Le funzioni di informazione ed accoglienza turistica (IAT) di livello metropolitano fiorentino, fino a pochi mesi fa, erano gestite attraverso una pluralità di strumenti. Anzitutto una piattaforma integrata, che all’utente – turista e cittadino – si presentava con le vesti del sito web della destinazione Firenzeturismo.it e dell’omonima applicazione mobile per iOS e Android; per questi gli strumenti a disposizione degli operatori IAT, erano rappresentati dal CMS del sito e da un software denominato “InfoCity” – un gestore di contenuti strutturati relativi a risorse ed eventi sul territorio – attraverso i quali venivano alimentati i diversi canali di informazione (oltre al sito della destinazione e alle due app sopra citate, anche siti di partner istituzionali e commerciali). A questi canali general purpose, nel corso degli anni se ne sono affiancati altri (siti web e/o app) nati da iniziative progettuali soprattutto promosse dal Comune di Firenze nell’ambito di progetti finalizzati ad uno specifico ambito e/o bacino di utenza (es. esercizi storici, attività sportiva, ecc.).
Nel tempo, quindi, si è assistito da un lato ad una proliferazione di banche dati e software gestionali, e dall’altro a una dispersione su una moltitudine di canali, con un aggravio per l’aggiornamento delle informazioni e il rischio di trascurare alcuni dei canali attivi.
Si è quindi manifestata l’esigenza di razionalizzare le soluzioni, prevedendo da un lato il consolidamento delle banche dati e dei relativi software gestionali, e dall’altro la valorizzazione del patrimonio informativo consentendone la diffusione attraverso una pluralità di canali che attingessero alle medesime fonti.
La piattaforma smart tourism “FeelFlorence”
È nata così l’idea, in ambito PON Metro 2014-2020, di realizzare una piattaforma di smart tourism unificata che fosse destinata a cittadini e turisti, ed estesa a tutto il territorio metropolitano.
Fra gli obiettivi, oltre a quelli di razionalizzazione e consolidamento sopra citati, anche quello di affrontare il tema overcrowding, monitorando i flussi turistici in città e dotando la app di funzionalità per indirizzare i turisti in zone meno affollate proponendo loro emergenze turistico-culturali a minore affollamento.
Infine, rispetto alle attività degli operatori IAT, un importante requisito della nuova soluzione è quello di consentire la gestione anche distribuita dei processi di raccolta e aggiornamento delle informazioni (in modo da realizzare preziose sinergie) da parte di molti redattori distribuiti su più Enti, il che al contempo ha permesso di favorire la costituzione di fatto di una comunità di pratica in grado di elaborare e condividere linee guida utili e produrre informazioni di elevato livello qualitativo – modello organizzativo che sarà descritto in un successivo articolo.
Ne è nato così un progetto di sistema su scala metropolitana che, coerentemente ed in sinergia con il modello adottato dalla Regione Toscana in materia di turismo, consente ai diversi ambiti turistici di concorrere allo sviluppo di una base informativa comune, che alimenta in maniera efficiente i canali informativi ai diversi livelli (comunale, di ambito, metropolitano, regionale), mantenendo la flessibilità necessaria a garantire l’erogazione personalizzata di servizi per il turismo, nel rispetto delle competenze e dell’autonomia dei diversi attori.
Con lo sviluppo della nuova piattaforma smart tourism, il territorio fiorentino si propone come un primo sperimentatore di un modello multilivello per la gestione delle banche dati utili alle funzioni di informazione e accoglienza turistica, oltre che di promozione turistica (una selezione delle informazioni raccolte, infatti, confluisce anche nella piattaforma Visit Tuscany di Regione Toscana).
Gestire i flussi turistici: da questione di vivibilità a esigenza di salute pubblica
Con la stessa piattaforma, inoltre, si realizza una fra le prime soluzioni per il monitoraggio e l’orientamento dei flussi turistici. A seguito dell’emergenza coronavirus, di fatto è cambiata la motivazione per questo obiettivo, ma non la natura della soluzione: se in origine evitare l’overcrowding rispondeva a un’esigenza di vivibilità della città da parte dei turisti e dei cittadini, adesso risponde a un’esigenza di salute pubblica, che può risultare strategica per la ripresa del settore turistico, così consentendo alla città di Firenze di uscire dall’attuale emergenza sociale, economica e finanziaria – questo a conferma della flessibilità dello strumento, che si adatta alle policy che si ritiene utile (o necessario) attuare in uno specifico periodo.
Un’ultima peculiarità, anch’essa frutto delle esperienze maturate in passato, è rappresentata dal fatto che la piattaforma non è finalizzata solo al turismo, ma piuttosto raccoglie informazioni di interesse per diverse tipologie di city user; le informazioni potranno essere distribuite alle diverse categorie facendo leva su una profilazione esplicita (presente sull’app FeelFlorence) o su una profilazione implicita (es. canali informativi tematici, rivolti a specifiche categorie di utenza). Una delle prime domande fatte all’utente che accede per la prima volta è se si è un turista occasionale o un cittadino che visita frequentemente il territorio, avendo così modo di offrire contenuti ritagliati sia per giovani o senior appartenenti ai comuni metropolitani che vogliono fare percorsi originali di visita dei dintorni, sia per appassionati di temi specifici, sia per turisti che vengono nel territorio solo per qualche giorno.
Come funziona FeelFlorence
Cuore della piattaforma è un Content Management System basato su Drupal che, opportunamente configurato e personalizzato, rappresenta lo strumento attraverso il quale gli operatori IAT inseriscono ed aggiornano le informazioni, siano esse di natura redazionale (es. articoli per il sito) o più strutturata (es. eventi, punti di interesse, ecc.). Attraverso un insieme di API, i contenuti sono resi disponibili ai diversi canali – sito e app (iOS e Android) in primis, ma anche altre piattaforme informative (es. VisitTuscany e MakeTuscany, canali informativi degli ambiti turistici, ecc.) nonché in forma di open data – secondo un principio tipo collect once, reuse as much as you like. Una delle prossime sfide è inserire questi dati su cataloghi nazionali di API e renderle disponibili sulle piattaforme nazionali individuate dal Piano Triennale.
Il progetto è anche continuo laboratorio di coinvolgimento di tanti soggetti diversi: sono stati coinvolti circa 700 beta tester che hanno concluso un mese di prova della app, che è poi andata in esercizio nel mese di Luglio.
Alcuni esempi di idee venute fuori dal beta testing sono:
- Rilevanza della qualità delle immagini
- Importanza di avere ovunque contenuti aggiornati
- Attenzione ai font della app in tutte le sue parti e alla leggibilità
- “Non pensate solo al centro”: un invito a inserire contenuti, eventi ed esperienze fuori dai soliti itinerari molto noti e battuti
- Un invito ad inserire contenuti su concerti, musica e locali che fanno musica – ovviamente con tutte le accortezze e limitazioni dettate dal periodo attuale di Covid-19
- Promuovete percorsi ciclabili e green
Altri suggerimenti nati da scambi sui social riguardano l’ottimizzazione del caching dei contenuti per velocizzare alcune parti della app.
Tutte idee molto stimolanti e utili, che sono state in parte già soddisfatte nella prima release, mentre seguiranno futuri nuovi miglioramenti via via che il sistema sarà utilizzato e si riceveranno feedback. Come vedremo in un prossimo articolo, il modello organizzativo implementato permette un engagement con una pluralità di attori, anche addetti ai lavori dell’eco-sistema turistico metropolitano e regionale, che contribuiranno sempre più al miglioramento di contenuti e di esperienze proposti nella piattaforma.
Si tratta quindi di un sistema innovativo ed estremamente aperto, che da un lato agevolerà una ripartenza sicura promuovendo zone meno affollate e dall’altro permetterà ai dintorni ai comuni della città metropolitana di promuovere percorsi originali ed esperienze uniche in uno dei territori più belli d’Italia e del mondo.
La funzione SaltalaFolla
Una delle principali novità riguarda come detto la funzione SaltalaFolla, che a partire da bigdata di rilevazione presenze, permetteranno di orientare il turista o il cittadino verso zone meno affollate.
La funzione SaltalaFolla è molto complessa e delicata, non può essere attivata da subito in modalità completamente automatica, in quanto occorre un percorso di maturazione della raccolta di bigdata sulle presenze in città (sistema descritto in altro articolo collegato a questo) che dia confidenza e sia il risultato di un’analisi piazza per piazza della correlazione dei dati provenienti da diverse fonti (WiFi cittadino, sensori traffico, counting presenze da sistema videosorveglianza, ecc.).
Per questo si sono ipotizzate tre fasi di attivazione della “intelligenza” sulla funzione SaltalaFolla, anche in relazione all’elaborazione di dati storici – che abiliteranno funzionalità di predizione – che via via sarà attivata.
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Al progetto hanno collaborato operativamente per il Comune di Firenze Leonardo Ricci, Andrea Serain, Giacomo Serini, Emanuele Geri, Fabio Pazzaglia, Lorenzo Tomassoli, Valter Brazzini, Andrea Del Lungo, Stefano Garganti, Carlotta Viviani, Francesca Galluzzi, Andrea Giordani, Alessandra Barbieri, Luigia Vittorio, mentre per la Città Metropolitana di Firenze Jurgen Assfalg, Lara Fantoni, Silvia Barducci, Mauro Petrini, Francesca Sani, Maurizio Paradisi, per Almaviva Spa: Barbara Pacileo, Francesco Vincenti, Maurizio Albari, Fabrizio Antonini, Michela Rachini, per Silfi Spa: Roberto Dinelli, Alessia Rossi, Stefano Passiatore, Roberto De Vivo, Davide Venturini. La piattaforma è stata sviluppata grazie ai fondi PON Metro Asse 1 2014-2020 Firenze, in partnership con Almaviva SpA.