GOVERNANCE

Suggerimenti e proposte per andare oltre VeryBello

Dopo le analisi sul caso del sito VeryBello, è il momento delle proposte, specifiche per il MiBACT e generali per la governance delle iniziative sul web della PA. Qui due suggerimenti operativi

Pubblicato il 18 Feb 2015

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Sul caso del sito VeryBello si è detto molto, e abbiamo conosciuto molti elementi di dettaglio sulle motivazioni della scelta del MiBACT grazie allo scambio di domande e risposte avviato con il ministro Franceschini da Guido Scorza con un suo post, e si sono fatte anche alcune riflessioni sui problemi correlati più generali. Credo utile aggiungere alcune brevi proposte-suggerimenti su come procedere, nel contesto specifico dell’Expo e più in generale nella governance del digitale.

Suggerimenti per il futuro di VeryBello

Perseverare negli errori è sempre sbagliato. In ogni momento cruciale il decisore (politico o meno) deve essere in grado di realizzare un’analisi che gli consenta di valutare vantaggi e svantaggi delle diverse strade alternative rispetto all’obiettivo da raggiungere. Cambiare percorso limitando i danni di una scelta sbagliata, modificando precocemente i piani di azione è segno di competenza manageriale, perché spesso non tutto può essere valutato a monte e non sempre il contesto di azione è conosciuto fino in fondo.

Nel caso specifico, la scelta architetturale di definire un nuovo sito web separato dal sito ufficiale Italia.it (non basta un link per poter parlare di integrazione: quanto meno i dati dovrebbero essere condivisi) è molto criticabile perché comporta ridondanza di offerta di informazioni e duplicazione degli sforzi di gestione. Dal punto di vista tecnico l’unica motivazione ammissibile poteva essere quella di ritenere il sito Italia.it da modificare radicalmente e la via più rapida e allo stesso tempo più economica il ripartire da zero con VeryBello. Ma VeryBello ha solo alcune delle funzionalità di Italia.it e sembra tecnicamente costruito in modo non eccepibile, come puntualizzato da più parti. Solo per fare un esempio, la ricerca di eventi per data non prevede la definizione di una data o un periodo specifico e, alla data odierna, selezionando “oggi” o “domani” (quindi un giorno esatto) la ricerca è impostata per trovare gli eventi che “iniziano” in quel giorno, scartando quelli in corso.

Il fatto che VeryBello non sostituisca del tutto Italia.it ma che si sovrapponga per alcune funzionalità, per di più in modo precario e parziale, fa sì che al possibile turista si richieda di navigare saltellando tra l’uno e l’altro sito (sono attirato da un evento, ma cos’altro posso visitare in quel luogo?), salvo poi affidarsi a siti esterni per condurre una ricerca che gli consenta di definire realmente il proprio viaggio. E poiché il sito Italia.it non risponde alle funzionalità base che riscontriamo in siti omologhi esteri (oltre che includere informazioni obsolete o parziali), sarebbe opportuno dedicare tutti gli sforzi e le risorse alla valutazione, alla pianificazione e all’attuazione di una revisione profonda del sito web ufficiale italiano. I tempi sono strettissimi, ma l’intervento rapido, competente e deciso è indispensabile, perché molto significativo il beneficio (o il danno) che il Paese deriva dalla gestione di questo elemento fondamentale di comunicazione e di marketing. Dove il non far nulla ha certamente conseguenza negative.

Il suggerimento è quindi di far convergere gli sforzi su un unico percorso di attività, utilizzando anche le risorse e le competenze che il MiBACT riteneva di utilizzare per VeryBello, questa volta sulla base di un piano di revisione e intervento complessivo, che tenga conto dei risultati dei lavori del TDLab.

Suggerimenti per la governance

Il caso di VeryBello ha messo in luce l’importanza fondamentale di prevedere delle linee di indirizzo metodologico e decisionale per la gestione dei siti web della PA, soprattutto quando i siti web diventano, come in questo caso, veicolo di servizi e comunicazione che hanno impatto su attività esterne alla PA, e su interi settori economici. Così come è sempre più necessario definire in che termini si attua il coordinamento di AgID sulle ICT delle singole PA fino a rendere sostanziale ed effettivo il ruolo di “CIO della PA”, e come questo ha impatti anche a livello regionale e comunale, è anche indispensabile definire in che modo devono essere realizzate le attività di concezione, progettazione, produzione e gestione dei servizi e dei siti web che li veicolano.

Le proposte del Digital Champion Riccardo Luna dovrebbero essere incluse nei criteri e nelle indicazioni di queste linee di indirizzo, in quanto non si tratta di attività accessorie e specifiche del singolo ministero, o di problemi accidentali e contingenti, ma del modo in cui il governo decide di comunicare, attuare delle strategie di sviluppo, agire sulla rete. E non può essere una scelta estemporanea e personale del politico o del manager di turno, ma l’espressione di una strategia chiara e organica.

La Legge Delega per la riorganizzazione della PA e i suoi prossimi decreti attuativi sono un’ottima occasione per disegnare un quadro di regole che consentano di affrontare il tema dell’azione sulla rete delle istituzioni conciliando efficienza e ottimizzazione delle risorse, coordinamento e integrazione, competenza e coinvolgimento degli stakeholder in tutte le fasi dell’azione e dei progetti. I prossimi mesi saranno decisivi perché questo possa accadere.

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