Finanza Alternativa

Equity crowdfunding: perché gli unicorni raccolgono capitali anche dalle loro community



Indirizzo copiato

Da Revolut a Monzo, passando per Vestiaire Collective. Una panoramica sul perché alcuni unicorni abbiano optato per la raccolta di capitali in crowdfunding, per completare i propri round in fasi avanzate di crescita

Pubblicato il 8 mar 2024

Giancarlo Vergine

Tech Entrepreneur | Crowdfunding Expert



unicorno startup
Photo by Annie Spratt on Unsplash

È evidente per tutti che gli ultimi due anni siano stati decisamente difficili per il mercato del venture capital a livello globale. Un periodo difficile, che alcuni hanno denominato Venture Capital Winter, sia per le startup early stage che per quelle in fase di crescita, alla ricerca di capitali.

Venture Capital Winter: cosa è successo?

Soprattutto queste ultime, ossia le aziende in raccolta in fase growth (dal Series B in su) hanno avuto molte più difficoltà rispetto agli anni precedenti, e non per mancanza di dry powder (capitale da investire) da parte dei fondi di VC, ma soprattutto per il contesto macroeconomico e politico mondiale, fortemente influenzato dal rialzo dei tassi d’interesse, dalla crescita dell’inflazione e in generale una minore propensione al rischio.

Il 2023 in particolar modo è stato un anno, a detta di numerosi professionisti del settore, molto più “investor friendly”, dove quindi il pallino del gioco è stato in mano agli investitori, che hanno potuto fare il bello e il cattivo tempo in questo mercato, facendo in modo di dilatare i tempi di dealflow  e quindi di raccolta e riducendo le dimensioni dei round.

Questo ha portato ovviamente ad alcuni “downround” (round di raccolta a valutazione ribassata rispetto al round precedente) per chi proprio non ha potuto fare a meno di ricevere una immissione di liquidità per sopravvivere e seguire i piani di crescita. Nelle situazioni migliori invece si è preferito posticipare il round in un orizzonte temporale più lontano (magari già in questo 2024), concentrandosi sul consolidamento del business e sull’accrescimento delle metriche di business.

E quindi abbiamo assistito, a livello globale, allo “scornamento” di alcuni “unicorni” (startup con una valutazione superiore a 1 miliardo di dollari), al ridimensionamento di alcune realtà che fino a poco tempo fa si credeva potessero essere le future big tech e in alcuni casi anche al fallimento di alcune realtà che negli anni precedenti avevano fatto incetta di investimenti plurimilionari da VC di tutto il mondo. In Italia sono mancati quasi del tutto gli investimenti in round growth stage, che nel 2022 avevano portato la raccolta complessiva del venture capital a oltre 2 miliardi di euro, che invece quest’anno si è attestata poco al di sopra del miliardo.

L’ascesa della finanza alternativa

Ed ecco quindi tornare in auge l’accesso alla finanza alternativa per ovviare ai problemi sopra elencati. Un tipo di finanza tipicamente sfruttata da startup, aziende innovative e brand nella loro fase iniziale, cosiddetta early stage, ma che negli anni in alcuni casi è stata utilizzata anche da aziende in stato più avanzato a completamento di round a 7 zeri fatti con investitori istituzionali e professionali.

L’equity crowdfunding come strumento di raccolta

Nell’ambito della finanza alternativa negli ultimi 10 anni ha preso sempre più piede l’equity crowdfunding, strumento di raccolta di capitali che ha di fatto democratizzato l’accesso a deal di venture capital e di private equity anche a piccoli investitori retail.

Anche se questo strumento di fatto è stato sempre mezzo di raccolta per realtà piccole e alle fasi iniziali, a partire dal 2016 ha iniziato ad avere applicazione anche per startup in fase di crescita esponenziale.

E così se nel 2022 avevamo visto Qonto, unicorno fintech francese, raccogliere capitali dalla propria community B2B, a completamento del round Series D, attraverso una campagna in equity crowdfunding su Crowdcube (uno dei due portali leader a livello mondiale insieme a Seedrs) in cui sono stati raccolti oltre 4,68 milioni di euro da 1.713 investitori, a Febbraio 2024 ecco arrivare il round, sempre su Crowdcube di Vestiaire Collective, un altro unicorno francese però operante nel fashiontech. Una raccolta che ha visto aderire nella prima settimana oltre 2.780 piccoli investitori per un totale raccolto di oltre 3 milioni di euro.

Vestiaire Collective e l’equity crowdfunding

Vestiaire Collective è un marketplace di moda di seconda mano, già sostenuto da importanti fondi VC, Angels e da importanti realtà dell’industria della moda come Kering.

La mossa di aprire il capitale alla propria community di utenti (e non solo) non è stata solo una decisione finanziaria strategica volta al reperimento di fondi, ma si allinea anche all’obiettivo di Vestiaire Collective di raggiungere la redditività entro la fine dell’anno e di esplorare potenzialmente la strada per una futura quotazione in borsa.

Ma in verità uno dei motivi principali che ha portato la piattaforma di moda ad aprire le porte ai piccoli investitori retail in tutta Europa e nel Regno Unito (grazie alla doppia licenza di Crowdcube), è stato, come ha affermato il CEO della scale-up, Maximilian Bittner, quello di coinvolgere i clienti più fedeli nella base azionaria, rendendoli di fatto parte attiva dell’azienda e partecipi dei potenziali futuri successi. Bittner ha inoltre affermato: “L’obiettivo è davvero quello di portare i nostri clienti più fedeli nella nostra base azionaria, e per questo vediamo questa operazione come uno sforzo di marketing per connetterci con la nostra community”.

Ed è proprio così, perché pensandoci bene, non ci può essere livello di fedeltà più alto di quello che possono dare i clienti che diventano anche azionisti, incrementando la “retention” e innescando un effetto network dato proprio dal passaparola e dalla comunicazione diretta che arriva direttamente da questi “superfan” e brand Ambassador.

Inoltre, a garanzia che l’operazione possa essere vantaggiosa anche dal punto di vista finanziario, il fatto che chi partecipa al round tramite la campagna, entra alle stesse condizioni date ai cosiddetti lead Investors, ossia gli investitori professionali e istituzionali che prendono parte al round.

Tra l’altro la valutazione proposta sul crowdfunding è anche più bassa (1,1 miliardo di euro) rispetto a alla post-money di metà 2022, fissata a 1,4 miliardi di euro, riflessiva del mercato attuale dei capitali, come raccontato in precedenza.

L’ingresso di Vestiaire Collective nel crowdfunding, si presenta come l’ennesimo esempio avvincente di come gli unicorni stiano navigando l’ecosistema finanziario sempre mutevole, provando a creare valore, anche senza la benzina dei VC.

L’intreccio tra l’equity crowdfunding e gli unicorni indica un cambiamento nei metodi tradizionali di raccolta fondi, partito già da qualche anno, e sottolinea l’importanza del coinvolgimento della community nel successo di queste imprese ad alto valore. Vestiaire Collective infatti, come già detto, non è il primo unicorno a sfruttare l’equity crowdfunding, o il community funding che dir si voglia, per raccogliere capitali e fidelizzare i propri clienti.

Case study: il successo di Revolut con l’equity crowdfunding

Oltre a Vestiaire Collective e Qonto negli anni passati abbiamo visto seguire lo stesso percorso di raccolta da parte di realtà come Revolut e Monzo Bank, due altri famosissimi unicorni. Tutte le realtà raccontate sono accomunate da un importantissimo fattore, oltre a quello di operare nel fintech, fatta eccezione per Vestiaire Collective: la Community. Ebbene sì perché mentre in molti erroneamente pensano che il distinguo sia sulla tipologia di mercato target, B2C come più adatto anziché B2B, di fatto la caratteristica determinante è caratterizzata dalla presenza o meno di una community di clienti, siano essi consumatori finali o aziende.

Quando Revolut lanciò la sua campagna su Seedrs nel 2017, come parte del suo round Series B, oltre 40.000 dei suoi clienti manifestarono l’interesse a partecipare al round con una piccola quota di investimento. Secondo i dati raccolti dalle manifestazioni, questi avrebbero portato nelle casse dell’azienda oltre 22 milioni di dollari, una cifra stratosferica se sommata agli oltre 66 milioni che la fintech aveva già raccolto da fondi di VC come Balderton Capital, Index Ventures e Ribbit Capital. Per questo la società si limitò, restando nei limiti del regolatore, a raccoglierne 5,3 milioni in meno di 24 ore. Un risultato impressionante che portò cassa e allo stesso tempo un forte afflusso di nuovi clienti e sostenitori. Ai tempi la società non era ancora ufficialmente un unicorno ma lo diventò l’anno successivo grazie al Series C, portando anche gli investitori crowd ad ottenere un’importante rivalutazione delle quote.

Di fatto il crowdfunding ha permesso a Revolut di raccogliere capitali ed al contempo rendere partecipi i suoi clienti dei successi e del percorso di crescita, accrescendo la fedeltà nell’utilizzo dello strumento e nella divulgazione e promozione dello stesso.

Il nuovo regolamento europeo sul Crowdfunding

Da qualche mese è entrato ufficialmente in vigore per tutte le piattaforme di equity crowdfunding europee, il Regolamento Europeo 2020/1503 (Regolamento crowdfunding (consob.it). Una rivoluzione epocale per la raccolta di capitali privati per startup, aziende innovative e brand.

L’Italia è stata una delle ultime nazioni della Comunità Europea a rilasciare le licenze ad operare in questo nuovo mercato agli operatori locali, ma a distanza di circa 3 mesi dalla data ufficiale di apertura del mercato, ben 22 portali sono già stati autorizzati (tra lending ed equity), e quasi tutti hanno già avviato le prime campagne.

In Europa, le grandi piattaforme leader di mercato, originariamente basate in UK, Seedrs e Crowdcube, non si sono mai fermate, avendo ottenuto la licenza in anticipo rispetto alla scadenza ultima fissata per il 10 Novembre 2023. Crowdcube tra l’altro è stata in assoluto la prima piattaforma ad essere autorizzata ad operare con il nuovo regolamento, nel 2021, grazie all’ente regolatore spagnolo, in quanto la piattaforma di Exter ha deciso di basare il suo HQ europeo a Barcellona.

Seedrs invece ha ottenuto la licenza dal regolatore irlandese, ed ha avviato le sue operations europee tra i Nordics, l’Olanda e la Spagna.

Ad oggi le due piattaforme leader, di fatto artefici delle maggiori raccolte di crowdfunding, tra cui quelle degli unicorni, hanno ridotto i ranghi in Europa (è recente l’annuncio di una ristrutturazione di Seedrs in sud Europa, dove ha annunciato 15 licenziamenti tra Spagna e Svezia) a causa della crisi del venture capital, ma stanno comunque concentrando le forze su operazioni con soonicorn e unicorn, di fatto modificando i paradigmi standard delle raccolte in crowdfunding, pivotando l’iniziale modello del crowdfunding, con il community funding, uno strumento di marketing capace di rendere sempre più fedeli i clienti e renderli sempre più partecipi della vita e sviluppo del business.

Il futuro dell’equity crowdfunding in Italia

In Italia si intravedono all’orizzonte alcune operazioni analoghe, seppur senza la presenza di unicorni (molto rari nel nostro ecosistema), ma comunque di scale-up finanziate dai VC con community da monetizzare e da rendere attive e partecipi della propria crescita.

Sarà interessante capire se potranno esserci anche unicorni italiani, con modelli di business community-based, che vorranno sfruttare lo strumento del crowdfunding per accrescere il loro business. Altrettanto interessante capire se lo faranno sulle piattaforme locali, Mamacrowd e CrowdFundMe su tutte, o su quelle internazionali, già dedite a questo tipo di operazioni.


Argomenti


Canali

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
INIZIATIVE
ANALISI
PODCAST
L'ANALISI
Video&podcast
Analisi
VIDEO&PODCAST
Video & Podcast
Social
Iniziative
IL PROGETTO
5GMed, ecco i quattro casi d’uso per la mobilità europea
L'APPELLO
Banda 6GHz chiave di volta del 6G: le telco europee in pressing su Bruxelles
EU COMPASS
Tlc, l’Europa adotta la linea Draghi: ecco la “bussola” della nuova competitività
ECONOMIE
EU Stories, il podcast | Politica industriale in Puglia: attrazione di talenti creativi e investimenti esteri grazie ai fondi di coesione
L'APPROFONDIMENTO
La coesione è ricerca e innovazione. Long form sugli impatti del FESR 2014-2020 nel quadro della Strategia di Specializzazione Intelligente a favore della ricerca e dell’innovazione
L'APPROFONDIMENTO
Pnrr e banda ultralarga: ecco tutti i fondi allocati e i target
L'ANNUARIO
Coesione e capacità dei territori
INNOVAZIONE
EU Stories | Dalla produzione industriale a fucina di innovazione: come il Polo universitario della Federico II a San Giovanni a Teduccio ha acceso il futuro
L'INIZIATIVA
DNSH e Climate proofing: da adempimento ad opportunità. Spunti e proposte dal FORUM PA CAMP Campania
INNOVAZIONE
EU Stories, il podcast | Laboratori Aperti: riqualificazione e innovazione in 10 città dell’Emilia-Romagna
Da OpenCoesione 3.0 a Cap4City: ecco i progetti finanziati dal CapCoe.  Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Capacità amministrativa e coesione: il binomio vincente per lo sviluppo dei territori
FORUM PA PLAY: come unire sostenibilità e investimenti pubblici. Speciale FORUM PA CAMP Campania
Scenari
Il quadro economico del Sud: tra segnali di crescita e nuove sfide
Sostenibilità
Lioni Borgo 4.0: un passo verso la città del futuro tra innovazione e sostenibilità
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
IL PROGETTO
5GMed, ecco i quattro casi d’uso per la mobilità europea
L'APPELLO
Banda 6GHz chiave di volta del 6G: le telco europee in pressing su Bruxelles
EU COMPASS
Tlc, l’Europa adotta la linea Draghi: ecco la “bussola” della nuova competitività
ECONOMIE
EU Stories, il podcast | Politica industriale in Puglia: attrazione di talenti creativi e investimenti esteri grazie ai fondi di coesione
L'APPROFONDIMENTO
La coesione è ricerca e innovazione. Long form sugli impatti del FESR 2014-2020 nel quadro della Strategia di Specializzazione Intelligente a favore della ricerca e dell’innovazione
L'APPROFONDIMENTO
Pnrr e banda ultralarga: ecco tutti i fondi allocati e i target
L'ANNUARIO
Coesione e capacità dei territori
INNOVAZIONE
EU Stories | Dalla produzione industriale a fucina di innovazione: come il Polo universitario della Federico II a San Giovanni a Teduccio ha acceso il futuro
L'INIZIATIVA
DNSH e Climate proofing: da adempimento ad opportunità. Spunti e proposte dal FORUM PA CAMP Campania
INNOVAZIONE
EU Stories, il podcast | Laboratori Aperti: riqualificazione e innovazione in 10 città dell’Emilia-Romagna
Da OpenCoesione 3.0 a Cap4City: ecco i progetti finanziati dal CapCoe.  Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Capacità amministrativa e coesione: il binomio vincente per lo sviluppo dei territori
FORUM PA PLAY: come unire sostenibilità e investimenti pubblici. Speciale FORUM PA CAMP Campania
Scenari
Il quadro economico del Sud: tra segnali di crescita e nuove sfide
Sostenibilità
Lioni Borgo 4.0: un passo verso la città del futuro tra innovazione e sostenibilità
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 2