sanità digitale

Teleriabilitazione, approvate le nuove indicazioni nazionali: che cambia

Il documento approvato dalla Conferenza Stato-Regioni si propone di fornire indicazioni uniformi sul territorio nazionale per l’erogazione delle prestazioni a distanza con particolare riguardo ai trattamenti di riabilitazione da attivare con strumenti di sanità digitale. Ecco cosa prevede

Pubblicato il 09 Dic 2021

Elisa Stefanini

Partner di Portolano Cavallo

Sanità digitale: l'importanza dell'anonimizzazione

La riabilitazione risulta tra le attività che hanno subito le più significative limitazioni per effetto della pandemia e delle misure che sono state adottate per fronteggiarla. Partendo da questo presupposto, la teleriabilitazione rappresenta uno strumento in grado di mitigare queste difficoltà e migliorare l’accesso ai trattamenti da parte dei pazienti.

Con questa consapevolezza, lo scorso ottobre, la Conferenza Stato Regioni ha approvato il documento presentato dal Ministero della Salute recante “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni e servizi di teleriabilitazione da parte delle professioni sanitarie”, che era stato anticipato e previsto dalle linee guida nazionali sulla telemedicina di fine 2020.

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Cosa è la teleriabilitazione?

La teleriabilitazione è definita come “l’erogazione a distanza di prestazioni e servizi intesi ad abilitare, ripristinare, migliorare o comunque mantenere il funzionamento psico-fisico di persone di tutte le fasce di età, con disabilità o disturbi, congeniti o acquisiti, transitori o permanenti, oppure a rischio di svilupparli”.

Si tratta quindi di un’attività sanitaria di competenza dei professionisti sanitari, che include anche quella volta alla valutazione a distanza del corretto utilizzo di ausili, ortesi e protesi durante le normali attività di vita svolte nell’ambiente domestico o lavorativo.

Nella teleriabilitazione le attività sanitarie di pertinenza dei professionisti sanitari comprendono la prescrizione, l’esecuzione, il controllo, il monitoraggio, la supervisione, la modifica di prestazioni o servizi di valutazione erogati a distanza per mezzo di servizi digitali.

Quale è l’obiettivo di questo documento

Il documento si propone di fornire indicazioni uniformi sul territorio nazionale per l’erogazione delle prestazioni a distanza con particolare riguardo ai trattamenti di riabilitazione da attivare con strumenti di sanità digitale.

Con l’approvazione di questo documento da parte delle Conferenza Stato-Regioni, si esprima la volontà di mettere in atto tali indicazioni nazionali nell’ambito delle varie organizzazioni sanitarie regionali, nonché di adeguare i flussi informativi di erogazione/rendicontazione delle attività di specialistica ambulatoriale al fine di tenere traccia delle prestazioni e servizi di riabilitazione.

Requisiti per l’erogazione delle prestazioni di teleriabilitazione

Inoltre, il documento qui in commento ribadisce alcuni aspetti importanti relativi all’erogazione del servizio, che già potevano essere ricavati dalle linee guida nazionali sulla telemedicina che ne rappresentano la cornice ma che risulta comunque utile sottolineare anche in questo contesto:

  • le prestazioni di teleriabilitazione che possono essere erogate a ciascun paziente devono essere inquadrate all’interno del Progetto Riabilitativo Individuale (PRI) – previsto dall’Accordo Stato-Regioni del 10 febbraio 2011 – nel Piano di Trattamento Individuale (PTI) – di cui all’accordo della Conferenza Stato-Regioni del 24 gennaio 2013 – o nel Progetto di Assistenza Individuale (PAI) – di cui all’art. 22 del DPCM 12 gennaio 2017;
  • le strutture che intendono erogare prestazioni di teleriabilitazione a carico del SSN devono essere accreditate (e contrattualizzate) per quelle stesse attività assistenziali (la modalità di erogazione della prestazione rileva da questo punto di vista);
  • le strutture che intendono erogare prestazioni di teleriabilitazione privatamente devono comunque essere munite di autorizzazione sanitaria allo svolgimento delle relative attività;
  • la tariffazione delle prestazioni a distanza sarà equivalente a quella delle analoghe prestazioni erogate in presenza; naturalmente le modalità di tariffazione devono essere coerenti con il sistema di remunerazione previsto per i vari setting assistenziali (es. ambulatoriale, assistenza domiciliare integrata, RSA o strutture di riabilitazione);
  • l’uso delle tecnologie dovrà avvenire nel rispetto della normativa vigente con particolare riferimento a: (i) la legislazione sulla protezione dei dati personali e le relative misure di sicurezza (si ricorda la necessità che i dati siano protetti da tecniche di criptazione); (b) la normativa sui dispositivi medici che impone che i dispositivi utilizzati siano idonei e certificati per l’uso cui sono destinati, sia che si tratti di hardware che di software;
  • dovrà naturalmente essere raccolto il necessario consenso informato dei pazienti interessati, che dovrà specificare, come indicato nelle linee guida nazionali, la peculiare modalità di fruizione della prestazione (a distanza) e cosa ciò implica, quali sono le differenze e gli eventuali rischi.

I profili di responsabilità

Indubbiamente l’utilizzo di queste tecnologie pone ulteriori questioni di responsabilità in quanto, al di là della responsabilità connessa allo svolgimento della prestazione sanitaria in sé, analogamente a quanto avviene in caso di prestazioni erogate di persona (per cui si rinvia all’applicazione della legge n. 24/2017 sulla responsabilità sanitaria), l’utilizzo di tecnologie digitali amplia i profili di rischio e quindi di attenzione: si pensi, ad esempio, alle questioni di sicurezza legate alla condivisione e circolazione dei dati sanitari, ai rischi sollevati dall’utilizzo dispositivi che si rivelano non idonei o non funzionanti.

È quindi importante che l’implementazione di questi nuovi strumenti sia rimessa a personale competente e preparato e vi sia un’adeguata supervisione e controllo delle attività, anche per garantire che la prestazione a distanza sia di analoga qualità ed efficacia rispetto a quella svolta di persona (altrimenti dovrebbe essere ripetuta, con maggiori oneri a carico del SSN). E questo ragionamento ci porta all’ulteriore punto di attenzione che emerge da questo documento, ossia quello della formazione.

Ulteriori sfide

Un aspetto che il documento sottolinea è infatti la necessità di predisporre un adeguato percorso di formazione per i professionisti sanitari coinvolti in queste attività. In particolare, si ritiene importante che ogni azienda sanitaria ricomprenda nel proprio piano di formazione attività specifiche sulla teleriabilitazione, destinate al personale coinvolto nell’erogazione di questi servizi (sia dipendenti del SSN che di strutture private). La formazione e l’addestramento del personale devono essere verificate dall’ASL competente. L’aspetto culturale e formativo è infatti di primaria importanza per garantire un’effettiva diffusione delle attività di telemedicina sul territorio nazionale.

Inoltre, è evidente che questo documento sia per sua natura provvisorio, destinato a una rapida obsolescenza. Al riguardo, viene chiarito che le indicazioni contenute in questo documento saranno oggetto di aggiornamento periodico, anche in relazione all’evoluzione tecnologica, al fine di garantirne il progressivo miglioramento e l’estensione delle potenzialità.

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