proposta di legge

Telemarketing, il registro consensi ucciderà i call center legali



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Le commissioni riunite della Camera hanno deciso di affiancare all’esame della proposta di legge sul settore telemarketing quella che vuole imporre un registro dei consensi per le chiamate. Ma non ci salverà dagli illeciti, anzi. Eliminerà solo il mercato legale, ecco perché

Pubblicato il 20 set 2024

Eugenio Prosperetti

Avvocato esperto trasformazione digitale, docente informatica giuridica facoltà Giurisprudenza LUISS



Telemarketing proposta di legge

Due giorni fa le Commissioni Riunite Trasporti e Comunicazioni della Camera dei Deputati hanno deciso di affiancare all’esame della proposta di legge sul settore telemarketing (PDL AC1316, prima firmataria On. Longi) l’esame sulla “risalente” Proposta di Legge relativa all’istituzione del registro delle autorizzazioni alle comunicazioni commerciali (PDL AC 579 del 15 novembre 2022).

Tale ultima PDL, fugacemente balzata agli onori delle cronache nel 2022, ha per l’oggetto l’idea di istituire un registro pubblico dove, invece dell’opposizione alle telefonate commerciali e sondaggi di opinione, si registra il consenso (opt-in) a effettuarle.

Telemarketing solo opt-in, le proposte di legge

Si può facilmente immaginare come l’istituzione di un simile registro cancellerebbe all’istante il settore del telemarketing “legale”: è ben difficile che qualcuno, che si è già preso la briga di dare i necessari consensi alla chiamata mediante i normali canali, sia così zelante da confermare gli stessi accedendo a un’apposita, ulteriore, piattaforma con SPID e CIE dove, probabilmente, sarebbe chiamato a specificare quali siano i numeri che lo possono chiamare e quali no.

Chi dovrebbe chiudere (con enorme ricaduta occupazionale) sarebbero le imprese italiane che offrono, con tutti i controlli del caso da parte della committenza e del Garante Privacy e nel rispetto del Registro delle Opposizioni, servizi di telemarketing e sondaggi telefonici.

A dispetto delle buone intenzioni dei proponenti, questo lascerebbe campo aperto a libero alle imprese (tipicamente estere) protagoniste del telemarketing selvaggio: quelle che chiamano da numeri falsi e senza avere alcun consenso. Ricordo che, secondo dati del Garante Privacy, 9 chiamate di telemarketing su 10 vengono da imprese del c.d. “sottobosco” le quali, non rispettando le norme del Registro delle Opposizioni, non si farebbero scrupolo di ignorare anche quelle del nuovo Registro.

In sostanza, l’effetto sarebbe di uccidere le imprese del settore oneste lasciando in piena vita quelle che fanno attività illegale.

Dal verbale delle Commissioni (seduta 17 settembre 2024) risulta che alcuni componenti hanno sostenuto che simile registro sia stato già istituito in Olanda e nella Repubblica Ceca ma non è esattamente così.

I casi diversi della repubblica Ceca e Olanda

La Repubblica Ceca ha previsto[1] un divieto di contattare gli utenti presenti sull’elenco telefonico che non si iscrivono al Registro (anche in Italia abbiamo forme simili di tutela dell’utenza presente sull’elenco telefonico tramite il Registro delle Opposizioni).

Il Registro Ceco dell’opt-in, insomma, non riguarda la stragrande maggioranza degli utenti, che non pubblica il numero sull’elenco e i telefoni mobili.

Quanto all’Olanda, invece, l’equivoco è ancora più grande: in Olanda, sino al 2021, vigeva un regime per cui tutti gli utenti potevano essere chiamati a meno che non fossero presenti nel Registro delle Opposizioni. Qui occorre fare attenzione: in Italia, se un utente non è nel Registro delle Opposizioni non vuol dire che possa essere chiamato (a meno che non sia nell’elenco telefonico pubblico), occorre comunque che il call center o il committente abbiano acquisito specifico consenso a chiamare per telemarketing o che l’utente sia un cliente dei loro servizi.

In Olanda, come ho detto, non era richiesto lo specifico consenso. Dal 2021 una modifica legislativa lo rende necessario. Quindi, di fatto, l’Olanda si è adeguata alla disciplina da tempo in vigore in Italia e non ha alcuna maggiore tutela.

E’ dunque errato il presupposto della Commissione per cui altri Stati hanno istituito un registro dell’opt-in e dunque l’Italia deve seguire l’esempio.

Leggi contrarie al regolamento europeo Gdpr

Vi è peraltro da dire che, anche se l’Italia volesse istituire tale Registro, esso sarebbe con tutta probabilità contrario al GDPR, quindi illegale.

Il Regolamento GDPR prevede infatti che il consenso debba poter essere espresso in qualsiasi forma (purché con un atto espresso) e che esso sia raccolto dal titolare dei dati personali.

Sarebbe contrario al Regolamento europeo che una legge nazionale preveda che, anche in presenza di un valido consenso a chiamare, il titolare non può farlo perché l’utente non è iscritto al Registro, senza contare che i call center esteri non sarebbero comunque tenuti a rispettare una legge nazionale e, come dicevo, aumenterebbero le chiamate, ben contenti della scomparsa degli operatori legali.

Serve bloccare lo spoofing ma in Italia non lo fanno

Come ho scritto più volte su queste pagine, la soluzione al problema del telemarketing illegale esiste ed è portata di mano: nello scorso aprile AGCOM è stata investita del compito e potere di imporre agli operatori telefonici strumenti tecnici per bloccare le chiamate con numero falso. Perché ancora non è stato fatto? Una volta bloccata la possibilità di usare numeri falsi (spoofing) come è avvenuto sia in Francia, che in UK che in USA, il problema delle chiamate moleste e illegali verrà risolto, perché nessun operatore che non ha legittimo consenso a chiamare rischierebbe le pesanti sanzioni del Garante Privacy chiamando con numero tracciabile.

Il presente articolo è scritto a titolo esclusivamente personale e non rappresenta né impegna la posizione di organismi/enti di cui l’Autore fa parte)

Note


[1]Cfr. https://danovky.cz/en/news/detail/1009#

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