La Russia ha risposto rallentando il funzionamento dei siti web dei media e dei social media: “Presto, milioni di cittadini russi si troveranno tagliati fuori da una informazione attendibile, spogliati delle loro connessioni quotidiane con famiglie e amici e imbavagliati nel comunicare il loro pensiero” ha affermato Twitter.

Il ruolo della pubblicità nel conflitto

La pubblicità dimostra, come spesso accade, di avere il polso del pubblico e di essere innovativa nell’interpretarlo. WPP, il colosso britannico della pubblicità, ha chiuso le sue attività in Russia, mettendo in sicurezza i propri dipendenti (1.400) e supportando quelli che ha in Ucraina (200), e segue molte altre multinazionali che hanno sospeso le attività in Russia: Apple, Ford, Dell, Accenture, Mc Kinsey, per citarne alcune. Intanto, Interpublic Group, Dentsu e altre compagnie di pubblicità stanno pianificando il ritiro. WPP sta lavorando con l’agenzia per i rifugiati delle nazioni Unite, “per aiutare le persone forzate a lasciare le loro case i cerca di salvezza in altre parti dell’Ucraina o delle nazioni vicine”[6].

Infine, mentre i social network occidentali tentavano di escludere le pubblicità dei media di stato russi, uno dei maggiori strateghi della pubblicità britannici, Rob Blackie, ha deciso di fornire informazioni imparziali sull’Ucraina. La sua soluzione per evitare la censura russa è di utilizzare la pubblicità digitale: con un gruppo di volontari compra con tecnologie automatiche pubblicità che veicola eludendo il controllo della censura russa: “La pubblicità online è una grande opportunità perché è difficile fermarla”[7].

La società stratificata

Assistiamo ad un attivismo in rete che sembra avere un effetto significativo nel sostenere il coraggio e le ragioni dell’Ucraina. Ma non si può attribuire a Big Tech e alla rete un ruolo eccessivo nella guerra complessiva: informazione e disinformazione, da sempre armi collaterali delle guerre combattute nella storia, sono certamente al centro dell’attivismo sulla rete intorno all’aggressione russa dell’Ucraina. Non ci si può illudere, tuttavia, che le piattaforme social possano fare più di questo: alimentare sia l’informazione sia la disinformazione, con il prevalere dell’una sull’altra a seconda dei momenti e delle aree.

In Russia la disinformazione promossa dal governo e dai suoi media può essere contrastata dall’uso intelligente della rete e dei social network che ne fanno gli ucraini e i loro sostenitori. Ma questa possibilità è limitata alle grandi città, dove i social network e le informazioni dei media occidentali in qualche modo arrivano. Nel cuore della Russia periferica, come sappiamo anche dalle esperienze occidentali, la possibilità e la capacità di accedere e leggere fonti diverse con mente critica, sono ridotte.

L’uso dei social in Russia +++BOX+++

L’uso dei social network in Russia ci fornisce un quadro del ruolo dei social network internazionali e di quelli locali. Gli utenti di social media sono circa il 50% della popolazione (82% negli Stati Uniti), ma i russi trascorrono mediamente due ore e 16’ al giorno, ossia 12’ in più rispetto agli americani[8].

La piattaforma più popolare è YouTube con l’87% di utenti di internet che accede, seguita da Instagram (59%), VKontacte (VK) di origine russa, con il 56%, e OdnoKlassniki (OK) con il 55%. Gli altri social network americani sono più lontani: Facebook con il 46% e Twitter con una quota inferiore alla metà di quella di Facebook[9]. Telegram ha una audience piccola ma in crescita, da quando nel 2018 il governo ha ristretto l’accesso alla sua messaggistica chiedendo che i dati di coloro che accedono vengano forniti al Servizio di Sicurezza della Federazione Russa. La diatriba legale tra Telegram e le autorità ha portata acqua al mulino di questa piattaforma in termini di riconoscibilità e audience.

Ma le piattaforme internazionali sono più popolari a Mosca e nelle altre aree urbane: nel 2017 la metà degli utenti di Facebook viveva a Mosca. Le piattaforme russe, invece, sono più diffuse nelle aree rurali e nelle piccole città. Non dobbiamo pensare che le manifestazioni contro Putin , che vediamo nelle piazze di S. Pietroburgo e Mosca siano altrettanto diffuse in tutto il corpo enorme della Russia.

Conclusioni

Il quadro delineatoci restituisce non una società omogenea che accede alla rete, ma più strati, diverse articolazioni di una stessa società. Queste diverse società che si presentano non restituiscono una nitida immagine “progressiva” del ruolo della rete, come viene proposto dai media e dal pensiero “liberal” americano.

Purtroppo, l’esistenza di queste stratificazioni restituisce alle autorità di ogni stato autoritario uno spazio di intervento, di censura, di contrapposizione artificialmente cresciuta o reale da sfruttare.

La rete diviene allora un campo di battaglia, non un’arma per la vittoria delle forze progressiste e della democrazia, anche se non ci può essere democrazia senza rete, come non c’è stata democrazia senza carta stampata.

La rete non è di per sé né progressiva né regressiva: il risultato dipende da come la usiamo e dalle politiche, in particolare dell’istruzione, al cui interno essa e i suoi straordinari strumenti sono inseriti.

Note

  1. Drew Harwell, Rachel Lerman, How Ukrainians have used social media to humiliate the Russians and rally the world, The Washington Post, March 1, 2022.
  2. Shira Ovide, Should Tech Stay or Go in Russia? The New York Times, March 2, 2022.
  3. Elizabeth Culliford, Russia blocks Facebook, accusing it of restricting access to Russian media, Reuters, March 5, 2022.
  4. Reuters, Italian, German public broadcasters suspend reporting in Russia over new media law, March 5, 2022.
  5. Sian Cain, BBC website blocked in Russia as shortwave radio brought back to cover Ukraine war, The Guardian, March 4, 2022.
  6. Megan Graham, Ad Giant WPP Ceasing Operations in Russia, The Wall Street Journal, March 4, 2022.
  7. Ivi.
  8. Nico Prins, An Analysis of the Russian Social Media Landscape in 2019, Linkfluence.
  9. Deloitte, Media Consumption in Russia 2020, CIS reasearch Center Moskow, October 2020. Il dato su Twitter è tratto da Nico Prins, cit.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati