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Registro elettronico (Axios, Pitagora, Mastercom) a Scuola: vantaggi e problemi

Il registro elettronico è un formidabile strumento per garantire a studenti e genitori trasparenza sulle attività e aiuta le scuole a implementare il percorso di dematerializzazione prescritto dalla legge, ma diverse sono anche le criticità legate ai voti, alla privacy, al diritto d’autore. Vediamo opportunità e problemi

Pubblicato il 07 Set 2018

Fulvio Oscar Benussi

Docente di diritto ed economia, Liceo Carlo Tenca di Milano e socio AIDR

registro elettronico

Le considerazioni proposte in questo articolo si fondano sull’analisi dei servizi di registro elettronico offerti alle scuole da tre fornitori che operano a livello nazionalePitagora, Mastercom e Axios – oltre che dal confronto con insegnanti che tali registri hanno utilizzato negli ultimi anni scolastici.

Nello sviluppo dell’articolo abbiamo deciso di cominciare considerando gli elementi positivi che l’utilizzo del registro elettronico consente.

Le potenzialità del registro elettronico

Innanzitutto il registro elettronico è un formidabile strumento per garantire a studenti e genitori trasparenza sulle attività, sulle procedure seguite e sui relativi esiti scolastici. Questo permette ai genitori di controllare il percorso formativo dei figli.

La possibilità di un costante controllo dell’andamento degli studenti delle classi può essere effettuato anche dagli insegnanti che dal registro elettronico possono agevolmente ottenere report con la media dei voti meritati da ogni studente nel periodo temporale che lo stesso insegnante può liberamente impostare.

Segnaliamo però un rischio e un’opportunità che la trasparenza può implicare.

L’indicazione, in tempo reale, delle assenze e dei ritardi dei ragazzi può essere visto come possibilità fornita alla famiglia di intervenire in caso di problemi che forse in altro modo non sarebbero conoscibili dalla stessa. Contemporaneamente però un controllo del genere implica una sorta di “commissariamento” dell’autonomia dei ragazzi che, se si tratta di adolescenti potrebbe risultare tranquillizzante per gli adulti, ma forse rischiare di essere poco educativo per i ragazzi.

Nel registro elettronico vengono anche inseriti quotidianamente gli argomenti svolti dai diversi docenti che si avvicendano in classe. La possibilità di utilizzare il “copia-e-incolla” da un’altra applicazione al registro elettronico può incentivare i docenti a programmare in anticipo le attività utilizzando un software di loro scelta e, successivamente, in classe, a copiare gli argomenti e le attività svolte nell’apposita casella del registro elettronico. Seguire questa prassi ha due possibili vantaggi. Il primo è che la casella con argomenti/attività verrà compilata con maggiore cura e migliore leggibilità per studenti e genitori. Il secondo è che lo sforzo compiuto preventivamente dal docente verrà ricompensato quando a fine anno dovrà presentare il Programma svolto nell’anno scolastico appena concluso. Se avrà operato come sopra indicato potrà semplicemente ottenere tutti gli argomenti da inserire nel Programma svolto estraendo dal report, che potrà facilmente essere generato a richiesta dal registro elettronico, quanto svolto da inizio a fine anno. Ottenuto il report dovrà svolgere solo poche operazioni di “ripulitura” del documento, eventualmente copiare e incollare nel form previsto dalla scuola gli argomenti e avrà rapidamente predisposto il programma svolto senza alcuna possibilità di errore nel suo lavoro.

Il registro elettronico aiuta anche le scuole a implementare il percorso di dematerializzazione che la legge prescrive. Mi riferisco qui alla possibilità che le numerose circolari che quotidianamente sono riprodotte su carta, portate nelle classi dal personale ausiliario e lette alle classi, vengano invece distribuite con il registro elettronico, in formato digitale, a studenti e insegnanti. Tale modalità di distribuzione delle circolari, oltre al risparmio economico che il digitale consente, permette agli insegnanti di vedere a inizio lezione l’insieme delle circolari da leggere agli studenti e di decidere il momento più opportuno in cui procedere a tale lettura. Infatti, per ovvi motivi di organizzazione della scuola, l’ingresso del personale ausiliario portatore delle circolari può avvenire in qualsiasi momento durante la lezione e ciò rischia di generare un calo di attenzione e produrre inopportuni momenti di distrazione dall’attività formativa, cioè dalla mission prioritaria della scuola.

[…] Le scuole non operano nel vuoto. Le scuole di successo dipendono dalle risorse e dal supporto delle loro comunità e scuole al centro delle loro comunità sono spesso le scuole di maggior successo. A sua volta, le scuole sono vitali per la salute sociale delle loro comunità locali. Da: Schleicher, “Valuing our Teachers and Raising their Status. How communities can help”, OCSE 2018, pag. 25[1]. Il registro elettronico, nel senso auspicato nella pubblicazione OCSE citata, può essere un ottimo strumento per favorire il coinvolgimento dei genitori i cui figli frequentano la scuola secondaria di secondo grado. Infatti la crescita dei figli procede contestualmente alla progressiva diminuzione del coinvolgimento dei genitori nel percorso scolastico dei figli. Ebbene, a nostro avviso, è possibile ipotizzare un utilizzo del registro elettronico per migliorare la comunicazione tra la scuola secondaria e la componente dei genitori attraverso la messaggistica del registro elettronico e rendere i genitori il più possibile partecipi delle scelte didattiche che si fanno nell’interesse dei loro figli. Ad esempio il registro elettronico può consentire di esplicitare, con una comunicazione meno formale, ma auspicabilmente più chiara: quali scelte si opereranno rispetto all’introduzione del digitale nella didattica, quale “curvatura del curricolo” si opererà per adeguarlo all’evoluzione socio-economica e tecnologica, ecc.

Le criticità del registro elettronico

Prima dell’avvento del registro elettronico molti insegnanti usavano attribuire “pesi diversi” ai voti che assegnavano agli studenti e ciò, solitamente, era legato al diverso grado di complessità della verifica svolta. Ad esempio i voti attribuiti sulla base di veloci domande di ripasso proposte in classe avevano un valore minore di quelli meritati svolgendo correttamente una verifica scritta. Ebbene alcuni registri elettronici non consentono di ottenere dall’insieme dei voti attribuiti la media ponderata: sono in grado di ricavare solo la media aritmetica.

Spesso il report dei voti attribuiti agli studenti generati dal registro elettronico non consentono di ricostruire agevolmente a quale tipo di verifica sono connessi i singoli voti riportati. I voti infatti non sono proposti in forma tabellare, in modo cioè che nelle righe siano riportati i nomi degli studenti e nelle colonne le date in successione. Ciò ne compromette l’efficacia informativa per l’insegnante.

In preparazione dello svolgimento degli scrutini, le medie dei voti vengono calcolate automaticamente dal registro elettronico e solitamente con un arrotondamento automatico. Le modifiche necessarie, in tale caso, possono avvenire solo “forzando” il voto che l’insegnante ritiene corretto attribuire. Ciò può essere fatto solo inserendo il nuovo voto da attribuire studente per studente correggendo così quello assegnato dal registro elettronico.

Va segnalato che, nel passato, si verificavano spesso rallentamenti e fermi nelle fasi di intensificazione degli accessi al servizio di registro elettronico – soprattutto in concomitanza degli scrutini. Fortunatamente questo problema ultimamente si verifica molto di rado. Ci sono poi problemi legati alla compatibilità del registro elettronico con i software utilizzati dagli insegnanti. Segnaliamo a riguardo la necessità, in alcuni casi, di accedere al registro elettronico da remoto solo mediante Browser specifici indicati dal fornitore del servizio.

Inoltre i report prodotti dal registro sono solitamente generati in formato pdf (i verbali degli scrutini in doc), ma non tutti i registri elettronici offrono la possibilità di estrarre i dati in altri formati, ad esempio csv, xls, ecc. I registri elettronici sono sviluppati per l’ambiente Windows e quindi l’estrazione dei dati in formati compatibili con Macintosh non sono possibili (ad esempio Pages).

Registro elettronico e privacy

In alcuni dei registri elettronici viene memorizzata e resa disponibile alla visione degli insegnanti l’anagrafica degli studenti, compreso la residenza, i telefoni e le mail dello studente e dei genitori, se tali dati sono stati comunicati dalle famiglie. Riportiamo qui dal GDPR[2]:

(49) […] la capacità di una rete o di un sistema d’informazione di resistere, a un dato livello di sicurezza, a eventi imprevisti o atti illeciti o dolosi che compromettano la disponibilità, l’autenticità, l’integrità e la riservatezza dei dati personali conservati o trasmessi e la sicurezza dei relativi servizi offerti o resi accessibili tramite tali reti e sistemi da autorità pubbliche, […]

Ci domandiamo se i registri elettronici in uso nelle scuole hanno le caratteristiche indispensabili a “resistere, a un dato livello di sicurezza, a eventi imprevisti o atti illeciti o dolosi che compromettano la disponibilità, l’autenticità, l’integrità e la riservatezza dei dati personali conservati”[3].

Registro elettronico e diritti d’autore

Vari registri elettronici rendono disponibile uno spazio per la memorizzazione e distribuzione agli studenti di materiali didattici. Tale modalità di lavoro offre indubbi vantaggi che sono ovviamente perseguibili anche utilizzando altre piattaforme dedicate alla creazione di classi virtuali, ecc.

Qui vogliamo proporre alcune riflessioni connesse alla tematica dei diritti d’autore. Innanzitutto la pubblicazione di materiali sul registro elettronico consente una datazione certa della pubblicazione e quindi del momento in cui sorge il diritto d’autore in capo al soggetto che tale materiale ha pubblicato. Se però c’è certezza circa l’attribuzione all’insegnate che ha effettuato la pubblicazione del diritto morale di rivendicare la paternità dell’opera è, a nostro avviso, più sfumata la certezza circa la titolarità dei diritti connessi agli eventuali proventi economici che da tali materiali pubblicati nel registro elettronico si potrebbero ricavare. Il dubbio è il seguente: i materiali pubblicati dal docente sul registro elettronico, anche se prodotti in orario extrascolastico, vanno considerati come realizzati durante le attività istituzionali della scuola, cioè durante l’attività di lavoro subordinato del Docente, e quindi generano in capo alla Scuola un diritto alla pubblicazione? In tale caso, all’autore spetterà solo la paternità dell’opera mentre alla Scuola (MIUR) spetteranno gli eventuali proventi economici?

Il cracking del registro elettronico

L’accesso al registro elettronico, che usualmente viene effettuato in classe contestualmente alla lezione, avviene tramite un semplice login con richiesta del nome utente e della relativa password.

Una prima “vulnerabilità” del registro elettronico è legata proprio a questa prassi operativa. Identico Nome utente e identica password inseriti di fronte alle classi per un intero anno scolastico potrebbero essere facilmente individuati dagli occhi attenti degli studenti. Il problema potrebbe essere evitato abilitando l’accesso esclusivamente tramite SPID. L’utilizzo della one time password aumenterebbe notevolmente la sicurezza anche se la procedura richiederebbe un tempo di svolgimento e una maggiore dimestichezza con gli strumenti digitali. La compilazione del registro elettronico in classe prevederebbe, in questo caso, l’utilizzo di due device: un computer (o un tablet) e uno smartphone. In questo caso la domanda da porsi è: chi dovrebbe essere il proprietario dei due device: La scuola o l’insegnante?

Il registro elettronico viene però consultato e utilizzato per generare report, ecc. anche in ambienti diversi dalla classe. Il luogo dove ciò accade più di frequente è l’aula insegnanti dove la scuola mette a disposizione uno o più PC per questi usi. Anche in questo caso la vulnerabilità del registro elettronico è ampia. Come noto esistono strumenti sia hardware che software che inseriti nei PC dell’aula insegnanti potrebbe consentire a eventuali malintenzionati di trafugare nomi utente e correlate password di chi incautamente li avesse inseriti in un PC di uso comune.

Infine i rischi di vulnerabilità non implicano per forza l’utilizzo di competenze informatiche. C’è infatti la possibilità che malintenzionati utilizzino, come faceva Kevin Mitnick[4], “strategie comunicative e sociali” per acquisire le informazioni necessarie per violare il registro elettronico direttamente dalle persone coinvolte (docenti e personale di segreteria), sfruttando più l’ingenuità e la buona fede delle vittime che complesse tecniche di hacking.

Una proposta per individuare e risolvere preventivamente le vulnerabilità software dei registri elettronici potrebbe essere quella di coinvolgere studenti universitari di corsi di laurea relativi all’informatica per realizzare ogni anno scolastico un Hackathon che preveda un premio per chi individua e segnala le “falle nel sistema di sicurezza” dei registri.

______________________________________________________

  1. Per chi volesse acquisire il testo: https://www.oecd-ilibrary.org/valuing-our-teachers-and-raising-their-status_5j8wmmd6hh8t.pdf?itemId=%2Fcontent%2Fpublication%2F9789264292697-en&mimeType=pdf
  2. Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (regolamento generale sulla protezione dei dati). GUCE L 119/1
  3. Altre questioni legali legate all’utilizzo dei registri elettronici nell’articolo Scuola, tutti i problemi dei registri elettronici https://www.wired.it/attualita/politica/2017/06/05/scuola-problemi-registri-elettronici/
  4. https://tech.fanpage.it/kevin-mitnick-l-hacker-che-divento-leggenda/

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