il punto

Responsabile dei Sistemi Informativi nella PA, il grande dimenticato: il problema

Il Responsabile dei sistemi informativi, figura chiave per l’informatizzazione della PA italiana, sarebbe il candidato ideale a ricoprire ruolo, transitorio, di Responsabile della transizione digitale. Ma non può, ed è un vero paradosso tipico della italica cultura dell’emergenza. Vediamo perché

Pubblicato il 17 Giu 2019

Sergio Sette

consulente informatico e digital trasformation

impresa digitale

Non c’è alcun dubbio: nella PA la figura attualmente più di moda, evocata ed invocata è il Responsabile della Transizione Digitale (RTD). Da quando il Ministro Giulia Bongiorno ha inviato la famosa circolare in cui intimava alle amministrazioni inadempienti di procedere con sollecitudine alla sua nomina, il Responsabile per la Transizione Digitale ha monopolizzato l’attenzione, oscurando tutti gli altri temi legati alla digitalizzazione, nuovo Piano Triennale compreso. E oscurando anche (o sarebbe meglio dire relegando a comprimario) una figura che molti non conoscono ma che ha anticipato di molti anni quella del RTD: il Responsabile dei Sistemi Informativi (RSI).

Vediamo come il Responsabile dei Sistemi Informativi sarebbe il candidato ideale a ricoprire la carica di RTD, ma perché di fatto, questo non può accadere.

Responsabile per la Transizione Digitale, nuovo taumaturgo della PA digitale

Il RTD, ricordiamo, a meno di non pensare che la transizione alla modalità operativa digitale (per usare lo stesso bizantinismo dell’art. 17) sia un processo a durata infinita, è una figura a termine e quindi di natura “straordinaria”. Si inserisce nel solco della convinzione tutta italiana che i problemi possano essere risolti da singole figure, dotate quasi di poteri sovrannaturali e taumaturgici la cui semplice nomina è in grado di porre rimedio ad ogni cosa.

Ecco così il proliferare di Commissari straordinari e figure/autorità affini a cui affidare le sorti di ogni ambito che rivesta una qualche importanza strategica e che magari sia afflitto da qualche carenza. Un mix micidiale fra cultura dell’emergenza e culto della personalità. Ma si sa, l’agire in modo sistematico e sistemico non è nelle nostre corde.

Il RTD, che è a sua volta una figura a termine e quindi straordinaria, ben si inserisce in questo solco.

Ma questa è un’altra storia.

Il Responsabile dei Sistemi Informativi, questo sconosciuto

Ritornando al tema del ruolo accentratore che il RTD ha avuto in questo periodo, c’è da notare come forse la figura che maggiormente ha subito l’influsso di questa figura sia il Responsabile dei Sistemi Informativi. Un ruolo altrettanto chiave, già da prima l’avvento del RTD purtroppo misconosciuto, ma di cui oggi non si parla più e che anzi sempre più sembra essere relegato a comprimario, in un ruolo tecnico, nell’accezione tutta italiana e riduttiva del termine.

Eppure, è grazie a questa figura, non transitoria o straordinaria, che l’informatizzazione della PA italiana, nel bene e nel male, ha avuto luogo.

Ruolo del RSI e rapporto col RTD

Il RSI è una figura che si potrebbe ormai definire “antica”. La sua istituzione risale al lontano 1993 ed è prevista all’art. 10 del Dlgs. nr. 39/1993, oggi noto principalmente per quella “firma autografa sostituita a mezzo stampa” che tutt’ora ci viene in aiuto per semplificare la produzione delle copie cartacee di documenti originali digitali così come definito all’art. 3-bis, comma 4-quater del CAD.

Riporto l’articolo perché penso sia interessante notare la notevole somiglianza con l’art. 17 del CAD. E magari apprezzare pure la semplicità di linguaggio con cui all’epoca le norme venivano scritte.

Art. 10

1. […], ogni amministrazione, nell’ambito delle proprie dotazioni organiche, individua, sulla base di specifiche competenze ed esperienze professionali, un dirigente generale o equiparato, ovvero, se tale qualifica non sia prevista, un dirigente di qualifica immediatamente inferiore, quale responsabile per i sistemi informativi automatizzati.

2. Il dirigente responsabile di cui al comma I cura i rapporti dell’amministrazione di appartenenza con l’Autorità e assume la responsabilità per i risultati conseguiti nella medesima amministrazione con l’impiego delle tecnologie informatiche, verificati ai sensi dell’art. 7, comma 1, lettera d). […].

3. In relazione all’amministrazione di appartenenza, il dirigente responsabile per i sistemi informativi automatizzati, oltre a contribuire alla definizione della bozza del piano triennale, trasmette all’Autorità entro il mese di febbraio di ogni anno una relazione sullo stato dell’automazione a consuntivo dell’anno precedente, con l’indicazione delle tecnologie impiegate, delle spese sostenute, delle risorse umane utilizzate e dei benefici conseguiti.

RSI, un unicum nella PA italiana

Da notare come la norma prevedesse che questa figura fosse ricoperta da un dirigente “generale o equiparato”, quindi ai massimi livelli gerarchici, così come per altro previsto per il RTD. Dotata di specifiche competenze ed esperienze professionali.

Erano altri tempi, l’informatica era da non molto uscita dalla sua era pionieristica, non esistevano nemmeno titoli professionali caratterizzanti la professione, eppure il legislatore aveva colto la strategicità di questo ambito e previsto una figura specifica collocata ai massimi livelli.

È sulla base di questa norma che la quasi totalità delle amministrazioni di una certa dimensione, non solo quelle dello Stato, si sono dotate di specifiche strutture dirigenziali per la gestione del Sistema Informativo interno. È stato forse l’unico/ultimo momento in cui nella P.A. italiana sono state reclutate, spesso attingendo dall’esterno, vista la quasi cronica incapacità di far emergere internamente professionalità adeguate, figure con spiccate competenze tecnologiche, ma anche manageriali, con reale esperienza di mercato.

Un ruolo ed una struttura davvero forti, perché, al contrario di ciò che avviene oggi, la legge prevedeva che la progettazione e lo sviluppo del sistema informativo dell’amministrazione dovesse avvenire internamente. Agli occhi di un contemporaneo risulta quasi inconcepibile trovare in una norma italiana una disposizione di questo tenore:

Art. 2

1. Le amministrazioni provvedono di norma con proprio personale alla progettazione, allo sviluppo ed alla gestione dei propri sistemi informativi automatizzati.

L’effetto fu quello di creare strutture spesso altamente professionalizzate, come forse mai si videro in una PA Le cui macerie, qui e là, ancora emergono nel deserto generale.

L’arrivo del RTD, in sovrapposizione con RSI

Altri tempi; di lì a poco la “furia esternalizzatrice” prese il sopravvento e portò gradualmente, in nome dell’ottimizzazione delle risorse e della spesa (non vi ricorda nulla?) e alla conseguente “logica” privatizzazione ed esternalizzazione, allo smantellamento delle strutture e, cosa ancora più grave, al depauperamento di quelle risorse professionali di cui oggi si sente tanto la mancanza.

Non solo, molto spesso saltarono anche le strutture dirigenziali e i dirigenti, lasciando il ruolo di RSI spesso scoperto o in mano a responsabili non dirigenti (nei comuni sono spesso posizioni organizzative) o a dirigenti di seconda fascia.

Le strutture che sopravvissero, specialmente nelle PA locale, salvo rare eccezioni, si occuparono solo dell’infrastruttura, lasciando spesso totalmente scoperta l’area applicativa, che crebbe così in modo incontrollato. Con i risultati che tutti noi conosciamo.

Credo che sia plausibile che l’introduzione del RTD nel CAD, dapprima per le amministrazioni dello Stato e a partire dal 2016 con le modifiche introdotte dalla cosiddetta legge “Madia” anche alla PAL, sia una semplice presa d’atto dell’evoluzione sopra descritta.

Altrimenti non si spiega la creazione di una figura che di fatto va in quasi totale sovrapposizione con il RSI.

Anche se per molto tempo molti, compreso il relatore delle modifiche al CAD introdotte dalla succitata legge “Madia”, Paolo Coppola, sostennero la tesi, per altro logica e condivisibile, che il RTD fosse da intendersi come, cito testualmente, “la naturale evoluzione” del RSI.

L’abolizione della norma che istituisce il RSI

Salvo poi, e questo è sfuggito a molti, abrogare la norma che il RSI istituisce. Infatti, assieme alle modifiche introdotte all’art. 17, il Dlgs 179/2016, procede alla totale abrogazione del Dlgs. 39/1993, lasciando in vigore solo l’art.3, nella parte che riguarda la firma autografa sostituita a mezzo stampa.

Tesi comunque implicitamente presente anche nella norma. Infatti se nel CAD l’equiparazione fra RTD e RSI non è presente, lo è curiosamente, e doppiamente curiosamente, declinata in modo diverso in due distinte norme, nelle Regole Tecniche.

Infatti nel DPCM 3 dicembre 2013 sul protocollo informatico, all’art. 4 si dice :

“[…] e con il responsabile dei sistemi informativi che, nel caso delle pubbliche amministrazioni centrali, coincide con il responsabile dell’ufficio di cui all’art. 17 del Codice

Insomma, qui il legislatore non ha dubbi, le due figure, se esistono entrambe, coincidono. La distinzione riguardo alle pubbliche amministrazioni centrali è presente perché nel 2013 il CAD prevedeva il RTD solo per queste.

La cosa davvero curiosa e degna di nota è che nello stesso DPCM ma nella parte riguardante la conservazione, all’art. 7 si afferma :

“[…] il responsabile dei sistemi informativi o, nel caso delle pubbliche amministrazioni centrali, il responsabile dell’ufficio di cui all’art. 17 del Codice […]”

In questo caso invece il legislatore (lo stesso?) afferma che il RTD, nel caso sia nominato e non coincida con il RSI, lo sostituisce.

Che le due figure si accavallino e generino confusione è evidente, tanto che nel 2017 pure Agid commise questo errore. Nella Circolare 1/2017 relativa alle misure minime di sicurezza, Agid attribuì l’onere dell’adempimento al RSI. Cosa non vera in quanto l’art. 17 pone in capo le questioni della sicurezza informatica al RTD. Su segnalazione del sottoscritto Agid corresse la cosa emanando la Circolare 2/2017 in sostituzione della precedente.

RSI e RTD, il paradosso

Concludendo, ci troviamo nella situazione abbastanza imbarazzante in cui il naturale (quanto ovvio, visto le attribuzioni dei due sono praticamente sovrapponibili e che è in possesso di default delle competenze richieste e della corretta posizione gerarchica – almeno in origine) candidato per rivestire il ruolo di RTD, il RSI, dal punto di vista della norma non esiste più.

Inoltre, vista l’attuale formulazione dell’art. 17, che nulla dice riguardo al rapporto fra le due figure, ma che attribuisce al RTD la totalità delle funzioni più qualificanti svolte tradizionalmente dal RSI senza per altro richiedere un background tecnologico (le “adeguate competenze tecnologiche” previste dalla norma a quanto si è potuto vedere sono colmabili con dei c.d. “master brevi di 3 giornate) , si corre il rischio di eliminare di fatto, invece che rafforzarla, una figura di fatto chiave e imprescindibile come il RSI.

Pensate cosa succederebbe in un’amministrazione in cui RSI e RTD non coincidessero: il primo si vedrebbe di fatto ritirate tutte le deleghe fondanti e qualificanti del suo ruolo e fungerebbe da sottoposto “prestatore d’opera” del secondo. Un vero e proprio assurdo.

E’ evidente che se, come afferma Paolo Coppola, scopo dell’istituzione della figura del RTD era far “evolvere” la figura del RSI verso quella del CDO -Chief Digital Officer, l’effetto generato sia stato in molti casi l’opposto. Provocando di fatto il depotenziamento della figura del RSI, sostituendolo spesso con una figura di fatto priva delle necessarie competenze e background tecnologico e culturale.

Il problema è stato quello di scollegare il tema digitalizzazione dall’ambito informatico, andandolo a collocare nell’ambito organizzativo o addirittura giuridico. Pensando che la revisione e ridefinizione dei processi sia un’attività organizzativa invece che ingegneristica o che le conoscenze di informatica giuridica non siano ad appannaggio dei RSI, ma appunto dei giuristi.

Credo che sia necessaria una correzione di rotta perché la strada intrapresa è fallace e la figura del RSI debba essere riscoperta ed opportunamente valorizzata. D’altronde, come dice Simone Piunno del Team Digitale :

Nel mondo del privato è normale che ci sia un IT manager in posizione dirigenziale, a diretto riporto dell’amministratore delegato e membro del CDA. A me sembra che il CAD art 17 dica in pratica che lo stesso dovrebbe succedere nella PA

Direi che siamo davvero lontani da questo auspicio.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati