DIDATTICA

Valutazione o voto a scuola? Così il digitale può cambiare tutto

Dalle app alle piattaforme online il sistema scolastico può trarre grandi vantaggi dalla tecnologia. Aprendo a nuove strade nell’interpretazione di risultati e processi, così da riflettere la complessità guardando al futuro

Pubblicato il 23 Lug 2020

Daniela Di Donato

Docente di italiano (Liceo scientifico), PhD in Psicologia sociale, dello sviluppo e della Ricerca educativa presso Sapienza Università di Roma, esperta di metodologie didattiche, inclusione e uso delle tecnologie digitali a scuola.

Education concept

È l’intero processo di insegnamento, e non solo il risultato finale ottenuto dallo studente, il target di una didattica future proof nella scuola digitale. Le nuove tecnologie possono venire incontro alle esigenze di un sistema educativo al passo con i tempi.

Abbandonare il “comfort” del voto

I dati sono il perno di questo nuovo mondo. Raccogliere dati sul processo di apprendimento è del resto compito del docente. Raccoglierne sul processo di apprendimento e organizzarli per dedurre informazioni su come si stanno sviluppando abilità e competenze degli studenti e allo stesso tempo avere informazioni sul proprio insegnamento è sempre compito del docente. Raccogliere dati, elaborare informazioni e accertarsi dei processi attivati, trasformando certi risultati in feedback utile per migliorare gli apprendimenti e l’insegnamento è compito sia del docente sia dello studente.

Questo processo (e lo scrivono da almeno un decennio neuroscienziati, pedagogisti, psicologi e studiosi a vario titolo) è indispensabile per individuare le misconception, le ragioni delle difficoltà di alcuni studenti e dare alla valutazione quel valore diagnostico che dovrebbe sempre conservare come nucleo centrale. I dati raccolti potrebbero non raccontare nulla dell’apprendimento, se il docente (e lo studente) non li riorganizzassero per comporre un profilo, incrementando informazioni e dando loro una posizione nel percorso fatto, come se si unissero i puntini e comparisse all’improvviso una figura chiara e inequivocabile.

In fondo, l’idea di avere un numero (il voto) per restituire un’informazione su ciò che lo studente ha imparato sembra così oggettiva e rassicurante. Gli amanti delle medie matematiche, del quattro meno meno e della bocciatura su questa base guardano i praticanti della valutazione con valore formativo ed educativo come se fossero degli scansafatiche, che non hanno voglia di correggere i compiti e fare lo sforzo di contare gli errori, sommarli e detrarli da un totale, un po’ come si contano le monetine nel portafogli quando dobbiamo pagare qualcosa.

Ripartire dal ruolo dell’insegnante

Eppure quel numero preciso e definitivo, che l’apprendente si trova scritto in rosso in coda al foglio del test non dice molto su ciò che ha appreso e non dice quasi nulla su come lo ha appreso. Che cosa sappiamo del processo che ha portato uno studente ad arrivare alla costruzione di un certo prodotto, al risultato di un problema, alla formulazione di un’ipotesi o alla stesura di una relazione? Che cosa ci dicono i suoi errori e ciò che invece manca e ci sarebbe potuto essere nella sua performance?

Nessuna informazione sul ragionamento o sul processo mentale o sulle inferenze svolte ci viene comunicato da alcune tipologie di test e anche di valutazione. Perfino una risposta sbagliata potrebbe provenire da un ragionamento sensato. La conoscenza del processo che ha portato alla fine viene nascosta da una valutazione con valore puramente sommativo, mentre se divenisse il cuore di tutte le procedure e le scelte valutative consentirebbe non solo di recuperare un fraintendimento o ripetere una strategia vincente, ma anche di accedere a livelli più avanzati di conoscenza, per raggiungere traguardi più sfidanti di apprendimento.

Per ripensare la valutazione, nel tentativo di elaborare modelli e cominciare a costruire nuove pratiche che facciano la differenza nella scuola di oggi e di domani, sarebbe importante ripartire dal ruolo dell’insegnante, vittima di tanti fraintendimenti. L’insegnante non è colui che è chiamato a lasciare un segno dentro qualcun altro, è colui che è chiamato a “indicare un segno”: e per questo non può che essere anche un educatore, non solo un istruttore.

La lezione degli anni ’60 e ’70

Già negli anni Sessanta e Settanta le procedure della Valutazione attingono non più (o non tanto) alla Psicometria, bensì a quella che era la sociologia dell’educazione, all’etnografia ed alla psicologia della personalità, adottando un approccio “qualitativo” e indagando l’intreccio del condizionamento ambientale – non solo esterno, ma anche interno alla stessa scuola – sulle caratteristiche individuali degli alunni.

I voti numerici già allora non apparvero più in grado di rendere visibili queste dimensioni della valutazione; si sperimentarono altre forme di raccolta dei dati, come le autobiografie narrative, i portfolio (come strumento per una rilevazione longitudinale dei processi di apprendimento, da utilizzare all’interno della classe come supporto alla didattica quotidiana), i diari del docente e dello studente.

Un altro passaggio significativo potrebbe essere provare ad uscire dal paradigma causalista, che ritiene di poter conoscere l’insegnamento solo attraverso gli effetti che si possono ritrovare presso l’apprendimento. Aiuterebbe a far riflettere su quanto sia importante raccogliere dati anche sull’insegnamento, tentando di spostare l’oggetto di studio della valutazione e della ricerca pedagogica “dall’apprendimento all’insegnamento”. Il cambiamento prospettico consentirebbe di recuperare quegli aspetti che non rientrano nel novero di quelli che si possono cercare fra le prestazioni di apprendimento, tantomeno negli aspetti misurabili, e che però fanno parte intrinseca della validità dell’insegnamento: la responsabilità, l’affidabilità, la lealtà, il coraggio, lo spirito critico e anche la trasgressione dell’innovazione.

Ci sono azioni educative importanti, come la cortesia, il rispetto per chi non riesce a centrare l’obiettivo, l’empatia che non trovano alcun corrispettivo di risultato, ma che sono valide anche se fini a se stesse. La valutazione dell’insegnamento è sollecitata a cambiare lo “sguardo”, un orientamento descrittivo e interpretativo, in modo da cogliere l’insegnamento dal punto di vista dell’operatore, nelle effettuali condizioni d’esercizio.

Valutazioni che puntano al processo

La revisione critica delle modalità di valutazione, fondate prevalentemente sul testing, è già passata: siamo nel 2020 e quella fase è partita alla fine degli anni’ 90, con la valutazione autentica. Allora si proponeva una valorizzazione di pratiche valutative più attente ai processi e non limitate al rilevamento dei prodotti, tipico della valutazione presuntuosamente “oggettiva”.

Nella doppia direzione di valutare insegnamento e apprendimento, monitorando anche i processi, le tecnologie digitali possono fornire un supporto: piattaforme, app e strumenti online autonomi o integrati, consentono interazione e commenti sotto forma di scrittura o di file audio o di video o di immagini, sincroni o asincroni. Il feedback così concepito fornisce report strutturati in file spesso esportabili e con opzioni di ricerca; permette di risparmiare tempo; offre flessibilità nelle forme della comunicazione e pertanto è in grado di incontrare diversi stili cognitivi e preferenze comunicative.

Tecnologie per la scuola digitale

Ci sono ormai piattaforme per strutturare e tracciare il feedback tra pari, come peergrade e il fattore cruciale non è la tecnologia, ma che cosa ci consente di raccogliere in modo sistematico, rapido e organizzato e quali aspetti del processo di apprendimento e di valutazione ne traggono giovamento.

Tutti lasciano ai docenti e agli studenti report delle attività svolte e, connesse, la possibilità di interventi individuali tarati sulle difficoltà, oltre che gli elementi necessari per analisi longitudinali. Quei dati devono diventare non la fine di un percorso, ma il punto di partenza di un’indagine conoscitiva sull’apprendimento dello studente e su come il docente ha preparato eventuali percorsi e tracce, come direbbe anche Piaget.

Ci sono tentativi di praticare strade nuove: dopo la scuola senza zaino, è arrivata la proposta della scuola senza voto. Ci ha pensato l’Università la Bicocca di Milano, l’insegnante Davide Tamagnini e il Movimento di Cooperazione educativa a ottobre scorso a riunire quasi mille docenti che si sono incontrati a Milano al Convegno “Non sono un voto” per condividere idee e riflessioni sul tema.

Scuola e norme: l’anomalia italiana

L’anomalia italiana è che una parte della normativa è molto più avanzata e innovativa di un’altra parte della normativa e di quel che accade veramente a scuola. I decreti attuativi della legge 107 scrivono che la valutazione deve avere per oggetto il processo formativo e i risultati di apprendimento, finalità formativa ed educativa, concorrere al miglioramento degli apprendimenti, documentare lo sviluppo dell’identità personale e promuovere l’autovalutazione di ciascuno in relazione alle acquisizioni di conoscenze, abilità e competenze.

Se è così è chiaro che un voto in decimi è un’eccessiva semplificazione che si adatta male alla complessità. Sempre il Movimento di Cooperazione Educativa, col maestro Roberto Lorenzoni, aveva lanciato tempo fa una campagna dal titolo “Voti a perdere” con lo scopo di promuovere una scuola che non divida la classe tra bravi e non bravi, e non si limiti a registrare le differenze iniziali e in itinere dei risultati dell’apprendimento, ma interpreti i risultati, il processo e in relazione a questo ricerchi e metta in campo adeguate tecniche, approcci, dispositivi, facilitazioni affinché l’insuccesso possa trasformarsi in successo scolastico.

La valutazione post Covid

Tra le domande più frequenti che ho ricevuto durante i corsi di formazione, che ho tenuto nei mesi di lockdown, c’era questa: “Come facciamo a valutare a distanza? Come possiamo ottenere una valutazione oggettiva?”. Ci sono almeno due questioni: che cosa si vuole valutare e che cosa sia una valutazione oggettiva. Nel secondo caso la risposta è chiara: la cornice della valutazione autentica e formativa prevede che una valutazione sia oggettiva quando tutti i protagonisti del processo sanno che cosa verrà valutato e come. I criteri, che spesso restano impliciti e appartengono solo alla discrezionalità del docente, si rendono espliciti e condivisi. Gli studenti sapranno che cosa verrà valutato, quali saranno i livelli di expertise possibili e che cosa potrebbe aiutarli a raggiungerli. Basterebbe una rubric di valutazione per farlo e si darebbe allo studente anche una bussola per orientare tutta la strada per arrivare al successo o a qualsiasi obiettivo si proponga per il suo apprendimento. Per la prima questione la risposta è più complessa: è la distanza che modifica il modello di valutazione e gli strumenti o anche qui è l’obiettivo e il patto di collaborazione con lo studente che determinano le strade disponibili? Se lo studente vorrà barare, potrebbe farlo comunque, certo con più fatica se fossimo stati in presenza, ma poco sarebbe cambiato nella sua crescita come persona. Il discorso virerebbe sull’etica dell’autovalutazione e sul desiderio di sfidare se stessi, senza bisogno di ricorrere a trucchi e inganni che purtroppo non scompaiono finita la scuola.

Il Covid ha portato però dei cambiamenti, che incideranno sul prossimo anno scolastico: il 6 giugno 2020 infatti sono stati aggiunti degli emendamenti al Decreto Legge n. 22 dell’8 aprile: dall’anno scolastico 2020/2021, la valutazione finale degli apprendimenti degli alunni delle classi della scuola primaria, per ciascuna delle discipline di studio previste dalle indicazioni nazionali per il curricolo, verrà espressa attraverso un giudizio descrittivo riportato nel documento di valutazione e riferito a differenti livelli di apprendimento, secondo termini e modalità definiti con ordinanza del Ministro dell’istruzione. Questo è un risultato o è un punto di ripartenza? Se non si è disponibili ad avviare un confronto serio e rigoroso sul ruolo della valutazione nei processi di apprendimento, rischia di rimanere tutto esattamente come prima. I docenti e i decisori hanno la responsabilità di produrre cambiamenti, che nascano da un dibattito educativo e pedagogico, che abbia ripercussioni su tutti i processi. E se serve anche di fare scelte coraggiose, che l’autonomia scolastica in verità ci permette di sperimentare già oggi, da subito.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati