La sanzione a Facebook in arrivo negli Usa, da 5 miliardi di dollari, è sicuramente importante come importo ma non metterà certo in crisi la società considerati il fatturato e gli utili, come infatti comprovato dall’andamento del titolo nelle ore successive alla notizia.
Quello che conta veramente non è però la sanzione in quanto tale, e tanto meno l’importo economico, sarà invece la reazione politica che ne conseguirà.
È accettabile o no che un’azienda come Facebook possa permettersi, cavandosela con ben poco, di contribuire a utilizzi dei dati personali che raccoglie per fini politici?
Se la risposta fosse no, come ritengo sia giusto, non è certo questa la sanzione che impedirà che certe cose possano accadere in futuro.
Il tema è ampio e riguarda anche l’uso dei social network per fini politici, il tema delle fake news come strumento di distruzione degli avversari, dell’odio online, dei politici che passano il tempo a pensare ai like perché da lì passa il consenso.
Il progresso e la tecnologia non si possono fermare. Ma si devono regolare alcuni utilizzi delle piattaforme e dei dati raccolti prevedendo sanzioni veramente disincentivanti e punitive in caso di violazione.