infrastrutture digitali

Chi paga le reti di nuova generazione? Una soluzione al dilemma delle telco

Le telco europee tornano a chiedere un contributo dalle big tech per la realizzazione delle reti di nuova generazione. Una storia che si ripete. Le ragioni degli operatori, il silenzio delle piattaforme, una possibile via d’uscita

Pubblicato il 22 Feb 2022

reti infrastrutture

Per la seconda volta negli ultimi tre mesi, gli operatori di telecomunicazioni lanciano un appello per affrontare l’annoso problema del finanziamento delle reti di nuova generazione necessarie per la realizzazione della Gigabit Society e il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Digital Compass per il 2030.

All’inizio di febbraio, i quattro principali operatori europei, Deutsche Telekom, Orange, Telefonica e Vodafone, hanno pubblicato una lettera aperta per richiedere che le grandi piattaforme di contenuti online (le cosiddette Big Tech, o internet giants) contribuiscano alla copertura dei costi per la realizzazione delle reti digitali europee ad altissima capacità in corso di realizzazione. In precedenza, a novembre 2021 un appello analogo era stato sottoscritto da tredici operatori europei e inviato alla Commissione europea in vista della decisione riguardo la definizione dei diritti e i principi digitali europei.

In entrambi i casi TIM non compare tra i firmatari, ma con ogni probabilità la posizione è in linea di principio condivisa anche dal principale operatore nazionale.

Gigabit a tutti: ecco il bando Colao al microscopio

Le ragioni degli operatori europei

La richiesta degli operatori è basata su un ragionamento molto semplice. A fronte della consapevolezza ormai ampiamente diffusa che la connettività è una condizione necessaria e abilitante per lo sviluppo della Società dell’Informazione, la crescita del traffico dati a ritmi del 50% annuo richiede continui investimenti (oltre 50 miliardi di euro nell’ultimo anno) per garantire all’Unione Europea una crescita sostenibile e inclusiva.

In questo scenario, la situazione non sarebbe più sostenibile, a maggior ragione in un mercato, quello delle telecomunicazioni, che presenta una progressiva erosione dei margini. La richiesta è di ripartire in modo più equo gli ingenti investimenti necessari, chiamando le grandi piattaforme online a fornire il proprio contributo, in virtù del fatto che video streaming (per oltre la metà del totale), gaming e social media generano oltre il 70% del traffico e larga parte dei profitti vengono incamerati dagli Internet Giants, grazie al loro modello di business su scala globale. Non vengono fatti nomi, ma basta consultare il report citato sul traffico Internet globale per scoprire che 6 attori (Google, Facebook, Netflix, Apple, Amazon, Microsoft) generano circa il 60% del traffico totale, con una crescita che nell’ultimo anno è stata superiore a quella di tutti gli altri attori messi insieme.

A fronte di questa situazione, gli operatori lamentano di non avere un sufficiente potere negoziale per definire delle condizioni di accesso alle reti in modo equo, a maggior ragione in un contesto che non garantisce un quadro regolamentare omogeneo (level playing field) tra tutti gli attori. Il rischio è che a pagarne le conseguenze sia la qualità del servizio offerto agli utenti finali.

Gli operatori citano alcuni casi esteri (Stati Uniti, Corea del Sud) per suggerire possibili interventi virtuosi per sanare la situazione e incentivare i gestori delle piattaforme online ad un utilizzo più attento all’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse di rete.

L’Unione Europea, nella recente dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale ha preso l’impegno di “sviluppare quadri adeguati affinché tutti gli operatori del mercato che traggono vantaggio dalla trasformazione digitale si assumano le proprie responsabilità sociali e contribuiscano in modo equo e proporzionato ai costi delle infrastrutture, dei servizi e dei beni pubblici, a beneficio di tutti gli europei”.

Dalle parole ai fatti è la richiesta degli operatori.

Il diritto di replica

Se il grido di allarme dei Telco è forte e chiaro, il silenzio della controparte si è sempre contraddistinto per essere assordante, mentre le lobby continuano a fare il proprio lavoro. Anche la recente “minaccia” di sospensione di alcuni servizi in Europa da parte di Facebook è in realtà in sostanza una fake news, perché nasce da una comunicazione periodica alla Borsa americana riguardo ai potenziali rischi della propria attività, che sarà sicuramente condizionata dall’evoluzione dall’assetto normativo e regolamentare europeo, in particolare, in materia di privacy. Da qui a sospendere servizi o attività, il passo è naturalmente troppo lungo e la stessa Facebook ha comunicato di “non avere nessuna intenzione o minaccia di abbandonare il mercato europeo”.

Il modello economico

Immaginando una possibile replica alle richieste degli operatori di telecomunicazioni, la prima considerazione è sicuramente legata al modello economico. La fiducia nel funzionamento del mercato dovrebbe portare a considerare che sono i meccanismi concorrenziali a garantire una situazione efficiente che remunera adeguatamente i diversi fattori produttivi, al netto di possibili squilibri transitori. Del resto, gli Internet Giants non chiedono certamente di realizzare nuove reti, ma si sono sempre adeguati in modo camaleontico ai diversi contesti infrastrutturali, sfruttando al meglio quanto disponibile. Un esempio emblematico è Netflix che da sempre indica le velocità di connessione raccomandate per la fruizione in modo adeguato delle diverse qualità di video e pubblica mensilmente l’”indice di velocità degli ISP” che fornisce la classifica dei provider in ogni Paese.

Riguardo poi all’elevata profittabilità del business e dei ridotti investimenti delle piattaforme online, è difficile considerare alla stessa stregua i diversi attori, che hanno sicuramente in comune una scala di intervento globale, ma sfruttano la rete con attività e modelli di business molto diversi. Il fatturato di Netflix è 1/10 di quello di Google, Facebook investe il 19% dei propri ricavi in ricerca e sviluppo, l’utile sui ricavi di Amazon è importante (oltre il 7%), ma molto diverso di quello degli altri Internet Giants. Allo stesso tempo, i content provider investono nelle Content Delivery Network (CDN) per innalzare e ottimizzare la qualità della fruizione dei servizi e tali servizi vanno, almeno in parte, a beneficio degli operatori di rete. Qualcuno potrebbe, inoltre, ricordare come i principali Paesi europei abbiano avviato importanti, e multimiliardari, programmi di finanziamento pubblico delle reti di nuova generazione. Infine, e non meno importante, non appare molto chiaro come e su quali metriche dovrebbe attuarsi il contributo richiesto. Senza dimenticare che la connettività viene già pagata dai clienti finali e quindi…

Del resto, quale sarebbe il valore della rete senza i contenuti?

La storia si ripete

L’argomento non è però per nulla nuovo e già dieci anni fa l’amministratore delegato di Telecom Italia, Marco Patuano, pubblicava due interessanti articoli sull’Harvard Business Review per descrivere cosa stava accadendo e quale poteva essere la via di uscita per i Telco.

All’epoca, il nuovo nemico veniva identificato negli “Over The Top- OTT” (Google, Yahoo!, Facebook, You Tube, Skype, etc…), che introducevano un nuovo modello di business, con servizi complementari, ma anche sostitutivi dei tradizionali servizi di telecomunicazioni e basati sulla connettività offerta dagli stessi Telco. Il confronto era tra gli oligopoli locali dei Telco e la dimensione nativamente globale degli OTT. Dieci anni fa gli OTT erano sicuramente molto più piccoli dei Telco, ma estremamente dinamici, con investimenti (in proporzione ai ricavi) molto più contenuti e una redditività molto più elevata, nonché una grande capacità di generazione di cassa. Anche le Telco presentavano un’elevata capacità di cassa, ma a fronte di investimenti crescenti e un forte indebitamento e, quindi, con un modello strutturalmente diverso.

Da un lato, le Telco sono rimaste ancorate ad un modello di ricavi strettamente legato al susseguirsi di investimenti infrastrutturali che abilitano nuove generazioni di servizi. Dall’altro, gli OTT hanno invece capito che il valore può derivare dall’introduzione di nuovi servizi “utili”, con interfacce particolarmente “user friendly”, che raggiungono rapidamente dei volumi rilevanti su scala globale, sfruttando al meglio le reti esistenti. Non solo. La vera discontinuità è legata alla lettura del mercato in logica “Two Sided Platform”, in cui vengono creati ambienti all’interno dei quali due gruppi di soggetti (fornitori/utenti) si scambiano informazioni e prodotti, con o senza intermediazione. La remunerazione della piattaforma può poi avvenire direttamente (da uno dei gruppi di soggetti) oppure indirettamente attraverso la messa a disposizione dei dati relativi agli utenti a fini pubblicitari, con tutti i vincoli di privacy del caso. Con la crescita delle piattaforme si innesca poi un circolo virtuoso che integra nuove applicazioni attraverso meccanismi di open innovation, ma anche processi di consolidamento. Non a caso queste piattaforme si sono però sviluppate nell’ambiente normativo e regolamentare meno restrittivo, quello statunitense, e hanno saputo cavalcare al meglio il principio della Net Neutrality e l’accesso non discriminatorio ai contenuti.

La situazione è rimasta sostanzialmente la stessa.

Si consolidano anche le over the top

A dieci anni di distanza, anche gli OTT hanno conosciuto un processo di consolidamento e i primi sei Internet Giants hanno complessivamente raggiunto dei ricavi che sono più del doppio dei ricavi dei primi sei operatori di telecomunicazioni nel mondo, con un rapporto utile/ricavi che è in media superiore al 22% per gli OTT e largamente inferiore al 10% per i Telco. Come dimostra l’appello degli operatori europei, il posizionamento dei diversi attori, le performance e il potere negoziale non sono, invece, sostanzialmente cambiati.

Una soluzione al dilemma

A questo punto, quale può essere l’epilogo?

La soluzione è tutt’altro che semplice, come dimostra un primo aspetto tuttora dibattuto e più “etico”, vale a dire il trattamento fiscale riservato agli Internet Giants e, in particolare, il pagamento delle imposte nei Paesi di generazione dei ricavi, con posizioni che possono divergere anche all’interno della stessa Unione Europea.

Ancora più complesso è l’intervento che prevede una “tassazione ad hoc”, anche se si possono rivitalizzare concetti come quello del servizio universale, al quale contribuiscono i principali attori. Tuttavia, come ricordato sopra, come applicarlo agli Internet Giants che operano su scala planetaria? Basti pensare a Facebook, che associa un valore per utente di poco meno di 20 euro a trimestre per l’Europa: a quanto ammonterebbe il contributo equo?

Tre elementi chiave per affrontare il problema

La soluzione per le Telco è probabilmente più dentro all’Industry che al suo esterno e, come emergeva già dieci anni fa, risiede nella capacità di fare leva su tre elementi distintivi rispetto agli OTT: la qualità dei servizi, la sicurezza, la prossimità. In altri termini, la risposta è nelle piattaforme che sono state definite “Over The Network” e che sfruttano le strette interrelazioni tra le piattaforme di erogazione dei servizi e le infrastrutture.

Gli ambiti applicativi sono i più disparati, fino all’”Internet of Everything” e sicuramente l’ambito business si presta maggiormente sfruttare questi aspetti differenzianti, che si possono però estendere anche a specifici target di clientela consumer.

In questo quadro, la richiesta all’Unione Europea dovrebbe essere probabilmente più incentrata sulla creazione di un level playing field più omogeneo tra i diversi possibili attori, vecchi e nuovi, che non sull’introduzione di complessi meccanismi contributivi.

Less is more.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati

Articolo 1 di 3