LO SCENARIO

Missione smart city: i 3 pilastri per le città del futuro

Identità, proprietà e negoziabilità i paradigmi su cui progettare le infrastrutture delle megalopoli prossime venture. Così da consentire a blockchain e AI un’integrazione a tutela dei “nuovi” cittadini digitali. Un viaggio tra le tecnologie che abiliteranno i servizi future-proof: prima tappa

Pubblicato il 19 Ago 2019

Eloisa Marchesoni

ICO advisor, Hbtc Consulting

smart-city-illustration

Le città del futuro sono vicine. Ma quando parliamo di smart city ci dimentichiamo quasi sempre di analizzare le basi che devono essere poste prima che il processo di innovazione delle città possa effettivamente iniziare a dare i suoi frutti. Per questo dobbiamo sin da ora impegnarci a progettare nuove infrastrutture per sostenere la governance e l’economia stessa. Vediamo insieme i possibili scenari.

Fra trent’anni parleremo di megalopoli, e non più solamente di metropoli. Infatti, ogni città del mondo raddoppierà le sue dimensioni, portando la copertura delle aree urbane dal 40% al 70%. Ovviamente, un tale aumento della densità di popolazione dovrà essere proporzionale all’aumento dell’efficienza.

Tre sono i pilastri principali delle fondamenta per il progresso del XXI secolo, il quale porterà inevitabilmente a un nuovo paradigma dello stile di vita basato sul concetto di decentralizzazione: identità, proprietà e negoziabilità. 

Identità (in questo caso, nella sua accezione specifica legata alla cittadinanza). Diventerà sempre più forte il bisogno di avere un’identità autodeterminata, nel senso che ognuno di noi dovrà avere gli strumenti di potere per creare la propria identità e ne sarà responsabile, mentre la reputazione sarà data dalla validazione frutto del confronto con il resto della comunità. Sarà sempre più importante avere un’identità unica, reale e al contempo digitale, che non possa essere modificata a discrezione del singolo, come invece avviene oggi in Internet, e che non sia passivamente assegnata dalle autorità governative.

Proprietà. Se tutto verrà tokenizzato, i cittadini dovranno necessariamente essere in grado di possedere qualsiasi cosa attraverso tali simboli, detti “token”. Ad esempio, possedere nel proprio cripto-portafoglio il token corrispondente alla proprietà di una casa sarà la prova dei diritti che l’individuo che possiede tale token può vantare sulla casa stessa; conoscere la chiave privata legata a quel token sarà, in futuro, l’equivalente dell’avere in tasca le chiavi della porta di casa. Inoltre, non è possibile pensare al concetto di proprietà senza capire come poter trasferire tali diritti su beni e servizi, il che ci porta a quello che dovrebbe essere il terzo e ultimo pilastro di una siffatta società.

Negoziabilità. Nel mondo odierno del “cartaceo”, la proprietà è solitamente legata all’identità, rendendo la prima non negoziabile, ma nella versione tokenizzata del mondo sarà possibile separare i due aspetti dell’identità e della proprietà, offrendo così, quando la procedura Know Your Customer non è vincolante, la possibilità di favorire la liquidità dei mercati, che in futuro potranno essere molto più efficienti e guidati dal prezzo.

Smart city, il malinteso “monete locali”

Un malinteso comune, che in particolare potrebbe essere alimentato proprio dall’ultimo pilastro della libera negoziabilità, è che tutte le smart city del futuro dovrebbero avere le loro monete locali. Non solo ciò non accadrà, ma soprattutto non dovrebbe accadere; un’economia deve avere una certa scala, certamente più piccola dell’Eurozona – beh, non vorremmo ripetere gli stessi errori in futuro – e deve soprattutto rappresentare un’unica cultura al fine di garantire la reciprocità e la connettività del mercato tra tutte le sue componenti geografiche.

Nondimeno, potrebbero esistere alcune monete specializzate su scala globale, come una moneta filantropica o eco-sostenibile, ma la maggior parte delle valute sarà regionale. Oltre a dover imparare a gestire l’offerta totale di ogni moneta, vista la scarsa capacità di fare ciò dimostrata negli esperimenti passati di emissione di criptovalute, la preoccupazione principale rimane l’oscillazione dei fenomeni inflazionistici e deflazionistici.

Questi, infatti, potrebbero spazzare via una moneta, se essa non ha qualcosa che la stabilizzi, e questo è esattamente il motivo per cui gli stablecoin non collateralizzati sono ad oggi considerati la soluzione migliore per il futuro. In effetti, il Bitcoin non verrà mai utilizzato per i pagamenti e nemmeno Ether, dal momento che disporre di un’offerta totale afissa porterà inevitabilmente il valore della valuta ad essere estremamente dipendente dalle forze della domanda e quindi ad essere eccessivamente volatile. Al contrario, gli stablecoin non collateralizzati possono essere programmati per avere un’offerta totale elastica, gestita algoritmicamente da un software, invece che dalle banche centrali, dilatando l’arco temporale tra una recessione ciclica e l’altra o magari addirittura cambiando del tutto l’andamento degli stessi cicli economici.

Blockchain a protezione dei dati personali

Un altro argomento cruciale relativo alle smart city è quello dei dati personali in relazione al fenomeno della decentralizzazione. La decentralizzazione si basa principalmente sull’idea che ogni persona dovrebbe possedere i rispettivi dati personali – sì, dovresti essere tu e tu solo a possedere i tuoi stessi dati personali, invece di Microsoft e aziende farmaceutiche. La tecnologia Blockchain sarà il mezzo attraverso il quale i cittadini potranno raccogliere e conservare i propri dati personali, siano essi dati medici, professionali o finanziari.

È possibile pensare che la Blockchain permetterà a ciascuno di noi di accedere facilmente a un nuovo ambulatorio medico, perché null’altro sarà necessario fuorché uno smartphone, che, se autorizzato dal paziente tramite una chiave privata, trasferirà automaticamente al nuovo medico lo storico dei dati sul paziente medesimo: dove è stato curato prima, come e per quale tipo di condizione di salute. Certo, oggi ci sono molte regolamentazioni che ancora remano contro questo futuro scenario di auto-sovranità dei cittadini, così come ci sono anche molti rischi che devono essere affrontati, come quello di un possibile fork dei dati custoditi su Blockchain, ma l’avanzamento della tecnologia non sembra essere ostacolato da tali condizioni attuali. L’obiettivo principale rimane quello di raggiungere una situazione in cui l’offerta di servizi ai cittadini sia personalizzata e l’erogazione di tali servizi sia più efficiente che mai, grazie all’accesso diretto al proprio personale “cassetto di dati” che ogni cittadino può decidere di concedere agli erogatori.

Il sistema elettorale delle smart city

Per quanto riguarda il voto, nell’era delle smart city, il governo dovrebbe iniziare a riconoscere la proprietà di particolari token come rappresentativa del godimento dei diritti di cittadinanza, tra cui quello di voto è uno dei più importanti. La Blockchain avrà un impatto notevole e cambierà profondamente la governance. Ad esempio, una volta avvenute le elezioni dei rappresentanti al Consiglio, il rilascio dei fondi e l’utilizzo del budget a disposizione potrebbero essere controllati tramite uno smart contract e rilasciati solo quando ci sarà la prova che i rappresentanti stanno effettivamente facendo ciò che hanno promesso agli elettori.

Tale sistema permetterà alle persone di esprimere i propri desideri e quindi lasciare che il software esegua ciò che occorre per soddisfare concretamente tali desideri, spostando il denaro e le leve del potere in maniera del tutto automatica e non arbitraria; potremmo, in tal modo, giungere a un modello di governance meno incentrato sulla rappresentanza e più dipendente dalla partecipazione attiva da parte dei singoli cittadini. Questa visione è stata effettivamente inclusa in una ricerca d’avanguardia su come la società potrebbe autogestirsi seguendo forze di mercato, aste e giochi di incentivi, piuttosto che seguendo il giudizio di esperti e la forza oligopolistica degli eletti membri del Consiglio comunale.

L’Intelligenza Artificiale e l’Internet of Things saranno integrati nell’infrastruttura basata su Blockchain della smart city ideale del futuro. Tutti parlano già di trasporto senza conducente e di droni, ma non è solo di questo che si tratta: bisogna ben apprezzare il fatto che, grazie all’integrazione delle suddette tecnologie, potremo usufruire di informazioni riguardanti ogni cosa che useremo e avremo la possibilità di organizzare tali informazioni in reti molto simili a quelle neurali. I benefici che ciò porterà benefici alla società sono enormi, seppure spaventosi – e non solo perché saremo automaticamente avvisati quando il nostro frigorifero avrà bisogno di essere rifornito!

Come funzionerà il mercato immobiliare

L’acquisto e la vendita di immobili potrebbero diventare davvero facili: nulla più che scambiare gettoni sul mercato tramite un’applicazione per smartphone. Lo stesso potrebbe accadere e sta già accadendo con materie prime, come i diamanti. I diamanti, in particolare, sono interessanti perché sono unici e non fungibili, il che significa che due diamanti possono anche avere lo stesso peso e lo stesso taglio ma non potranno mai essere intercambiabili perché hanno diversi quark. Sappiamo tutti che il mercato dei diamanti è abbastanza ingannevole, ma, se ogni diamante venisse tokenizzato, tutti i diamanti esistenti potrebbero essere mappati su Internet e un potenziale acquirente non avrebbe difficoltà ad usare la ricerca semantica per individuare quelli più affini ai suoi criteri di selezione, confrontando i prezzi in tempo reale ed eliminando l’arbitraggio.

Questo tipo di ricerca semantica avviene ogni volta che ci è data la possibilità di etichettare un prodotto o un servizio con identificatori appropriati, in maniera tale da livellare i metadati che lo descrivono e individuare su una mappa tutto ciò che corrisponde ai nostri desideri specifici. Certo, questo nuovo modo di gestire i mercati, reso possibile dall’integrazione delle tecnologie più dirompenti, limita la manipolazione dei prezzi e, attraverso un’economia tokenizzata, incentiva comportamenti positivi. Per farla breve, i mercati potrebbero iniziare ad essere visti come reali campi di gioco dominati dalle regole della teoria dei giochi.

Se questi sono i presupposti, va infine sottolineato che le smart city, come qualsiasi altro tipo di città, dovranno garantire al cittadino e a tutti i portatori di interesse coinvolti nel loro ecosistema il funzionamento incrociato di un’ampia varietà di servizi, che a loro volta dovranno essere eseguiti in modo “intelligente”.

Proprio nei prossimi articoli sarà analizzato in dettaglio ogni aspetto di tale innesto.

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