il caso del San Giovanni

Telemedicina arma anti-covid, così ha funzionato a Roma

I servizi medici a distanza si possono rivelare strategici nella gestione dell’emergenza. Fornendo assistenza ai pazienti no-Covid e riducendo l’accesso alle strutture ospedaliere, svuotando i pronto soccorso. L’esperienza di successo del Tele-Ambulatorio del San Giovanni a Roma

Pubblicato il 30 Nov 2020

Michelangelo Bartolo

Responsabile Servizio di Telemedicina dell’A.O. San Giovanni Addolorata, Roma

Photo by National Cancer Institute on Unsplash

L’emergenza Covid ha stravolto il funzionamento del nostro Servizio Sanitario, anche all’Ospedale San Giovanni di Roma, dove da oltre 15 anni dirigo un reparto di telemedicina. Anche noi, pur disponendo già di diversi servizi di telemedicina, abbiamo dovuto rimodulare il nostro modo di lavorare per rispondere all’emergenza.

Telemedicina, al San Giovanni una “vecchia storia”

Il punto è che la seconda ondata epidemica sta mettendo di fatto a dura prova la tenuta dei Servizi Sanitari Regionali, che già nella prima fase avevano attuato piccoli e grandi stravolgimenti del proprio modus operandi. La diffusione del virus non risparmia praticamente nessuna categoria, e se prima si diceva “restate a casa” ora bisogna usare distanziamenti e precauzioni anche tra le mura domestiche, che talvolta si trasformano in piccoli cluster familiari.

Chi scrive è attualmente ricoverato nel reparto Pneumo Covid 2, colpito da un virus che, nonostante l’alto sforzo della sorveglianza sanitaria, continua a diffondersi.

Già dalla prima ondata epidemica l’Ospedale San Giovanni di Roma aveva avuto un’attenzione particolare scegliendo di sviluppare alcuni nuovi servizi, tesi a garantire l’assistenza sanitaria a tutti quei pazienti – e sono la maggioranza – Covid negativi che si sono trovati all’improvviso con una offerta di assistenza sanitaria più ridotta: ambulatori chiusi, diagnostica non urgente sospesa e Medici di Medicina Generali affannati per l’emergenza che ricadeva improvvisamente sulle loro spalle.

Con l’emergenza molte realtà sanitarie si sono adoperate per garantire un minimo di continuità assistenziale almeno per i pazienti più gravi: alcuni medici telefonavano ai propri pazienti e/o si facevano mandare documentazione via email e rispondevano poi sempre attraverso posta elettronica. Soluzioni che sicuramente hanno tamponato l’emergenza, ma che non solo non potevano assolutamente essere tracciati, ma che si prestavano a diverse incomprensioni. La realtà dell’Ospedale San Giovanni, tra l’altro, è particolarmente articolata: gestisce più di 80 ambulatori, centinaia di agende di prenotazione, molte delle quali dedicate a visite di controllo post dimissione.

Accesso semplificato per i pazienti

Per rispondere alla chiusura degli ambulatori abbiamo così deciso, forti della nostra esperienza in telemedicina e soprattutto – cosa fondamentale che troppi dimenticano – della presenza di un Centro Servizi in Telemedicina, di chiedere alla Ttre informatica, software house che gestisce la piattaforma di teleconsulto multidisciplinare, di modificare il software e sviluppare una sezione di TeleAmbulatorio-TeleVisita che garantisse una serie di tools imprescindibili.

E’ stata utilizzata la tecnologia webApp che ha il notevole pregio di liberare il paziente dal dover scaricare un App e gli permette di utilizzare il TeleAmbulatorio con qualsiasi tipo di dispositivo (Android, Ios, Windows, ecc).

TeleAmbulatorio, attivazione da parte del personale

Per attivare il teleAmbulatorio il personale dell’ambulatorio o del centro Servizi di telemedicina accede ai dati del Recup Regionale e compila un minimo di anagrafica ambulatoriale, proprio come si fa all’accettazione di un paziente che effettua qualsiasi prestazione. Il paziente riceve quindi un’email in cui si spiega che, se vuole, può svolgere la visita ambulatoriale in modalità telematica. Se accetta deve cliccare sul link e gli si aprirà una scheda personalizzata con domande che si riferiscono esclusivamente alla sua patologia.

La svolta del servizio c’è stato con il decreto del 22 luglio scorso della Regione Lazio del commissario ad ACTA n. U00103 circa l’«Attivazione servizi di telemedicina in ambito specialistico e territoriale» e le successive integrazioni del manuale tecnico operativo dell’ottobre scorso.

Di fatto, sono state tariffate più di 40 tipologie di Televisite specialistiche di controllo e rese tutte esenti da ticket, cosa fondamentale per evitare accessi e spostamenti dei pazienti per dover pagare la prestazione. Il documento, pur dando molti dettagli tecnici, lascia comunque una certa autonomia alle realtà sanitarie locali o alle aziende ospedaliere di poter utilizzare, come il caso del San Giovanni, piattaforme già collaudate e in funzione.

Specialità mediche nel TeleAmbulatorio

Ad oggi abbiamo attivato ambulatori afferenti a ben 14 specialità: scompenso cardiaco, Ischemia cardiaca, diabetologia, endocrinologia, ipertensione, Sclerosi multipla, epilessa, angiologia, geriatria, Osteoporosi e diverse altre ed al 16 novembre 2020 abbiamo all’attivo la realizzazione di ben 624 televisite. I dettagli divisi per i singoli ambulatori sono riportati nella tabella.

Attraverso la dashboard il Centro Servizi di telemedicina e/o il personale sanitario dell’ambulatorio ha il quadro in tempo reale se l’email è stata letta dal paziente, se ha visionato la scheda, se l’ha compilata, se ha inviato anche allegati con esami recentemente eseguiti. La scheda prevede una serie di domande aperte o chiuse e la possibilità di inviare allegati dove aver dato il consenso alla privacy. Ovviamente il link è utilizzabile soltanto una volta dal paziente.

Quando il paziente invia la scheda questa genera automaticamente una richiesta di consulenza nella piattaforma di teleconsulto che va a popolare l’ambulatorio selezionato.

I medici dell’ambulatorio loggandosi alla piattaforma potranno vedere il numero di pazienti che attendono una risposta, vedranno le notizie cliniche inviate, gli allegati e scriveranno la loro risposta con indicazioni terapeutiche o altro. Chiudendo la visita, automaticamente il paziente riceverà un PDF indicante le notizie cliniche del medico ed eventuali allegati con ricetta dematerializzata o piani terapeutici aggiornati, dati che andranno a breve a popolare anche il FSE del paziente.

Piattaforme future-proof: utilizzo nel post-Covid

Ragionando sui dati riportati si evidenzia che la quasi totalità dei pazienti coinvolti ha accettato di aderire al servizio di TeleAmbulatorio. Con il lavoro effettuato stimiamo quindi di aver evitato l’accesso alle strutture sanitarie a almeno 1300 persone.

Il buon gradimento da parte dei pazienti ci spinge ad incrementare il servizio e farlo divenire un’opportunità anche dopo la fine della fase emergenziale.

Una considerazione finale. I servizi di telemedicina non si improvvisano; con l’emergenza Covid abbiamo assistito ad un moltiplicarsi di servizi improvvisati, taluni ad alti costi, che già stanno scomparendo. Il segreto di un buon servizio di Digital Health non sta solo in una buona piattaforma informatica ma nell’esistenza di un Centro Servizi: personale dedicato che può seguire con competenza e professionalità le nuove sfide che la sanità ci pone davanti.

Il segreto del successo: il servizio di assistenza

Il segreto del successo è, a mio avviso, nel fatto che il servizio di TeleVisita ha un helpdesk a cui si possono rivolgere sia i pazienti che i medici o gli infermieri che usano la piattaforma. Lo so, sembra un’ovvietà, eppure sorprende vedere come ancora oggi si moltiplichino complessi servizi di telemedicina che non prevedono nessun tipo di assistenza e che, spesso, non si sviluppano proprio per questo.

Forse è per questo che la direzione strategica dell’Ospedale San Giovanni ha deciso di potenziare il personale che afferisce al Centro Servizi della telemedicina che tra l’altro si occuperà anche di nuovi servizi sorti per l’emergenza Covid. La Asl 2 e la ASL 4 di Roma, con cui il nostro ospedale ha accordi proprio sui servizi di telemedicina, hanno già chiesto di utilizzare la piattaforma per il TeleAmbulatorio anche per gli ambulatori del territorio.

Dopo l’emergenza Covid non si può tornare come prima. Dobbiamo fare di meglio.

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