il progetto

“Riconnessioni”, l’importanza delle competenze digitali a scuola

La trasformazione digitale che investe la scuola italiana si lega ad un progetto di sviluppo delle competenze dei nuovi cittadini (gli studenti), dei professionisti che operano nel contesto scolastico e delle organizzazioni educative nel loro complesso. DigComp, DigCompEdu e DigCompOrg sono i framework di riferimento

Pubblicato il 17 Nov 2017

Lorenzo Benussi

Riconnessioni - competenze digitali

Sandra Troia

docente, esperta in competenze digitali

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Di cosa abbiamo bisogno per fare della scuola un laboratorio di innovazione che risponda ai bisogni dei cittadini? Di metterci alla prova e fare squadra.

La competenza digitale di cittadini, docenti ed organizzazioni educative è un elemento chiave del progetto Riconnessioni, un grande programma di innovazione nelle scuole e per le scuole avviato ufficialmente nei primi giorni di ottobre.

Nasce grazie a Fondazione per la Scuola e Compagnia di San Paolo che investe direttamente 10 milioni di euro in tre anni, ma non potrebbe esistere senza il contributo e la collaborazione di molti partner pubblici e privati, dal MIUR, all’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, al Comune di Torino.

Il percorso è accompagnato da collaborazioni scientifiche con l’Istituto per le tecnologie didattiche del CNR, il Politecnico e l’Università di Torino e conta su relazioni internazionali con la Digital Skills and Jobs Coalition della Commissione Europea e la Fondazione NESTA.

Il programma Riconnessioni parte da Torino e prima cintura, coinvolge quasi 300 scuole, 1500 insegnanti e 100.000 studenti ma definisce un modello di innovazione che si adatta a tutti i territori, come in Campania dove sta nascendo un’iniziativa simile.
Agisce su due piani: costruisce una nuova rete in fibra ottica in tutte le scuole con la collaborazione e il sostegno di Open Fiber e aiuta gli istituti a innovare i processi di gestione e la didattica, per affrontare il cambiamento in modo consapevole.
Il progetto si caratterizza per un approccio olistico che combina lo sviluppo delle infrastrutture con il miglioramento dei metodi di insegnamento. Infrastrutture, strumenti e risorse umane si “intrecciano virtuosamente” per favorire un processo di innovazione che risponda alle esigenze di chi si forma, di chi forma e del territorio.

Gli alunni, già dai primi anni di scuola, devono poter sperimentare un’esperienza formativa per competenze che li prepari ad agire in autonomia e con spirito critico la competenza digitale.
La trasformazione digitale che investe la scuola italiana si lega ad un progetto di sviluppo delle competenze dei nuovi cittadini (gli studenti), dei professionisti che operano nel contesto scolastico e delle organizzazioni educative nel loro complesso. Si rende necessaria un’azione volta a facilitare la condivisione di una definizione chiara ed esautiva della competenza digitale dalla quale partire per realizzare un percorso di autovalutazione e per tracciare una strategia di crescita e miglioramento. Nel laboratorio “Riconnessioni”, tra i primi in programma nell’ambito del progetto, si sono poste le basi per una cultura scolastica intesa come comunità di pratica, devoluta allo sviluppo e alla trasmissione orizzontale e collaborativa di competenze e sperimentazioni attorno alla didattica innovativa e digitale.

L’esperienza formativa dedicata ai docenti è stata avviata con la presentazione dei modelli elaborati dal Centro comune di ricerca europeo: DigComp, DigComEdu, DigCompOrg.
Perché questa scelta? Partire da riferimenti qualificati, condivisi a livello europeo e scaturiti dalla valorizzazione di buone prassi e dall’elaborazione di contribuiti di esperti, di stakeholder< e di cittadini che hanno partecipato a varie consultazioni pubbliche consente di acquisire una posizione di notevole vantaggio. Piuttosto che partire dalla creazione ex novo di modelli, si ha l’opportunità di dedicarsi al loro miglioramento ed adattamento per specifiche esigenze.
Gli insegnanti, protagonisti del percorso formativo, sono stati guidati a vestire il doppio ruolo del cittadino e del docente, ad accrescere la propria consapevolezza sulla crescente integrazione tra la dimensione analogica e la dimensione digitale, a riflettere sull’importanza di “riconnettere” l’esperienza formativa in classe e il mondo reale attraverso compiti di realtà analogico-digitali.Utile a questo scopo si è rivelata la riflessione guidata su esperienze concrete vissute dai docenti: gestione del registro elettronico, utilizzo del Sistema Operativo per la Formazione e le Iniziative di Aggiornamento dei docenti SOFIA, impiego del Sistema Pubblico per la gestione dell’Identità Digitale (SPID) per l’accesso alla piattaforma web dedicata alla Carta del Docente e la fruizione del bonus.
L’analisi delle recenti versioni di DigComp (2.0 – 2.1) ha consentito ai docenti di avere uno sguardo d’insieme sulle numerose declinazioni della competenza digitale (21 competenze specifiche) e dei livelli di padronanza (8 livelli di proficiency)< che i soggetti possono acquisire. Ha facilitato una prima azione di autovalutazione partendo dall’osservazione del proprio vissuto. Portiamo un esempio: la creazione di buoni spesa per l’acquisto di beni e servizi nell’ambiente Carta del Docente è stata tradotta in un “compito”. Agli insegnanti è stato chiesto di ripensare ed analizzare le competenze messe in campo per svolgimento di tale compito considerando in particolare la difficoltà del task e il livello di autonomia (qual è il livello di complessità del compito portato a termine? Qual è il livello di autonomia richiesto e dimostrato? A quale livello di padronanza corrisponde la performance realizzata?).

La presentazione di DigComp ha dato modo ai docenti di acquisire dimestichezza con le aree di competenza e le competenze digitali su cui strutturare la progettazione di esperienze formative innovative. Inoltre, ha consentito l’avvio di un dibattito su strategie e modalità utili a formulare compiti che consentano agli studenti di mettere alla prova la propria competenza digitale e agli insegnanti di osservarla e valutarla.

A questo scopo è risultato particolarmente utile il focus sulla matrice (tratta da DigComp 2.1) dell’area di competenza “informazione e data literacy” per la competenza “valutare dati, informazioni e contenuti digitali” dedicata allo scenario “apprendimento” e al compito “preparazione di un breve report su un argomento specifico”.

La successiva introduzione del framework DigCompEdu ha permesso di guidare i docenti in una riflessione analitica sulla competenza digitale in relazione al ruolo professionale da essi ricoperto. È stato avviato un percorso di autovalutazione sulle 23 competenze, organizzate in 6 aree, utilizzando i descrittori dei 6 livelli di padronanza disponibili: principianti, esploratori, appassionati, professionisti, esperti e, infine, pionieri. Pionieri? Sì. Docenti in possesso di un elevato livello di competenza che consente loro anche di mettere in discussione l’adeguatezza delle pratiche digitali e pedagogiche contemporanee; di essere un modello per i colleghi e di porsi alla guida dell’innovazione nei contesti nei quali operano.

Gli insegnati hanno riportato DigCompEdu al vissuto del proprio contesto professionale, hanno abbinato i descrittori delle specifiche competenze ai compiti quotidianamente svolti e agli strumenti utilizzati. Sono stati stimolati ad individuare eventuali situazioni di criticità e a proporre ipotesi di risoluzione.

Infine, hanno messo in relazione le competenze digitali per tutti i cittadini descritte in DigComp con l’area “sviluppo della competenza digitale degli studenti” (area 6 DigCompEdu). Un passaggio importante pianificato per motivare e sostenere l’adozione del DigComp come modello di riferimento anche in ambito scolastico.

La scuola a vocazione digitale, contenitore fluido e dinamico, è l’incubatore in cui far crescere, in sicurezza, le competenze degli studenti e dei professionisti dell’educazione e della formazione.

Quanto si parla di competenze in classe? In che modo gli studenti mettono alla prova e fanno crescere le loro competenze digitali? Come integrare la competenza digitale con le altre competenze chiave europee per favorire l’inclusione ed educare alla cittadinanza attiva? Questi sono solo alcuni dei quesiti che le istituzioni scolastiche a vocazione digitale si pongono.

Per guidare le scuole, attraverso il tramite dei docenti presenti al laboratorio, a consolidare e migliorare le pratiche messe in atto è stato sinteticamente presentato il modello DigCompOrg e la sperimentazione dello strumento SELFIE (per il monitoraggio delle competenze digitali delle istituzioni scolastiche) che in Italia è guidata dal CNR – ITD.

L’attenzione, in linea con il percorso avviato, è stata rivolta in particolare sull’elemento tematico “pratiche di insegnamento e apprendimento” e sul sotto-elemento che si concentra sulla valorizzazione, misurazione e valutazione delle competenze digitali.

I docenti in formazione, protagonisti attivi e membri effettivi della squadra a cui è affidata la realizzazione del progetto Riconnessioni, attraverso l’analisi dei descrittori hanno ricomposto e aggiunto senso allo scenario nel quale operano e che devono contribuire ad innovare.

DigComp, DigCompEdu e DigCompOrg sono interconnessi, possono insieme essere impiegati come una sorta di meta-framework che consente di progettare una strategia unitaria adatta a differenti target (studenti, docenti, organizzazioni).

Un esempio tangibile in questo senso sono i descrittori legati alle competenze digitali:

  • Il personale e gli studenti vantano adeguate competenze digitali.
  • Nel misurare lo sviluppo delle competenze digitali del personale e degli studenti, si fa riferimento a standard riconosciuti.
  • >La competenza digitale figura fra gli elementi per la valutazione del personale.

Il processo di innovazione di ambienti ed esperienze formative condotte in ambito scolastico richiede la capacità di saper “riconnettere” bisogni, esperienze, risorse e talenti. È il tempo di allargare l’orizzonte dell’aula perché i nuovi cittadini, con maggiore competenza, possano scorgere dai loro banchi il brulicare di opportunità e rischi in formato digitale che anima il contemporaneo.

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