AGENDE REGIONALI

Zingaretti: “Agenda digitale indispensabile per la spending review del Lazio”

Il presidente della Regione illustra i progetti in campo che puntano a far recuperare il gap con il Nord. Riflettori puntati su banda larga, Ngn, open data e sanità digitale. E dal 2014 via alla realizzazione del data center unico

Pubblicato il 07 Nov 2013

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“La costruzione dell’Agenda digitale è una priorità del programma di governo che abbiamo presentato ai cittadini del Lazio. Un punto di riferimento fondamentale per selezionare idee e progetti per i prossimi cinque anni, con l’obiettivo non solo di rafforzare le infrastrutture ma, a partire dalla diffusione delle reti, sostenere il rilancio del tessuto produttivo e favorire la diffusione di nuovi servizi telematici: per il sociale, per la sanità, per la cultura, per il turismo. Lo faremo aprendo un percorso partecipato di costruzione dell’Agenda digitale con i coinvolgimento di tutti gli stakeholders: istituzioni imprese, associazioni, cittadini, mondo della ricerca e della scuola”. Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti racconta ad Agendadigitale.eu la roadmap dei progetti e delle iniziative in campo che puntano a recuperare il gap con le altre regioni, in particolare quelle del Nord.

Presidente Zingaretti, il Lazio non è fra le Regioni in vetta alle classifiche che mappano lo stato di avanzamento dei progetti digitali. Toscana, Emilia Romagna e Lombardia continuano a detenere il primato. Come mai? Quali sono i nodi da sciogliere?

C’è un ritardo da colmare, per carenza di una specifica attenzione politica e culturale e per l’assenza di una visione d’insieme. Ma ci sono anche tutte le condizioni per compiere un salto di qualità. L’Agenda digitale sarà loi strumento con cui indicare priorità e linee di azione. Abbiamo alcune linee su cui vorremmo che l’Agenda si concentrasse che sono: lotta al digital divide infrastrutturale, banda larghissima ed estensione delle reti wi-fi per i cittadini; open data; sanità digitale; semplificazione e servizi digitali per i cittadini e le imprese nonché razionalizzazione dei data center e dei servizi informativi pubblici; superamento del digital divide culturale. Su questo bisogna costruire progetti specifici e sviluppare meccanismi pubblici di monitoraggio anche attraverso la pubblicazione dello stato di avanzamento dei progetti.

Quanto è importante la realizzazione dele reti a banda larga e ultralarga? E quali sono i servizi strettamente “agganciati” alle nuove reti?

La realizzazione di nuove infrastrutture è indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda digitale. Non crediamo al dilemma spesso ribadito “prima i servizi o prima le infrastrutture”, che non serve ad altro che a giustificare il non intervento nell’uno e nell’altro campo. Le infrastrutture vanno fatte al più presto, dove possibile e con una visione prospettica almeno ad un decennio. Quindi massimo favore alle infrastrutture in fibra ottica, pur incentivando ogni altra tecnologia che faccia avanzare il nostro territorio nella tristissima lista dei paesi meno infrastrutturati. Non è poi neanche il caso di ribadire quanto la banda larghissima sia una conditio sine qua non per il rilancio e lo sviluppo delle imprese della ricerca e dell’educazione nel nostro territorio.

Quanto e come le Regioni possono contribuire all’attuazione dell’Agenda digitale nazionale?

Moltissimo, e sono convinto anche che tutto ciò che riguarda lo sviluppo del Paese debba essere regolato e realizzato attraverso un processo di condivisione generale nella programmazione e nell’utilizzo delle risorse che, come sappiamo, non sono infinite e devono essere impiegate al meglio.

Crede che le Regioni siano adeguatamente coinvolte nel progetto nazionale di Agenda digitale?

Mi sembra che in quest’ultimo periodo si stia effettivamente tentando, da parte del governo e delle istituzioni centrali, un nuovo approccio basato sulla condivisione e sulla collaborazione. Penso che sia necessario continuare con forza in questo senso premiando nel merito i segnali di impegno e innovazione che provengono dai territori.

A livello locale quali sono i servizi digitali che più possono contribuire alla spending review delle pubbliche amministrazioni?

L’uso di strumenti informatici è fondamentale per una corretta, seria e trasparente analisi della spesa e, per quanto ci riguarda, fa parte del rilancio che abbiamo voluto imprimere alla Centrale Unica degli Acquisti, che abbiamo elevato al rango di Direzione Regionale, il massimo livello all’interno dell’amministrazione. Penso alla sanità, dove già stiamo producendo consistenti risparmi solo confrontando e uniformando i prezzi operati per acquisti specifici dalle diverse Asl. Ma un consistente risparmio, più difficile da quantificare in partenza, può e deve essere prodotto anche dalla diffusione di servizi telematici per i cittadini, in grado di ridurre il peso e la complessità della burocrazia.

Quali sono secondo lei i principali ostacoli sul cammino dell’Agenda Digitale nazionale?

Uno dei principali problemi è quello di passare dalle parole ai fatti. Lo sblocco degli investimenti e un nuovo approccio anche nell’interpretazione dei vincoli del patto di stabilità e della spending review sono i campi in cui si può dare sostanza alle parole d’ordine che troppo spesso rimangono appunto parole. Nelle scorse settimane è stata fatta una stima da autorevoli istituti e osservatori secondo i quali i ritardi nell’attuazione della Agenda digitale costano dai 2 ai 5 miliardi di euro al sistema Paese. Per questi motivi occorre fare investimenti e compiere tutti gli sforzi necessari per una completa digitalizzazione della pubblica amministrazione.

Alle Regioni il compito di accentrare i Ced creando datacenter regionali. A che punto è il Lazio su questo fronte? Avete già individuato i vostri datacenter? E avete un piano?

Stiamo lavorando per fare sì che questo diventi dai primi mesi del 2014 uno dei grandi progetti della Regione Lazio. L’obiettivo è la creazione di un grande data center pubblico promosso dalla Regione Lazio (come indicato anche dall’Agenzia per l’Italia digitale). In questo modo potremo compiere un’opera importantissima di efficientamento, razionalizzazione e risparmio gestendo in un unico luogo e secondo i paradigmi del cloud ciò che adesso è frammentato in decine e decine di medi piccoli o piccolissimi data center. In prospettiva i Ced di quasi venti fra Asl e aziende Ospedaliere e degli enti locali della regione potranno essere gestiti in un unico luogo con i massimi livelli di efficienza e sicurezza richiesti (Tier IV) e con a supporto l’infrastruttura di comunicazione in fibra ottica che permetterà il collegamento a banda larghissima di tutte queste realtà.

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