policy digitale

PA digitale, sfatiamo il mito dei Comuni “ostili”: ecco perché

Scambiare il problema della transizione tecnologica con quello del mancato aggancio di un Comune a PagoPA vuol dire scambiare il dito con la luna. Perché la svolta tecnologica sia motore della trasformazione, bisogna portare il digitale e le sue potenzialità al cuore delle decisioni istituzionali e organizzative. Ecco come

Pubblicato il 09 Gen 2020

Giovanni Vetritto

Direttore Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri

digitale

Quando si leggono le denunce contro “inadempimenti” delle amministrazioni, soprattutto locali (Comuni in primis, ma dopo le insensatezze degli ultimi anni anche Province), formulate senza tenere in considerazione le condizioni organizzative, operative e finanziarie degli enti, torna alla mente il paradosso di Oscar Wilde, secondo cui chi distingue il corpo dall’anima non ha né l’uno né l’altra.

Si dà, insomma, la colpa ai Comuni se la transizione al digitale non viene attuata, ma non si considerano i veri motivi, che non vanno certo ricercati nella “ostilità” al cambiamento da parte degli enti locali.

Campioni del mondo di questo incomprensibile sport sono, come è evidente a tutti, i giuristi.

Adottano un concetto astratto (il “Comune”, la “Provincia”), ne formano un idealtipo tutto teorico (in base al quale Roma è uguale a Moncenisio coi suoi 24 abitanti), e poi lo caricano di “funzioni” (carichi di lavoro, per chi pratica il mondo reale) senza preoccuparsi minimamente delle condizioni di fatto. Del corpo, insomma, oltre che dell’anima.

Ormai ci abbiamo quasi fatto il callo; d’altra parte i giuristi italiani sono prevalentemente figli del più estremo idealismo scolastico (vedere alla voce Vittorio Emanuele Orlando).

Proviamo allora a fare il punto per capire cosa davvero spingerebbe la transizione al digitale.

I Comuni ostili al cambiamento digitale?

Nel dibattito pubblico, però, questo malvezzo inizia a fare capolino anche nelle prese di posizione di qualche esperto di tecnologia; il che è più grave, posto che il loro sapere, di matrice ingegneristica, li dovrebbe predisporre al pragmatismo e a una più chiara visione delle condizioni di fattibilità degli adempimenti.

Tutto al contrario, si leggono sempre più spesso lamentele, in particolare sui Comuni, che li vorrebbero tetragoni contro i propri doveri digitali; si tratti del responsabile della transizione digitale, piuttosto che del pur vantaggioso aggancio alla piattaforma PagoPA, rispetto alla quale si avvicina la scadenza decisiva di dicembre, o alla ANPR. E molti paiono acriticamente convinti che adempiere o meno sia solo questione di volontà.

Pare strano che debba essere un laureato in giurisprudenza (per quanto atipico) come chi scrive a rammentare agli esperti di digitale che fare o meno una determinata cosa può dipendere moltissime volte dal disporre o meno delle condizioni per farla. Condizioni che per moltissime realtà amministrative territoriali, molto semplicemente, non esistono, per la totale bancarotta istituzionale e organizzativa, che dipende in misura non irrilevante proprio dalla mancata presa d’atto della discontinuità dei parametri di sostenibilità ed efficienza organizzativa che proprio la rivoluzione tecnologica ha portato.

L’impatto della rivoluzione tecnologica

Il punto è dirimente quanto quasi del tutto assente nel dibattito pubblico.

La tecnologia ha stravolto completamente i concetti novecenteschi di tempo, di spazio, di distanza, di massa critica, di livelli di efficienza scalare.

Un esempio più volte usato da chi scrive valga per tutti. Quando, dopo l’Unificazione politica del 1861, l’Italia dovette dotarsi di strumenti di governo del territorio, scelse un modello centralistico napoleonico, basato sul prefetto rappresentante del Governo su una area vasta. Per definire l’ambito praticabile di esercizio del potere di questo che diventava il fondamentale snodo amministrativo, si scelse lo strumento tecnologico al tempo disponibile, ovvero, molto prosaicamente, il cavallo. Attorno a ogni centro urbano rilevante si disegnò un’area di competenza prefettizia all’interno della quale fosse possibile raggiungere il punto più estremo, sbrigare l’affare di competenza e tornare nel capoluogo in una giornata di cavallo.

Nel 2019, invece, le norme vengono scritte come se un Comune, una Provincia, una qualunque entità amministrativa fossero una astrazione immodificabile, per chissà quali queta non movere, senza tener conto delle condizioni operative minime allo stato della tecnologia (che, non si sorprendano dell’informazione i giuristi, da alcuni decenni non è più il cavallo); per poi imporre a questi relitti istituzionali di un tempo che fu oneri operativi e perfino di modernizzazione che, a quel punto, sono molto semplicemente impraticabili, con buona pace di qualsiasi astratta ambizione.

In un simile quadro raccontare che esista in Italia qualche migliaio di Sindaci refrattari all’ICT è una pura frottola.

Il punto sui Comuni

A costo di risultare pedanti, ripassiamo assieme un po’ di geografia della scuola elementare.

Quasi l’80% del territorio italiano ha carattere montano o collinare.

Il potere locale è articolato in circa 8.000 Comuni, dei quali quasi 6.000 con meno di 5.000 abitanti e la metà con meno di 3.000 abitanti (l’equivalente di un isolato di un quartiere urbano).

Moltissimi Comuni (in specie piccoli e piccolissimi) non hanno autonomia funzionale, ma costituiscono elementi di evidenti “reti urbane” attorno alle città grandi, medie e ai capoluoghi del policentrismo italiano. Altre realtà vivono la dispersione delle cosiddette “aree interne”, ovvero territori lontani dai principali servizi di cittadinanza (scuola, trasporti, sanità); le aree di maggiore o minore marginalità hanno una decisiva importanza in Italia, in quanto vi risiede ancora più di un italiano su 5.

I Comuni, poi, sono aggregati, per vincolo costituzionale, in unità di area vasta dette Province, che sono 105, alcune con solo 8 o 10 Comuni (Prato, Fermo), altre molto vaste e complesse (Brescia, Sondrio, Lecce). Enti, questi ultimi, per i quali la riforma del 2014 prevedeva un ruolo flessibile di integrazione, mai sperimentato. Immediatamente, infatti, il Governo pro tempore decise di cancellarle del tutto con una riforma Costituzionale poi sonoramente bocciata con il referendum del 2016. Nel frattempo, però, con leggi e leggine finanziarie, in dispregio di qualunque prudenza istituzionale e politica, quelle realtà erano state pesantemente definanziate, lasciandole pressoché del tutto impotenti. E i Governi successivi sono rimasti inerti di fronte allo sconquasso, evitando il problema del rifinanziamento (magari a geometria variabile) delle funzioni.

Tutto quello che i Comuni non hanno

È evidente, insomma, la necessità di un fine tuning istituzionale e di una seria policy statale di orientamento sul dover essere amministrativo a livello locale. In assenza di ciò, pensare di acchiappare il toro per le corna, ponendo la questione dal punto di vista di un “obbligo giuridico” al salto tecnologico impossibile da onorare è francamente inutile.

Occorre prendere atto che 6000 degli 8000 Comuni non sono più un accettabile livello di efficienza scalare. Sono entità amministrative impotenti, che non riescono ad agganciarsi al treno della transizione digitale, ma soprattutto non riescono a fare molto meno: non hanno un ufficio tecnico in grado di produrre le progettazioni esecutive necessarie ad acquisire le risorse contro il dissesto, non hanno una ragioneria capace di fare una banale operazione di PPP o di valorizzazione immobiliare, non hanno un ufficio giuridico in grado di gestire un concorso pubblico o di stilare un contratto oneroso che non diventi un nodo scorsoio in mano alla controparte, non hanno più nemmeno un segretario comunale dedicato (odioso residuo del centralismo ottocentesco un tempo inviso ai Sindaci); hanno un ragioniere, un geometra, mezzo funzionario giuridico apicale, un quarto di segretario comunale tutti condivisi con altri tre, quattro, cinque altri Comuni, che finisce per passare, quando va bene, due orette in una settimana.

Tutta Europa ha preso atto che questo “piccolo mondo antico” era divenuto insostenibile da decenni. Dalla Germania (con il sistema dei Kreise) alla Francia (con le più recenti communautée nouvelle) perfino alla Polonia, tutti i Paesi europei hanno cercato diversi livelli di minima efficienza scalare, senza rinunciare alla funzione di rappresentanza politica del Sindaco (ma solo a quella), riorganizzando in uffici intercomunali lo svolgimento delle diverse funzioni amministrative oggi pressoché del tutto scoperte; tra le quali, lo si vorrà riconoscere, quella di transizione tecnologica è tra le meno banali.

Il digitale al cuore delle decisioni istituzionali e organizzative

Scambiare il problema della transizione tecnologica con quello del mancato aggancio a PagoPA vuol dire, insomma, scambiare il dito con la luna. Nelle scorse settimane, il Commissario per il digitale ha cercato di smuovere le acque rispetto al basso tasso di adesione dei Comuni alla piattaforma indirizzando agli stessi una lettera di sollecito. Una mossa di certo apprezzabile sul piano del committment e utile su quello della attenzione dal centro. Ma c’è da dubitare dei risultati concreti: se le sedi di governo del digitale non richiameranno alle loro responsabilità le sedi di governo della dimensione istituzionale e organizzativa, non si farà un passo in avanti; per mancanza di gambe, non di volontà.

Devono essere Funzione pubblica, per quanto riguarda assunzioni e competenze digitali, e Affari Regionali, per quanto riguarda riordino dei poteri locali, a “dare gambe” alla transizione tecnologica: individuando adeguati livelli di efficienza scalare a cui porre le funzioni (intercomunali, di “rete urbana” attorno ai capoluoghi, o addirittura provinciali dove necessario); e farlo in base a indicatori concreti (orografia, popolazione, dotazioni standard delle strutture) e non in base all’amor di armonia dei giuristi.

La svolta tecnologica non può essere un impegno giuridico per l’esistente; deve, tutto al contrario, essere il motore della trasformazione, lo strumento di ridisegno del sistema di governo del territorio, rimasto al 1865 (l’anno della “unificazione amministrativa” del Paese). Perché ciò accada, però, occorre abbandonare la strada perdente dei singoli progetti, per portare il digitale e le sue potenzialità al cuore delle decisioni istituzionali e organizzative.

Fatto questo, l’adesione ai singoli verticali operativi diverrà la naturale conseguenza.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati

Articolo 1 di 3