AGENDA DIGITALE EUROPEA

Competenze digitali, la lezione della Danimarca per l’Italia

Nonostante vanti delle performance elevatissime rispetto ai parametri dell’Agenda Digitale Europea, i segnali di stagnazione preoccupano. E per reagire la strategia di crescita punta sullo sviluppo delle competenze

Pubblicato il 23 Apr 2014

Rispetto ai parametri dell’Agenda Digitale Europea la Danimarca si posiziona sempre nelle prime posizioni. Svetta in maniera consistente nell’utilizzo di Internet da parte della popolazione, anche sui servizi di egovernment e nell’ecommerce, e delle imprese, con un’alta percentuale delle PMI che vende online.

La digitalizzazione delle imprese è molto evoluta: la gran parte delle imprese ha una qualche forma di digitalizzazione e ben il 64% può mostrare un impatto del digitale estensivo e profondo sul business.

La copertura in banda larga è tra le più alte d’Europa (il 73% della popolazione per le connessioni oltre i 30Mbps) e la penetrazione su mobile è tra le più elevate (oltre l’81%). L’unico punto debole è la divaricazione netta tra copertura e sottoscrizioni di connessioni in banda superiore ai 30Mbps (21%). Si direbbe che l’uso di Internet dei danesi si sta consolidando sulla base di una rete sostanzialmente a 10 Mbps. Questo può anche andar bene in una logica di servizi ai cittadini e di mercato interno, ma certamente costituisce un ostacolo alle ambizioni di esportazione da parte delle imprese.

La Danimarca, dopo il passaggio critico del 2008, in cui tutti i parametri economici sono stati in discesa, si sta lentamente riprendendo e nel 2012 il reddito pro-capite è ritornato al secondo posto tra quelli dei Paesi Europei. Ma questo non è valutato sufficiente dal governo danese per la crescita del Paese, anche per via di un tasso di esportazione che rimane tra i più bassi nell’area dei paesi avanzati europei, e le politiche dell’innovazione puntano ad affrontare queste debolezze.

Più in dettaglio, alcuni numeri sono utili per sottolineare lo stato evoluto della Danimarca sui parametri dell’Agenda Digitale Europea e nei confronti degli altri Paesi:

  • rispetto alla connessione in Banda Larga, le sottoscrizioni su connessioni con velocità superiore a 10 Mbps sono tra le più alte (82% contro il 62% della media europea – l’Italia è al 13%) mentre per quanto riguarda i 30 Mbps, a fronte di una copertura elevata (73% contro una media europea del 54% ed un target del 100% nel 2020), si riscontra una bassa percentuale di sottoscrizioni (21%) che diventa ancora più evidente per i 100 Mbps (1,4%, in media europea, ma molto lontano dall’obiettivo europeo del 50% di sottoscrizioni entro il 2020);
  • rispetto all’e-commerce, il dato delle PMI che vendono online è superiore alla media UE (26% contro 13%), ma non elevato abbastanza da rendere sicuro il raggiungimento dell’obiettivo UE (33% nel 2015). Discorso diverso per l’uso dell’e-commerce da parte della popolazione, che nell’Internet Banking raggiunge l’80% (la media UE è del 42%);
  • in generale l’utilizzo delle tecnologie digitali da parte dei cittadini è tra i più elevati in Europa (la Danimarca è in questo sempre ai vertici internazionali), sia nel semplice utilizzo di Internet (solo il 3,5% della popolazione non lo ha mai utilizzato e il 91% lo usa regolarmente, rispetto ad una media UE del 72%), sia nell’utilizzo dei servizi di e-government (85% contro una media UE del 41%).

Strategia e governance

La governance ruota sostanzialmente intorno al ruolo dell’Agenzia per la Digitalizzazione, istituita nel 2011 nell’ambito del Ministero delle Finanze. L’Agenzia coordina le politiche di digitalizzazione della Danimarca ed è responsabile dell’implementazione della digitalizzazione nel settore pubblico. Naturalmente tutte le componenti del settore pubblico, dalle Regioni agli ospedali, ai municipi, alle scuole, hanno una responsabilità congiunta per assicurare che i danesi acquisiscano la necessaria consapevolezza digitale e che sia realizzata la vision di un settore pubblico digitale. Il settore privato, così come il settore finanziario e l’industria ICT, è partner chiave in questo percorso. Responsabile dell’Agenzia è Lars Frelle-Petersen, che ricopre anche il ruolo di Digital Champion per la Danimarca.

Un organo di notevole rilevanza per sostenere l’attuazione delle iniziative digitali in ambito di egovernment è il “Project Office interministeriale “(MPK) che svolge un ruolo di supporto alla pianificazione, al risk management e al monitoraggio dei progetti e dei programmi IT, che sono coordinati dal “Consiglio Danese per i progetti IT”, ma anche di guida e tutoring soprattutto nel caso di progetti IT di grandi dimensioni.

Questi soggetti, insieme ai Ministeri e alle amministrazioni regionali e locali, seguono gli indirizzi stabiliti dalla strategia danese sull’innovazione digitale, che è articolata su alcuni focus: l’egovernment, il welfare digitale, la crescita digitale, l’open data, l’open government, la sicurezza e gli standard IT. Un approfondimento particolare meritano i primi quattro focus.

La strategia per l’egovernment (2011-2015) è basata su tre percorsi principali:

  • “non più moduli o lettere stampate”, quindi il percorso della digitalizzazione delle comunicazioni della pubblica;
  • “un nuovo welfare digitale”, percorso che è stato poi ulteriormente articolato in una strategia specifica, focalizzata soprattutto sull’area della Sanità e della Scuola;
  • “soluzioni digitali per una più vicina collaborazione del settore pubblico”, con un’enfasi specifica al coordinamento delle iniziative e alla collaborazione tra le amministrazioni centrali, regionali, locali. Un percorso che si può definire di affermazione dei concetti principali di knowledge management.

La strategia per il “Digital Welfare” (2013-2020) promossa da governo e istituzioni locali e regionali, ha lo scopo di accelerare l’suo dell’ICT e delle tecnologie del welfare nei servizi pubblici di frontoffice. La strategia affronta in modo specifico le soluzioni digitali nell’area della salute, della cura degli anziani, dei servizi sociali e dell’education.

La strategia di innovazione per l’Open Data si focalizza sull’utilizzo dei dati grezzi da parte del settore privato per lo sviluppo di prodotti e servizi digitali, analisi, visualizzazioni e per il “data journalism”.

Il documento di politiche per la crescita digitale mette in evidenza i punti di forza dell’economia digitale danese (che si classifica all’ottavo posto nel Network Readiness Index 2013 del World Economic Forum, pur perdendo 4 posizioni dal 2012) e anche le sue debolezze, che si concretizzano in un arretramento su più fronti. In particolare, la Danimarca non riesce a ottenere risultati significativi sul fronte dell’export e delle PMI, e soffre di una generale stagnazione nella produttività e nell’estensione delle sottoscrizioni delle connessioni in banda larga. Questi fattori hanno determinato l’avvio di un piano di azione specifico per il miglioramento della copertura della Banda Larga fissa e mobile, in cui il settore pubblico ha una funzione di supporto e spinta dal punto di vista del coordinamento, della condivisione dei dati, delle norme, della cultura.

In generale il non progredire sui risultati già ottenuti è considerato un problema per un Paese che ha guadagnato l’appellativo di Paese “più felice” del mondo (stando ai sei parametri di valutazione del “World Happiness Report 2013”: reddito pro-capite, aspettativa di vita, avere qualcuno su cui contare, libertà percepita nelle scelte di vita, libertà dalla corruzione, generosità). E questo si riscontra nel rallentamento nella crescita digitale, a livello di infrastrutture, a livello di digitalizzazione delle imprese, e anche sull’area delle competenze, dove le rilevazioni PISA dell’OCSE restituiscono un quadro in cui gli studenti danesi hanno una performance poco sopra la media (la Danimarca raggiunge in totale il ventiduesimo posto sui 65 Paesi analizzati dall’OCSE) e in peggioramento rispetto alle rilevazioni precedenti. Posizione che sembra anche derivata dalla bassa attenzione verso la valorizzazione del merito individuale.

La nuova sfida sulle competenze

L’analisi di queste performance in declino o in stagnazione, la difficoltà dell’industria danese ad uscire fuori dai confini nazionali, hanno spinto il governo danese nel corso del 2013 alla costituzione di un “team per la crescita” con focus su ICT e politiche digitali, in modo da identificare gli indirizzi principali per la crescita digitale del Paese. A gennaio 2014, questo team ha concluso i suoi lavori proponendo 10 raccomandazioni, che danno anche una misura delle aree di miglioramento che in Danimarca vengono valutate fondamentali:

  1. definire una strategia nazionale per lo sviluppo delle competenze digitali (da aggiornare con continuità) dentro l’intero sistema educativo, così da supportare la trasformazione digitale della Danimarca. Uno sviluppo che va oltre l’uso del digitale verso competenze per la creazione di prodotti e servizi;
  2. accelerare l’uso di risorse e strumenti nel sistema educativo e rafforzare le opportunità per l’export;
  3. promuovere un’alleanza nazionale per incrementare la digitalizzazione e l’automazione delle PMI;
  4. considerare l’accesso e l’uso dei dati di business un driver per la crescita;
  5. incrementare l’attività di ricerca in ICT per incrementare la crescita per PMI e grandi imprese;
  6. rafforzare le condizioni per la crescita delle imprese digitali, migliorando l’accesso al capitale di rischio, costituendo delle task force di supporto alle imprese, aprendo tavoli di collaborazione pubblico-privato;
  7. far sì che il settore pubblico supporti le possibilità dell’era digitale, adeguando prima di tutto le normative;
  8. far sì che il procurement pubblico promuova le vendite di soluzioni ICT innovative con potenziale per l’export;
  9. far sì che tutti i cittadini danesi abbiano accesso alla banda larga veloce, migliorando i servizi e allo stesso tempo creando dei fondi di garanzia;
  10. rafforzare la sicurezza in rete per supportare la crescita del digitale in Danimarca.

Non è un caso che, commentando queste raccomandazioni, il Ministro per la Scienza, l’Innovazione e l’Alta Educazione Morten Østergaard sottolineava “l’importanza di stabilire condizioni adeguate per la formazione dei laureati danesi così come per lo sviluppo di nuova conoscenza e ricerca per porci tra i Paesi leader nelle nuove soluzioni digitali.” Il tema delle competenze digitali, e soprattutto di quelle IT specialistiche, è il vero nodo della crescita digitale. Non solo in Danimarca.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Analisi
Social
Video
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati