C’era molta attesa per la pubblicazione della strategia comunitaria, avvenuta il 6 di maggio 2015. Del resto, come recita l’introduzione al documento strategico, “un mercato unico digitale pienamente funzionante potrebbe apportare all’economia europea 415 miliardi di euro l’anno e creare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro”.
Pilastri. Non c’è strategia europea senza pilastri e tre è un numero perfetto: 1) Migliorare l’accesso ai beni e servizi digitali in tutta Europa per i consumatori e le imprese; 2) Creare un contesto favorevole e parità di condizioni affinché le reti digitali e i servizi innovativi possano svilupparsi; 3) Massimizzare il potenziale di crescita dell’economia digitale. Sopra e dentro i pilastri, le sedici azioni.
Commercio elettronico. Innanzitutto norme. Armonizzazione delle norme in materia di contratti e di tutela dei consumatori per gli acquisti online, ma anche aggiornamento della legislazione sul diritto d’autore, così come revisione della direttiva sulla trasmissione via satellite e cavo rispetto alle trasmissioni online, senza dimenticare l’allineamento dei regimi IVA. Altro punto di attenzione sono le pratiche anti concorrenziali e le pratiche discriminatorie rappresentate dal blocco geografico per l’accesso a contenuti e servizi. L’attenzione al miglioramento dell’efficienza e dei prezzi dei servizi logistici sembra invece più un auspicio che un obiettivo realmente raggiungibile a livello sovrannazionale. Libera circolazione.
Reti e servizi digitali. La strategia digitale si intreccia con la revisione del quadro regolamentare del settore delle comunicazioni elettroniche, tradizionale cuore delle politiche nazionali. I temi caldi rimangono il roaming, la gestione dello spettro, ma soprattutto i rapporti tra gli operatori vecchi e nuovi e l’integrazione del mondo audiovisivo con quello delle telecomunicazioni. La caduta dei confini tra i settori e le nuove forme di intermediazione scardinano i tradizionali modelli di business e richiedono una particolare attenzione alla creazione di nuove forme di abuso delle posizioni dominanti. Sicurezza, tutela del diritto d’autore e contenuti illeciti, sono ulteriori punti di attenzione all’ordine del giorno. Riconfigurazione dell’ecosistema.
Crescita digitale. Il terzo pilastro è più una lettera d’intenti che richiama l’importanza della circolazione delle informazioni e dei dati all’interno dell’Unione europea, la necessità di promuovere l’utilizzo del cloud computing, così come la promozione dell’interoperabilità in settori fondamentali come la sanità, i trasporti e l’energia. Come noto, condizione necessaria per la crescita diventa lo sviluppo delle competenze digitali. Sull’e-government tutta l’Europa è paese: nuovi piani di azione per garantire una crescente efficienza e efficacia. Riuso delle informazione da parte delle amministrazioni e risparmi per 5 miliardi di euro all’anno entro il 2017…. Di tutto, di più per un’Europa sempre più smart.
Un biennio per avviare analisi e sbloccare alcuni temi caldi. Per la costruzione di un mercato digitale europeo realmente integrato ci vorrà molto più tempo.