la società datificata

Tutti i danni dell’AI sulle nuove generazioni e come prevenirli

Il processo di datificazione non risparmia nessuno: è come se i dati fossero divenuti il solo modo di comprendere, interpretare e sentire la realtà intorno a noi. Questo problema esiste in particolare per le giovani generazioni. Per questo occorre affrontare le possibili conseguenze per correggere dove si può

Pubblicato il 09 Feb 2021

Ivana Bartoletti

Autrice di An Artificial Revolution, Esperta di privacy e etica del digitale, Co-Founder, Women Leading in AI Network

dati data big data data scraping

Non c’è dubbio che l’intelligenza artificiale, la robotica e l’utilizzo dei dati abbiano un enorme potenziale, dalla medicina alla sicurezza. Per coglierne appieno i vantaggi dobbiamo però avere il coraggio e la determinazione di affrontare realisticamente le possibili conseguenze sulle generazioni più giovani, così da poter correggere ove si può.

Proviamo allora a comprendere quale sia l’impatto di certe tecnologie proprio sulle giovani generazioni, in particolare i bambini. Un tema che non è possibile trattare senza definire contorni più ampi per il dibattito.

Datificazione, monetizzazione dei dati e flessibilità

Partiamo da quella che potremmo definire la rottura degli argini tra ambiente digitale e ambiente fisico, di cui mai come nell’anno appena passato abbiamo compreso la vera portata. Mi spiego: non c’è dubbio che la fusione tra le due realtà sia avvenuta nel tempo, abituandoci a sperimentare il nostro mondo fisico con l’avallo delle tecnologie, da Google Maps ai suggerimenti che ci hanno portato a scegliere un ristorante invece di un altro. In fondo, le sperimentazioni con il mondo fisico intorno a noi sono da sempre mediate dalla tecnologia. Basti pensare alle dune per il controllo del traffico, o alle rotatorie. La tecnologia ha mitigato, definito, controllato e guidato i nostri comportamenti fin dai primordi.

Cosa è cambiato dunque? Il processo di datificazione, la monetizzazione dei dati e l’imperscrutabile mito della flessibilità. Vogliamo analizzare questi elementi separatamente.

La datificazione, dalla società alla vita familiare

I nostri dati vengono collezionati ovunque, ad esempio: le tracce che il nostro browser lascia online; gli smart meter; le impressioni della nostra faccia di fronte ad una inserzione pubblicitaria; le emozioni che possiamo condividere volontariamente o involontariamente su Facebook. Informazioni che seminiamo noi stessi, o che vengono estratte da algoritmi complessi di machine learning.

Non c’è attività quotidiana senza cessione o collezione di dati. Il consenso il più delle volte non viene espresso o, anche quando esiste, finisce per essere poco informato (e certamente poco libero) a causa dei meccanismi di nudging, uniti a un design spesso ingannevole. C’è da aggiungere che di fronte alla pervasività di certe tecnologie diventa superfluo anche parlare di consenso; vista la posizione dominante di certe aziende, l’alternativa è talmente scarsa che non c’è scelta.

La disponibilità di dati ha significato, nel tempo, che ogni fenomeno sociale ha subito un processo di datificazione: con questo si indica che tale fenomeno viene compreso solo attraverso il suo processo di traduzione in dato. È come se i dati fossero divenuti il solo modo di comprendere, interpretare e sentire la realtà intorno a noi. Questo processo, per esempio, permette a emozioni e sentimenti di divenire materiale per allenare gli algoritmi. Nelle relazioni sociali, siamo ora capaci di cronicizzare le interazioni, di seguire passo passo le reti di rapporti e di illuderci di comprendere il mondo in questo modo.

Questo processo di datificazione non ha risparmiato nessuno, e ne siamo parte anche noi, nel senso che siamo noi stessi a lasciare tracce del nostro passaggio ovunque, e non possiamo farne a meno. Sia chiaro, non per colpa nostra! La dipendenza (non casuale) da smartphone e altre tecnologie, l’utilizzo di Alexa e delle comodità delle smart home sono la ragione per cui la datificazione continua imperturbata.

Chiaramente, le proposte legislative del tipo del recente pacchetto europeo sul digitale sono importantissime[1], sia per fare in modo che l’accumulo di dati non avvenga a svantaggio delle imprese più piccole, ma anche per imporre quella trasparenza di cui abbiamo bisogno come incentivo a comportamenti meno predatori (anche se, sia ben chiaro, senza severe penalità si va poco lontano…)

Il processo di datificazione significa che ogni passaggio della vita diventa un qualcosa da trasformare in dato, da dare poi in pasto ad algoritmi per identificare i pattern, analizzare i comportamenti, individuare i trend e, alla fine, definire le politiche.

L’impatto delle tracce digitali sul futuro dei più piccoli

In un libro molto interessante[2], l’antropologa Veronica Barassi si interroga su cosa questo possa significare per le generazioni che hanno avuto il “privilegio” di una vita digitalizzata fino dall’inizio: dal monitoraggio in fase embrionale, a quello da piccoli tramite gli smart toys, passando per le foto su Facebook fino alla datificazione del sistema educativo.

Partendo da un racconto anche personale, in cui molti genitori si ritroveranno, Veronica si domanda quale impatto le tracce digitali potranno lasciare nel futuro dei più piccoli di oggi. In altre parole, le tracce digitali dei giovanissimi sono un racconto pubblico e intimo insieme, che mai come ora riduce la propria identità a una visualizzazione oramai condivisa con il mondo, spesso su scelta (non necessariamente conscia o volontaria) di un genitore.

In una serie di colloqui e interviste, il libro snocciola una realtà fatta di tracciamento dei dati personali (la famiglia, la casa) che per molti è diventato un fattore essenziale della gestione familiare. Specialmente per le donne, l’elemento tecnologico, lungi dall’essere una semplificazione dell’esistenza, diventa spesso un ulteriore strumento di pressione verso prestazioni da Wonder Woman. C’è poco da fare, ma i frigoriferi smart, lo shopping online con tanto di suggerimenti, i sistemi di monitoraggio dei bambini che consentono di lavorare, non hanno liberato le donne; al contrario, sembra che il traguardo della perfezione si allontani sempre più.

Strapotere degli algoritmi, le conseguenze della datificazione sulle giovani generazioni

La monetizzazione: dati come capitale

Sia chiaro, i dati sono importantissimi; la datificazione come progetto ideologico invece no. Con questo intendo dire che i dati sono essenziali per aiutarci a comprendere e analizzare, ma non vanno considerati come verità di base.

I dati come specchio della società

Come argomento nel mio libro An Artificial Revolution[3], i dati sono lo specchio della società, delle sue stratificazioni sociali ed economiche. La decisione di elevare una persona a data subject è una scelta mai neutra. Basti pensare alle statistiche sulla violenza, che spesso si riferiscono ad aree dove i dati vengono collezionati di più perché storicamente più violente per ragioni economiche e sociali. Quando questi dati verranno poi utilizzati per decisioni politiche, ci sarà il rischio di costruire politiche discriminatorie e nel lungo termine peggiorative. Oppure, altro esempio: se le decisioni di assegnazione del credito si basassero sulle capacità di guadagno così come registrate in passato, sarebbe giusto concedere meno credito alle donne, solo perché storicamente hanno avuto stipendi inferiori?

I dati non sono oggettivi

I dati non sono oggettivi; tutt’altro. Rappresentano la scelta di chi ha voluto collezionarli. Quando poi sono dati in pasto agli algoritmi, al bias di quella scelta si aggiunge il bias di chi costruisce l’algoritmo – dalla sua ideazione, alla scelta di etichette e criteri.

Perché dico questo? Perché con i dati divenuti parte così importante della nostra economia, si corre un rischio elevatissimo che “data driven” si traduca come “consolidazione delle condizioni attuali”.

I rischi di un sistema scolastico guidato dall’AI

Questo problema esiste in particolare per le giovani generazioni. In fondo, che cosa è la gioventù se non la possibilità di rompere con schemi e passato e sperimentare il mondo, guidati dai propri sogni e secondo la propria personalità? In modo simile a quanto accade con le raccomandazioni online e gli annunci pubblicitari personalizzati, certi algoritmi usati nel sistema educativo rischiano di intaccare proprio questo percorso di individualizzazione collettiva che è la crescita, trasformandola nel suo opposto: una collettivizzazione individuale fondata su algoritmi in grado di dirigere la navigazione dei più giovani, filtrando il loro accesso al mondo. Quasi come se fossero gli algoritmi stessi a costruire la realtà, selezionando quali articoli, news e argomenti presentare e quali nascondere.

“Datizzati” alla nascita: a rischio i diritti delle nuove generazioni

Nel sistema educativo, dove l’istruzione personalizzata sembra essere diventata il nuovo miraggio nella marcia verso un sistema scolastico guidato dalla AI, tutto questo assume un significato importantissimo. In fondo, è il sistema educativo la vera leva dell’emancipazione dell’individuo. C’è da chiedersi come sia possibile conciliare il ruolo della scuola con l’introduzione della personalizzazione in ambito scolastico. O, per metterla in maniera più positiva, come la personalizzazione dell’istruzione, l’assistenza robotica, i programmi di apprendimento modellati sull’analisi dei dati di ciascuno, possano contribuire a un progetto di scuola come leva sociale.

In An Artificial Revolution, discuto di come i dati siano diventati un capitale, e di come adottino le stesse logiche di accumulazione. Nel pacchetto digitale che ha appena cominciato il suo iter legislativo, l’Unione Europea ha previsto una serie di misure per evitare che l’accentramento dei dati nuoccia non solo alla competizione ma anche ai diritti degli individui. Un passo avanti importante nel dibattito sulle big tech e sul ruolo quasi infrastrutturale che sono arrivate a ricoprire.

Flessibilità, ad ogni costo

Leggendo il libro di Veronica, ho trovato molto interessante la sua digressione sul concetto di tempo. Non ho qui lo spazio per approfondire come le unità di misura del tempo si siano evolute insieme alla organizzazione capitalista della nostra società. È un argomento interessante, ma in questa sede ne valuteremo un altro: come la flessibilità, intesa come rottura del tradizionale schema aziendale, sia andata di pari passo con i processi discussi sopra.

Nel processo di datificazione e di accumulazione di dati, la distruzione della distinzione casa/lavoro, oppure tra spazio privato/pubblico, è essenziale per accelerare la produzione costante di informazioni. Più troviamo gratificazione dallo scrolling dei social media, più produciamo quei dati che servono ai social media stessi. Ne deriva che l’immediatezza, la gratificazione istantanea e l’assorbimento tipici del browsing sono un elemento cruciale della data economy.

Danni della AI: la dimensione individuale e collettiva

Di certi danni della AI si parla tantissimo, specialmente in merito agli algoritmi che assumono la funzione di filtro sulla realtà tramite la gestione editoriale delle news. Si parla meno dei danni collettivi, che credo invece siano di portata enorme quando si tratta di bambini.

L’umanizzazione della macchina

Mi spiego con un esempio, di umanizzazione della robotica. Il Dynamics Lab di Boston ci ha regalato l’immagine di robot che ballano. Una immagine inquietante, e per vari motivi[4].

Watch Boston Dynamic robots show off dance moves in new viral video

Watch Boston Dynamic robots show off dance moves in new viral video

Guarda questo video su YouTube

Intanto, è l’umanizzazione stessa dei robot terrificante, a mio parere. È quella che conduce alla loro sessualizzazione (e alla legittimazione della violenza e dello stupro, se si pensa alle sex dolls, oggetti a completa disposizione maschile, ora presenti anche in veri e propri sex brothels); ma è anche quella che conduce al servilismo di Alexa, Siri e Cortana, assistenti virtuali dalle suadenti voci femminili.

L’umanizzazione della macchina, la creazione della vita hanno una origine arcaica; si pensi a Pigmalione, o Eva di Villiers; ma quello che inquieta è l’umanizzazione intesa come trasferimento alla macchina di quelle cose che ci fanno ridere, danno piacere o quelle che desideriamo dagli esseri umani stessi.

I robot che ballano ci fanno sorridere – e questo deve spaventarci. Deve farlo perché, guardando quelle machine, abbiamo l’illusione che danzino – è un illusione dell’essere, che essere non è. Le macchine sono artefatti: oggetti creati dagli esseri umani, che come tali devono essere trattati. Con ciò non si vuole asserire la centralità dell’essere umano ad ogni costo, che forse sarebbe il frutto di una hybris di cui abbiamo visto fin troppi danni, a partire dall’ambiente che ci circonda. Ma si vuole rifiutare che quella stessa hybris trovi nella macchina una sua nuova espressione.

La rappresentazione femminile nella robotica

Robot come Sofia, che in Arabia Saudita riceve anche la cittadinanza mentre le donne non possono neanche lasciare il paese senza permesso maschile, sono l’esempio cardine di questa pericolosa umanizzazione.

Il danno collettivo (o “rappresentazionale”) si riferisce, ad esempio, a come la rappresentazione femminile nella robotica possa contribuire all’immagine delle donne, al rafforzamento degli stereotipi e alla perpetuazione delle disuguaglianze esistenti.

In modo simile, c’è da chiedersi se il microtargeting non abbia lo stesso rischio. Dal momento che le generazioni più giovani vengono nutrite in continuazione di una realtà composta da inserzioni pubblicitarie e raccomandazioni basate su dati storici, si dovrebbe valutare quanto questo flusso ostacoli la liberazione da quegli stereotipi, ancora troppo presenti.

Una nuova dimensione dell’etica: l’artificiale per ripensare l’infanzia

Si parla molto di dimensione etica della tecnologia; troppo spesso però la discussione etica diviene una copertura per giustificare un prodotto già pronto per il mercato. Questo avviene senza dubbio perché l’etica è complessa, ma soprattutto perché la prima domanda da porsi dovrebbe sempre essere se lo scopo della discussione etica sia di supportare i valori e obiettivi che ci siamo posti.

Il dibattito etico si è intrecciato con quello sull’intersezionalità della disuguaglianza, e da questo connubio stanno nascendo finalmente delle riflessioni interessanti. La prima è che una soluzione tecnologica non basterà mai: anche il prodotto tecnologicamente idoneo, che non produce bias (possibile?) può essere utilizzato in modo malevolo. Un esempio per tutti? Il riconoscimento facciale. Ci concentriamo cosi tanto sul danno, e a ragione, perché non riconoscere correttamente una persona nera vuol dire condannarla a un destino di ingiustizia e di errori. Ma anche se queste macchine di riconoscimento facciale non avessero più bias, c’è sempre il rischio che la scelta di come utilizzarle produca essa stessa una discriminazione. Sicuramente verrebbero usate in certe parti della città, e non in altre, e solo in determinate occasioni.

Con questo voglio dire che finalmente, e grazie al talento, al coraggio e alla passione di tante e tanti che lavorano nella tecnologia, nella filosofia e nei diritti umani, stiamo adesso comprendendo la natura politica dei dati e degli stessi artefatti tecnologici. E quindi, prima di pensare alle correzioni, cominciamo a chiederci in primo luogo se quell’artefatto vada o no realizzato.

Questa domanda è importantissima quando si parla di infanzia, scuola e nuove generazioni. Perché quello è il terreno della libertà e dell’autonomia, della emancipazione dalle provenienze. E quindi, forse, è proprio in questo terreno che l’etica può assumere la dimensione più vera, e la tecnologia può tornare ad adattarsi a noi, invece di doverci noi adattare alla tecnologia.

__________________________________________________________________________

  1. The Digital Services Act package, https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/digital-services-act-package
  2. Veronica Barassi, Child | Data | Citizen, MIT Press 2020, https://mitpress.mit.edu/books/child-data-citizen
  3. Ivana Bartoletti, An Artificial Revolution: on Power, Politics and AI, Indigo Press 2020, https://www.theindigopress.com/an-artificial-revolution
  4. James J. Ward, Why the Dancing Robots Are a Really, Really Big Problem, The StartUp, 30 Dicembre 2020, https://medium.com/swlh/why-the-dancing-robots-are-a-really-really-big-problem-4faa22c7f899

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati