lo scenario

Mercato postale alla svolta digitale, per gli sportelli un futuro da one-stop shop

Il settore perde quota con l’affermazione delle comunicazioni elettroniche, soprattutto in Italia dove la pressione competitiva si fa particolarmente sentire. Ecco lo scenario di fronte alla progressiva e-substitution e il ruolo strategico che potrebbe configurarsi per gli uffici postali

Pubblicato il 22 Mag 2019

Cosimo Dolente

Fondazione Ugo Bordoni

Giacinto Matarazzo

Fondazione Ugo Bordoni

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La digitalizzazione delle comunicazioni tra persone, aziende e pubbliche amministrazioni, resa possibile dalle tecnologie Ict, in primo luogo Internet, ha comportato negli ultimi due decenni un progressivo spostamento di molte comunicazioni sui mezzi digitali, a discapito delle classiche comunicazioni cartacee.

La conseguenza sul mercato postale è la contrazione di volumi e ricavi. Gli effetti della progressiva smaterializzazione (e-substitution) sono stati analizzati nel report “E-substitution nel mercato postale della corrispondenza”, pubblicato da FUB nel mese di febbraio 2019 (FUB, 2019). Sullo sfondo, un nuovo possibile futuro per gli uffici postali e un ruolo di rinnovata importanza sociale: diventare uffici di prossimità che assicurino un punto di contatto tra le pubbliche amministrazioni, le aziende e i cittadini.

In questa sede vengono evidenziati alcuni dei risultati salienti di tale report.

Digitalizzazione e servizi postali

Su scala internazionale, nel decennio 2006-2016, il settore Corrispondenza del mercato postale mostra una significativa contrazione nei volumi e dei ricavi pari al 3% su base annua.

In Italia, una chiara fotografia dell’andamento delle singole tipologie di servizi, all’interno del trend del più ampio settore della corrispondenza, si ottiene dal confronto fra i valori del 2017 e i valori del 2004, anno di picco in termini di volumi e ricavi (Tabella 1). I dati mostrano riduzioni molto forti del mercato, per tutte le tipologie di servizio. In particolare:

  1. i servizi per l’editoria crollano dell’80% (volumi e ricavi) anche come conseguenza della crisi del settore editoriale;
  2. i servizi di posta indescritta (posta ordinaria, prioritaria e massiva) crollano del 50% (volumi e ricavi) mentre il direct marketing crolla del 33% come volumi (ma del 42,5% come ricavi), in gran parte per effetto della e-substitution;
  3. i servizi di posta descritta (posta raccomandata, assicurata, ecc.) perdono circa il 30% in termini di volumi, anche per effetto della concorrenza, ma contengono le perdite in termini di ricavi (-11%). Il calo più limitato dei servizi di posta descritta è spiegato dal diverso impatto dei volumi sui ricavi, come si evince dal Grafico 1, dove è riportata la composizione percentuale dei volumi e dei ricavi per tipologia di servizio.

Tabella 1. Settore corrispondenza in Italia: andamenti dei volumi (milioni di pezzi) e dei ricavi (milioni di euro). Anni 2004 e 2017. Fonte: elaborazione FUB su dati AGCOM e Poste Italiane

Grafico 1. Settore corrispondenza in Italia: composizione percentuale dei volumi e dei ricavi per tipologia di servizio. Anno 2017. Fonte: elaborazione FUB su dati AGCOM e Poste Italiane

L’accentuata riduzione dei servizi di corrispondenza ha contribuito a rendere ancora più fragile il mercato postale italiano caratterizzato, rispetto agli altri paesi europei, dalla presenza di alcune anomalie :

  • l’Italia è storicamente uno dei Paesi con il più basso livello di consumi postali: 38 articoli postali procapite nel periodo 2013-2016, a fronte dei 112 articoli riferiti alla media UE, e con differenze marcate (4 o 5 volte inferiori) rispetto a Francia, Germania e Regno Unito) (Copenaghen Economics, 2018);
  • il mercato postale italiano non ha ancora beneficiato appieno della crescita del mercato dei pacchi legato allo sviluppo dell’e-commerce: anche in questo specifico segmento di mercato, infatti, l’Italia si colloca in coda alla classifica in valore assoluto, con 5 articoli postali procapite annui inviati, rispetto alla media europea di 8. Va però osservato che, nonostante il basso livello attuale, i tassi di crescita attesi per l’Italia risultano tra i più elevati, rappresentando quindi una opportunità per il Paese.
  • il settore postale in Italia, infine, è caratterizzato dalla presenza di un numero molto elevato di attori, circostanza che ha pochi confronti in Europa. A marzo 2018, le imprese operanti nel nostro Paese nel settore postale risultano essere 2.904, a fronte di una media UE di 654 imprese.

Gli effetti della e-substitution nei servizi di corrispondenza

Gran parte degli invii di corrispondenza si riferisce a invii multipli: essi coprono l’87% degli invii complessivi e sono effettuati per conto dei grandi “speditori”: pubbliche amministrazioni, utilities, banche, assicurazioni, ecc. Essi fanno riferimento a fatture, bollette, estratti conto, materiali pubblicitari, altre comunicazioni, ecc.

Gli invii multipli cartacei sono tutti a rischio e-substitution. Se pensiamo alle pubbliche amministrazioni, tra i maggiori committenti del servizio postale per l’invio massivo, si osserva che la maggior parte delle comunicazioni tra queste e i cittadini o le imprese può avvenire in formato elettronico. La riduzione dei servizi di corrispondenza è infatti in stretta relazione con l’aumento dei servizi di comunicazione elettronica.

Se ci spostiamo nel campo dei servizi di comunicazione elettronica, osserviamo che, negli ultimi tre anni, tutte le attività svolte online hanno registrato incrementi significativi, spinte, in particolare, da:

  • commercio elettronico (acquisti online: 41,7%, 11 punti percentuali in più rispetto al 2015);
  • e-banking (41,7%, circa 7 punti percentuali in più rispetto al 2015);
  • ricerca di informazioni online (56%, circa 8 punti percentuali in più rispetto al 2015);
  • pratiche con gli uffici pubblici (16%, 3,6 punti in più rispetto al 2015);
  • prenotare un viaggio (16%, 5,7 punti in più rispetto al 2015);
  • prenotare una visita medica (12%, 7 punti in più rispetto al 2015).

Come si riflette l’aumento della comunicazione elettronica sugli invii multipli, buona parte dei quali provengono dai “grandi speditori”? I dati riportati in una recente ricerca ISIMM (2018) dello scorso novembre mostrano che circa il 42% dei clienti di utilities riceve già le bollette in digitale; se ad essi sommiamo il 16% circa costituito da cittadini che sarebbero disposti ad accedere ai canali digitali sotto incentivo, e di potenziali sottoscrittori di nuove utenze disponibili a riceverle in modalità digitale, si raggiunge una quota del 60%: è un dato che sancisce come il processo di e-substitution, nel particolare segmento degli invii multipli B2C per utilities, sia in piena fase di dispiegamento.

Dalla e-fattura alla Pec, gli strumenti della disruption

D’altro canto, che il processo di fatturazione elettronica sia ormai in corso, lo testimonia anche l’andamento delle fatture che transitano nel sistema di interscambio della pubblica amministrazione italiana, a cura di Agid (FatturaPa 2018): a settembre 2018 sono transitate circa 39 milioni di fatture, con un incremento di 9 milioni rispetto all’anno precedente. Va osservato che un ulteriore significativo incremento è atteso nel corso del 2019 per effetto delle norme contenute nella Legge di Bilancio 2019.

Un altro settore in forte crescita è l’e-banking (CheBanca! 2017; Istat-FUB 2018). Anche in questo caso, l’uso di questa tipologia di servizi da parte della popolazione italiana si traduce nella riduzione dei volumi dei clienti bancari dei servizi postali, accelerando la contrazione del più ampio insieme dei volumi di invii multipli. Da un’indagine di Poste italiane emerge che la perdita dovuta al solo e-banking risulta molto significativa: nel solo biennio 2014-2016 essa ammonta a circa il 12%.

Fin qui i dati che testimoniano la forte contrazione degli invii multipli, che, come si diceva, costituiscono il segmento di gran lunga più importante, in termini di volumi, all’interno dei servizi di corrispondenza del mercato postale.

Passando ora al segmento della posta descritta (posta raccomandata, assicurata, ecc.), è possibile rilevare alcuni dati interessanti sulla e-substitution dal sito di Agid (2019): nel 2018, risultano attive in Italia circa 9,1 milioni di caselle PEC (posta elettronica certificata), con un aumento di oltre un milione di caselle negli ultimi tre anni. All’aumento nel numero di caselle attive si affianca un aumento nel numero complessivo di messaggi PEC, che nel 2018 hanno raggiunto la cifra di 1,8 miliardi solo nel nostro Paese.

Con riferimento infine ai servizi per l’editoria, che costituiscono gran parte del segmento residuale “altro”, va osservato come il settore di riferimento stia attraversando una crisi profonda (Censis 2018): fra il 2007 e il 2018 i quotidiani cartacei e la stampa gratuita hanno subito un calo di quasi 30 punti percentuali in termini di lettori, i libri 17 punti, i settimanali cartacei 9,5 punti. Sul versante digitale dell’editoria, hanno invece aumentato il loro numero di utenti principalmente i siti web di informazioni (+9,5 punti percentuali), gli e-book e i quotidiani online (+ 5 punti percentuali). Ma tali aumenti non sono serviti ad arginare la perdita ingente del settore.

Così si ridisegna il perimetro del mercato

Mettendo insieme i dati e le informazioni fin qui discusse sembra emergere che, nel segmento Corrispondenza, si stia verificando un processo che ridisegna un nuovo perimetro del mercato, prodotto dagli sconfinamenti, su di un fronte, del mercato digitale (comunicazioni elettroniche) e del segmento CEP, su un altro, soprattutto per effetto dell’espansione determinato dalla diffusione del commercio elettronico. Tutto ciò è sintetizzato dalla Figura 1.

In particolare, se si guarda al lato destro della figura (mercato digitale vs. mercato postale), le comunicazioni elettroniche ibridano in parte servizi di posta tradizionali, quali le Raccomandate, sostituite dalla Posta Elettronica Certificata (PEC), e l’invio massivo B2C (bollette, estratti conto e tutte le altre comunicazioni relative a utenze e servizi sottoscritti) e B2B (fatture e comunicazioni di altro tipo), nonché quello per finalità di marketing. Se si guarda al lato sinistro della figura (mercato CEP vs. mercato postale), si osserva che pacchetti e posta descritta (es. Raccomandate) sono ormai servizi ampiamente assimilabili, così come è stato recentemente sottolineato da Agcom nelle valutazioni conclusive alla Delibera 452/18.

Figura 1. Il nuovo perimetro del mercato postale in Italia

Questo nuovo modello descrittivo solleva almeno due questioni rilevanti:

1) Quanto sarà lungo il processo di progressivo svuotamento del settore postale ad opera della e-substitution? E in questo senso, che ruolo giocano i nuovi scenari di digitalizzazione?

2) Quali conseguenze avrà il progressivo svuotamento del segmento Corrispondenza sulla rete di consegna e degli uffici postali? E in questo senso, è immaginabile un nuovo ruolo che, oltre a fornire i servizi tradizionali, metta a valore gli asset della rete postale nell’erogazione di servizi di interesse economico generale?

Nel più immediato futuro tutto quello che è digitalizzabile sarà digitalizzato. Ciò vuol dire che la smaterializzazione procederà in modo sempre più veloce in tutti i settori sostituendo le modalità analogiche tradizionali con le modalità elettroniche. Questo processo, va sottolineato, non tocca allo stesso modo i diversi segmenti del corpo sociale: si fa qui riferimento alle inerzie delle persone e delle organizzazioni che costituiscono la base dei digital divide e che diventano il cono d’ombra del processo di digitalizzazione. Individuare i digital divide e promuovere azioni tese a una maggiore inclusione sociale dei soggetti deboli diventa un’azione ineludibile per estendere i diritti di cittadinanza digitale all’intera società italiana.

La rete degli uffici postali può giocare un ruolo importante in questa partita e trasformare il vincolo del digital divide in un’opportunità di maggiore inclusione sociale attraverso lo switch off al digitale.

La comunicazione digitale può quindi essere favorita in una ottica di inclusione sociale, facendo leva sulla rete degli uffici postali intesi come uffici di prossimità in grado di assicurare un punto di contatto tra le pubbliche amministrazioni, le aziende e i cittadini.

Riferimenti bibliografici

  1. Agcom (2018a). Relazione Annuale 2018, https://www.agcom.it/documents/10179/11258925/Relazione+annuale+2018/24dc1cc0-27a7-4ddd-9db2-cf3fc03f91d2
  2. Agcom (2018c), Delibera 452/18/CONS “Definizione del test di replicabilità delle offerte di servizi di recapito di invii multipli di Poste italiane e dei criteri per la sua conduzione”, https://www.agcom.it/documents/10179/11925700/Delibera+452-18-CONS/3775cf56-b700-487b-b538-ebe4a6b69673?version=1.3
  3. Agid (2019). Statistiche sull’utilizzo della PEC, https://www.agid.gov.it/it/piattaforme/posta-elettronica-certificata/statistiche-utilizzo-pec
  4. Censis (2018). Quindicesimo Rapporto sulla comunicazione. I media digitali e la fine dello star system. Angeli, Milano.
  5. CERRE (2014), Network industries: efficient regulation, affordable & adequate services, CERRE Regulation Dossier for the Incoming European Commission 2014-2018, Brussels, 18 June
  6. CheBanca! (2017). Digital Banking Index, https://www.chebanca.it/wps/wcm/connect/bb79720d-9f13-4226-9693-fc51fe97f9ac/DigitalBankingIndexV8.pdf?MOD=AJPERES
  7. Copenhagen Economics (2018). Main developments in the postal sector (2013-2016), Study for the European Commission, Directorate-General for Internal Market, Industry, Entrepreneurship and SMEs, July.
  8. FatturaPA (2018). I numeri del sistema di interscambio, https://www.fatturapa.gov.it/export/fatturazione/it/numeri_sdi.htm
  9. FUB (2019). E-substitution nel mercato postale della corrispondenza, http://www.fub.it/sites/default/files/2019-02/E-substitution%20nel%20mercato%20postale%20della%20corrispondenza.pdf
  10. Istat-FUB (2018). Internet@Italia 2018. Domanda e offerta di servizi online e scenari di digitalizzazione, https://www.istat.it/it/files/2018/06/Internet@Italia-2018.pdf

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