La guida

Tutto su codice Eori: ecco che cos’è e come richiederlo

Un elemento indispensabile per chi importa merci in Unione Europea, per evitare ritardi nel rilascio dei propri prodotti: vediamo le regole che disciplinano il codice Eori

Pubblicato il 17 Lug 2020

Nicoletta Pisanu

Giornalista professionista, redazione AgendaDigitale.eu

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Il codice Eori è un’importante sigla alfanumerica indispensabile nei rapporti con le autorità delle dogane degli Stati europei. È importante conoscerla e capire come funziona e in che modo viene attribuita alle realtà imprenditoriali, per far chiarezza nella burocrazia doganale. Approfondiamo quindi il tema, considerando anche le linee guida rese pubbliche dall’Agenzia delle Dogane e dei monopoli con tutte le regole relative a questo strumento

Codice Eori e rete virtuale privata: riservatezza, sicurezza e protezione delle informazioni. Scarica qui la guida per sapere come funziona

Cos’è il codice Eori (Economic operator registration and identification)

Codice Eori è l’acronimo di Economic operator registration and identification. Si tratta di un codice univoco di registrazione e identificazione dell’operatore economico, che viene assegnato nell’ambito della Comunità economica europea. Il suo utilizzo è contemplato nei rapporti con le diverse autorità delle dogane in Europa.

Il codice Eori è stato introdotto con il regolamento numero 312 del 2009 ed è attivo dal primo luglio 2009. È legato al processo di rinnovamento e digitalizzazione dell’iter doganale, in particolare ha l’obiettivo di rendere più semplice la procedura di registrazione degli operatori economici, in accordo con il CDU – Codice doganale dell’Unione. È necessario che si dotino del Codice Eori le “persone giuridiche o che sono sprovviste di personalità giuridica ma hanno la capacità di agire” e che si occupano di attività “contemplate dalla normativa doganale”, come riportano le linee guida dell’Agenzia delle dogane. Queste attività per esempio comprendono import ed export di merce. In Italia, le figure giuridiche individuate sono:

  • le Srl – Società a responsabilità limitata,
  • le Spa – Società per azioni,
  • le Snc – Società in nome collettivo
  • le Sas – Società in accomandita semplice.

Anche i privati non dotati di partita Iva possono richiedere il codice Eori.  A ogni soggetto è attribuito un unico codice Eori.

Come richiedere e ottenere un codice Eori

In Italia, il codice Eori di ogni realtà societaria corrisponde:

  • al numero di partita Iva preceduto da “IT”
  • al codice fiscale preceduto da “IT” in caso di soggetto privato non Iva.

La richiesta per ottenere il codice potrebbe richiedere diversi giorni per essere evasa e gli operatori economici sono tenuti ad avviarla prima di svolgere attività che ricadono sotto la normativa doganale. Il codice viene assegnato dall’autorità doganale dello Stato riferimento ed è valido in tutta l’Unione europea: l’assegnazione è gratuita.

Se è chiaro che il codice Eori vada registrato presso l’autorità doganale dello Stato europeo in cui la propria società è stabilita, tuttavia per alcune realtà economiche individuare il Paese di riferimento può essere fonte di dubbi. Per chiarire le idee, l’Agenzia delle dogane presenta l’esempio di un’impresa svedese che svolge attività in Ungheria: essendo stabilita in Svezia, dovrà possedere il codice Eori assegnato dall’autorità di quel Paese, non dell’autorità ungherese anche se svolge lì i suoi affari. Invece, gli operatori economici che non sono stabiliti in Unione Europea, dovranno registrarsi presso l’autorità delle dogane del Paese europeo dove svolgeranno la prima operazione che ricade sotto la normativa doganale.

Ogni Stato membro europeo si occupa di disciplinare l’iter per attribuire il codice Eori. Importante verificare prima che in passato non sia già stato assegnato un codice, perché ribadiamo che a ogni soggetto può esserne attribuito uno solo. Per confermare l’identità dei richiedenti si può ricorrere al passaporto o a un documento emesso dal Registro imprese. In Italia, per avanzare la richiesta è necessario compilare un modulo disponibile sul portale istituzionale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli (si può scaricare il PDF qui).

Come funziona e come utilizzarlo

L’unico fine di questo codice è a livello doganale, non fiscale o amministrativo. In particolare, è stato istituito con gli obiettivi di:

  • Identificare operatori economici nei rapporti con le autorità doganali europee
  • Fornire un punto di riferimento comune per scambiare comunicazioni tra le autorità delle dogane di Paesi diversi
  • Semplificare lo scambio di comunicazioni tra le dogane e altri enti o autorità.

Il codice Eori va indicato in ogni comunicazione con tutte le autorità doganali dei diversi Stati membri dell’Unione europea, nel caso ovviamente che venga richiesta l’identificazione doganale (sia per merci che arrivano via mare che per via aerea). I dati relativi al codice Eori vengono conservati in un sistema elettronico centrale che consente in modo rapido e semplice agli agenti doganali di risalirvi, per identificare velocemente gli operatori economici.

Come verificare e convalidare il codice

Come spiega l’Agenzia delle dogane italiana, il codice non scade. Sul portale isituzionale della Commissione europea (a questo link) è possibile inserire il proprio codice Eori e verificare che sia stato validato. La procedura è molto semplice.

L’agenzia delle dogane italiana spiega che i codici Eori nuovi prodotti durante il giorno sono inviati alla Comunità europea nel corso della notte. L’elaborazione da parte dell’istituzione europea richiede alcune ore e solo successivamente i nuovi codici sono resi disponibili online. Servono più o meno ventiquattr’ore in tutto affinché la procedura sia completata.

Cosa succede se non possiedo un codice Eori quando le merci arrivano in dogana

Cosa succede nel caso non si possieda un codice quando le merci arrivano in dogana? Innanzitutto, è bene dire che non si rischiano multe o sanzioni. Da precisare anche che la merce non verrà sequestrata. Tuttavia, i tempi di rilascio potrebbero diventare più lunghi del previsto, con disagi sia per l’operatore economico che per fornitori e clienti: le merci infatti potrebbero essere trattenute in dogana finché l’operatore economico non faccia richiesta – e ottenga – il proprio codice.

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