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Cos’è il PIAO, il Piano integrato di attività e di organizzazione: breve guida alla compilazione

Il PIAO a livello strategico è una sorta di “mappatura del cambiamento” o anche testo unico della programmazione che consentirà di realizzare un monitoraggio costante e accurato del percorso di transizione amministrativa avviato con il PNRR.

Pubblicato il 18 Nov 2022

Andrea Tironi

Project Manager - Digital Transformation

Cos'è il PIAO, il Piano integrato di attività e di organizzazione

Il PIAO o Piano integrato di attività e organizzazione rappresenta per la Pubblica Amministrazione una sorta di testo unico della programmazione, nella prospettiva di semplificazione degli adempimenti a carico degli enti e di adozione di una logica integrata rispetto alle scelte fondamentali di sviluppo delle amministrazioni.

Il principio che guida la definizione del PIAO è dato dalla volontà di superare la molteplicità, e conseguente frammentazione, degli strumenti di programmazione oggi in uso ed introdotti in diverse fasi dell’evoluzione normativa, e creare un piano unico di governance di un ente.

L’iter del Piano è stato definitivamente completato da due recenti passaggi:

La durata del Piano è triennale ma sarà aggiornato annualmente e sarà presentato il 31 gennaio di ogni anno.

Trasformazione digitale e nuovi modi di lavorare: un’occasione per ripensare il futuro delle PA

Obiettivi del PIAO e quali Enti sono interessati

Più in generale, il PIAO è stato introdotto dall’art. 6 del DL 80 del 9 giugno 2021 Misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per l’efficienza della giustizia convertito in Legge 113 del 6 agosto 2021 e che richiede a tutte le amministrazioni di compilare il Piano integrato di attività e di organizzazione.

Ad oggi sono due le tipologie di PIAO che interessano la PA (escluse le scuole): con più di 50 dipendenti e in forma semplificata con meno di 50 dipendenti.

Come sempre, il documento di programmazione può rappresentare un mero adempimento o una svolta nella gestione e organizzazione di un ente locale.

Oggi, dopo che sono state cambiate numerose volte le date utili per la presentazione del PIAO, si è giunti a stabilire che il Piano deve essere approvato entro il 31 gennaio di ogni anno e che sarà poi pubblicato sul sito ufficiale dell’ente e contestualmente inviato al Dipartimento della funzione pubblica per la pubblicazione sul sito web dedicato.

Sono tenute alla redazione annuale del PIAO:

  • Aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo,
  • Regioni, Province e Comuni,
  • Comunità montane e loro consorzi e associazioni,
  • istituzioni universitarie,
  • Istituti autonomi case popolari,
  • Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni,
  • enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali,
  • amministrazioni, aziende e enti del Servizio sanitario nazionale,
  • l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN)
  • tutte le Agenzie riconosciute dal decreto legislativo 30 luglio 1999, n.300.

I vantaggi del PIAO per la Pubblica Amministrazione

Entrambi i Piani  dovrebbero assicurare la qualità e la trasparenza dell’attività amministrativa e migliorare la qualità dei servizi ai cittadini e alle imprese e procedere alla costante e progressiva semplificazione e reingegnerizzazione dei processi anche in materia di diritto di accesso, nel rispetto del d.lgs. 150/2009 e della legge 190/2012.

Nello specifico si tratta di un documento di programmazione unico che accorperà:

  • PFP (Piano dei Fabbisogni di Personale)
  • PAC (Piano delle azione concrete);
  • PRSD (Piano per Razionalizzare l’utilizzo delle Dotazioni Strumentali);
  • PdP (Piano della Performance);
  • PtPCT (Piano di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza);
  • POLA (Piano Organizzativo del Lavoro Agile);
  • PAP (Piano di Azioni Positive).

Restano esclusi dall’unificazione soltanto i documenti di carattere finanziario. I vantaggi: grande semplificazione e visione integrata dei progressi delle amministrazioni.

Come è strutturato il PIAO

Le linee guida del PIAO, ci permettono di avere alcune informazioni a riguardo.

Il PIAO è diviso in 4 sezioni:

  • Scheda anagrafica dell’amministrazione
  • Valore pubblico, performance e anticorruzione
  • Organizzazione e capitale umano
  • Monitoraggio

Sezione 1. Scheda anagrafica dell’amministrazione

Da compilarsi con tutti i dati identificativi dell’amministrazione.

Sezione 2. Valore pubblico, performance e anticorruzione

  • Sottosezione di programmazione – Valore pubblico

In questa sottosezione l’amministrazione definisce i risultati attesi in termini di obiettivi generali e specifici, programmati in coerenza con i documenti di programmazione finanziaria adottati da ciascuna amministrazione, le modalità e le azioni finalizzate, nel periodo di riferimento, a realizzare la piena accessibilità, fisica e digitale, alle amministrazioni da parte dei cittadini ultrasessantacinquenni e dei cittadini con disabilità, nonché l’elenco delle procedure da semplificare e reingegnerizzare, secondo le misure previste dall’Agenda Semplificazione e, per gli enti interessati dall’Agenda Digitale, secondo gli obiettivi di digitalizzazione ivi previsti.

  • Sottosezione di programmazione – Performance

Tale ambito programmatico va predisposto secondo le logiche di performance management, secondo le Linee Guida emanate dal Dipartimento della Funzione Pubblica

  • Sottosezione di programmazione – Rischi corruttivi e trasparenza

La sottosezione è predisposta dal Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) sulla base degli obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza definiti dall’organo di indirizzo, ai sensi della legge n. 190 del 2012 e che vanno formulati in una logica di integrazione con quelli specifici programmati in modo funzionale alle strategie di creazione di valore.

Sezione 3. Organizzazione e capitale umano

  • Sottosezione di programmazione – Struttura organizzativa

In questa sezione si presenta il modello organizzativo adottato dall’Amministrazione/Ente: organigramma; livelli di responsabilità organizzativa, n. di fasce per la suddivisione delle posizioni dirigenziali e simili (es. posizioni organizzative); ampiezza media delle unità organizzative in termini di numero di dipendenti in servizio; altre eventuali specificità del modello organizzativo, nonché gli eventuali interventi e le azioni necessarie per assicurare la sua coerenza rispetto agli obiettivi di valore pubblico identificat

Sottosezione di programmazione – Organizzazione del lavoro agile

In questa sottosezione sono indicati, secondo le più aggiornate Linee Guida emanate dal Dipartimento della Funzione Pubblica, nonché in coerenza con i contratti, la strategia e gli obiettivi legati allo sviluppo di modelli innovativi di organizzazione del lavoro, anche da remoto (es. lavoro agile e telelavoro).

  • Sottosezione di programmazione – Piano triennale dei fabbisogni di personale

Gli elementi della sottosezione sono:

  • rappresentazione della consistenza di personale al 31 dicembre dell’anno precedente
  • programmazione strategica delle risorse umane
  • obiettivi di trasformazione dell’allocazione delle risorse
    • modifica della distribuzione del personale fra servizi/settori/aree;
    • modifica del personale in termini di livello / inquadramento;
  • strategia di copertura del fabbisogno
  • formazione del personale

Sezione 4. Monitoraggio

In questa sezione dovranno essere indicati gli strumenti e le modalità di monitoraggio, incluse le rilevazioni di soddisfazione degli utenti, delle sezioni precedenti, nonché i soggetti responsabili.

Il monitoraggio delle sottosezioni “Valore pubblico” e “Performance”, avverrà in ogni caso secondo le modalità stabilite dagli articoli 6 e 10, comma 1, lett. b) del decreto legislativo n. 150 del 2009 mentre il monitoraggio della sezione “Rischi corruttivi e trasparenza”, secondo le indicazioni di ANAC. In relazione alla Sezione “Organizzazione e capitale umano” il monitoraggio della coerenza con gli obiettivi di performance sarà effettuato su base triennale da OIV/Nucleo di valutazione.

Cosa rischiano gli Enti che non adottano il PIAO

Se il Piano è omesso o assente saranno applicate le sanzioni di cui all’art. 10, comma 5, del d.lgs. 150/2009, cioè:

  • divieto di erogazione della retribuzione di risultato ai dirigenti che risulteranno avere concorso alla mancata adozione del PIAO
  • e il divieto di assumere e affidare incarichi di consulenza o di collaborazione comunque denominati.

Si aggiunge anche la sanzione amministrativa da 1.000 a 10.000 euro prevista dall’articolo 19, comma 5, lettera b), del d.l. 90/2014, riferita alla mancata approvazione della programmazione anticorruzione.

Il PIAO sarà utile se funzionerà come piano di lavoro

Il PIAO cerca di dare una visione organica a tutti i documenti apparsi negli anni per la gestione di un ente locale, in modo da semplificare la visione della governance e costruire un piano organico di transizione amministrativa in ottica digitale di un ente locale.

La sua realizzazione è probabilmente il modo migliore di dare un senso ai diversi piani non finanziari che ogni ente deve scrivere nel tempo. Il rischio è che diventi un mega adempimento e che venga realizzato formalmente e non materialmente, anche se la speranza è che sia un piano di lavoro e non un piano di scrittura.

La sua triennalità permette all’ente di avere una visione di insieme dell’ente e di fare una programmazione su uno scenario di medio periodo.

Probabilmente un allineamento con il PEG (Piano esecutivo di gestione) è auspicabile in ottica di unire visione e risorse disponibili.

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