e-www@i!

Tecnologie, conoscerle a scuola per evitare i rischi: il programma di prevenzione di ASPI

Il programma “e-www@i!” della Fondazione ASPI sulla prevenzione dei rischi legati all’uso delle tecnologie ICT è destinato a bambini e propone un approccio didattico e formativo multidisciplinare per offrire loro l’opportunità di approfondire competenze e conoscenze partendo dalla loro esperienza e dal loro know how

Pubblicato il 16 Mar 2021

Ilaria Anastasi

responsabile comunicazione ASPI

Lara Zgraggen

responsabile del programma e-www@i!

scuola intelligenza artificiale

E-www@i! è il nome del programma di prevenzione dei rischi legati all’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) che la Fondazione della Svizzera Italiana per l’Aiuto, il Sostegno e la Protezione dell’Infanzia (ASPI) propone nelle scuole medie ed elementari del Canton Ticino ormai da 12 anni.

L’obiettivo principale del programma è di insegnare una serie di:

  • abilità emotive legate alla consapevolezza di sé, alla gestione delle emozioni e delle situazioni di disagio create dalle interazioni online;
  • abilità cognitive ossia la capacità di risolvere problemi prendere decisioni efficaci, e conoscere gli aspetti giuridici vigenti in rete;
  • competenze sociali legate alla promozione di relazioni positive e orientate allo sviluppo di un atteggiamento empatico e rispettoso.

Ai bambini nella fascia d’età 8 o 9-12 anni, è proposto un approccio didattico e formativo multidisciplinare e interattivo. ASPI lavora con classi di 4° e 5° elementari (bambini di 8 o 9 -10 anni) e con allievi di scuola media, principalmente con le prime (ragazzi di 11-12 anni).

Gli obiettivi del programma e-www@i!

Come suggerito dal nome stesso, e-www@i! ha una connotazione positiva: lo scopo, infatti, non è quello di demonizzare le tecnologie, ma di offrire agli allievi l’opportunità di approfondire le loro competenze e conoscenze, partendo dalla loro esperienza e dal loro know how, con il fine ultimo di renderli dei fruitori consapevoli e responsabili.

Per la Fondazione ASPI – che da 30 anni si occupa di prevenire gli abusi sessuali e i maltrattamenti sui minori – oggi come oggi è più che mai necessario fare questo lavoro di prevenzione, anche nell’ambito dell’utilizzo delle tecnologie da parte di bambini e ragazzi.

Dall’esperienza sul campo, che vede le formatrici attive in questo programma confrontate ogni anno con più di 1500 allievi tra gli 8 e 12 anni, è impossibile non notare un uso generalizzato, diffuso e sempre più precoce delle reti sociali e delle piattaforme di gioco online. Succede così che Instagram e TikTok sono, per esempio, strumenti privilegiati da bambine e adolescenti, mentre il genere maschile lo troviamo maggiormente assorbito dai videogames, come Fortnite, Among Us, Browl Stars. Tuttavia, questa differenza di genere non implica rischi diversi: sia sui social network, sia sui giochi online, il rischio di cadere nella trappola di adescatori, essere vittima di cyberbullismo e, non da ultimo, cadere in un uso smoderato e compulsivo, è vivo e presente. Non sono poche le testimonianze di minorenni che riportano situazioni di sofferenza, di vittimizzazione, di adescamento e di dipendenza.

Se si vuole quindi preservare il benessere psicofisico dei giovani, diventa fondamentale offrire interventi di prevenzione in tal senso, onde evitare che bambini e adolescenti si trovino a dover gestire in totale autonomia situazioni “troppo grandi” e “troppo difficili” per loro. È dunque fondamentale lavorare sulle loro competenze, che spesso sono superficiali e intuitive.

Modalità didattiche e argomenti affrontati da e-www@i!

La Fondazione ASPI è molto attenta a sviluppare dei programmi capaci di raggiungere e coinvolgere in modo efficace i bambini: si avvera quindi importante anche e soprattutto la modalità didattica scelta, nonché il linguaggio usato durante gli incontri in classe. Empatia e ascolto attivo (come suggerito da Thomas Gordon) è per ASPI un presupposto fondamentale per potersi davvero calare nei loro panni e sentire i loro bisogni, mantenendo un atteggiamento non giudicante.

Alle scuole elementari sono proposte delle attività ludiche e di movimento, seguite da discussioni guidate. I temi trattati sono legati al funzionamento del web, la verifica delle informazioni online (spirito critico e fake news), visione di contenuti inadeguati e scioccanti, privacy, adescamento e cyberbullismo.

Alle scuole medie, dal 2018 è proposta un’esperienza legata al problem solving su modello dell’Escape Room, ove gli allievi sono invitati a risolvere enigmi, operazioni logiche e aprire lucchetti in un tempo limite, il tutto accompagnato da riflessioni sulle tematiche proposte. I principali argomenti vertono sul tema della privacy (concetto di privacy, salvaguardia e regole di protezione, diffusione incontrollata e incontrollabile di dati, tracciabilità online e conseguenze legali); sexting, bullismo-cyberbullismo e adescamento.

Generalmente, si riscontra l’esigenza da parte di docenti e genitori di focalizzarsi maggiormente sul tema del bullismo e del cyberbullismo, ragion per cui ASPI prevede di sviluppare un programma ad hoc che affronti in maniera approfondita la tematica, puntando sempre a fornire alla propria utenza un corso esperienziale e coinvolgente, in quanto ciò – come appurato – facilita l’integrazione dei messaggi di prevenzione, rafforzando le competenze di auto protezione dei bambini e adolescenti.

Come vengono coinvolti gli adulti?

Un proverbio africano recita che per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio. Da sempre ASPI fa di questo proverbio il suo motto per far comprendere alla società quanto sia fondamentale che la prevenzione tocchi non solo i diretti interessati (quindi i bambini e gli adolescenti), ma anche tutte le persone che ruotano attorno a loro e che con loro interagiscono. Ragion per cui, il programma e-www@i! non potrebbe dirsi completo, se non coinvolgesse anche i docenti e i genitori degli allievi che partecipano allo stesso.

Durante l’attività – che si compone di 4 unità didattiche sull’arco di una mezza giornata – il docente di classe è quindi invitato a restare, a fini osservativi e per rafforzare il suo stesso ruolo. Egli è, infatti, un punto di riferimento importante e può essere un canale di “ascolto” in caso di situazioni delicate o di sofferenza: il bambino, infatti, potrebbe trovare difficile affrontare tali situazioni con i propri genitori o con i propri famigliari. Al termine, il docente, sulla base di quanto emerso e dei bisogni espressi dai ragazzi, può sviluppare un percorso didattico di approfondimento delle tematiche proposte in classe.

I genitori degli allievi – importantissimi come modello educativo e risorsa di protezione – sono invitati a partecipare ad una serata informativa sulla tematica. In tale occasione sono forniti loro degli strumenti tecnici ed educativi per sostenere i minori durante le attività online, sono trattate tematiche legate alla prevenzione, alla protezione e all’accompagnamento di bambini e adolescenti nel web, nonché è proposta una riflessione sui principali rischi, quali la diffusione incontrollata di dati e immagini, l’adescamento, il sexting e il cyberbullismo.

Conclusioni

Lavorare con bambini e adolescenti è una sfida appassionante, coinvolgente e uno stimolo di crescita personale. Poter comunicare in modo efficace, senza giudizio di sorta, senza cadere in discorsi paternalistici o moralizzanti si dimostra un tassello fondamentale per poterli raggiungere in modo autentico.

Poter offrire degli incontri di prevenzione – attraverso il programma e-www@i – è un primo tassello importante di un processo che coinvolge in prima persona gli adulti di riferimento che devono continuare a essere presenti nella vita “online” dei loro figli, interessandosi costantemente a ciò che fanno e che siano in grado di co-costruire un rapporto educativo sull’utilizzo delle tecnologie.

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