politiche sociosanitarie

Sanità digitale, un nuovo modello di gestione “locale” è possibile: ecco come strutturarlo

Per fornire una risposta concreta alle attuali problematiche strutturali e organizzative delle politiche sociosanitarie e socioassistenziali territoriali serve un nuovo modello gestionale. Sono quattro le dimensioni per facilitare il processo di trasformazione

Pubblicato il 30 Giu 2021

Salvatore Pidota

Government & Public Sector Specialist

Anitec-Assinform: le tecnologie emergenti nella sanità digitale

L’attuale scenario sociale, l’evoluzione delle dinamiche demografiche e il conseguente mutamento dei bisogni di salute della popolazione, con una quota crescente di anziani e la presenza di patologie sempre più aggressive, rendono necessario implementare un reengineering strutturale e organizzativo delle politiche sociosanitarie e socioassistenziali, soprattutto nell’ottica di rafforzare gli ambiti territoriali di assistenza.

AI e big data per la Sanità, che cosa serve dopo il covid

La crisi pandemica ha reso ancora più difficili le condizioni di vita e di lavoro delle persone più disagiate/vulnerabili. Sono aumentate le disuguaglianze ed emergono nuove forme di fragilità. In questo contesto, i servizi socioassistenziali comunali, in rete con i servizi sanitari territoriali, devono riorganizzarsi sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie in modo da poter gestire in maniera efficace ed efficiente il prevedibile aumento di flussi di richieste.

In tale ambito, i processi di digitalizzazione possono e devono giocare un ruolo fondamentale a supporto delle Amministrazioni Locali, in quanto fattori abilitanti di un percorso di integrazione, rinnovamento, trasparenza e democratizzazione, che fa leva, da un lato, su fattori quali la razionalizzazione dei processi, la trasparenza, la misura delle prestazioni e la responsabilizzazione delle strutture preposte alla gestione delle predette politiche, dall’altro, sulla realizzazione di nuove prestazioni a fruibilità/affidabilità maggiore di quelle esistenti.

Un nuovo modello gestionale

Pertanto, è necessaria l’adozione di un nuovo modello gestionale dei summenzionati servizi che consenta di definire un percorso strutturato alla transizione digitale che deve necessariamente affrontare la PA locale in tale ambito, al fine di:

  • realizzare una migliore integrazione tra i sistemi sanitari presenti sul territorio e quelli di assistenza sociale/di sostegno;
  • garantire l’erogazione del livello minino di servizi sociosanitari e socioassistenziali in maniera uniforme su tutto il territorio locale;
  • assicurare la governance della domanda in condizioni complesse e in continua evoluzione, in presenza di patologie sconosciute e/o sempre più aggressive;
  • prepararsi ai cambiamenti derivanti dalle nuove scoperte in campo sanitario e dalla innovazione tecnologica;
  • gestire l’invecchiamento della popolazione locale e della forza lavoro in un contesto di decrescita demografica;
  • incrementare le attività sul territorio di promozione e di prevenzione della salute.

Per facilitare il predetto processo di trasformazione che accompagna la fase di transizione digitale, risulta necessario strutturare un’organizzazione pubblica locale in grado di assicurare: 1) il potenziamento delle soluzioni di assistenza domiciliare; 2) la diffusione di nuove tecnologie per l’invecchiamento attivo; 3) l’inclusione del cittadino; 4) l’utilizzo dei big data.

Il potenziamento di soluzioni digitali di assistenza domiciliare

Il potenziamento dei sistemi di telecare a livello locale, che permettono di assistere e fornire i servizi sociosanitari e socioassistenziali a un soggetto che non necessariamente deve essere fisicamente presente, sarebbe un fattore cruciale per assicurare un maggiore benessere di persone disagiate, pazienti cronici e anziani. L’obiettivo di questa azione è rivolto a mettere a sistema, potenziandoli, i già noti servizi di ospedalizzazione domiciliare, telediagnosi, teleassistenza e monitoraggio a distanza. Da un punto di vista operativo si tratterebbe di:

  • assicurare l’evoluzione degli attuali sistemi di telemedicina – telemonitoraggio e teleassistenza – verso l’utilizzo di nuovi e sempre più innovativi canali di comunicazione (assistenti virtuali, videochiamate, sistemi di messaggistica, ecc.);
  • dotarsi di strumenti di misurazione delle prestazioni offerte in telecare a supporto di un efficientamento delle risorse disponibili;
  • creare un solido coordinamento strategico e operativo a livello locale che riesca a garantire l’ottimizzazione delle interdipendenze tra i diversi soggetti del settore presenti sul territorio.

La diffusione di nuove tecnologie per l’invecchiamento attivo

In tale ambito, l’obiettivo sarebbe quello di creare un sistema coordinato di iniziative nelle quali la componente innovativa digitale, unitamente alla creazione di una rete sociale di supporto, sia in grado di migliorare l’autonomia e la qualità di vita delle persone anziane e/o dei soggetti più fragili.

Nel modello gestionale da sviluppare, infatti, le nuove tecnologie potrebbero essere impiagate anche per promuovere uno stile di vita salutare o rallentare l’incidenza della malattia correlata all’anzianità in termini di decadimento delle capacità fisiche e/o cognitivo-funzionali.

A tal proposito, sarebbe auspicabile prevedere l’implementazione di applicazioni digitali a regia locale, per veicolare informazioni e/o programmi che promuovono il benessere fisico e aiutano l’utente a mantenere un equilibrio alimentare e fisico. A integrazione e supporto delle predette applicazioni per il “benessere”, al fine di massimizzare i risultati delle azioni poste in essere, l’Ente dovrebbe promuovere/incentivare la diffusione di dispositivi wearable (che offrono la possibilità di monitorare l’attività fisica, le ore di sonno, i parametri vitali, la disidratazione, ecc), per consentire un costante controllo delle persone più fragile.

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L’inclusione del cittadino

L’attuale contesto impone la realizzazione di una rete sociale che sia in grado di facilitare la comunicazione diretta tra gli operatori dei servizi sociosanitari e socioassistenziale, le famiglie e i caregiver delle persone assistite. In tal caso, dunque, risulta necessario per l’Ente locale, prevedere lo sviluppo, mediante anche l’utilizzo del digitale, di una rete integrata di assistenza che aiuterebbe a ottimizzare le politiche sociali e sociosanitarie a livello territoriale, nonché a efficientare i relativi servizi erogati con la finalità di:

  • prendere in carico la persona disagiata e il contesto sociale in cui vive (famiglie e caregiver anche informali) fornendo gli strumenti per essere seguito nel momento del bisogno, tramite anche un programma di assistenza “pianificato” e customizzato alla specifica esigenza.
  • creare un sistema assistenziale e sociosanitario territoriale sempre più vicino ai pazienti e sempre più fruibile a un numero maggiore di utenti;
  • razionalizzare l’impiego degli operatori sul territorio per ottimizzare l’assistenza domiciliare “di persona”, dando, al tempo stesso, un supporto costante nella quotidianità del cittadino “svantaggiato”.

L’utilizzo dei Big Data

Il ripensamento del modello gestionale delle attività di healthcare deve far leva sull’integrazione e il riutilizzo costante dei dati generati a livello territoriale per creare un vero e proprio sistema informativo socio-sanitario-assistenziale, in grado di porre le basi per la creazione di soluzioni avanzate rivolte ad assicurare puntuali azioni di governance, management, monitoraggio nell’ambito delle attività in oggetto.

Cruscotti di monitoraggio basati sugli analytics e modelli predittivi dell’andamento dei fenomeni socio-sanitari-assistenziali, sono solo alcuni degli esempi di strumenti innovativi che potrebbero essere introdotti dall’Ente locale per agevolare gli operatori di settore nella gestione dei soggetti disagiati.

Nello specifico si tratterebbe, dunque, di sviluppare, diffondere e utilizzare, a livello locale, strumenti avanzati di analisi che permettano, a chi governa questi processi, di sfruttare il patrimonio dei dati a disposizione traducendolo in azioni concrete e valore aggiunto per la comunità locale.

Conclusioni

In definitiva, l’introduzione di un modello gestionale dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali basato sulle predette quattro dimensioni (potenziamento assistenza domiciliare, diffusione nuove tecnologie per invecchiamento attivo, l’inclusione del cittadino e utilizzo dei big data) consentirebbe di innescare un meccanismo partecipativo capace di fornire una risposta concreta alle attuali problematiche locali di settore, nonché di assicurare l’attivazione degli adeguati e necessari percorsi personalizzati di presa in carico e assistenza delle persone più vulnerabili/disagiate.

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