accesso al credito

Il nostro “credit score” deciso dall’AI: ecco come e quali rischi

L’uso dell’intelligenza artificiale potrebbe mitigare i rischi della presenza di pregiudizi “codificati” nei modelli matematici usati per determinare il merito creditizio. Ma l’AI non sembra davvero “amica” dei cittadini, quanto delle aziende che producono credit score e di quelle che li utilizzano

Pubblicato il 07 Giu 2021

Riccardo Berti

Avvocato e DPO in Verona

Franco Zumerle

Avvocato Coordinatore Commissione Informatica Ordine Avv. Verona

cashback Bonus 300 euro

La vita degli statunitensi, e non solo – ma oltreoceano è un meccanismo ormai consolidato – è scandita più di quel che si pensa da oscuri meccanismi matematici che influenzano le vite dei cittadini in modi difficili da immaginare e a volte imprevedibili, specie quando questi algoritmi sbagliano (e accade spesso).

Il più famigerato fra i modelli matematici che condizionano la vita dei cittadini Usa è quello che sostiene il celebre sistema del merito creditizio (credit score), un sistema di report e punteggi che permette a chi ha un risultato più elevato di accedere con più facilità al credito.

Per risolvere le anomalie e individuare pattern che possano “prevedere” con maggior efficienza anche i casi anomali o individuare potenziali errori nei dati di partenza si sta pensando di ricorrere all’intelligenza artificiale (ad esempio, un soggetto con una perfetta credit score funestata da un fallimento milionario potrebbe verosimilmente essere stato associato per errore al dato del fallimento e l’intelligenza artificiale potrebbe selezionare ed evidenziare situazioni simili).

Sebbene infatti ad oggi non risultino utilizzati sistemi di intelligenza artificiale per determinare il merito creditizio, alcuni grandi player del settore stanno studiando soluzioni ad hoc per innovare il loro business.

Ma, ancora una volta, l’uso dell’intelligenza artificiale potrebbe non andare proprio a vantaggio dei cittadini. Vediamo perché

Modelli matematici e sistema del merito creditizio (credit score)

Per molti americani la conquista o la conservazione di una credit score elevata diventa una vera e propria ossessione, modificando comportamenti e facendo rinunce finalizzate ad influenzare l’algoritmo a loro favore.

Equifax, Experian e Transunion sono i principali Uffici del Credito americani e utilizzano una importante serie di dati su ogni cittadino statunitense al fine di compilare dei report da vendere ai player del settore della finanza al consumo (ma non solo), che così possono decidere se un soggetto che richiede un prestito è affidabile o meno.

Oltre a questi report dettagliati, ciascuna di queste aziende e altre (tra cui la più famosa è forse la cosiddetta FICO score, dal nome della compagnia che ha sviluppato il modello che genera il “punteggio”, la Fair Isaac Corporation) propongono oltre ai report un “punteggio” (credit score) per ogni individuo, che può essere utilizzato sempre per decidere se concedere un prestito (e viene preferito perché più rapido rispetto all’analisi della reportistica prodotta dagli Uffici del Credito).

Il credit score però negli Stati Uniti trascende questa sua originaria funzione e può essere richiesto per assicurarsi un immobile in locazione o per ottenere un posto di lavoro (sebbene in alcuni stati questa pratica sia vietata). Sia proprietari immobiliari che datori di lavoro cercano infatti soggetti seri e documentare l’affidabilità creditizia per un soggetto può aprire le porte di un immobile o di un lavoro.

Non avere un buon punteggio creditizio può quindi influire su numerosi aspetti della vita dei cittadini USA, a volte addirittura le persone potrebbero faticare ad ottenere accesso ai servizi essenziali come luce, acqua e gas se hanno un punteggio basso perché le compagnie danno priorità agli allacci dei soggetti più affidabili o potrebbero chiedere un deposito consistente all’utente che chiede di essere servito senza un punteggio creditizio sufficientemente elevato.

Il paradosso è poi costituito dal fatto che non solo chi ha un punteggio inferiore può rischiare di vedersi negato un prestito, ma a volte può ottenerlo scontando interessi maggiorati (il mutuante, se si assume il rischio di prestare ad un soggetto che non offre garanzie, lo fa chiedendo interessi più elevati) con il risultato che, probabilmente, il credit score del soggetto già in difficoltà peggiorerà ulteriormente.

In questo circolo vizioso una persona con un cattivo credit score faticherà ad accedere al credito, ai servizi essenziali, a immobili e auto, così finendo condannato ad una spirale negativa da cui è molto difficile rialzarsi.

L’algoritmo nel merito creditizio

Finché il credit score rimane un insieme di dati pubblici su un soggetto, associati per attribuire un punteggio, questo meccanismo, pur perverso, rimane almeno prevedibile, ma l’ingresso dei complessi modelli matematici (peraltro protetti come segreti industriali) in questo settore comporta un offuscamento dei meccanismi e una imprevedibilità (per il soggetto che lo subisce) del risultato.

A ciò si aggiunge il fatto che questi algoritmi possono essere spiegati solo in parte nel loro funzionamento in quanto ogni azienda che si occupa di credit scoring custodisce gelosamente i modelli matematici che le consentono di essere più accurata delle concorrenti.

Quello che è possibile conoscere è l’insieme dei dati di partenza e il risultato finale, chiedendo se del caso che i dati di partenza siano corretti o che venga fatta una verifica se apparentemente il punteggio non rispecchia i dati di partenza.

Le aziende che forniscono i punteggi assicurano di non utilizzare ma ammettono anche che questi “punteggi” possono essere errati per errori nei dati di partenza o altre anomalie spiegabili e quindi consigliano agli utenti di verificarle annualmente e comunque con congruo anticipo (almeno tre/sei mesi prima) prima di richiedere un prestito o comprare casa o un’auto.

Creato quindi il meccanismo, si onerano gli utenti di verificarne il corretto funzionamento e di correggerne gli errori e, a volte, non è un’operazione affatto semplice.

Specie se si considera che questi errori sono davvero diffusi. Secondo uno studio della Federal Trade Commission diffuso nel 2013, al tempo il 20% dei cittadini americani “valutati” con il sistema del credit report poteva documentare errori nel report stesso e il 5% aveva documentato errori così influenti da poter incidere sulla possibilità di accedere al credito.

Per comprendere questi scompensi è necessario pensare a come funziona un algoritmo. È chiaro che per una compagnia investire una certa cifra per un programma che prevede con un’accuratezza dell’80% i risultati è più efficiente che spendere dieci volte tanto per ottenere un’accuratezza del 90%.

Correggere gli errori eccezionali, gli errori nei dati di partenza, prevedere le anomalie, è difficile, dispersivo e non è efficiente. Per questo è preferibile un software più “semplice” che ha un margine di errore maggiore ma che al contempo, per un costo molto inferiore, raggiunge una percentuale comunque soddisfacente di risultati corretti.

Se una banca con un piccolo investimento riesce a capire nell’80% dei casi se un soggetto che applica per un prestito è affidabile è chiaro che sosterrà l’investimento, se deve pagare dieci volte tanto per un’accuratezza del 90% ci penserà due volte prima di pagare il surplus.

Poco importa, alla banca, se l’algoritmo utilizzato contiene errori che possono rovinare vite o se il suo utilizzo realizza la classica profezia che si autoavvera, l’importante è avere una previsione accurata nella maggior parte dei casi.

Ulteriore problema è quello del cosiddetto “coded bias” (lett. “pregiudizio codificato”) ovvero la raccolta di dati o la loro valorizzazione in modo da favorire (consciamente o inconsciamente) certe categorie di soggetti.

Sebbene le aziende che si occupano di credit scoring affermino che i loro dati riguardano solamente la storia creditizia di una persona (con esclusione dei dati di razza, sesso, educazione, etc.), è evidente che alcuni di questi dati possano essere intuiti dalla storia creditizia sottoposta all’algoritmo che, partendo dal pregiudizio che un soggetto laureato sia meno insolvente rispetto ad un soggetto con educazione di livello inferiore, potrebbe utilizzare dati vicari per ricostruire il dato e così favorire i soggetti più educati nell’accesso al credito.

L’intelligenza artificiale nel credit score

Alcune aziende, tra cui FICO, stanno lavorando a un sistema per implementare nel credit score una “explainable AI” (xAI), un’intelligenza artificiale che l’azienda definisce “spiegabile” e quindi, nelle intenzioni, più trasparente.

Come al solito però, la possibilità di “spiegare” questa intelligenza artificiale si scontra con la necessità di tutelarla come un asset aziendale, che deve essere protetto e mantenuto segreto per evitare che altri concorrenti scoprano i punti di forza dello “scoring” di un’azienda.

Inoltre l’utilizzo di intelligenze artificiali all’interno di un sistema complesso come quello del credit rating porta con sé nuove sfide di trasparenza (di qui la proposta di una AI “spiegabile”) perché l’intelligenza artificiale di per sé è difficile da spiegare (anche al netto del problema del segreto industriale), perché “impara” dai dataset che le sono sottoposti e di qui la difficoltà nel comprendere e spiegare perché dopo un tot di dati analizzati l’algoritmo abbia iniziato a segnalare determinati dati come sintomo di minore o maggiore affidabilità creditizia.

L’intelligenza artificiale non sembra quindi davvero “amica” dei cittadini in un settore del genere, ma sembra piuttosto amica delle aziende che producono credit score e delle aziende che li utilizzano.

Per correggere gli errori dell’algoritmo sembra invece preferibile un approccio che prescriva un ritorno ad un’elaborazione più ancorata e diretta con il dato di partenza, accompagnata da un maggior controllo sulla correttezza del dato di base con sua esclusione nel caso di dato non convalidato e sicuramente riferibile alla persona.

L’adversarial debiasing

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel settore creditizio si sta però sviluppando anche in un’altra direzione, quest’ultima molto interessante.

Il processo si chiama adversarial debiasing, ovvero un procedimento che punta a ridurre l’impatto del coded bias nell’algoritmo (o nell’intelligenza artificiale) utilizzata fino ad ora.

Il funzionamento è semplice, in buona sostanza si confronta il modello matematico utilizzato dall’azienda che si occupa di credit report e lo si paragona con un sistema che cerca di individuare il dato “intuito” (razza, sesso, educazione) sulla base dei dati di partenza.

Se i due algoritmi portano a risultati sovrapponibili, è evidente che il sistema utilizzato dall’azienda di che si occupa di credit scoring va corretto in quanto ha calibrato i propri punteggi in modo da rivelare il dato sensibile che invece non voleva (e non doveva analizzare).

Appare evidente che l’utilizzo di modelli di intelligenza artificiale nel settore di credit scoring dovrebbe passare per un simile procedimento, anche se non è detto che questo processo sia una panacea.

L’obiettivo dell’adversarial debiasing è dichiaratamente quello di una semplice mitigazione del rischio della presenza di pregiudizi “codificati” e presuppone a monte una selezione dei criteri “indesiderati” rispetto a quelli che invece sono tollerati (ad esempio è difficile pensare di utilizzare questo sistema per trovare una correzione nel “peso” da assegnare ai dati di partenza che consenta di evitare tutti i possibili pregiudizi dell’algoritmo, come razza, sesso, religione, età, provenienza, educazione, stipendio, matrimonio, etc.).

Non stiamo parlando quindi di una vera e propria soluzione, ma di un passaggio (auspicabilmente) obbligato nel caso in cui si voglia implementare una AI (comunque “spiegabile”) anche in questo settore.

Cosa accade in Europa

In molti stati europei il sistema del merito creditizio non è così evoluto. In Italia, così come in Spagna ed in Francia, il merito creditizio è un indicatore utilizzato in sostanza solo quando si tratta di accedere a credito e, di fatto, l’importante è non essere inclusi nelle “liste nere” dei cattivi pagatori.

Per il resto è il singolo istituto di credito a valutare l’affidabilità del potenziale soggetto finanziato sulla base di vari criteri e documenti (che variano da istituto a istituto).

Ci sono però significative eccezioni, come quella del Regno Unito, dove esistono sistemi di credit scoring simili a quelli in essere negli USA, e quella della Germania, dove esiste un complesso e sofisticato sistema di merito creditizio, gestito dalla SCHUFA, che influenza non solo l’accesso al credito, ma anche alle locazioni e ai servizi (come, ad esempio, l’accesso a internet).

E SCHUFA non è migliore delle controparti americane, in quanto l’algoritmo che genera lo score dei cittadini tedeschi è un segreto industriale e come tale non è accessibile, rendendo così meno prevedibile il punteggio assegnato e, per l’effetto, meno contestabile.

L’unica “consolazione” è che l’azienda tedesca dovrebbe collezionare, per comporre il proprio punteggio, unicamente la storia creditizia dei cittadini tedeschi e, quindi, i dati di partenza dell’algoritmo dovrebbero essere trasparenti e conoscibili (rendendo così possibile correggere errori quantomeno nel dato di partenza su cui poi ha lavorato il programma tedesco).

Nel 2018 è stata avviata una campagna, chiamata “OpenSHUFA”, con l’obiettivo di ottenere maggiore trasparenza nel funzionamento dei meccanismi del merito creditizio tedesco e di esporre le criticità e gli attriti fra il sistema e la normativa GDPR, l’iniziativa ha ottenuto significativo successo e l’attenzione della stampa, e successive indagini hanno dimostrato che l’algoritmo privilegia le donne e gli anziani e i soggetti che si trasferiscono con minor frequenza.

Con il progressivo affermarsi della normativa GDPR la Shufa Holding AG ha dovuto rispondere con maggior trasparenza alle richieste di accesso, anche se l’algoritmo che regola il processo rimane ad oggi inaccessibile.

Anche l’azienda tedesca, poi, è molto interessata al settore dell’intelligenza artificiale, promette però un “percorso dialogico” per arrivare all’implementazioni di simili tecnologie, percorso che necessariamente dovrà tener conto del percorso per l’approvazione del Regolamento UE in tema di intelligenza artificiale, che già nella bozza diffusa lo scorso aprile include i meccanismi di credit scoring fra le intelligenze artificiali ad alto rischio e prevede meccanismi che garantiscano la trasparenza dell’algoritmo e la “qualità” dei dataset, per minimizzare il rischio di discriminazioni (ad esempio con meccanismi di adversarial debiasing).

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati

Articolo 1 di 2