Lo smart working e il Cloud: lo facciamo anche nella PA?

Come cambia il modo di lavorare della PA in funzione di un approccio “digital first”?
Una PA “always on”, costantemente connessa coi cittadini/utenti. La collaboration sostituisce la cara vecchia office automation e manda in pensione l’intero segmento dei cosiddetti software di produttività individuale. Addio, gestore testi e foglio elettronico: anche questo è Open Government

Pubblicato il 17 Set 2015

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Dalle rilevazioni abituali sull’ICT nel mondo della Pubblica Amministrazione e Sanità che l’Osservatorio Netics ha svolto nell’ultimo biennio, è emerso chiaramente che gli Enti Pubblici da un lato vedono il Cloud come una priorità, dall’altro spesso ne hanno timore e non ne conoscono appieno le potenzialità e le risorse.
Se infatti la macro distinzione tra IaaS, PaaS, SaaS è più o meno nota, e il modello di distribuzione (pubblico, privato o ibrido) anche, la parte che viene spesso a mancare è la comprensione di come le soluzioni Cloud -based possano aiutare effettivamente l’efficientamento della PA.

Dal punto di vista infrastrutturale, le linee guida dell’AgID sul piano di razionalizzazione dei data center della Pubblica Amministrazione hanno accelerato il processo di consolidamento dei CED, processo che passa necessariamente da uno spostamento verso la virtualizzazione: in questo caso l’Infrasctructure as a Service risponde perfettamente all’esigenza di risparmiare soldi e risorse e al contempo migliorare le prestazioni. La ricaduta è positiva anche in termini di green economy: il consolidamento dei CED infatti permette un notevole risparmio di utilizzo di corrente elettrica ovvero di costi, ma anche di inquinamento.
I processi di cambiamento in corso vedono una Pubblica Amministrazione sempre più orientata al cittadino/utente, al soddisfacimento dei suoi bisogni reali e alla misurazione delle performances; l’Open Government sta cambiando il modo con cui la PA tratta e condivide le informazioni con i cittadini e gli altri Enti pubblici e risulta un abilitatore di crescita sensibile in linea con l’Agenda Digitale Italiana. Grazie al Cloud computing è possibile far leva sulla capacità di memorizzazione e pubblicazione di dati contenuti su larga scala nella Nuvola­, allo scopo di consentire la condivisione di dati pubblici (Open data) e con l’obiettivo di creare un ecosistema collaborativo esteso tra PA, aziende e cittadini.

Trasparenza, partecipazione e collaborazione sono i principi guida dell’Open Government: mappe, dati demografici, risultati elettorali, valori su inquinamento o traffico, dati economici e molto altro ancora. La loro pubblicazione favorisce il riuso e la diffusione più ampia: l’interoperabilità garantisce la disponibilità di dati per i servizi di Open Government in piena sicurezza, proteggendo la privacy.
Scegliere i servizi di Open Government è un’opportunità che non costa nulla e consente di accedere a una serie di strumenti cloud-based aperti e interoperabili, che possono portare reali vantaggi sia alle pubbliche amministrazioni (in termini di minimizzazioni degli oneri di implementazione e gestione) che agli utenti esterni, cittadini, aziende e altre PA (in termini di riduzione degli oneri di sviluppo).
L’Open Government rappresenta una concreta opportunità per valorizzare il potenziale economico degli open data, come auspicato dalla direttiva europea PSI per il riuso dei dati pubblici.

Un altro tema che vale la pena sottolineare è il cambiamento profondo nel modo di lavorare, anche nell’Ente Pubblico. Parole come collaborazione, condivisione, messaggistica istantanea, telelavoro, sono sempre più familiari e strumenti che offrono queste features sono visti come soluzioni ad esigenze reali, non solo per il miglioramento del lavoro ma anche per il miglioramento dei servizi erogati ai cittadini. Pensiamo ad esempio come migliora il servizio URP grazie all’utilizzo di messaggistica istantanea, che evita ai cittadini di dover fare la fila allo sportello. Oppure alla gestione del SUAP per i Comuni: grazie a strumenti di condivisione online e offline, la Conferenza dei Servizi è in grado di accelerare notevolmente i tempi, riducendo al contempo gli spostamenti dei vari attori che ne fanno parte. Inoltre l’impresa che ha avviato l’iter può seguire in tempo reale l’andamento della propria pratica.
I servizi di Unified Communications & Collaboration rappresentano sicuramente un vantaggio per l’Ente: le soluzioni VoIP permettono un risparmio sulle spese telefoniche e sugli apparati, la messaggistica istantanea permette lo scambio veloce di informazioni attraverso una modalità ormai ben nota a quasi tutte le persone. La possibilità poi di poter condividere documenti e lavorarci simultaneamente a più mani anche trovandosi in luoghi diversi, poter lavorare in mobilità sono un plus dal grande valore: aumenta infatti la produttività diminuendo i costi.
In generale, le suite di produttività integrate con soluzioni UCC garantiscono all’Ente risparmi ed efficientamento soprattutto se erogate in modalità as a service e se permettono scalabilità verso l’alto e verso il basso. Il cambio di paradigma del lavoro, da produttività individuale a produttività in team, da lavoro statico a lavoro dinamico ha portato inevitabilmente i software di produttività s diventare veri e propri hub di servizi. La modalità as a service permette di poter assegnare a utenti con esigenze diverse diversi tipi di combinazioni di servizi. Questo fattore è determinante per venire incontro alle esigenze degli enti di qualunque tipo di dimensione: se da un lato permette di risparmiare e di efficientare enti di grandi dimensioni con migliaia di utenti, dall’altro fa in modo che anche gli enti piccoli possano godere di applicativi che normalmente sono tagliati su realtà molto più grandi.

L’aspetto della sicurezza, come detto in apertura, è giustamente visto come punto critico e fonte di preoccupazione per la maggioranza dei CIO della PA e della Sanità. A prescindere dalla questione business continuity e disaster recovery, obblighi previsti dal Codice dell’Amministrazione Digitale, l fattori a porre i maggiori quesiti sulla sicurezza riguarda la privacy e la proprietà del dato. Occorre quindi valutare con attenzione la soluzione da implementare, cercando tra i vari provider quelli che garantiscano:

· Proprietà assoluta e controllo totale del dato da parte dell’ente;

· Tutela assoluta della privacy, garantita dalle normative europee e certificate da enti indipendenti;

· SLA al 99,99%;

· Trasparenza sull’allocazione dei dati

Indipendentemente dagli scenari e della dimensioni, le pubbliche amministrazioni, sia locali che centrali, devono trovare una soluzione IT che garantisca all’Ente continuità di servizio, tutela della privacy e della protezione dei dati, procedure e criteri di sicurezza costantemente aggiornati, lavoro in mobilità, multidevice e scalabilità.
Guardando all’Agenda Digitale 2014-2020, questa rappresenta al contempo una sfida e un’opportunità per la Pubblica Amministrazione. Il mercato gioca sicuramente un ruolo importantissimo in questa fase di cambiamento, offrendo soluzioni sempre più efficaci, efficienti e spesso a investimento zero, grazie al Cloud e alla modalità pay per use.
Gli Enti pubblici, da qui al 2020, subiranno profonde trasformazioni che li porteranno ad essere sempre più inclusivi, trasparenti e più snelli nelle procedure: il Cloud rappresenta la soluzione per questo cambiamento finalizzato ad una governance più efficace ed efficiente che non può che avvenire attraverso l’ausilio dei player del mercato.

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