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No code e AI trasformano terzo settore e ONG: esempi e casi concreti



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No Code e intelligenza artificiale stanno rivoluzionando il Terzo Settore e le ONG. Queste tecnologie non solo semplificano le operazioni quotidiane e riducono i costi, ma aprono anche nuove vie per l’innovazione, la comunicazione efficace e la raccolta fondi. Vediamo i vantaggi

Pubblicato il 24 apr 2024

Edoardo Vigo

No Code developer in Evermind e docente alla Low Code Academy di Impactskills



Le sfide della Smart Mobility nell'era del Data Act

Con l’avvento del No Code e dell’intelligenza artificiale si apre un mondo di possibilità prima inimmaginabili e in rapidissima evoluzione anche per il Terzo Settore e le ONG.

Il No Code permette di creare e gestire soluzioni digitali senza richiedere competenze specifiche in programmazione, mentre l’IA porta automazione e analisi avanzate. Soprattutto nel terzo settore, dove le risorse sono spesso limitate, i budget ristretti e la necessità di innovare è costante, l’impiego di queste tecnologie offre una flessibilità e una facilità d’uso senza precedenti.

Per questo, molte organizzazioni no-profit stanno iniziando a riconoscerne il potenziale per migliorare la loro operatività e per raggiungere i loro obiettivi in modo più efficiente.

Terzo settore: il no code per semplificare le operazioni

Il No Code sta trasformando il modo in cui le organizzazioni del Terzo Settore gestiscono le loro operazioni quotidiane. Un esempio lampante è l’automazione delle attività amministrative. Strumenti senza codice possono gestire l’immissione di dati, la reportistica e la gestione dei donatori, liberando tempo prezioso che può essere dedicato ad altro. Questa semplificazione delle operazioni non solo aumenta l’efficienza ma riduce anche il rischio di errori umani, garantendo una maggiore affidabilità dei processi interni.

Sarà quindi interessante visionare gli sviluppi di Gemini e Copilot i quali potranno inserire nei vari ecosistemi di riferimento l’Intelligenza Artificiale.

Riduzione dei costi IT e indipendenza digitale

Uno dei vantaggi più significativi del no code è la riduzione dei costi IT. Le organizzazioni possono ora sviluppare soluzioni digitali internamente, senza dover dipendere da costosi servizi di sviluppo esterni. Questo non solo comporta un risparmio economico ma conferisce anche una maggiore autonomia e controllo sulle proprie tecnologie. La capacità di adattare rapidamente le soluzioni digitali alle esigenze mutevoli è fondamentale, in quanto spesso si devono affrontare sfide improvvise e rapide evoluzioni del contesto operativo.

Inoltre, credo che l’innovazione guidata dal no code potrà aprire la strada a soluzioni creative per problemi complessi, spingendo le organizzazioni a pensare fuori dagli schemi e a sfruttare al meglio le loro risorse.

Comunicazione efficace e coinvolgimento della comunità

Il no code gioca un ruolo cruciale anche nella comunicazione e nel coinvolgimento della comunità. Attraverso strumenti intuitivi e facili da usare, le organizzazioni possono creare siti web, newsletter e integrare piattaforme di social media per mantenere i loro sostenitori informati e coinvolti. Questo non solo ha la possibilità di migliorare la visibilità e l’efficacia delle campagne di sensibilizzazione, ma rafforza anche il legame con la base di sostenitori.

Recentemente è stato annunciato Devin, uno dei primi AI Software Engineer in grado di analizzare e gestire diverse attività riguardo la programmazione (dalla lettura della documentazione al testing del codice). Inerente invece al no code un tool che sta andando per la maggiore è WebWave.

Rivoluzionare la raccolta fondi con strumenti no code

Nel Terzo Settore, la raccolta fondi è una componente vitale. Qui, gli strumenti no code possono fare una grande differenza. Consentono di creare campagne di raccolta fondi personalizzate e coinvolgenti, visualizzare l’impatto delle donazioni e raggiungere un pubblico più ampio.

Queste piattaforme permettono inoltre di tracciare le donazioni in tempo reale, fornendo feedback immediato ai donatori, svolgendo alcune attività amministrative e mostrando loro l’impatto diretto del loro sostegno.

Ad esempio con Fillout è possibile utilizzare rapidamente funzionalità di questo genere.

Esempi concreti di no code nel terzo settore

Il terzo settore può trarre vantaggio in modo significativo dall’uso degli strumenti No Code. Ecco alcuni esempi concreti percorribili:

  • 💰 Moduli personalizzati per le donazioni: Creare moduli intuitivi per semplificare il processo di donazione e aumentare l’efficacia delle campagne di raccolta fondi.
  • 💌 Campagne email personalizzate: Utilizzare piattaforme No Code per gestire campagne email, permettendo una comunicazione più diretta e personalizzata con le persone coinvolte.
  • 🔄 Automazione delle attività ricorrenti: Ridurre il carico di lavoro manuale automatizzando processi come la gestione delle iscrizioni, la creazione delle tessere e la pianificazione degli eventi.
  • 🎟️ Registrazione eventi e 📝 Moduli di iscrizione per volontari: Semplificare la registrazione a eventi e la gestione dei volontari
  • 🗓️ Pianificazione dei turni e Gestione delle attività: Migliorare l’organizzazione interna e l’efficienza operativa.
  • 💬 Piattaforma di comunicazione: Creare spazi online per la comunicazione interna ed esterna, migliorando il coinvolgimento e la collaborazione.
  • 🌐 Costruttore di siti web: Sviluppare siti web dinamici e interattivi senza bisogno di competenze tecniche avanzate.
  • 📋 Reporting e analisi, 📑 Tracciamento delle spese: Monitorare l’efficienza operativa e la gestione finanziaria attraverso strumenti analitici.
  • 📚 Centro di risorse online e 🧾 Fatturazione online: Fornire risorse informative e gestire transazioni finanziarie in modo efficiente e trasparente.

Fusione di no code e AI: le prospettive future

L’integrazione del no code con l’AI è un passo avanti nel potenziare ulteriormente le organizzazioni del Terzo Settore.

L’AI può analizzare grandi quantità di dati, fornendo intuizioni preziose e aiutando nella presa di decisioni, ma anche automatizzare e ottimizzare le strategie di raccolta fondi, di engagement dei donatori e di comunicazione (ad esempio chatbot).
Le possibilità sono veramente numerose e continuano di giorno in giorno a crescere.

Infatti piattaforme come Webflow, Bubble, Airtable, Softr e Notion hanno integrato al proprio interno funzionalità di AI abbattendo quindi notevolmente l’accessibilità a questa tecnologia.
Gli utenti possono quindi trarre vantaggio da immagini e testo generati automaticamente, flussi di lavoro intelligenti, suggerimenti automatici per l’analisi dei dati e assistenza alla progettazione.

Casi reali e tool disponibili

Esistono ormai numerosi casi di impiego di tool no code integrati con l’Intelligenza Artificiale.

Alcuni esempi:

  • UserLoop: sondaggi basati sull’intelligenza artificiale per Shopify.
  • ​Strabone: tracker per il portafoglio di investimenti.
  • ​SubSocket: gestione pagamenti ricorrenti e una tantum con PayPal.
  • ​Riku: costruzione e distribuzione di modelli AI.

Ci sono due storie particolarmente interessanti per capire la scalabilità del fenomeno.

Joe Speiser ha raccontato in un tweet di gestire una startup da 1 milione di dollari, con uno stack tecnologico inferiore a 200 dollari, grazie al no code. Altro caso emblematico, quello di Justin Welsh, che ha guadagnato 5 milioni di dollari con la sua attività individuale, sviluppata esclusivamente attraverso strumenti No Code, quai Carrd, Airtable, Zapier.

Per mettere ordine nel crescente panorama di tool e risorse No Code, negli ultimi mesi ho creato questo database con Airtable, piattaforma online per la creazione e condivisione di database relazionali in No Code.

Conclusioni

In conclusione, il no code, combinato con l’AI, offre enormi potenzialità per il Terzo Settore e le ONG.

Queste tecnologie non solo semplificano le operazioni quotidiane e riducono i costi, ma aprono anche nuove vie per l’innovazione, la comunicazione efficace e la raccolta fondi.

La facilità d’uso e la flessibilità del no code consentono alle organizzazioni di rimanere agili e reattive, mentre l’AI apporta analisi avanzate e intuizioni per decisioni più informate.

L’adozione di queste tecnologie è un passo fondamentale verso un futuro in cui il Terzo Settore può operare più efficacemente, raggiungere un impatto maggiore e realizzare la sua missione in modi sempre più innovativi.

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