Il rapporto tra le piccole PA e il Green public procurement dovrebbe rispettare l’applicazione dei Criteri ambientali minimi come previsto dal Codice appalti, eppure la maggior parte degli enti non applica questi parametri obbligatori alle categorie merceologiche in fase di approvvigionamento. Lo rivela un’indagine di Comuni Virtuosi sul tema, che fotografa una situazione complessa e confusa., per cui il 55% degli enti intervistati semplicemente non applica i Cam e il sentiment diffuso è quello del Green Public Procurement avvertito come uno strumento poco conosciuto.
L’indagine di Comuni Virtuosi
Il 12 febbraio scorso alla Camera dei Deputati è stata presentata l’indagine sul livello di applicazione dei Criteri ambientali minimi (CAM)- resi obbligatori dall’articolo 34 del Codice degli Appalti – realizzato dall’Associazione Comuni Virtuosi e dalla società di consulenza Punto 3 Srl, con il supporto di due realtà economiche da sempre impegnate nella green economy: il Consorzio Ecopneus e Sumus Italia. L’indagine vuole ribadire la necessità di sviluppare a livello nazionale – da parte dell’anca e del Ministero dell’Ambiente – specifiche procedure volte a monitorare l’applicazione dei CAM ed il raggiungimento degli obiettivi prefissati dal Piano d’azione per la sostenibilità dei consumi nel settore della pubblica amministrazione (di seguito PAN GPP) come previsto dall’Art. 213 del Codice dei Contratti. Nello specifico il monitoraggio riguarda:
- la verifica del rispetto della normativa in materia di acquisti verdi introdotta con i Decreti Ministeriali contenenti i Criteri Ambientali Minimi (CAM) per forniture, servizi e lavori, obbligatori per tutte le stazioni appaltanti;
- la verifica dello stato dell’arte dell’applicazione del Green Public Procurement -GPP all’interno di uno dei pochi network di Comuni presenti in Italia,
- di mettere a punto un sistema di monitoraggio che possa essere di esempio anche per altri enti e che sia coerente con progetti analoghi realizzati a livello europeo, nazionale e regionale
Gli strumenti utilizzati per la realizzazione dell’indagine sono rappresentati dalle schede di monitoraggio e da domande a risposta multipla relative alle esigenze ed alle difficoltà nell’applicazione dei CAM nelle politiche di approvvigionamento pubblico.
Categorie di approvvigionamento e Cam
Complessivamente l’indagine ha riguardato le procedure di approvvigionamento di 40 Comuni (su un totale di 102) rappresentativi di tutte le tipologie di soci dell’associazione dei Comuni Virtuosi. Le informazioni richieste, riferite all’anno 2017, hanno riguardato il numero totale di bandi emanati ed il loro importo, sia per quelli che hanno previsto l’applicazione dei CAM, sia per quelli che non hanno previsto alcun requisito ambientale per i seguenti settori:
- arredi per interni (mobili per ufficio, arredi scolastici, arredi per sale, archiviazione e sale lettura),
- edilizia (Costruzioni e ristrutturazioni di edifici con particolare attenzione ai materiali da costruzione),
- gestione dei rifiuti,
- servizi urbani e al territorio (Gestione del Verde pubblico, Arredo urbano),
- servizi energetici (Illuminazione degli edifici, Riscaldamento/Raffrescamento degli edifici, Illuminazione Pubblica),
Dall’indagine emerge che il 55% di questi Comuni non applica i CAM in nessuna categoria merceologica. Le maggiori percentuali di bandi con Criteri Ambientali Minimi rispetto al totale dei bandi di settore risultano essere quelli relativi alle forniture di carta per ufficio (60%), al servizio di ristorazione (50%) ed alle forniture di apparecchiature elettriche ed elettroniche per ufficio (43%), unitamente alla fornitura di arredi (43%) ed al servizio di gestione dei rifiuti (42%). In valore assoluto, invece, il maggior numero di bandi aggiudicati nel 2017 con CAM si riscontra per le forniture di prodotti elettrici ed elettronici (26 bandi con CAM). Molto bassa la percentuale di applicazione dei CAM relativi all’acquisizione di veicoli adibiti al trasporto su strada (6%), ai servizi di gestione del verde pubblico (6%) e all’Edilizia (5%).
Analizzano, invece, i dati in forma aggregata emerge che il 34% della spesa complessiva prevede l’applicazione dei CAM, mentre la percentuale di bandi contenenti Criteri Ambientali Minimi è del 21%.
Un contesto confuso
L’elemento che maggiormente ha influenzato la realizzazione di questa indagine è stata la difficoltà di raccolta delle informazioni. Nonostante le modalità di raccolta dei dati si articolassero mediante invii ripetuti di richieste e azioni di recall dei soggetti selezionati, i dati raccolti non hanno permesso di definire appieno lo scenario di applicazione dei CAM e del GPP negli approvvigionamenti dei soci dell’Associazione dei Comuni Virtuosi. Le motivazioni di questa situazione sono molteplici e sembrano essere comuni alla maggior parte dei progetti che prevedono una rendicontazione dei dati economici e/o analitici relativi alle attività degli Enti Pubblici. Nel caso degli approvvigionamenti di forniture, lavori e servizi, tali procedure sono spesso affidante a RUP differenti e in alcuni casi vengono realizzati mediante gli strumenti messi a disposizione dai soggetti aggregatori. Tutto questo rende complessa la realizzazione di un monitoraggio che sia esaustivo delle procedure di approvvigionamento di ciascun Comune coinvolto.
Le informazioni presenti nei siti istituzionali risultano essere in alcuni casi frammentarie e non sempre paragonabili e, in alcuni casi, difficilmente reperibili nonostante quanto stabilito dal Decreto Legislativo n. 97 del 25 maggio 2016, il quale sancisce il principio dell’”accessibilità totale” ai dati ed ai documenti gestiti dalle pubbliche amministrazioni. Questa situazione si traduce in una difficoltà per i responsabili degli acquisti nel dare una risposta completa ed in tempi brevi a richieste puntuali sulle procedure di acquisto.
È sperabile quindi che, anche per le realità amministrative più piccole, vi sia la creazione di un controllo di gestione (servizio di programmazione e controllo) che sia in grado, anche attraverso un sistema informatico centralizzato, di registrare tutti gli approvvigionamenti effettuati (con e senza CAM) e di restituire un rapporto preciso ed utile a valutare il raggiungimento o meno degli obiettivi e degli obblighi previsti in materia di GPP. Estendere una modalità di questo tipo all’interno degli Enti Pubblici è fortemente auspicabile, perché permetterebbe da un lato di avere un accesso rapido a dati attendibili per realizzare una qualunque attività di rendicontazione e, dall’altro, andrebbe a rendere uniformi e paragonabili le informazioni raccolte.
Le strade per migliorare
Un altro aspetto da non trascurare è che un sistema organizzativo di questo genere permette di controllare le spese: operazione assolutamente virtuosa in un periodo di crisi economica e di spending review. Infine, emerge in modo inequivocabile che il Green Public Procurement risulta essere ancora uno strumento poco conosciuto ed utilizzato nonostante una normativa che rende una procedura di approvvigionamento non conforme ai CAM a tutti gli effetti illegittima. Uno dei motivi della non applicazione della normativa relativa al GPP è la mancanza di competenze specifiche da parte del personale addetto alla redazione dei bandi. L’Unione Europea riconosce nella formazione specialistica lo strumento principale per accrescere la cultura nelle Pubbliche Amministrazioni all’insegna del principio che “acquistare verde” significa concretamente “spendere meglio” e molto spesso “spendere meno”.
L’offerta di prodotti, servizi e lavori green è pronta a “raccogliere la sfida” qualora la Pubblica Amministrazione però premi realmente il miglior rapporto tra prezzo e qualità. Un altro importante “passo” che le Pubbliche Amministrazioni dovrebbero compiere è una rivisitazione delle procedure interne per migliorare e rendere più chiara l’organizzazione degli acquisti e la programmazione degli stessi: risulta infatti non ancora sistematica la realizzazione di un’analisi dei fabbisogni preliminare agli acquisti, nonché l’implementazione della successiva fase di verifica di conformità dei contratti (altro importante nodo da “sciogliere”). Non è da sottovalutare, inoltre, l’importanza di rendere sistematica la programmazione degli acquisti verdi all’interno delle Pubbliche Amministrazioni ed il monitoraggio degli stessi, attraverso l’individuazione di indicatori uniformi, chiari e misurabili, anche al fine della valorizzazione del GPP come strumento per raggiungere obiettivi di politica ambientale.