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Il fattore umano nella televisita: l’importanza della formazione



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La televisita è considerata dai professionisti sanitari e dai cittadini un modo innovativo per intercettare il bisogno di salute. Tuttavia vi è anche la necessità di essere formati all’utilizzo consapevole della tecnologia, di ricevere un supporto strutturato e di creare una rete solida, equa e sostenibile

Pubblicato il 17 nov 2023

Marta Bighi

Ingegnere Gestionale, ASST-Bergamo Est, Struttura Semplice di Telemedicina

Laura Fagnani

Psicologa – Specialista in Psicologia della Salute, Università degli Studi di Bergamo

Andrea Greco

Professore Associato, Dipartimento Scienze umani e sociali, Università degli Studi di Bergamo

Patrizia Rocca

Medico Cardiologo, Responsabile Struttura Semplice di Telemedicina, ASST-Bergamo Est (Seriate)



telemedicina in Italia

Il processo della televisita deve essere indagato non tanto come implementazione di una nuova tecnologia, ma principalmente come evoluzione di una relazione di cura, che pone la sfida della costruzione di un nuovo rapporto, virtuale, ma non per questo meno reale tra medico e assistito.

Sebbene fino ad oggi le valutazioni sulla percezione di vantaggi e svantaggi della televisita da parte dei pazienti siano limitate, in letteratura sono riportate alcune esperienze di aziende che hanno valutato la soddisfazione degli utenti circa l’utilizzo del servizio di televisita.

Ma andiamo per gradi.

Cos’è la televisita

La televisita, secondo la normativa nazionale, è “Un atto medico in cui il professionista interagisce a distanza in tempo reale con il paziente, anche con il supporto di un caregiver. Il medico è deputato a decidere in quali situazioni e in che misura la televisita può essere impiegata in favore del paziente, utilizzando anche gli strumenti di telemedicina per le attività di rilevazione, o monitoraggio a distanza, dei parametri biologici e di sorveglianza clinica.” [1]

Durante la pandemia i professionisti hanno fatto ricorso alla televisita, sviluppando modalità di contatto da remoto mediante l’impiego degli abituali sistemi di video-comunicazione. Queste esperienze, seppure estemporanee ed eterogenee sul territorio nazionale, hanno avvicinato medici e cittadini alla televisita, fino ad allora a molti sconosciuta.

Com’è cambiata la percezione della televisita dopo il covid

La percezione nei confronti della televisita ed il suo utilizzo nella pratica clinica sono cambiati proprio in concomitanza dell’avvento della pandemia.

Secondo un’indagine effettuata dall’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano [2], tra le altre applicazioni per cui c’è stato un forte aumento rispetto alla situazione pre-emergenza troviamo la televisita (39% degli specialisti e dei MMG).  Se prima della pandemia il 30% degli specialisti si era dichiarato contrario (e non interessato) a nessuna delle applicazioni di telemedicina, nel 2021 la percentuale dei contrari si è ridotta all’8% del campione.

Ne consegue che lo scarso utilizzo dei servizi di televisita, e più in generale di telemedicina, fino al 2020 è dipeso dall’inerzia al cambiamento, dalla difficoltà dei professionisti della salute di sperimentare fino in fondo questa nuova modalità del prendersi cura, e dalla mancata percezione della telemedicina come un’innovazione necessaria.

Cosa ci dicono gli studi sulla televisita

Uno studio del 2019 condotto presso ASST Rhodense ha coinvolto i caregiver di pazienti oncologici terminali che potevano utilizzare il contatto telefonico convenzionale oppure il servizio di televisita.  L’analisi dei questionari di soddisfazione evidenzia un alto grado di soddisfazione del servizio di Televisita, di cui è stata apprezzato la semplicità di utilizzo della piattaforma informatica e la possibilità di contatto in tempo reale 24 ore su 24, che ha portato ad una maggior sicurezza da parte dei caregiver nella gestione domiciliare del paziente [3].

In uno studio condotto presso Distretto Ovest di Arzignano (ULSS 8) su pazienti affetti da Diabete Mellito (DM) tipo 1 e DM gestazionale inseriti in programmi di telemedicina ha evidenziato un alto grado di soddisfazione dell’innovazione tecnologica e gestionale proposta, considerata “utile”, “efficace” ed “efficiente” [4].

Diverse ricerche identificano quattro fattori di diversa natura come i meccanismi sottostanti al processo di telemedicina: tecnico, organizzativo, committenza e umano. Ognuno presenta qualità e caratteristiche chiave su cui porre l’attenzione al fine di rendere la telemedicina una modalità di erogazione di servizi sanitari stabile nel tempo [5,6].

Il fattore umano nel processo di televisita

Includere il fattore umano all’interno della progettualità della televisita significa considerare i bisogni, le necessità, i livelli di soddisfazione e insoddisfazione e le capacità comunicative dei vari soggetti, ponendo l’attenzione anche agli aspetti più emotivi, ovvero quelli legati all’accettazione, predisposizione, resistenza e fiducia verso la televisita.

Esplorare l’accettabilità e la soddisfazione di medici e pazienti per i servizi di televisita è quindi essenziale per concentrarsi sul “fattore umano” che caratterizza questi modi innovativi di erogare servizi sanitari.

La ricerca dell’ASST Bergamo Est

In ASST Bergamo Est il servizio di televisita è oggi attivo nelle Specialità di Cardiologia, Diabetologia, Nutrizione Artificiale Domiciliare, Ginecologia, nel Servizio per le Dipendenze (Ser.D.) e nella Terapia del Dolore. In collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università degli Studi di Bergamo, è stata condotta una ricerca volta a considerare la predisposizione e le prospettive degli operatori sanitari alla televisita e monitorare il funzionamento della televisita e la soddisfazione di professionisti e pazienti.

Lo studio è stato condotto utilizzando un metodo misto, sia qualitativo che quantitativo. Rispetto alla prima modalità, è stato condotto un focus group con i medici e gli operatori sanitari che hanno implementato per primi la televisita in azienda (Riabilitazione Cardiologica, Servizio di Nutrizione Artificiale Domiciliare) per indagare la loro percezione, le resistenze e le difficoltà percepite riguardo al servizio. Durante il focus group sono stati indagati le principali diversità tra modalità di lavoro in presenza e con la televisita, l’uso della tecnologia, il rapporto medico-paziente ed eventuali cambiamenti dovuti alla visita medica online, la collaborazione multiprofessionale ed i fattori che possono ostacolare e facilitare l’implementazione della televisita.

La televisita vista da medici e operatori sanitari

Dall’analisi dei contenuti dei focus-group sono emersi quattro temi principali:

  • Approccio alla telemedicina: il saper fare dei medici e degli infermieri. Durante le diverse fasi della pandemia, dottori e infermieri hanno imparato a usare la televisita nella pratica, provando ad acquisire capacità e conoscenze attraverso la collaborazione con i colleghi e il feedback dei pazienti.
  • La telemedicina e i suoi effetti all’interno del lavoro sanitario: un setting multiprofessionale. Il lavoro di dottori e infermieri è cambiato a causa della telemedicina, sviluppando nuove capacità, oltre a quelle cliniche. Inoltre, la collaborazione con gli altri professionisti è stata essenziale.

«[…] È stato difficile: per la prima volta clinici, tecnici informatici e personale amministrativo sono stati messi insieme. Perciò, anche la comunicazione in questo Gruppo mischiato è stata difficile. Abbiamo avuto bisogno di mesi per capire cosa ognuno di noi stesse parlando».

  • Ostacoli nell’uso e gestione della tecnologia nella pratica clinica. L’uso della tecnologia è spesso legato a difficoltà e problemi tecnici (problemi audio, connessione internet lenta…). Questi problemi possono rallentare il lavoro dei medici e aumentare i livelli di frustrazione.
  • Vantaggi della telemedicina e sviluppo di nuove competenze. La telemedicina incoraggia i professionisti a sviluppare nuove capacità tecnologiche e comunicative. In aggiunta, vengono sviluppate nuove prospettive e modalità di lavoro, che migliorano i professionisti.

In relazione alla metodologia quantitativa, sulla base dei risultati di precedenti ricerche [7,8] i pazienti ed i medici sono stati invitati a compilare un questionario al termine di ogni televisita per indagare la soddisfazione e l’efficacia percepita della prestazione. Il questionario per il paziente prevede la risposta a 19 item con una scala Likert a 5 punti, mentre quello per il medico ne comprende 5, sempre con una scala Likert a 5 punti (37 questionari compilati dai pazienti e 31 questionari compilati dagli specialisti).

La televisita vista dai pazienti

Dall’analisi dei questionari dei pazienti (età media 65 anni, 15 femmine e 22 maschi) emerge che la televisita è stata percepita positivamente dalla maggior parte dei fruitori del servizio (Tabella 1). In particolare, nell’84 % dei casi i cittadini sono stati soddisfatti di aver ricevuto la visita a distanza e nell’83 % dei casi essi sono disposti ad effettuare altre visite da remoto. Nella maggior parte dei casi (86 %), il paziente ha avuto la percezione che il medico abbia compreso la sua condizione di salute.

Solo il 6% dei pazienti non si è sentito a proprio agio nel comunicare con il medico attraverso uno schermo e solo per l’8% la televisita non è sovrapponibile ad una visita tradizionale in presenza.

Analizzando i questionari di soddisfazione rivolti ai medici erogatori del servizio, all’affermazione “In generale sono soddisfatto di questo appuntamento di televisita” il 90,3% dei medici ha risposto “fortemente in accordo” o “in accordo” e solo il 3,2% “in disaccordo”. Tali risultati sono la prova delle potenzialità del servizio, rispetto al quale vale la pena investire tempo e risorse.

Conclusioni

La televisita è considerata dai professionisti sanitari e dai cittadini un modo innovativo per intercettare il bisogno di salute. Tuttavia sottolineano la necessità di essere formati all’utilizzo consapevole della tecnologia, di ricevere un supporto strutturato e di creare una rete solida, equa e sostenibile.

Avviare il servizio di televisita in un’azienda sociosanitaria significa aprire lo sguardo sull’aspetto umano, insolubilmente legato a qualsiasi percorso assistenziale, e sulla gestione della complessità, insolubilmente legata a qualsiasi processo umano.

Bibliografia

[1] Accordo conferenza permanente per i rapporti tra lo stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano. Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in telemedicina. Allegato A. 27/10/2020

[2] Masella C., Sgarbossa C. “La telemedicina in Italia: cosa è successo durante l’emergenza e cosa fare? Sei azioni per la Sanità del futuro” Sanità 24 – Il Sole 24 ore, 28/05/2021.

[3] Sofia M., Pisciotta M., Gervasi F., Oldani S., Marzola A., Angelini C. “Fattibilità ed efficacia della telemedicina nel contesto delle cure palliative domiciliari”. 02/09/2020. Rivista italiana di cure palliative 2021; 23: 104-110

[4] Pivotto V. “Telemedicina per la gestione del diabete, un’indagine osservazionale” AA. 2021-2022

[5] Broens, Tom H F et al. “Determinants of successful telemedicine implementations: a literature study.” Journal of telemedicine and telecare vol. 13,6 (2007): 303-9. doi:10.1258/135763307781644951

[6] Hennemann, Severin et al. “Ready for eHealth? Health Professionals’ Acceptance and Adoption of eHealth Interventions in Inpatient Routine Care.” Journal of health communication vol. 22,3 (2017): 274-284. doi:10.1080/10810730.2017.1284286

[7] Layfield, Eleanor et al. “Telemedicine for head and neck ambulatory visits during COVID-19: Evaluating usability and patient satisfaction.” Head & neck vol. 42,7 (2020): 1681-1689. doi:10.1002/hed.26285

[8] Parmanto B, Lewis AN Jr, Graham KM, Bertolet MH. Development of the Telehealth Usability Questionnaire (TUQ). Int J Telerehabil. 2016 Jul 1;8(1):3-10. doi: 10.5195/ijt.2016.6196. PMID: 27563386; PMCID: PMC4985278.

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