la recensione

Trasformazione digitale, Attias: “Il libro di Fuggetta è un acceleratore fenomenale”

“Cittadini ai tempi di Internet” è non solo un saggio sulle competenze necessarie nella democrazia del Web. Ma anche uno strumento strategico nella lotta al digital divide. Fondamentale per non lasciare l’Italia cadere nel baratro. La recensione firmata dal Commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale

Pubblicato il 15 Apr 2019

Luca Attias

Commissario Straordinario per l'attuazione dell'Agenda Digitale

fuggetta

La guerra al digital divide passa anche dai libri. Nel caso specifico, da “Cittadini ai tempi di Internet” di Alfonso Fuggetta, professore ordinario di Informatica al Politecnico di Milano e ai vertici del Cefriel. Un saggio che spiega perché le competenze comportamentali, abilità cognitive e sensibilità, siano cruciali per vivere nel mondo al tempo del digitale.

Alcuni aspetti del mio rapporto con il professor Alfonso Fuggetta sono senz’altro particolari e valgono la pena di essere condivisi.

Quando “i tempi di Internet” non erano ancora maturi e la Pubblica Amministrazione non rientrava affatto nei miei piani, lo consideravo una figura mitologica; finalmente anche un italiano, insieme a Roger Pressman e a Ian Sommerville, tra i guru mondiali dell’ingegneria del software, che ritengo uno dei settori più entusiasmanti che possano esistere, almeno per un “disturbato” come me.

Una volta entrato nella Pubblica Amministrazione, alla fine degli anni Novanta dello scorso secolo, ho continuato a seguire la sua opera professionale su vari fronti e ne ho sempre apprezzato, oltre alla competenza e ai contenuti, la sincerità e il coraggio, che hanno certamente influito sul mio successivo approccio comunicativo.

Ad un certo punto, con sommo stupore, ho casualmente appreso che anche Alfonso seguiva con interesse le mie esternazioni e, sebbene ciò mi evidenziasse con chiarezza che anche lui qualche limite doveva pure averlo e quindi me lo rendesse decisamente più umano, contemporaneamente faceva sì che la mia, notoriamente scarsa autostima, subisse una crescita improvvisa.

In pochissimi sanno che fu proprio Fuggetta a segnalare a Diego Piacentini il mio nome (immagino insieme a diversi altri nomi ben più altisonanti) e ciò non avvenne sulla base di una profonda conoscenza personale (altrimenti col cavolo che lo avrebbe fatto), visto che con Alfonso, ad oggi, ci saremo incontrati, per lo più di sfuggita, al massimo 5 o 6 volte in tutto.

Sappiamo tutti come è andata a finire la storia tra me e Diego, ma nessuno sa, e forse mai saprà, se Alfonso si sia mai pentito di quella galeotta segnalazione.

Ora il mio nuovo ruolo di Commissario, come ho già dichiarato pubblicamente, mi ha in parte rovinato la vita, visto che con il carico di lavoro che si porta appresso riesco a dormire non più di 4 ore a notte e che la mia compagna e i miei figli mi hanno dato per disperso (e magari saranno pure contenti).

Quindi, un modo per vendicarmi del Ceo di Cefriel dovevo pur trovarlo e l’idea migliore che mi è venuta in mente, nella speranza di non aver ecceduto, è stata quella di scrivere una breve recensione (termine forse eccessivo, mi rendo perfettamente conto) sul suo nuovo libro “Cittadini ai tempi di internet”E vendetta sia.

Ecco perché il digitale non è più un optional

Sono un tipo che difficilmente si esalta se non per qualcosa che riguarda i propri figli, o un bel concerto (ad esempio Pink Floyd o Genesis, tanto per citare gruppi nominati nel libro di Alfonso), o nel vedere un film emozionante, ma ammetto che questo libro mi ha creato una specie di stato di esaltazione e, chi un po’ mi segue, ha potuto verificare che lo sto citando in quasi tutti i miei interventi pubblici.

Alfonso mi ha messo a disposizione uno strumento potentissimo, utilissimo per il mio attuale lavoro e che mi ha permesso di non interrompere completamente le attività didattiche che seguivo in precedenza.

Mi spiego meglio, da più di 10 anni tengo, insieme ad alcuni colleghi, dei corsi sulla “consapevolezza digitale”. Su questo tema abbiamo “provato ad educare” diverse migliaia di dipendenti pubblici, abbiamo girato aziende, università e scuole di formazione, cercando di sviluppare contenuti che potessero interessare una platea più ampia possibile; dai neofiti del digitale ai digital expert.

Purtroppo, da quando ho assunto il ruolo di Commissario non ho più a disposizione il tempo per svolgere questa attività che amo profondamente e, ahimè, nella maggior parte dei casi, neppure il tempo per confrontarmi e spiegare alcuni concetti di base a chi vorrebbe saperne di più e mi chiede una mano.

In questo, Fuggetta è venuto in mio soccorso. Ho difatti preso l’abitudine di regalare, o semplicemente consigliare, “Cittadini ai tempi di internet”. Fatto sta che ho acquistato un certo numero di copie che ho poi regalato a diverse persone. Ebbene, constatare che i ringraziamenti nei miei confronti, al termine della lettura, fossero decisamente più convinti di quelli alla consegna dell’omaggio non ha fatto che confermare la mia scelta e la grande efficacia dell’opera.

Se intendete acquisire un po’ di consapevolezza su cosa voglia dire vivere ai tempi di internet in una società in cui il digitale non è più un optional, sinceramente, non credo esista, o sia mai esistito, un testo più efficace di questo.

Un libro di studio. Non solo di lettura

Il libro possiede poi una caratteristica unica (che man mano approfondirò) e cioè quello di essere adatto ad un pubblico che va dagli adolescenti ai novantenni; e su un tema come il digitale questa non è certo una banalità.

Tra l’altro in commercio non mi sembra ci siano libri così profondamente centrati sul tema della consapevolezza digitale in merito ai tempi in cui viviamo, sebbene il tema sia di primaria importanza. In questo Paese poche persone hanno afferrato questi concetti, soprattutto, nessuno li ha mai affrontati in modo così strutturato da poterli raccogliere in un testo.

Aggiungo una precisazione: come già accennato precedentemente, nonostante io tenga da tanti anni corsi sulla consapevolezza digitale (e non mi risulta ci siano molte persone che svolgono questa specifica attività) e quindi su temi in parte sovrapponibili a quelli descritti nell’opera di Alfonso, per me questo è stato, e tuttora lo è, un “libro di studio” e non una semplice lettura; su diversi aspetti ho difatti riflettuto per la prima volta grazie a “Cittadini ai tempi di internet”. L’umiltà, come dico spesso, deve essere sempre il primo riferimento, non si creda di avere totale consapevolezza su determinati concetti prima di averlo letto.

Un altro aspetto che mi piace sottolineare, a mio avviso di primaria importanza quando si fa una recensione, è che si tratta di un’opera scritta da una persona che sa come scrivere. È l’opera di uno scienziato che tuttavia è anche uno scrittore, e per il lettore è un gran bel vantaggio. Diciamocela tutta, non è sempre così. Di libri sul digitale ne è pieno il mercato, alcuni con contenuti anche stimolanti, ma poche sono le letture piacevoli ed interessanti. Tra l’altro, se il lettore fosse nato tra la fine degli anni ’50 e la metà degli anni ’70 dello scorso secolo (come il sottoscritto) è anche un po’ commovente e, a tratti, perfino poetico.

Dedicato agli “immigrants”. Ma non solo

È un libro che può essere considerato fondamentale anche da chi si ritenesse “fuori dal mondo digitale”, per raggiunti limiti d’età, o perché nella vita poco si è occupato dell’argomento. A costoro il libro non solo consiglia decisamente di occuparsene, ma in più asserisce che il ruolo degli “immigrants” è cruciale per la consapevolezza digitale collettiva.

È anche un’opera autobiografica, un libro che in qualche modo racconta se stesso. C’è dentro l’esperienza straordinaria di una vita, l’idea di come si deve studiare, di come si deve imparare e di come si deve continuare a farlo quotidianamente. Fuggetta dice: «Dobbiamo recuperare il senso e il significato dello studiare, la fatica della costruzione di un vero sapere che rifugge sia da un superficiale nozionismo, sia da un generico “saper lavorare insieme” tanto di moda in questi tempi. E dobbiamo assaporare la soddisfazione e fin la gioia derivante dalla consapevolezza di esserci arricchiti grazie a questa fatica e a quello sforzo». In qualche modo “il piacevole gusto dello studiare”, che unito a quello che io qualche anno fa chiamavo “il piacevole gusto dell’etica”, rende certamente una persona migliore e più appagata.

Il Team per la trasformazione digitale che ho il privilegio di guidare, nonché le altre strutture informatiche presenti nella PA, potrebbe anche realizzare le migliori piattaforme abilitanti ed i servizi più innovativi ed efficaci, ma se parallelamente non eseguissimo anche un’opera di inclusione e di diffusione della consapevolezza digitale, in ambito Ue il nostro Paese continuerebbe ad avere la minor penetrazione di servizi digitali.

L’importanza dell’inclusione digitale

Per questo, nei ritagli di tempo cerco di occuparmi anche di inclusione digitale, dalla scuola ai centri anziani, anch’essi aspetti evidenziati da Fuggetta nel suo libro. Infatti, da un po’ di anni cerchiamo di dedicarci ad inquadrare in modo più corretto il concetto di digital divide, perché solo conoscendo veramente chi è il nemico che si ha di fronte, si può sperare di sconfiggerlo. Ci siamo anche avventurati nel cercare di dare una definizione più ampia e precisa di tale termine («Mind the gap!», «Rivista elettronica di Diritto, Economia, Management», fondata e diretta dal prof. Donato A. Limone, numero 3 del 2017).

Riporto dal suindicato articolo: «L’emarginato digitale non è più solamente colui che non ha accesso alla rete, o non possiede le tecnologie per accedervi, quanto piuttosto colui che non “sa vivere” né la rete, né le tecnologie. L’emarginato digitale pertanto è colui il quale non possiede la competenza culturale, né le capacità critiche, per godere pienamente della sua “cittadinanza digitale” e partecipare, nei termini più democratici del termine, alla vita in seno alla comunità di appartenenza. L’emarginato digitale non è, pertanto, in grado di godere delle opportunità che la collettività può offrirgli.

Per i fattori appena enunciati si può pertanto asserire che, se in passato si è sempre ritenuto che un digital expert non potesse essere in digital divide, questa considerazione oggi non è più del tutto vera». Ecco, secondo questa nostra nuova definizione, il libro di Fuggetta può svolgere una parte importante nella lotta al digital divide.

Perché dovrebbe essere studiato a scuola e all’università

Sono inoltre convinto che “Cittadini ai tempi di internet” possa essere considerato un vero e proprio libro di testo (non è la prima volta che lo dico pubblicamente) per un “esame-percorso” universitario da tenersi in tutte le facoltà umanistiche e scientifiche. Essere un bravo specialista informatico, sottolineo nuovamente, non implica necessariamente, a mio modo di vedere, una piena consapevolezza digitale.

Sono ulteriormente convinto che il libro di Fuggetta potrebbe essere adottato anche presso le scuole superiori, ovviamente con un affiancamento da parte di insegnanti in possesso delle adeguate competenze.

È anche un libro che trasuda etica (il vocabolo che insieme a consapevolezza ho utilizzato di più negli ultimi 10 anni) con un bellissimo paragrafo sull’onestà intellettuale ai tempi di internet. E già solo questo ne giustificherebbe la lettura.

Volevo concludere parlando di competenze ed educazione (che come dice Alfonso è molto più di formazione), citando un brano del libro.

Partiamo dalla raccomandazione 2006/962/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente (Gazzetta ufficiale L 394 del 30.12.2006, pag. 10), che recita così:

«Le competenze chiave sotto forma di conoscenza, abilità e attitudini adeguate al contesto sono essenziali per ogni individuo in una società basata sulla conoscenza. Tali competenze costituiscono un valore aggiunto per il mercato del lavoro, la coesione sociale e la cittadinanza attiva, poiché offrono flessibilità e capacità di adattamento, soddisfazione e motivazione. Siccome dovrebbero essere acquisite da tutti, la raccomandazione UE propone uno strumento di riferimento per i paesi dell’Unione europea (UE) per assicurare che queste competenze chiave siano pienamente integrate nelle loro strategie ed infrastrutture, soprattutto nel contesto dell’istruzione permanente».

A distanza di 12 anni nella medesima raccomandazione del 2018 la posizione della “competenza digitale” in ordine di importanza è rimasta immutata ed è anche l’unica voce (aspetto interessante) che non è stata minimamente modificata, come potete vedere qui sotto.

Chiunque si occupa di educazione al digitale (e sarebbe auspicabile fossimo molti di più), oggi, vi direbbe che per poter sviluppare una cittadinanza matura e consapevole nell’ambito digitale, si renderebbe necessario, per esempio, erogare corsi per insegnare il coding, il pensiero computazionale, le competenze e l’utilizzo di applicazioni digitali già a partire dalla scuola primaria e, a seguire, in tutte le scuole di ogni ordine e grado, nelle università, nelle imprese di business e non-profit, nelle Pubbliche Amministrazioni, nelle libere associazioni di cittadini e nei centri anziani. Insomma ci si dovrebbe concentrare sulla competenza chiave n° 4.

Fuggetta, e qui secondo me emerge la sua vera genialità, nella seguente frase condensa ed esprime un concetto che dovrebbe essere destinato a divenire un cult:

Nell’età del digitale servono competenze tradizionali

«Per creare cittadini maturi al tempo del digitale, che è innanzitutto apertura, confronto, creatività, condivisione, è necessario sviluppare competenze comportamentali, abilità cognitive e sensibilità che rendano ogni singola persona capace di ragionare e riflettere in modo critico sulla propria esperienza, di imparare a relazionarsi in modo aperto e costruttivo con il resto della società, di affrontare in modo produttivo e consapevole il processo continuo di apprendimento e arricchimento».

Quindi, al tempo del digitale è ancora più necessario sviluppare competenze “tradizionali” (su alcune gli italiani non sono poi così male) e in qualche modo contestualizzarle. I nativi digitali si trovano spesso da soli a dover affrontare questa nuova realtà (molto più complessa della televisione “baby sitter” degli anni Settanta-Novanta dello scorso secolo), se non li fortificheremo sufficientemente, rischiamo di trasformare questa loro opportunità in un baratro.

Alfonso Fuggetta correttamente afferma che il digitale non è un optional. Aggiungerei che non è una competenza che si sostituisce alle altre competenze di base, semplicemente si aggiunge e un po’ le condiziona con la sua pervasività. Se non esistesse il digitale, le competenze chiave per la Ue sarebbero 7, non 8. Facciamo in modo che l’ottava non infici le altre (per esempio, la 5 “Competenza personale, sociale e imparare a imparare”), ma anzi le esalti.

Per chi, tra i lettori del presente articolo, si stesse domandando: «Con tutte le cose che il Commissario ha da fare perché perde tempo a commentare libri?», chiarisco a scanso di equivoci che, secondo me, recensire “Cittadini ai tempi di internet” fa parte integrante del mio nuovo ruolo, perché la sua diffusione può contribuire fattivamente alla trasformazione digitale del nostro Paese, di cui può pertanto essere un micidiale acceleratore.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati

Articolo 1 di 3