Sicurezza della Repubblica

Relazione Dis 2021, i punti chiave: energia, geopolitica e ambiente priorità per l’intelligence

Questione energetica, emergenza climatica, terrorismo, minacce cyber: la relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza presentata al Parlamento fa il punto sui rischi con cui il nostro sistema di sicurezza si è confrontato le minacce per i prossimi anni

Pubblicato il 01 Mar 2022

Marco Santarelli

Chairman of the Research Committee IC2 Lab - Intelligence and Complexity Adjunct Professor Security by Design Expert in Network Analysis and Intelligence Chair Critical Infrastructures Conference

Anche quest’anno, puntuale e precisa, con una veste grafica più accattivante, esce la relazione annuale Dis 2021 sulla politica dell’informazione per la sicurezza presentata al Parlamento.

L’analisi fatta dai Servizi Segreti italiani (intelligence), come sempre, rappresenta la cartina tornasole dei rischi con cui si è confrontato il nostro sistema di sicurezza e con cui si dovrà confrontare per i prossimi anni. Come fattori di innesco di tutta questa condizione vi sono la precarietà socioeconomica  effetto della crisi pandemica da Covid-19, l’instabilità politica, i conflitti armati – non per ultimo quello Ucraino – l’incremento demografico e il cambiamento climatico come trend del futuro.

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I punti salienti della relazione Dis 2021

La relazione comincia con un rimando all’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, di cui vengono definite funzioni e derivati legislativi.

Si passa quindi alla grafica applicativa dei campi di intervento di AISE e AISI (Agenzia Informazioni Sicurezza Esterna e Agenzia Informazioni Sicurezza Interna) e si specifica sempre più la ricerca costante di consolidamento, nell’ambito della diffusione per la sicurezza, del rapporto con i cittadini.

Tutela del sistema Paese

Nel capitolo 1, dedicato alla Tutela del sistema Paese, si ricorda come – dopo i molti mesi di emergenza legati alla pandemia – stiamo assistendo a una vigorosa ripartenza, nonostante variabili destabilizzanti. Questo grazie alla messa in campo del PNRR che però non basta ancora a far superare la crisi dei semiconduttori, con conseguente mancanza di microchip, derivante da tensioni tra forte domanda energetica a livello globale e l’economia degli utili in discesa. A questo si aggiunge l’incendio in Giappone di una fabbrica di microchip nel 2020 e la tempesta di neve del Texas nel febbraio 2021.

Questo ha causato, insieme alle cause di cui abbiamo appena scritto, un rallentamento nelle filiere, vendite scarse e un serio impatto sull’occupazione. Si specifica quindi (box 3, pag. 32) che la tutela del sistema Paese passa anche nel rafforzamento dell’esercizio del Golden Power nei settori salute, cloud computing, microelettronica, sensoristica, aerospaziale civile, chimico e siderurgico. I report sono molto significativi.

Viene affrontato poi il panel energetico. Un vero e proprio asset nazionale che impegna il Comparto in maniera assoluta e che genera profili di sicurezza su ogni quadro. Dalla decarbonizzazione, alla dipendenza per il gas dalla Russia alle vie d’uscita che fanno riferimento al Regolamento UE 2017/1938 che rispetta la cosiddetta formula N-1, ossia la capacità di soddisfare il livello di domanda energetica anche in assenza di potenze come la Russia, andando anche verso altri Paesi, come ribadito dal Premier Mario Draghi in mattinata. È chiaro che emergono profili di rischio che ampliano orizzonti temporali per via della guerra russa in Ucraina.

I rischi cyber nella relazione Dis 2021

Particolare attenzione è dedicata alle minacce cyber. Nella Relazione annuale dell’Intelligence è evidenziato che “il cyberspazio può dischiudere straordinarie possibilità di progresso oppure esporre a pericoli anche potenzialmente rovinosi per la tenuta del Sistema Paese, la cui messa in sicurezza non può, dunque, prescindere né dalla necessaria visione d’insieme delle complesse implicazioni della trasformazione digitale, né da una correlata, chiara distinzione di ruoli e competenze”.

Nel corso del 2021 le infrastrutture informatiche della Pubblica Amministrazione sono state tra i maggiori bersagli di attacchi cyber (69%, in diminuzione di 14 punti percentuali rispetto al 2020), in particolare le Amministrazioni Centrali dello Stato (56%, valore in aumento di oltre 18 punti percentuali rispetto all’anno precedente) e infrastrutture IT riferibili a enti locali e strutture sanitarie, per un complessivo 30% sul totale. I soggetti privati più attaccati sono state le imprese del settore energetico, con un 24% in più rispetto allo scorso anno, del settore trasporti (18%, 16 punti percentuali in più) e del settore telecomunicazioni, con un 12%, pari 10 punti percentuali in più rispetto al 2020.

Le attività di matrice hacktivista, come segnalato dalla Relazione del Dis, nel 2021 hanno subito un decremento rispetto al 2020, 23% del totale, causato anche dai cambiamenti organizzativi interni al collettivo Anonymous Italia. Sono cresciuti, invece, i cyber-attacchi contro obiettivi italiani da attori di matrice statuale, che sono saliti dal 5% al 23% del totale.

Dalla geopolitica al terrorismo esterno ed interno

Nella Relazione si parla anche di assetto geopolitico: minacce molteplici legate al terrorismo, che riguardano specificatamente il terrorismo esterno (materiale specifico dell’AISE) non solo di matrice islamista e terrorismo interno di matrice anarco-insurrezionalista (temi specifici dell’AISI) che, come ci insegna la storia, può diventare da semplice movimento ad organizzazione terroristica vera e propria.

Per quanto riguarda l’aspetto geopolitico, punti salienti sono le guerre per l’acqua. Il cambiamento climatico e la crescita della popolazione stanno infatti acuendo le carenze di risorse idriche. Attenzione è posta ai contesti regionali tra Egitto, Tunisia, Algeria, Marocco e fascia saheliana dove si registrano carenze finanziarie ed economiche tali da portare radicalizzazioni continue e minacce terroristiche. Aspetti denominati “rilevanti” fanno da chiusura a questo capitolo, ossia le crisi in Etiopia, Sudan e Somalia, in cui si sono evidenziate destabilizzazioni di natura “clanica e tribale”.  Mentre sull’aspetto sul terrorismo l’analisi è legata all’attenzione della nostra intelligence che si è molto concentrata, indicato come evento significativo del 2021, all’autoproclamazione dell’Emirato islamico da parte del Movimento Taliban-MT, prevalentemente verso l’ISIS che si sta ampliando con il fenomeno foreign fighters di ritorno. Un fenomeno, questo, permesso dal trattamento giurisdizionale dei Paesi di appartenenza. Qui si ricorda l’attenzione verso la prevenzione e il tracciamento dei profili del “combattente di DAESH” perché c’è impossibilità generale di individuare il profilo tipico del jihadista. Comunque, entrambi sono accomunati dall’adesione all’ideologia dell’ISIS. In tal senso, l’applicabilità dell’art. 270 bis del nostro Codice penale impone un’attenzione molto alta anche sul reato di pericolo presunto.

Il monitoraggio in tal senso tende a prevenire, come si legge nel capitolo 4, le intenzioni che hanno queste popolazioni a rientrare in territorio italiano sotto falso nome sfruttando circuiti criminali dediti all’immigrazione clandestina. Questo permette di capire, grazie alla rete informativa, le dinamiche di questo attivismo che nel contesto apre affiliazioni regionali, tra Arabia e Yemen, associata alla DAESH che chiamiamo Islamic State Khorasan Province-ISKP.

Nella Relazione si legge che l’intelligence sta raccogliendo le risultanze di galassie mediatiche jihadiste. Ovvero si evidenzia come l’Italia continui ad essere attenzionata, per i suoi simboli nazionali, come la bandiera italiana, il Colosseoluoghi e personaggi simbolo della cristianità, quali Piazza S. Pietro e il Pontefice.

Criminalità e facilitatori

Il capitolo 6 si sofferma sull’attenzione sempre più marcata da parte della nostra intelligence alle dinamiche delle principali formazioni criminali nazionali ed internazionali. Le prime stanno direzionando gli affari verso fondi pubblici con una collaborazione sempre più forte di professionisti complici, definiti nella Relazione “professionisti facilitatori”, che implicitamente direzionano Illecitamente finanze. I settori più a rischio, in cui si rappresenta anche la capacità infiltrativa della ‘Ndrangheta, sono i settori energetici, trasporti, logistica, giochi pubblici, scommesse. Questi ambiti sono terreni fertili per le strategie di penetrazione e guadagni facili per Cosa Nostra e Camorra.

Per quanto riguarda invece la criminalità di matrice straniera, si stanno attenzionando sodalizi nigeriani e organizzazioni cinesi, soprattutto legati ad una presenza sempre più frequente e articolata nel settore del riciclaggio, per sfruttare manodopera clandestina e mettere in atto quelle evasioni fiscali e contributive tipiche delle aziende che tengono conto di compagini criminali e vendono prodotti a basso costo.

Copasir 2022: intelligence ambientale e Sicurezza Nazionale

Per la prima volta un intero capitolo è dedicato alla “Sicurezza ambientale”, ambito che ha “acquisito autonoma rilevanza nel panorama delle attività di intelligence affidate al Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica”, come si legge nella relazione.

Su questo aspetto, riteniamo molto interessante la riflessione di Emanuela Somalvico, analista fenomeni corruttivi presso il Commissario per le Bonifiche, Arma dei Carabinieri: “I crimini ambientali sono già da tempo inseriti nell’elenco delle minacce da fronteggiare per la sicurezza e stabilità dell’Europa, tra quelle che richiedono maggiore cooperazione ed attività di contrasto comune”. Nel quadro del processo nazionale di transizione ecologica diventa altresì “fondamentale il ruolo dell’intelligence per la sua capacità di anticipare al decisore politico criticità e vulnerabilità, in un’ottica di sistema, con l’obiettivo di riuscire a coniugare l’interesse primario alla tutela dell’ambiente e della salute con quello, altrettanto imprescindibile, della capacità produttiva e della competitività del Paese”.

Conclusioni

Tutto questo si presenta in quello che è definito nella Relazione un quadro di crescente allineamento strategico che deve rispondere alla minaccia delle alleanze tra Mosca e Pechino con un occhio al ruolo del Regno Unito.

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