ecosistemi digitali

Africa, la tecnologia sta trasformando città e fauna selvatica: gli esempi

L’Africa si sta attualmente approcciando a un concetto di smart urbanism declinato sulle esigenze del Continente e per la realizzazione di smart city su misura. Allo stesso tempo, la tecnologia viene usata per la salvaguardia della fauna selvatica. Ecco come

Pubblicato il 09 Mar 2023

Maria Angela Maina

ricercatrice The Thinking Watermill Society

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La tecnologia sta rinnovando la vita in Africa, in particolare la vita nelle città, il turismo, l’agricoltura, l’istruzione, l’industria mineraria e l’industria dei videogiochi.

Vogliamo perciò di seguito illustrare i rapidi sviluppi che stanno avendo luogo a beneficio degli abitanti dell’Africa, sia umani che animali. Alcuni dei successi includono l’introduzione dell’urbanistica intelligente volta a migliorare la vita delle città africane, nonché l’adozione di soluzioni tramite l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (AI) per il bracconaggio della fauna selvatica e la rinascita delle specie in via di estinzione.

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Il concetto di smart urbanism declinato per la realtà africana

L’Africa si sta attualmente servendo della tecnologia per approcciarsi all’urbanistica intelligente attraverso la creazione di città intelligenti, così da rinnovare l’urbanistica e migliorare la qualità della vita in questi centri.

La tecnologia sta contribuendo a ridisegnare l’urbanistica in Africa attraverso le città intelligenti di seguito elencate:

  1. Casablanca, Marocco: a Casablanca è stato creato un cluster di smart city noto come e-Madina, con la speranza di renderla più efficiente e competitiva allo scopo di attrarre aziende, cittadini e visitatori. Si basa su una sinergia tra il pubblico, gli stakeholder, gli attori privati e i progetti di partenariato.
  2. Konza Technopolis Kenya: Konza Technopolis è un progetto importante che fa parte del portafoglio di sviluppo economico 2030 del Kenya. Comprende 3 cluster principali: (i) il settore della TIC (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) per la creazione di posti di lavoro; (ii) le scienze biologiche per consentire le scoperte scientifiche; (ii) l’ingegneria, che comprende il settore idrico e quello dell’energia.
  3. Kigali, Ruanda: la città in sé offre un modello di città intelligente. Kigali dispone di sensori per misurare la qualità dell’aria, monitorare la sicurezza della rete elettrica e rilevare le perdite d’acqua per migliorare la qualità della vita quotidiana della sua popolazione sempre più in aumento. Di conseguenza, questi aspetti contribuiscono al crescente successo economico e sociale della città.
  4. Città del Capo, Sudafrica: la tecnologia viene utilizzata allo scopo di monitorare il traffico in tempo reale in ciascuna corsia, così da superarne le difficoltà utilizzando una tecnologia basata sulla fibra che analizza i dettagli dei veicoli e l’uso della strada. L’obiettivo finale è quello di migliorare il flusso del traffico e la sicurezza di automobilisti e pedoni.
  5. Silicon Delta, Nigeria: la smart city Silicon Delta a Port Hartcourt, in Nigeria, dovrebbe essere completata entro il 2030. La città cerca di ridefinire le condizioni di vita e il progresso tecnologico in Africa, mentre c’è un disperato bisogno di incoraggiare il lavoro da remoto (smart working) per una comunità pronta per il futuro.

Il concetto di smart urbanism in Africa è diverso da quello sviluppato in Occidente. Una lettura critica dello smart urbanism rivela infatti che si tratta di un fenomeno basato sul concetto che la tecnologia digitale è il principale motore del cambiamento, al fine di fornire soluzioni flessibili e reattive per:

  • la crescita e il rinnovamento urbano;
  • gli effetti del cambiamento climatico;
  • costruire una società più inclusiva

A sua volta, una smart city è un ecosistema digitale in cui la tecnologia e la connessione ad internet giocano un ruolo cruciale per consentire ai propri abitanti di vivere e lavorare in modo più semplice, ad assoluto vantaggio della sostenibilità.

Città intelligenti su misura

Il concetto è sancito nell’Aspiration 1 dell’African Union (AU) 2063 Agenda che prevede la realizzazione di città con infrastrutture moderne e con la possibilità per le persone di accedere ad alloggi accessibili e dignitosi, nonché a tutti i beni essenziali per la vita (ad esempio acqua, servizi igienici, energia, trasporti pubblici e TIC).

Uno studio di ricerca del 2021 della Cape Peninsula University of Technology rileva che la definizione contestuale africana di smart city deve tenere conto delle sfide contestuali endemiche che ostacolano l’urbanizzazione in Africa. Secondo loro, la definizione di una smart city africana deve includere gli elementi di applicazione della tecnologia per sostenere l’attuale economia informale e riflettere:

  • il sistema di credenze multiculturali degli individui;
  • le lingue indigene;
  • il modo in cui si usufruisce dei servizi governativi.

Per questo motivo, gli africani si sono assunti la responsabilità di capire di cosa hanno bisogno per la loro vita nelle città e si stanno impegnando per trovare una risposta attraverso la creazione di città intelligenti su misura.

Come la tecnologia aiuta nella salvaguardia della fauna selvatica

La salvaguardia della fauna selvatica si può raggiungere grazie ad ecosistemi ben conservati, poiché gli animali sono fondamentali per assorbire il carbonio. La fauna selvatica contribuisce, inoltre, in modo significativo alle economie africane e si configura come una delle principali attività turistiche del continente.

A tal riguardo, il bracconaggio è il problema più grave da affrontare in Africa.

L’Africa Wildlife Foundation afferma che la maggior parte degli animali vittime di bracconaggio in Africa sono a rischio di estinzione. Si tratta di specie quali il rinoceronte nero, il gorilla di montagna, l’elefante africano, il leone e la zebra di Grevy. Questi animali vengono uccisi per ottenere le loro singole parti del corpo come zanne, pelli o ossa, le quali vengono vendute illegalmente in cambio di ingenti somme di denaro.

Ecco i modi con cui la tecnologia ha aiutato a preservare la fauna selvatica in Africa.

  • AI Guardian of Endangered Species: nell’aprile 2020, il Fondo internazionale per il benessere degli animali ha lanciato lo strumento di intelligenza artificiale denominato AI Guardian of Endangered Species in collaborazione con Baidu, un marchio di cloud computing intelligente che utilizza la tecnologia internet per individuare i sospetti commercianti illegali sulle piattaforme online e che combatte la criminalità informatica della fauna selvatica. L’IFAW (International Fund for Animal Welfare) riferisce che lo strumento di intelligenza artificiale AI Guardian ha un tasso di accuratezza del 75% nel riconoscere le immagini dell’avorio di elefante, dei denti canini delle tigri, della pelle, degli artigli e delle squame delle specie protette, come ad esempio gli artigli del formichiere.
  • Monitoraggio della biodiversità: l’algoritmo Mbaza è uno strumento di intelligenza artificiale di classificazione di immagini in grado di funzionare sia online che offline per monitorare la biodiversità nel bacino del Congo. Il suo scopo è quello di fornire dati in tempo reale sullo stato della fauna selvatica e della biodiversità, migliorare e mitigare gli effetti del cambiamento climatico e osservare la loro interazione con l’uomo. E’ stato sviluppato nel 2020 da Appsilon (una società di Data Science) dell’Università di Stirling (Scozia) in collaborazione con l’Agenzia nazionale dei parchi del Gabon. Fair Planet afferma che l’algoritmo Mbaza è in grado di classificare 3000 immagini ogni ora con una precisione del 96%.
  • Il sistema EarthRanger: sviluppato dall’Allen Institute for AI e finanziato da Microsoft, il sistema EarthRanger tiene traccia dei dati provenienti dai collari degli animali per proteggere le specie in via di estinzione e prevenire il bracconaggio e la perdita di habitat ecosistemici nelle riserve di caccia in tutta l’Africa. Ad esempio, Liwonde, in Malawi, utilizza il sistema EarthRanger per ridurre i conflitti tra uomo e fauna selvatica: il sistema monitora i movimenti degli elefanti per intervenire tempestivamente prima che distruggano i raccolti degli agricoltori.
  • Lo Spatial Monitoring Reporting Tool (SMART): è una piattaforma che contiene software e strumenti di analisi che supportano un’ampia gamma di attività di conservazione, tra cui conservazione delle biodiversità, l’applicazione del turismo e, tra gli altri, la valutazione del livello di minaccia. Più di 1.000 sirti in oltre 70 Paesi utilizzano la piattaforma SMART insieme agli operatori in prima linea, al fine di ridurre al minimo le minacce alla fauna selvatica e alle aree di conservazione.
  • La genomica per far rinascere le specie in pericolo alle Mauritius: la Mauritian Wildlife Foundation sta utilizzando lo studio del DNA e della genetica (genomica) per ottenere dati sulle specie a rischio di estinzione e utilizzare le variazioni genetiche perdute per riportarle in vita.

Conclusioni

È straordinario vedere le azioni che l’Africa intende mettere in atto per incrementare il progresso economico, migliorare la vita sociale e salvaguardare la biodiversità. Sebbene siano ancora necessari dati in tempo reale su quello che è l’impatto effettivo delle smart city in Africa, possiamo ben sperare nel fatto che i progressi sono evidenti con riguardo alla fauna selvatica e questo è un ottimo risultato. Con l’aumento degli investimenti e delle sinergie in questi due ambiti della vita africana, speriamo che si verifichino cambiamenti effettivi in grado di riflettersi anche sulla qualità della vita dei suoi abitanti.

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