Il vademecum

Sanzioni per fattura elettronica in ritardo, stop alla moratoria (ottobre 2019): tutti i codici errori e i casi da sapere

Errori e sanzioni intimoriscono i contribuenti soggetti all’obbligo di fattura elettronica. Di seguito tutte le sanzioni che attendono, dal primo luglio, chi tarda nell’emettere la fattura, ma anche l’elenco dei codici errore che lo SDI comunica in caso di sbagli involontari nella compilazione

Pubblicato il 07 Ott 2019

Daniele Tumietto

Dottore commercialista

fatturazione elettronica europea

Sanzioni fattura elettronica, stop alla moratoria: dal primo ottobre non si può più sbagliare. Sono tanti gli errori che si può commettere facendo la fattura elettronica (con i relativi codice errore), con la possibile tagliola delle sanzioni per chi non rispetta i termini corretti di emissione del documento.

È finita a luglio la moratoria per le sanzioni, che quindi già erano piene ed effettive eccetto per chi fa la liquidazione periodica IVA con cadenza mensile, per i quali le sanzioni scattano dal primo ottobre 2019.

Con l’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica, il legislatore aveva infatti previsto un naturale periodo di rodaggio della nuova tecnologia, stabilendo dunque un semestre esente da sanzioni, proprio per la probabilità che si possa tardare nell’emettere la fattura. Normale oltretutto che in questi primi mesi si facciano errori nell’inviare il documento, sbagli che vengono rilevati e indicati con codici diversi a seconda del dettaglio errato.

Ma il periodo di rodaggio è concluso. Dei seguito, per far chiarezza, tutte le scadenze, le sanzioni e i codici errore legati alla fatturazione elettronica.

Sanzioni per emissione tardiva della fattura elettronica dal primo ottobre

Chi emette in ritardo la fattura elettronica, è soggetto a sanzioni dal primo luglio o, per chi effettua la liquidazione periodica IVA con cadenza mensile, dal primo ottobre. Dal primo luglio inoltre i tempi per la fattura differita scendono a dieci giorni dalla data dell’operazione, mentre prima si poteva aspettare la scadenza della liquidazione Iva periodica.
Infatti, con il DL 119/2018 era stata prevista una moratoria delle sanzioni fino al 30 giugno 2019: le multe non si applicano se la fattura elettronica è emessa entro il termine di effettuazione della liquidazione periodica dell’imposta, ovvero si applicano con riduzione dell’80% a condizione che la fattura elettronica sia emessa entro il termine di effettuazione della liquidazione dell’imposta del periodo successivo.
In sede di conversione in legge del predetto decreto, è stata poi aggiunta una norma che estende l’efficacia di tali disposizioni fino al 30 settembre 2019 per i contribuenti che effettuano la liquidazione periodica IVA con cadenza mensile (art.10 del DL 119/2018 convertito). Diverso il discorso per chi invece non emette la fattura elettronica e dunque evade il fisco.

Mancata emissione o ricezione della fattura elettronica 

Se la fattura elettronica non è stata emessa si applica la sanzione prevista dall’articolo del D.Lgs. n. 471/1997 che prevede una sanzione dal 90% al 180% dell’IVA relativa all’imponibile.
Tuttavia, problemi sorgono anche per chi non riceve la fattura elettronica e non fa nulla in proposito. Infatti, se la fattura elettronica tra privati non viene ricevuta dal cessionario/committente, quest’ultimo deve attivarsi direttamente procedendo all’emissione di una autofattura da inviare tramite il Sistema di interscambio con indicazione del tipo documento TD20. Questo sistema evita al cessionario o al committente di incorrere nelle sanzioni previste dall’articolo 6, comma 8 del D.Lgs. 417/97 che prevede una sanzione pari al 100% dell’imposta, con un minimo di 250 euro e fino a 2mila euro.
I comportamenti errati nella gestione della fatturazione elettronica tuttavia possono anche non essere dolosi ma colposi, è il caso per esempio degli errori involontari. A situazioni di questo genere si può – e si deve – porre rimedio.

Errori involontari nella fattura elettronica, come rimediare

Come si può evitare una sanzione, se ci si rende conto di aver sbagliato involontariamente nel fare fattura elettronica? La soluzione è semplice. Basta infatti procedere all’emissione di una nota di credito a storno della fattura elettronica e alla riammissione della stessa, con nuova numerazione, correggendo l’errore inserito nella precedente fattura. Sbagliare è concesso, ma la correzione va eseguita tracciando tutto il percorso che si compie nel sistemare il problema, per non lasciare zone d’ombra.
Se l’errore è involontario, può sorgere il dubbio che quindi non ci si renda conto di aver sbagliato, con il timore di incorrere in sanzioni. Questa situazione si può evitare in due modi:
  • codice errore da parte del Sistema di interscambio, diverso a seconda dell’errore che si è commesso
  • procedendo al controllo di gestione che fa emergere un errore che non ha portato allo scarto della fattura elettronica in sede di trasmissione allo SDI ma che è emerso nell’ambito di un normale controllo contabile/amministrativo (ad esempio in sede di liquidazione dell’IVA periodica dovuta).

Codice di errore della fattura elettronica

Dunque se si sbaglia nel fare fattura elettronica, un’eventualità è che il Sistema di interscambio segnali un codice errore. I codici sono diversi e indicano differenti errori rilevati.

Problemi nel file della fattura elettronica (codice errore 00200 e altri)

Quattro codici identificano problemi nel nome del file, nelle sue dimensioni o integrità.

  • Codice 00001, nome file non valido: il file da inviare al Sistema di interscambio deve rispettare la regola per cui il nome file deve essere formato da IT, identificativo fiscale soggetto emittente, simbolo ( _ ) underscore, progressivo alfanumerico da 5 caratteri, formato xml.
  • Codice 00002, nome file duplicato: il nome file è stato già inviato in precedenza
  • Codice 00003, le dimensioni del file superano quelle ammesse : il file trasmesso allo SdI è più grande di 5Mb
  • Codice 00102, file non integro: il file è stato manomesso o aperto prima dell’invio al SdI e risulta pertanto compromesso.
  • Codice errore 00200, il file non è conforme al formato. Succede quando il file documento da inviare non rispetta la conformità al formato FatturaPa. SdI controlla la corrispondenza con lo schema XML e se ci sono i dati che sono obbligatori.

Errori nella natura, nella data di emissione e nel codice fiscale / partita IVA (codice errore 00400 e altri)

I codici errore che segnalano errori nelle aliquote o negli identificativi fiscali sono:

  • Codice 00400, natura non presente a fronte di aliquota IVA pari a zero: il file contiene aliquota a zero quindi in esenzione, ma non è stata specificata la Natura dell’esenzione;
  • Codice 00401, natura presente a fronte di aliquota IVA diversa da zero: il file contiene un’aliquota diversa da zero ma è stata inserita una natura non soggetta o esente;
  • Codice 00403, data successiva alla data di ricezione: il file contiene una data successiva a quella dell’invio;
  • Codice 00411, 00413, 00414, 00415, il file contiene valori di aliquote IVA, ritenute o natura non coerenti;
  • Codice 00417, identificativo Fiscale IVA e Codice Fiscale non valorizzati: il file non contiene Partita Iva e/o Codice Fiscale del Mittente della fattura;
  • Codice 00418, data antecedente a data: il file contiene una data antecedente ad un documento già inviato ad esso collegato

Errori nel valore o nel numero della fattura elettronica (codice errore 00422 e altri)

Vengono individuati anche errori nel calcolo dell’imposta della fattura elettronica o se manca il numero progressivo, ma anche nell’indicazione dei decimali del valore:

  • Codice 00421, imposta non calcolata secondo le specifiche tecniche: il valore dell’imposta con i decimali deve essere separata dall’intero con il simbolo del  punto;
  • Codice 00422, codice 00423, codice 00424: il valore dell’importo con i decimali, delle quantità con decimali, percentuale imposta con decimali, devono essere separatati dall’intero con il simbolo del punto;
  • Codice 00425, numero non contenente caratteri numerici: il file è privo di numero progressivo

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Social
Iniziative
Video
Analisi
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 2